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LA SIGMASOFIA E L’ESOTERISMO
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LA SIGMASOFIA E L’ESOTERISMO

Ogni transmutazione è autocreata da
principi attivi autopoietici archetipici,
sovrasensibili, non locali e transfinitili
 
Nello


La Sigmasofia

La prima domanda che il lettore potrebbe farsi è:

“Ma, di che cosa stiamo parlando?”

Provo a spiegare.

La Sigmasofia può essere spiegata come

l’ontos-sophos-logos-kraino della coscienza

e la

coscienza dell’ontos-sophos-logos-kraino.

  • Il termine ontos, significa l’essere;
  • il termine sophos significa la saggezza,
  • il termine logos significa discorso su, Scienza
  • il termine kraino significa Io compio

A sua volta il termine scienza ha la sua radice etimologica dal termine latino

scientia

che significa

il sapere.

è il sistema di esperienze acquisite e

registrate dall’Io-psyché

attraverso lo studio e l’introspezione.

Il sapere, nel suo significato antico era interpretato come (da intendersi letteralmente)

  • il tagliuzzare, lo sminuzzare, il separare le cose –.

Infatti, in generale,

la scienza è il frutto di una paziente e dettagliata partecipazione-osservazione, analisi, penetrazione e trasformazione delle cose e dei processi interiori ed esterni del cosmo realizzata, attraverso l’esperienza diretta, dall’Io-psyché.

            Da queste semplici considerazioni si può affermare che

l’essere, la saggezza, la scienza, l’Io compio

sono, quindi, un insieme organico e sistematico di conoscenze,

che si raggiunge intorno ad un determinato ordine di temi, interiori ed esterni

(un campo unico), attraverso l’uso dell’Io-psyché e dei suoi strumenti che sono i sensi, le percezioni, il pensiero, l’atto di concettualizzare, le iper-sensibilità e (…).

È l’essere, la saggezza, la scienza, l’Io compio che possono essere applicati a sostegno dell’azione quotidiana. Ogni Io-psyché, in quanto sperimenta, può dire a se stesso che è un ontos-sophos-logos-kraino e che

la sua auto-consapevolezza corrisponde al grado di penetrazione del processo sperimentato che ha saputo realizzare.

In questo senso, e con questi significati, sperimentare, ad esempio, il processo funzionale tra Io-psyché e i principi attivi olistico-autopoietici innati che lo formano, può dirsi precisa azione ontos-sophos-logica.

            Ogni azione ontos-sophos-logica può seguire metodi d’indagine che nascono anch’essi dall’esperienza sul campo, sono azioni operative elaborate dall’Io-psyché per tentare di

rendere più efficace la penetrazione

e la comprensione della cosiddetta realtà.

            Le molteplici suddivisioni elaborate dall’Io-psyché dello scienziato, quali le scienze economiche, giuridiche, teologiche, storiche, matematiche, chimiche, biologiche, geologiche o quelle naturali quali quelle che studiano gli esseri viventi (piante, animali …) o le scienze umane, sociali, che studiano l’uomo e i suoi rapporti con l’ambiente e con gli altri esseri viventi, ed ancora, l’etnologia, l’antropologia, la psicologia, la sociologia, le scienze spirituali (…) sono la conseguenza di quell’unico impulso, presente nell’Io-psyché, volto a partecipare-osservare, ad analizzare, a penetrare, in definitiva a comprendere le manifestazioni sensibili e sovrasensibili, locali e non locali.

            L’Io-psyché, che indaga e riconosce, è l’ingrediente sempre presente in tutti i settori dell’ontos-sophos-logos-kraino e in tutte le manifestazioni sensibili e sovrasensibili. È un ingrediente composto da specifici principi attivi innati che sono collegati e interagiscono con l’esperienza di ricerca scientifica e non, che si sta realizzando e di cui è assolutamente necessario tenere conto, sempre. Ribadisco, è necessario tenerne conto, perché è l’ingrediente sempre presente anche indirettamente, che influenza, modifica e interagisce con l’esperimento stesso.

            Per quanto concerne il termine coscienza, la sua etimologia deriva dal termine latino

conscientia

che può significare

essere consapevoli

(cum=con, e scire= sapere).

