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OLTRE I MIRROR NEURONS
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OLTRE I MIRROR NEURONS

Siamo atomicamente interconnessi,
– in uno stato di entanglement
(come direbbe un fisico quantisitco);
siamo coscienzialmente interconnessi
– in uno stato E.C.A. -Entanglement Coscienziale Autopoietico-
(come direbbe un ricercatore in Sigmasofia).

Formulo alcune domande:

  • ritieni che il tuo corpo sia diverso dal tuo Io-psyché?
  • ritieni che il tuo corpo sia separabile dal tuo Io-psyché?
  • Esiste, quindi, in noi una sostanza, l’Io-psyché, distinta dal corpo?


Se l’Io-psyché fosse diverso dal corpo…

Nell’ipotesi che il tuo Io-psyché fosse diverso dal corpo, per poterlo studiare scientificamente dovresti individuarlo, vederlo, scoprirne le funzionalità e poi procedere con esperimenti per accumulare dati, con doppi cechi, con la ripetibilità, con la riconduzione a misura matematica e tutto quanto concerne l’armamentario scientifico attuale (…).

Ma, ti chiedo,

  • hai mai visto, percepito, il tuo Io-psyché?
  • Sai esattamente di quali ingredienti (bio-chimici, fisiologici, coscienziali) sia formato?

Prenditi un pochino di tempo per tentare di rispondere a queste domande in base,

  • alla tua esperienza vissuta,
  • alla tua consapevolezza scientifica,
  • alla tua consapevolezza olistica

Però, prima di riprendere a leggere rispondi ai quesiti.

Entriamo di più.

L’attivazione dei neuroni a specchio

Siete due esseri umani e, insieme, andate a fare una passeggiata in un prato.

Il primo essere umano si china e raccoglie margherite, il suo scopo è per lui chiaro:

desidera regalare dei fiori all’altro!

Il secondo essere umano, percependo la scena riconosce, immediatamente, l’atto del raccogliere i fiori (e, forse, anche l’intenzionalità del primo). È stato scoperto che nell’altro, nel secondo essere umano, osservatore,

si attivano gli stessi neuroni attivati dal primo nell’atto del raccogliere,

ma il secondo essere umano in quel momento non voleva raccoglierli, eppure

gli si sono attivati gli stessi neuroni del primo

che ha effettivamente raccolto dei fiori!

Questi neuroni si trovano nelle aree pre-motorie.

Quando si attivano è

come se facessero dire e fare al secondo essere umano,

l’atto del raccogliere i fiori,

pur non dicendolo e non facendolo

(si dice, i suoi neuroni “sparano!”).

Ho appena descritto un’azione possibile a due

esseri umani che attivano a specchio i loro neuroni.

Non chiedermi, in questo momento, come, ma quanto ti ho descritto è stato verificato in più laboratori.

Capirsi e sentirsi senza vedersi a forza di interagire

Ora, chiedo al secondo essere umano:

  • Come ti spieghi il fatto che essendo l’altro a raccogliere i fiori, ti si innescano gli stessi neuroni anche a te che in quel momento non pensavi affatto a quel gesto?

Adesso non mi dire che

anche tu stavi pensando di raccogliere fiori per donarli al primo essere umano

(è vero ti potrebbe accadere, ma non in questo esempio).

Se compiamo l’azione di raccogliere fiori e se tale azione è osservata dall’altro, si attivano i suoi neuroni, quindi,

il vedere l’altro raccogliere i fiori

 attiva gli stessi neuroni di quando

noi stessi assumiamo di fare lo stesso atto

(e anche non dicendolo e non facendolo si attivano lo stesso!).

È verificato:

quei neuroni si attivano sul serio!

Possiamo iniziare ad affermare che funzioniamo anche in base ad attivazioni innescate dal comportamento del

cosiddetto altro da sé!

  • Lo sapevi che attraverso questa funzionalità (innata) possiamo sentire, capire cosa fanno gli altri?

A questo punto il secondo essere umano potrebbe affermare:

Io ti capisco primo essere umano, perché quello che ti vedo fare suscita in me la stessa attività neuronale di quando io stesso assumo di fare quell’azione!

Uh, ma a pensarci bene anche viceversa allora!

  • Vuoi vedere che a forza di interagire ci sentiamo, ci capiamo?!

