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EZIOLOGIA DELL’UNIVERSI-PARTE

-la remissione del Big-Bang e dell’evoluzionismo-

Avviso al lettore n. 1:

  • Questo articolo potrebbe risultare a molti lettori di
    difficile comprensione.
  • Tutte le affermazioni formulate in questo articolo sono state realizzate attraverso la

Metodologia e il linguaggio Sigmasofici

e non utilizzano la

metodologia e il linguaggio scientifici.

  • Lo scopo dell’articolo è quello di proporre al lettore l’innovativa e nuova visione olistico-autopoietica d’insieme sull’eziologia dell’Universo

Ogni richiesta di eventuali chiarimenti potrà essere inviata a info@sigmasophy.com

La Via di conoscenza Sigmasofia utilizza la

visione olistico-autopoietica, sistemica.

Si occupa, infatti, del

vissuto diretto delle funzionalità innate, localistiche e non locali, della parte-Universi denominata, essere umano per tentare di

prendere consapevolezza

dell’eziologia del sistema vivente unitario che è

l’Universi

(non esiste un solo Universo ma più Universi con

miliardi di galassie funzionanti simultaneamente)

di cui siamo parte integrante e inscindibile che ho denominato

Universi-parte

La Sigmasofia studia la

funzionalità simultanea

dei cosiddetti sistemi viventi con l’ambiente,

con il mondo fisico circostante complessivo,

ponendo in remissione il concetto

di rapporto, di interazione tra quei sistemi.

  • L’Universi è il sistema unico, olistico-autopoietico, complessivo, esteso, localistico e non locale che, allo stato della ricerca Sigmasofica, risulta essere, transfinito (mai finito –non si individuano i confini né interiormente né esternamente). L’Universi include e può evidenziare lo spazio-tempo. Si può vivere, riconoscere, in modo inequivocabile, l’inscindibilità, la non separabilità delle microstrutture, delle parti che compongono l’Universi-parte, a partire dal livello quantistico, sub-quantistico (entanglement micro-particellare e coscienziale) e in relazione con l’anti-materia (…), in cui lo si riconosce funzionare come un

unico corpo,

come un

unico sistema, vivente e creante

localistico e non localistico, transfinito!

  • la parte-Universi è ogni singola componente che forma l’Universi e che possiamo riconoscere, studiare, vivere (…) mantenendo la consapevolezza che siamo, appunto, Universi-parte.
    Per poter descrivere, in modo più appropriato, la consapevolezza simultanea di essere Universi-parte è necessario porre in remissione la logica normalmente utilizzata e utilizzare ciò che ho denominato,

∑igma-logic

(∑igma, significa sommatoria più proprietà emergente

di tutte le consapevolezze raggiunte dall’Io-psyché che da quella posizione vivono, studiano, la parte. È la consapevolezza olistica che partecipa-osserva e riconosce la parte, il riduzionismo, includendolo).

Tale modalità operativa mi ha permesso di intuire, di scoprire, ciò che ho denominato,

campo coscienziale olistico-autopoietico Io-psychè (vedi dopo)

ossia ciò che evidenzia e fa funzionare la complessità sistemica della manifestazione sensibile, delle parti-Universi, di milioni di specie, dell’essere umano (…).

Per dare un primo riferimento è possibile affermare che

tale campo coscienziale ha come suoi stati densificati, a lui inclusi e funzionanti simultaneamente,

l’antimateria, il campo atomico-nucleare, il campo elettro-debole,

il campo elettro-magnetico, il campo gravitazionale,

il campo morfo-genetico (accezione Sigmasofica), l’Io-psyché stesso

e così via.

Per dare sostegno a questa mia intuizione è necessaria una premessa:

la metodologia Sigmasofica mi permette di riconoscere che nel momento di evidenziazione della manifestazione sensibile (per la scienza avrebbe inizio con il cosiddetto, Big-Bang) che, per comodità espositiva, utilizzo come evento spartiacque, partecipiamo-osserviamo microparticelle, quark, elettroni, protoni, atomi, molecole (…) che, per proprietà innate a loro implicite, aggregandosi e disaggregandosi, evidenziano la bios-chimica, la bios-logia, la bios-fisica (…), le parti-Universi, fino alla formazione di strutture complesse, quali l’essere umano in cui riconosciamo l’Io-psyché (che, come vedremo, è parte integrante del campo coscienziale olistico-autopoietico, innato). Ciò significa che qualunque cosa si intenda per Io-psyché, i principi attivi innati da cui si evidenzia, sono presenti e operanti nel campo coscienziale olistico-autopoietico non localistico, transfinito (mai finito) che ha saputo evidenziare la manifestazione sensibile.

