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(…) un unico Universi senza alterità
che sta agendo, secondo sue leggi e funzionalità innate (…)

Si tratta dell’idea secondo cui si

ipotizza la coesistenza di più Universi

che, nella ricerca coscienziale, sono denominati,

dimensioni parallele.

L’Io-psyché, che in tal modo interpreta, afferma che

esisterebbero più Universi distinguibili dal nostro,

ma coesistenti.

L’insieme di questi presunti Universi è denominato,

multiverso.



Il corrispettivo interiore del multiverso

Si può portare come esempio di corrispettivo interiore del multiverso:

  • la consapevolezza della non località;
  • la consapevolezza dell’innato;
  • la consapevolezza dell’inconscio autopoietico;
  • la consapevolezza del sovrasensibile;
  • la consapevolezza della dimensione N-REM;
  • la consapevolezza della vita-autopoiesi come principio che include e trascende il punto morte (…).

Nel corrispettivo coscienziale, tali dimensioni vanno lette come,

non occupabili e percorribili fisicamente,

ma riconoscibili come

dimensioni meramente coscienziali,

vivibili come atto psichico coscienziale:

una sorta di

quinta dimensione

(accezione sigmasofica).

Infatti, all’altezza, alla larghezza, alla profondità, allo spazio-tempo, attraverso la loro trascendenza, è possibile aggiungere lo

stato E.C.A.

(Entanglement Coscienziale Autopoietico).

Lo stato di autoconsapevolezza (dimensione) E.C.A.,

non è direttamente visibile

attraverso le quattro dimensioni

è più che una dimensione parallela, la denominerei

dimensione simultanea.

Affermare quanto sopra implica riconoscere che

oltre alle quattro dimensioni ne esista un’altra che si

estende oltre quelle normalmente utilizzate.

Specifico.

Lo stato E.C.A.

Lo stato E.C.A.

è riconoscibile e approcciabile

soltanto dopo aver prodotto

lo stato esteso di coscienza

che non coincide con quello della speculazione noetica, intellettuale-filosofica,

basata sul pensiero, la razionalizzazione e sul linguaggio verbale.

Lo stato E.C.A., la quinta dimensione, è stata studiata e sperimentata ed è attendibile in quanto sono riuscito ad aggirare le restrizioni fisiche determinate, di fatto, dalle quattro dimensioni conosciute, riuscendo così ad aprire il passaggio:

il worm-hole coscienziale,

applicando la capacità innata di semovenza e di delocalizzazione e di auto-riconoscimento dell’Io-psyché in regioni remote del transfinito campo coscienziale da cui lui stesso si evidenzia. In sintesi, sono riuscito ad innescare una

sorta di viaggio, inequivocabile, nello spazio-tempo:

in quello denominato, passato,

ossia ad

esplorare le regioni del campo coscienziale

in cui sono memorizzate le esperienze prodotte dall’Io-psyché dell’essere umano

(la sede della memoria non è l’encefalo, questi è semplicemente lo strumento di cui si avvale l’Io-psyché per evocare l’esperienza memorizzata).

In questo modo, per così dire, sono riuscito a

viaggiare nello spazio-tempo,

a

prendere coscienza della regione coscienziale

dove opera ed è possibile riconoscere quel ricordo.

Questa non è fantascienza, ma il semplice utilizzo esteso dell’Io-psyché.

Sono riuscito a superare il cosiddetto

paradosso del nonno.

Spiego.

Il viaggio nel tempo passato e il continuo presente

Attraverso la speculazione immaginativa, si ipotizza, fantasiosamente, che un nipote possa tornare indietro nel tempo e impedire a suo nonno di incontrare la nonna e, quindi, di impedire il via alla discendenza. L’impedimento renderebbe impossibile l’esistenza dei figli e quindi del nipote il che, di fatto, non renderebbe possibile il viaggio nel tempo passato che il nipote vuole realizzare per attuare l’impedimento.

Si tratta di una

mera speculazione fantasiosa

iper-proiettiva

(grave)

in azione,

in quanto lo spazio-tempo (sul piano coscienziale)

è pura convenzione,

una utility inventata dall’Io-psyché per organizzarsi la vita sensibile.

In realtà, l’Universi di cui siamo parte vive e opera nello stato di

continuo presente

di cui qualunque evento è una produzione,

una fluttuazione che dura (convenzionalmente) un tot tempo,

per poi venire riassorbita dallo stesso Universi-parte.

Nel cosiddetto

multiverso

(quello che in Sigmasofia, da più di venti anni, denomino

Universi-parte!),

anche il paradosso del nonno non è una contraddizione, poiché ogni presunta interferenza con il cosiddetto passato (convenzionale) produrrebbe conseguenze soltanto nel continuo presente simultaneo e non nella condizione di fluttuazione (investita di spazio-tempo convenzionale) in cui ci riconosciamo. In realtà,

non esiste l’Universo parallelo,

la dimensione parallela

ipotizzata dai fisici teorici e da filosofi,

bensì esiste un unico ente l’Universi-parte

appunto, che include ogni esistente, ogni Universo ipotizzato.

Quindi, di conseguenza,

il paradosso del nonno in questo Universi-parte coscienziale pre spazio-tempo, si evolverebbe in base alle leggi innate, descritte dalla

T.O.E. Theory Of Everything (scienza)

e dalla

S.To.E. Sigmasophy Theory of Everything

ancora, in gran parte, da consapevolizzare.