La dinamica descritta sembra essere, quindi, legata al fatto che l’altro debba percepire, vedere, l’azione del raccogliere fiori, realizzata dal primo.

Attivarsi come se i neuroni si specchiassero

Ma, poniamoci una domanda (impertinente),

  • se mentre il primo essere umano raccoglie i fiori, il secondo è girato e quindi non osserva quell’atto, che cosa accadrebbe? 
  • Quei neuroni si attiverebbero lo stesso?

Ed è qui la sorpresa:

non “sparano” nello stesso modo,

con la stessa intensità, ma, meraviglia,

si attivano gli stessi neuroni pre-motori,

con meno intensità, ma si attivano!

  • Possiamo chiederci, ma come fanno ad attivarsi se non sto nemmeno vedendo l’azione dell’altro mentre coglie le margherite?

Tale attivazione risulta essere ancora più intensa se i due esseri umani hanno già, consapevolmente, interagito.

Ma se non l’ho percepito, ripeto, perché si attivano quegli stessi neuroni, allora

non sono a specchio,

perché lo specchio richiede la sua percezione diretta,

vuoi vedere che i

neuroni non si specchiano,

bensì si

attivano come se stessero

specchiandosi,

in conseguenza dell’innesco determinato

da un parametro, da una funzionalità

che, ancora, dobbiamo riconoscere (…)

Stai seguendo?

Se così non fosse torna indietro e chiedimi pure, se non lo farai non ti sarà possibile capire cosa sto tentando di comunicarti (…).

L’attivazione simultanea di due Io-psyché

Se si attivano anche quando non percepiamo, non vediamo direttamente,

allora ci deve essere, necessariamente, un qualche cosa che determina questa attivazione, ossia il fatto che il neurone “spari”.

Se la comprensione dell’azione fatta da altri si attiva a specchio, possiamo sicuramente dire che questo riconoscimento è proprio dell’Io-psyché, ossia dello strumento che utilizziamo per percepire, indipendentemente dal fatto se lo riconosciamo come parte integrante del soma o scisso da esso (le domande di cui all’inizio di questo articolo). Ma qui viene il bello, se l’attivazione, come gli esperimenti provano, è simultanea allora tale Io-psyché nell’uno e nell’altro deve attivarsi simultaneamente,

ma se il secondo essere umano non sta guardando allora diviene evidente che

l’Io-psyché è paragonabile ad un campo che coinvolge il primo essere umano e il secondo essere umano anche se posizionati a distanza l’uno dall’altro

(ma anche altri soggetti come ci indicano le sperimentazioni).

Ma, se le funzionalità sono simultanee allora anche il campo coscienziale deve esserlo.

Si! Sto affermando proprio questo,

i neuroni pre-motori si attivano

come se funzionassero a specchio

in conseguenza dell’azione del campo coscienziale complessivo,

fino ad innescare, localmente, nel primo e nel secondo essere umano,

la funzionalità a specchio riconoscibile dall’Io-psyché

(la manifestazione nel soma, nel corpo, di tale campo coscienziale).

Acquisiamo conoscenza in conseguenza del campo coscienziale olistico-autopoietico, esteso, sovrasensibile non locale, presente ovunque fino alla sua manifestazione localistica, l’Io-psyché che veicoliamo.

  • Sei d’accordo sul fatto che in questo modo si rivoluzionano le concezioni attraverso cui ritenevamo di acquisire conoscenza?

Il cuore del sistema cognitivo in questo quadro risulta essere il

campo coscienziale olistico autopoietico nella sua evidenziazione sensibile che ho denominato, l’Io-psyché,

 e il

campo coscienziale olistico-autopoietico complessivo, stesso, sovrasensibile e non localistico

che per entanglement micro-particellare e coscienziale coinvolge la materia, il soma, noi stessi, in processi simultanei (in-formazione non locale) che ci indicano che, nei fatti e nelle funzionalità,

tutto è atomicamente e coscienzialmente legato

  • Adesso, te la senti di riconoscere che Io-psyché e soma sono inscindibili sono in realtà lo stesso processo in azione?

Si tratta di

processi sovrasensibili, non localistici, innati, transfiniti,

pregni di in-formazioni olistico-autopoietiche

che si evidenziano fino al sensorio-percettivo

al quale possiamo far assumere anche caratteristiche razionali.