Tale campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché
opera nel continuo-presente e può evidenziare lo spazio-tempo

ossia la struttura quadrimensionale attraverso cui riconosciamo l’Universi (lunghezza, larghezza, profondità e il tempo) nella sua manifestazione fenomenica sensibile.

Partecipandola e osservandola posso affermare che la manifestazione sensibile dell’Universi agisce, sostanzialmente, espandendosi e raffreddandosi (…) in conseguenza di specifiche funzionalità implicite (per la Sigmasofia non coincidenti con il Big-Bang).

  • Se si espande, di conseguenza, si può dedurre che, precedentemente, il suo volume fosse ridottissimo; se si raffredda si può dedurre che precedentemente fosse enormemente più caldo.
  • Se, come osserviamo la distanza tra le galassie aumenta, ciò significa che prima erano più vicine, fino a distanza zero condizione in cui non si evidenzia l’elemento, la parte, su cui applicare le leggi fisiche proprie della manifestazione sensibile, dell’Universi osservato che conosciamo.

Ho denominato la condizione zero (di passaggio) appena descritta:

singolarità autopoietica
(continuamente evidenziata da Universi).

Singolarità autopoietica non significa: nulla, vuoto, ma una componente del campo coscienziale attraverso cui evidenzia e in-forma la parte, infatti, attraverso essa si evidenzia la manifestazione sensibile e tutte le milioni di specie che conosciamo e altro! La scienza non ha, di fatto e ad oggi, la possibilità di studiare la fisica delle micro-particelle che si evidenziano nella singolarità autopoietica (la tecnologia di cui dispone è inadeguata a misurare ciò che denominano grandezze di Plank 10 alla-35). In ogni caso, la scienza ci fornisce moltissime e straordinarie in-formazioni (viste dallo spazio-tempo -passato-presente-futuro-) sulla cosiddetta evoluzione dell’Universo, che seguirebbe dopo l’evidenziazione della manifestazione sensibile, ma a partire dai primi minuti successivi alla singolarità autopoietica accezione scientifica (Big-Bang).

Entro nel merito.

La singolarità autopoietica (accezione Sigmasofica) si evidenzia dall’ordine ad essa implicito ossia da ciò che ho denominato

campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché

in tale campo, in conseguenza di specifiche autopoiesi (auto-creazioni) innate che ho denominato di

annichilazione coscienziale,
(uno degli ingredienti della pulsione olistico-autopoietica a vivere)

avvengono, continuamente, interazioni tra anti-particelle coscienziali in-formate che danno luogo alla singolarità autopoietica e a densificazioni che riconosciamo nella manifestazione sensibile come

particelle sub-atomiche veicolanti, appunto, l’in-formazione olistico-autopoietica.

Le antiparticelle coscienziali (dette anche principi attivi olistico-autopoietici innati o genoma coscienziale), formano il suddetto campo coscienziale. Quando ciò avviene, il genoma coscienziale si auto-transmuta e auto-densifica evidenziandosi come microparticelle. All’interno del campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché (transfinito) durante l’annichilazione, l’intensità energetica delle antiparticelle coscienziali è uguale alla densità delle microparticelle (densificazione). Nell’annichilazione coscienziale, nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si auto-transmuta.

Sebbene il campo coscienziale possa creare annichilazione, auto-trans-mutarsi ed evidenziarsi come micro-particella, la quantità totale di in-formazione veicolata non varia nella manifestazione sensibile, nello spazio-tempo, si tratta del

principio attivo olistico autopoietico
di auto-conservazione dell’in-formazione.

Le anti-particelle coscienziali corrispondono per quantità d’in-formazione e per intensità alle microparticelle della materia sensorio-percettiva che sono tra loro, per così dire, opposte complementari e super-simmetriche.

In Sigmasofia,

  • se le leggiamo identificandoci nel solo sensorio–percettivo (spazio-tempo) si evidenziano le leggi e la logica riconosciute dalla scienza (logica della ragione riduzionista;
  • se le leggiamo consapevoli del campo coscienziale transfinito (integrato alla sua creazione, la manifestazione sensibile), si evidenziano altre leggi olistico-autopoietiche innate e la ∑igma-logic (logica della ragione olistico-autopoietica che include quella riduzionista in un tutto funzionale)
    • il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché è, sostanzialmente, non localistico,
    • tutto ciò che si svolge nella manifestazione sensibile è, sostanzialmente, localistico,
    • entrambi formano un processo unico, inscindibile:

Durante l’annichilazione coscienziale e la produzione dell’auto-transmutazione-densificazione si evidenzia, lo spazio-tempo.