Universi-parte unico e inscindibile

Di conseguenza,

non è vero che un Universo parallelo

viene generato a ogni singola interferenza.

In realtà, accade che ogni azione prodotta viene registrata, memorizzata e continua ad esistere nel campo coscienziale pre-spazio-tempo (che non interpretiamo con il filtro dello spazio-tempo in cui ci riconosciamo e utilizziamo). Non ci sono, come dicono alcuni fisici teorici,

infiniti Universi con infinite linee temporali,

ma

un unico Universi senza alterità

che sta agendo, secondo sue leggi e funzionalità innate

 (ordine implicito).

La mia ipotesi di superamento cronologico è che

l’Universi-parte è unico e inscindibile:

è entangled.

Il fatto paradossale è soltanto un’esegesi possibile che costringe taluni all’identificazione nella convenzione spazio-tempo che può cristallizzare il loro Io-psyché.

Andare indietro nel tempo è di fatto impossibile,

per il semplice motivo che quel concetto è

soltanto un’invenzione

utilizzata per presunta comodità e funzionalità d’esistenza, altrimenti

come potreste scrivere nel Vostro epitaffio

nato il______  morto il_____

😊?

L’Io-psyché è un ente presente nell’essere umano e, nella sua componete atomico-nucleare, in ogni parte-Universi, questi ultimi rappresentano la densificazione di tale processo in-formato innato.

Al punto morte, tale densificazione va in remissione,

continuando a funzionare come
campo coscienziale in-formato dell’Universi-parte densificato che di fatto siamo.

Non si profila all’orizzonte il riconoscimento di un’altra dimensione, ma sempre lo stesso essere complessivo, l’Universi-parte in azione. Si tratta di un essere vivente complessivo pregno delle in-formazioni acquisite immesse dall’Io-psyché di ognuno durante la vita. Più specificamente,

sul campo in-formazionale innato, inscriviamo l’acquisito

(scienze, filosofie, spiritualità, politiche ecc.)

e lo stato di consapevolezza raggiunto da questo insieme è lì memorizzato e operante. Gli esseri umani, mentre vivono (accezione comune) possono attingere a tale campo in-formazionale innato che è esattamente quello che ho fatto e sto continuando a fare (senza alcun finanziamento). Le continue densificazioni prodotte ossia la nascita di esseri umani (o di altro)

non coincidono con nuove incarnazioni

(come affermano nel settore spiritualità),

bensì è

Universi-parte che continua a produrre esseri umani veicolanti Io-psyché per continuare a consapevolizzare se stesso, a produrre auto-coscienza di sé (ad esempio, la scienza che studia le leggi innate del cosmo).

Hugh Everett nel 1957 ci propose il

concetto di multiverso,

ma, come stiamo evidenziando,

non si tratta dell’esistenza di molti mondi bensì di un solo Universo entangled, che include ogni Universo ipotizzato ed interpretato come separato dagli altri.

Già Giordano Bruno,

a suo modo,

aveva individuato il multiverso.

In sintesi, il multiverso è, scientificamente parlando,

un insieme di Universi:

è l’Universi-parte (multiverso),

noi stessi.

Le conferme sull’esistenza dell’Universi-parte

In ogni caso le conferme sull’esistenza dell’Universi-parte che sono riuscito a vivere sono le seguenti:

  • Il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché è partecipabile-osservabile in conseguenza della pratica continua di tecnologie coscienziali: nel tempo (accezione comune), le autopoiesi olosgrafiche consentono la

verificabilità soggettiva empirica,

che demarca il discorso Sigmasofico.

  • È applicabile il

criterio della falsificabilità soggettiva:

ossia la pratica delle autopoiesi olosgrafiche ha la possibilità di confutazione. Si tratta della pratica in grado di suggerire quali azioni potrebbero farla risultare falsa. Si auto-determina così un

  • ambito di controllo da una posizione verificabile,
  • distinguendola da quella non verificabile,

ossia, che la posizione identificativa dell’Io-psyché nel solo sensorio percettivo è tecnicamente quella di produrre la consapevolezza incompleta del campo coscienziale, differente da quella olistica raggiungibile, maggiormente estesa (con la pratica delle autopoiesi olosgrafiche si attua infatti la disidentificazione dal solo sensoriale) che evidenzia

lo stato esteso di coscienza E.C.A.

 

La pratica delle autopoiesi olosgrafiche, dello stato E.C.A. e di delocalizzazione è evidenza diretta di sperimentazioni Io-somatiche collaudate che hanno ridotto elementi controversi che permangono.

Le esperienze vissute sono

trattabili al rasoio di Occam,

in quanto possiamo renderle semplici e dirette.

Pongono in remissione la componente proiezione delle ipotesi filosofiche e scientifiche.

L’Io-psyché dell’essere umano è una macchina capace di utilizzare a piacimento la convenzione spazio-tempo, direzione passato-presente-futuro, in quanto può posizionarsi su ricordi memorizzati legati ad esperienze passate prodotte dall’umanità e prevedere, intuire eventi futuri e, finalmente, trascenderli.


Fine prima parte
Segue


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