Non è scienza,
non è filosofia,
non è religione-spiritualità,
non è sociologia,
non è antropologia,
(…),
È
SIGMASOFIA!
(…) non seguono e non vogliono seguire
l’accezione scientifica, religioso-spirituale,
filosofica, sociologica e antropologica
(…),
Metodo olistico-autopoietico
La
metodologia olistico-autopoietica
è semplicemente la modalità operativa con cui la
Via di Conoscenza Sigmasofia
procede per raggiungere la
conoscenza vissuta della realtà esistente complessiva,
conscia e inconscia, sensibile e sovrasensibile, localistica e non locale,
attraverso una modalità soggettivamente verificabile.
Essa consiste nella raccolta di auto-insegnamenti che l’Io-psyché, il ricercatore Sigmasofico estrapola da
tutte le esperienze di vita vissute che si è
auto-autorizzato a vivere.
Non procede sotto la guida di ipotesi teoriche pre-costituite, che invece vengono elaborate attraverso
un’analisi rigorosa, logico-razionale successiva all’esperienza praticata.
Non ha la necessità di
ricondurre a numero e misura matematiche
la sommatoria di questi auto-insegnamenti, auto-estrapolati da se stessi,
denominati
archetipo acquisito funzione Ypsi.
Il ricercatore
associa le esperienze penetrate integrali vissute al di fuori del linguaggio verbale alla costruzione della propria teoria, conseguente il vissuto
e necessaria ad elaborare la teoresi Sigmasofica.
La Via di conoscenza Sigmasofia è una creazione dell’Io-psyché formato da esperienze penetrate integralmente, tangibili, soggettivamente realizzate ed inequivocabili che coinvolgono il ricercatore stesso che le attua e la relazione che assume di vivere. Pone in remissione ogni forma diretta o indiretta di sacro, inteso come una serie di attributi che i religiosi aggiungono a quanto ordinariamente percepito (il cosiddetto profano). Tali aggiunte sono state riconosciute come delle
mere proiezioni discrasiche,
letteralmente inventate e utilizzate per tentare di costruire un mondo
che trovi delle spiegazioni, dei significati,
ipotizzando l’idea dell’esistenza di una divinità che abbia
creato la manifestazione sensibile.
La Via di Conoscenza Sigmasofia, quindi,
non segue e non vuole seguire
né il metodo scientifico, men che meno il metodo religioso
e nemmeno il metodo spirituale, in quanto i suoi studi e le sue ricerche pratico-teorici non hanno saputo riconoscere, individuare un ente come lo
spirito situato nell’essere umano.
Il modo di riconoscere il sovrasensibile, l’inconscio, il non localistico utilizzato dalla Sigmasofia,
non ha riferimenti con la spiritualità
e come per la religione, ovviamente,
non include stati fideistici o devozionali
ma stigmatizza il valore innato dell’esperienza penetrata e della sua trascendenza.
Pratica di esperienze integrali
Seguiamo di fatto il
metodo olistico-autopoietico che
ho direttamente elaborato.
La Via di Conoscenza Sigmasofia segue, in parte, il metodo filosofico, nel senso e con i significati di
amante della saggezza
(nascente dal vissuto).
Detto questo a differenza dei filosofi, il ricercatore in Sigmasofia
non
pone domande sul senso dell’essere
ma assume la
pratica di esperienze dirette, integrali
sul senso dell’essere dell’esistenza umana,
e la sua ricerca non viene realizzata
attraverso speculazioni intellettuali, logico-razionali.
La Sigmasofia è l’uso
dell’esperienza penetrata e della
costruzione della propria teoria conseguente
utilizzate
come strumento operativo dell’Io-psyché.
Il ricercatore in Sigmasofia
non potrà essere riconosciuto
come scienziato,
come religioso
o
come filosofo,
ma come sperimentatore diretto della vita-autopoiesi.
La Via di Conoscenza Sigmasofia studia e ricerca i fenomeni sociali soltanto come
conseguenza
della ricerca dell’Io-psyché su se stesso,
elaborando in tal modo consapevolezze che potrà assumere di immettere nella cosiddetta società. In tal senso
la Sigmasofia non è propriamente uno
studio sociologico diretto
e nemmeno
una metodologia sociologica
(anche se può vivere e riconoscere elementi che la compongono).
In alcune componenti, può emergere una valenza antropologica nel senso di
discorso su (logos),
applicato all’essere umano che si studia sotto le diverse componenti, indicando le varie funzionalità dell’Io-psyché all’interno di se stesso (solo successivamente applicandoli alla cosiddetta società).
Esperienza induttive-deduttive
Tutte le esperienze penetrate sigmasofiche sono anche
e simultaneamente
induttive-deduttive:
- induttive per in-ducere ossia per portar dentro (di sé), utilizzandole come un procedimento per elaborare una
consapevolezza momentanea, di passaggio,
partendo da casi particolari.
Realizzate molte esperienze penetrate, si procede con le azioni
- deduttive per estrapolare delle spiegazioni, delle consapevolezze momentanee propedeutiche e momentaneamente incluse (in attesa delle esperienze successive).
Questo modo di procedere
si auto-implementa e si auto-transmuta continuamente e si
olos-direziona verso la
coscienza e la conoscenza Olistico-autopoietica sigmasofica.
Per poter realizzare quanto sopra descritto, è stato necessario elaborare un metodo innovativo e nuovo e
ri-formulare la struttura costitutiva
Io-somato-autopoietica
dell’essere umano,
motivo per cui
i significati-significanti che attribuisco ai concetti utilizzati
non seguono e non vogliono seguire
l’accezione scientifica, religioso-spirituale,
filosofica, sociologica e antropologica
(…),
bensì introducono e inducono la innovativa e nuova
∑igma-logic
ossia l’integrazione della visione e dell’esperienza olistica con quella riduzionista,
riconoscendole come un processo unico inscindibile.
Di conseguenza, emerge la necessità il
nuovo
glossario dei nomi Sigmasofici
e il vissuto
dell’accezione autopoietica
ossia
autocreata dall’Io-psyché del ricercatore
in base al proprio stato Sigmasofia.
sommatoria più proprietà emergente estrapolata delle esperienze che ogni singolo ricercatore
si autorizzato a vivere dal concepimento al momento attuale,
tenendo anche conto della capacità di trovare il
punto d’incontro tra il proprio stato Sigmasofia
e quello degli altri, tendendo a riconoscerne uno unico,
quello dell’Universi-parte, se stessi.
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