Il campo coscienziale olistico-autopoietico–Io-psyché non è il nulla, il vuoto e

ciò non ha nulla a che vedere con l’ipotesi Dio!

Esistono e funzionano simultaneamente un numero transfinito di manifestazioni sensibili che denominiamo, Universo, in conseguenza di ciò ho creato il termine Universi (inglobante ogni Universo esistente). Non esiste un istante iniziale della manifestazione sensibile appunto perché il campo coscienziale olistico autopoietico opera nel continuo presente e può creare (includendolo) lo spazio-tempo che è una sua produzione, una sua fluttuazione. In conseguenza di ciò possiamo partecipare-osservare nel mondo sensibile in cui ci riconosciamo,

  • la nascita simultanea di migliaia e migliaia di esseri umani di esseri viventi

e

  • la morte simultanea di migliaia e migliaia di esseri umani, di esseri viventi,

tutti emanazione di tale essere transfinitamente in vita-autopoiesi denominato, Universi-parte.

L’errore riduzionista è quello di identificarsi nella sola parte-Universi (che vista riduzionisticamente ha una nascita un’evoluzione e un punto morte); invece, quando utilizziamo la visione olistico-autopoietica si vive e riconosce che l’Universi-parte opera nel continuo presente e può evidenziare e includere ogni spazio-tempo.

Una prima indicazione è la seguente:

La parte-Universi essere umano è costituita da funzionalità innate e acquisite, consce e inconsce, sensibili e sovrasensibili, localistiche e non locali, transfinite,
e tutte funzionanti simultaneamente.

Ed ancora.

È possibile intuire e riconoscere nel processo che, per così dire, lega il

campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché
(l’ordine implicito innato)

con l’evidenziazione della manifestazione sensibile, la

filogenetica olistico-autopoietica
(accezione Sigmasofica).

Tale processo fa funzionare, con continuità e senza interruzioni, l’essere in vita-autopoiesi della parte-Universi, della manifestazione sensibile, di noi stessi e dell’Io-psyché (attraverso cui riconosciamo e consapevolizziamo i processi dell’appena citata filogenetica Sigmasofica).

Se abbiamo seguito, ci risulterà chiaro che le microstrutture, gli atomi, le molecole (…) che ci formano sono campo coscienziale densificato, aggregato e assumente la morfologia umana (altre specie evidenziano altre morfologie). Essendo le micro-particelle che ci compongono (interagenti simultaneamente con ogni altra esistente) coscienza in-formata spiega:

  • la scoperta rivoluzionaria della fisica quantistica dell’entanglement microstrutturale;

e

  • la scoperta della Sigmasofia, dell’entanglement coscienziale (stato E.C.A. Entanglement Coscienziale Autopoietico).

Le due scoperte, sono in realtà, lo stesso processo!

L’entanglement è stato interpretato come, non separabilità, non scissione ciò significa, di conseguenza, che tutta la manifestazione sensibile e quella non localistica sono nello stesso stato: formano un unico corpo complessivo micro-strutturalmente e coscienzialmente non scindibile, non separabile, non scindibile e funzionante simultaneamente.

Di fatto ed inequivocabilmente siamo Universi-parte, ma l’Io-psyché di moltissimi esseri umani, per specifici motivi, tende a riconoscersi come parte scissa e separata da Universi.

Necessariamente, la filogenetica olistico-autopoietica descritta è sostanzialmente in-formazione olistico-autopoietica complessa, coscienza densificata (corpo, manifestazione sensibile). Il rapporto indicato è metaforicamente e per analogia paragonabile agli stati dell’acqua, gassoso, liquido, solido: fuor di metafora, il campo coscienziale ha come suoi stati densificati, per così dire di passaggio (ma funzionano simultaneamente), l’antimateria, il campo atomico-nucleare, il campo elettrodebole, il campo elettro-magnetico, il campo gravitazionale, il campo morfo-genetico (accezione Sigmasofica) e così via.

Questa descrizione olistico-sistemica non è ovviamente un approdo definitivo:
intere regioni del campo coscienziale olistico autopoietico
devono essere ancora consapevolizzate.