L’azione del campo coscienziale attraverso la sua densificazione

Quindi, il campo coscienziale non locale, transfinito, agisce, localmente attraverso la sua densificazione che denominiamo Io-psyché-encefalo e sistema nervoso, lo facciamo agire e questo atto nascente da un campo che coinvolge tutti, tutto l’esistente, attiva gli stessi neuroni, come se funzionassero a specchio, la cosa è maggiormente riconoscibile tra esseri umani che hanno interagito consapevolmente e che, per questo motivo, hanno un ponte di comunicazione diretta tra loro.

Anche il semplice gesto di raccogliere fiori si evidenzia dal campo

coscienziale localistico e non locale, in azione.

Tutte le azioni che si creano sono emanazione del campo coscienziale complessivo e coinvolgono, di fatto, ognuno, l’importante è iniziare a consapevolizzare le modalità operative che ci possono consentire di raggiungere tale consapevolezza. Tutto, è evidenza di principi attivi olistico-autopoietici, sovrasensibili, non locali che si manifestano localmente, come un’onda che nasce dall’oceano, attraverso l’Io-psyché e l’encefalo-sistema nervoso che utilizza per specializzarsi in stati Io-somatici e azioni definiti, veicolanti significati-significanti.

I neuroni si attivano, sanno simultaneamente, perché sono la densificazione, l’evidenziazione, inscindibile, del campo coscienziale olistico-autopoietico funzionante per entanglement micro-particellare e coscienziale (entangled).

Stai seguendo?

Quindi, di conseguenza, potrei legittimamente affermare che, ora, battendo sui tasti del mio computer sto determinando variazioni nell’Universi intero,

Ripeto.

Siamo atomicamente interconnessi,

  • in uno stato di entanglement (come direbbe un fisico quantistico);

siamo coscienzialmente interconnessi,

  • in uno stato E.C.A. -Entanglement Coscienziale Autopoietico- (come direbbe un ricercatore in Sigmasofia).

Il secondo essere umano è sempre stato parte integrante e inscindibile del primo a livello di funzionalità quantistico-coscienziali entangled che attivano i neuroni come se funzionassero a specchio

Se, quindi, vedo un essere umano raccogliere fiori riconosco un’intenzionalità che attraverso il campo coscienziale che ci lega appartiene di fatto anche a me,

siamo lo stesso corpo, siamo Uno, Olos!

La base di ogni azione e di ogni riconoscimento

Il campo coscienziale olistico-autopoietico e tutti gli Io-psyché non scindibili l’uno dall’altro sono la base di ogni azione e di ogni riconoscimento. Il problema tecnico è che ogni Io-psyché localistico è identificato in se stesso, nel proprio acquisito è riduzionisticamente auto-referenziale e, talvolta, non riconosce, attraverso il vissuto diretto, tali sue, intrinseche, funzionalità olistiche: le discute, ne parla, le assume come cultura, ma è proprio quello l’atto che le sposta dal riconoscerle come vissuto viscerale pre-linguaggio, diretto.

In questo senso e con questi significati

siamo un unico corpo, siamo Universi-parte e non abbiamo alterità!

Anche se neurologicamente, in riferimento all’esempio del raccogliere fiori, sembriamo non differenziare le attività neuronali, non abbiate timore di non riconoscervi, infatti, vivere tali funzionalità, inscindibili, non annulla l’azione localistica o l’azione autonoma, di identità di ogni essere umano o parte-Universi, soltanto che questa, se vive tali funzionalità, cambia significati, cambia paradigma, ossia da una visione di sola autonomia, di sola individualità scissa, si passa a ciò che in Sigmasofia denominiamo

autonomia fusionale autopoietica.

Durante gli stage di Sigmasofia, i ricercatori iscritti interagiranno tra di loro. Essendo tutti esseri umani, parti-Universi in azione, accadrà che vedendo, interagendo, partecipando, quegli strani movimenti che sono le

Autopoiesi Olosgrafiche locali e non locali

(meditazioni dinamiche finalizzate alla de-localizzazione dell’Io-psyché)

non potrà accadere altro che di

attivarci come se funzionassimo a specchio,

per entanglement coscienziale olistico–autopoietico

 e per significati riconosciuti:

siamo olos-direzionati verso la conoscenza e la coscienza olistico-autopoietici.


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