Per comunicarvi che cosa sia l’Io-psyché rispetto al campo coscienziale olistico-autopoietico da cui è evidenza mi aiuto con una metafora:

  • immaginate un oceano di cui non conoscete confini (il campo coscienziale transfinito);
  • immaginate tante bottiglie senza tappo immerse in profondità in quell’oceano (ad esempio l’essere umano);

ebbene,

  • l’Io-psyché è la quantità di oceano (di campo coscienziale) presente nelle bottiglie e costituente le bottiglie, ossia quanto del campo coscienziale olistico-autopoietico serve al corpo umano per tenersi in stato di aggregazione, per funzionare, per essere in vita-autopoiesi, per produrre stati coscienziali (processo del pensare, dell’immaginare del concettualizzare, istinti, emozioni e così via) anche avvalendosi del cervello sistema nervoso che per in-formazione autopoietica innata il campo coscienziale stesso ha saputo densificare, costruire!

Al punto morte, infatti e a comprova, l’aggregazione delle cellule, degli atomi formanti il corpo umano (o di altre specie) per in-formazioni genetiche, microstrutturali, coscienziali intrinseche, si disaggrega e gli atomi si reintegrano e continuano normalmente a funzionare nell’Universi esistente, in noi stessi.

La Sigmasofia propone la visione olistico-autopoietica sistemica e riconosce l’Io-psyché come lo strumento operativo che il campo coscienziale olistico-autopoietico (l’Universi) si è auto-evidenziato per consapevolizzare se stesso.

Il determinismo olistico-autopoietico (ordine implicito) operante nell’Universi-parte, la sua funzionalità simultanea, è sempre agente a sostegno di ogni azione che senza di esso semplicemente non potrebbe esistere. Si tratta di uno dei motivi fondamentali per cui in Sigmasofia si pratica la

disidentificazione dell’Io-psyché dalla sola percezione sensoriale, riduzionistica, in favore della percezione integrale (iper-sensoriale e oltre), olistica.

Siamo certi che

la manifestazione sensibile complessiva non sia, rigorosamente,
un fatto evolutivo (successioni di fasi).
Non si tratta del passaggio degli organismi viventi
da forme cosiddette inferiori a forme più complesse,

infatti, quello che proprio non si riconosce, non si vive, non si intuisce (…) è che

l’Universi-parte è un essere complessivo, simultaneo, per così dire polimorfo, più che quadrimensionale, che essendo transfinito non ci fa riconoscere il suo schema corporeo: evidenzia infatti, tutte le morfologie (delle diverse specie esistenti, delle diverse parti-Universi esistenti nell’Universi, nessuna esclusa.

La parte-Universi non si evidenzia, rigorosamente ed inequivocabilmente, da presunte evoluzioni e trasformazioni anche provenienti da altre specie (ad esempio, dalla scimmia, l’essere umano…), come, proiettivamente, taluni settori scientifici ci hanno indicato, bensì da funzionalità innate simultanee secondo in-formazioni all’Universi-parte transfinito intrinseche che, ripeto, nulla hanno a che fare con l’evoluzione.

L’Universi-parte non agisce la presunta sopravvivenza attraverso la selezione di nuovi caratteri che verrebbero trasmessi ereditariamente.

Infatti, Darwin ha scambiato la fine dello stato di aggregazione della parte-Universi come la fine della vita –la cosiddetta morte-, ma tale stato non è rigorosamente la fine della vita-autopoiesi: infatti se un essere umano muore (accezione comune) non assistiamo alla fine della vita-autopoiesi complessiva dell’Universi, ma

alla fine del modo di manifestarsi della vita-autopoiesi nella parte.

Quello che ha contribuito, fortemente, a questa psicosi collettiva è il fatto che l’essere umano si riconosce come semovente, ossia come un ente che ha facoltà di muoversi, autonomamente, da un punto ad un altro dello spazio, dell’ambiente, in cui opera (ciò gli dà la percezione di separabilità, dell’esistenza del soggetto separato dall’oggetto, dall’Io dal Tu…). Tutto ciò è rinforzato dal fatto che veicola stati di consapevolezza, di cultura (di…), diversi da quelli di ogni altro. Processi che lo inducono a non riconoscere le funzionalità sistemiche, olistico-autopoietiche simultanee da cui si evidenzia e che, paradossalmente, sono proprio quelle che gli consentono ciò che denomina, la propria identità, autonomia, semovenza, tanto da percepirsi distinto e separato da qualunque altra parte-Universi. Tale interpretazione e visione riduzionista è ciò che la formazione in Sigmasofia consente di porre in remissione.

È necessaria la transmutazione di visione, da quella antropocentrica a quella Universi-parte centrica, che realisticamente e olistico-autopoieticamente siamo.

Il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché non è un processo evolutivo ed ha una sua specifica ed inequivocabile finalità:

la presa di consapevolezza di se stesso,

 delle

  • proprie estensioni localistiche, l’Universo di cui non riconosciamo i confini;
  • proprie estensioni non localistiche l’Universi coscienziale, l’ordine implicito, di cui non riconosciamo i confini.

Ogni Io-psyché, di ogni essere umano si trova nello stato di presa di consapevolezza dell’Universi di cui è parte inscindibile, esattamente per come è riuscito a sperimentarlo (o a non sperimentarlo). Dalla propria avanguardia di auto-consapevolezza procederà all’allungamento, al tentativo di consapevolizzare regioni coscienziali ancora inesplorate.

Il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché evidenzia la complessità e la funzionalità simultanea e interazioni che la fisica quantistica sta riconoscendo. Infatti, essendo il campo coscienziale essenzialmente in-formazione non localistica, indeterminazione che, come visto, per specifici principi attivi a lui impliciti, ha evidenziato l’Io-psyché, ossia una specifica funzione a lui intrinseca che utilizza per auto-consapevolizzarsi, auto-sperimentandosi.

Il determinismo localistico-riduzionista è un prodotto anch’esso del lavoro del determinismo olistico sistemico innato, del campo coscienziale. Le leggi Galileiane, quelle Newtoniane che ha prodotto l’Io-psyché sono state propedeutiche a consapevolizzazioni più ampie e infatti sono state trascese da altre, in particolare, la remissione dell’identificazione nelle sole causa-effetto e effetto-causa, in favore della sincronicità autopoietica di funzionalità, dell’olismo –che le include in un tutto funzionale-.

L’Io-psyché formandosi a se stesso non poteva non produrre la visione olistico-autopoietica sistemica, perché è uno stato anch’esso propedeutico ad ulteriori prese di consapevolezza e ampliamenti. Non si tratta di speculazioni teleologiche ma del fatto che l’Io-psyché, sperimentando se stesso sta consapevolizzando il campo coscienziale, l’Universi-parte e che tutto ciò, ripeto, ha un fine, ha uno scopo, riconoscibili. Tutto ciò è esattamente accaduto in me quando ho vissuto l’insight intuitivo di porre in remissione definitiva i concetti Darwiniani di mutazione e di selezione, auto-evidenziandomi così una diversa eziologia di me stesso (dell’essere umano): l’Universi-parte.

Includendo e veicolando il campo elettro-magnetico, elettro-debole, atomico-nucleare, gravitazionale, morfo-genetico e oltre, l’attività dell’Io-psyché (psichica) attiva aree del cervello (che è, appunto, campo coscienziale densificato in quel modo), riscontrabili utilizzando le tecniche del brain imaging.

Durante la pratica di vita quotidiana, via via che l’Io-psyché si auto-autorizza il vissuto di nuove esperienze, attiva processi di azione e retroazione tra i circuiti neuronali –funzioni dell’Io-psyché- (e altri) coinvolti e interiorizza, memorizza i dati che apprende, che vive. Produce associazioni con le memorie già registrate che attivano ulteriori processi neuronali, che a loro volta agiranno con quelli che continuano ad essere interiorizzati in quanto l’esperienza, l’azione sta proseguendo. Se non ci fosse il campo coscienziale olistico-autopoietico (che include quello atomico-nucleare, elettro-debole, elettro-magnetico, gravitazionale, morfo-genetico …), non ci sarebbe il tessuto innato su cui agire quanto descritto, si delinea così, esperienza penetrata e consapevolizzata dopo esperienza penetrata e consapevolizzata, oltre alla coscienza localistica, sensorio-percettiva di sé anche, e soprattutto, la presa di consapevolezza che siamo Universi-parte con intere regioni non localistiche ancora da consapevolizzare.

Tutto ciò si può sintetizzare così:

l’Io-psychè vive esperienze, le penetra, e percepisce dati in ingresso mediati dai sensi e ciò produce degli effetti psichici che coinvolgono la bios-chimica, la bios-logia, le funzionalità microstrutturali e oltre (anche se non ne siamo consapevoli). Tutto ciò interagisce con dati già registrati in altre esperienze (anche loro coinvolgenti le stesse estensioni coscienziali) evidenziando consapevolezza emergente che, a sua volta, delineerà un altro ciclo simile. Più un Io-psychè si forma attraverso il vissuto diretto a se stesso e più potrà percepire e riconoscere in modo più ampio, prendendo coscienza di ulteriori parti-Universi, sensibili e sovrasensibili, localistiche e non locali, fino a porre in naturale remissione concetti quali il Big-Bang e l’evoluzionismo e

percependo la percezione

conoscendo la conoscenza

vivere

la danza olistico-autopoietica dell’Universi-parte

transfinitamente in vita-autopoiesi

che vive, sperimenta, riconosce e consapevolizza se stesso.

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