Per estensione, è quel sapere interiore, consapevolezza che ogni Io-psyché ha delle manifestazioni sensibili e sovrasensibili (per la Sigmasofia, in particolare, degli stati coscienziali e della loro origine). Come vedremo, l’Io-psyché è mosso da precisi campi di forza istintivo-emozionali nascenti e dal campo coscienziale olistico-autopoietico, innato. Quindi, se ne ricava che per comprendere più profondamente le manifestazioni sensibili e sovrasensibili, l’essere consapevoli, l’Io-psyché, devono riferirsi a questi campi di forza olistico-autopoietici da cui nasce ogni possibilità di riconoscimento vissuto della manifestazione. È la consapevolezza del principio attivo sovrasensibile che muove in noi anche a livelli profondissimi, innati. Si può anche affermare che, in conseguenza di questi processi, si può essere consapevoli del mondo cosiddetto esterno all’Io-psyché che lo percepisce.

            Il campo coscienziale innato è quindi la funzione, il processo Io-somato-autopoietico in cui l’Io-psyché riassume, registra ogni esperienza conoscitiva acquisita e le forze e gli ingredienti che determinano la nascita dell’Io-psyché stesso, dei sensi, della percezione. È l’insieme delle facoltà Io-somato-autopoietiche sensibili e sovrasensibili, locali e non locali, transfinite.

L’esoterismo

Per quanto concerne il termine esoterismo, la sua etimologia deriva dal termine greco

esoterikos

da

esoteros interiore,

comparativo di

eso o iso,

che significa,

dentro.

            Così furono appellati i discepoli di Pitagora, ammessi all’interno della scuola, dove ne ascoltavano le lezioni: al contrario degli esterni che erano chiamati essoterici (dal greco, exoterikos). Il termine essoterismo, nell’accezione tradizionale orientale e occidentale, non si riferisce soltanto a ciò che è interiore, dentro, ma anche ad un modo di essere che l’Io-psyché può assumere, ad una capacità o iper-sensibilità che l’Io-psyché può raggiungere, integrando così la facoltà di poter penetrare maggiormente i significati-significanti dei temi indagati, le cause che muovono dentro, all’interno, delle manifestazioni sensibili. Ad esempio, basti pensare alla vita-autopoiesi che muove all’interno di una pianta, di un animale (…).

            Ecco che inizia a dischiudersi il senso di ciò che stiamo trattando. Sigmasofia, ontos-sophos-logos della coscienza ed esoterismo sono quindi il sistema di esperienze registrate, organico e sistematico e ripetibile della consapevolezza vissuta, raggiunta intorno alle funzioni olistico-autopoietiche innate e acquisite dell’Io-psychè. Se ne ricava che la Sigmasofia è, essenzialmente,

la sperimentazione diretta e simultanea della dimensione esoterica (interiore) ed essoterica (esterna) della manifestazione,

in particolar modo dell’istanza che denominiamo Io-psyché e del campo coscienziale olistico-autopoietico da cui si evidenzia.

Tale presupposto induce il ricercatore ad assumere un peculiare modo di essere orientato alla Risalita, all’ascesi di sé, e maturare così capacità che, come vedremo, possono risvegliare particolari potenzialità (aumenti della concentrazione, dell’equilibrio, della potenza, della penetrazione ecc.) e particolari iper-sensibilità (telepatia, tele-somato-patia, intuizione, pre e retro cognizione, non località ecc.), quindi un modo d’essere che ingloba in sé l’aspetto esoterico e quello essoterico.

            Da sempre sono esistiti Io-psyché che hanno ravvisato la necessità dell’atteggiamento di ricerca indicato e che, praticando, hanno raggiunto una buona consapevolezza della componente eso, interiore, e exo, esterna di cui non erano consapevoli, coscienti, attraverso il vissuto diretto.

            Lo sviluppo della sensibilità eso, conduce inesorabilmente ad un maggiore risveglio della componente intuitivo-sincronica di entanglement coscienziale che muove alla radice dell’Io-psychè.

            Da queste Risalite dell’Io-psyché al campo coscienziale da cui si evidenzia, si è formato così, a poco a poco, un insieme di esperienze da cui sono scaturite delle leggi, delle filosofie, delle dottrine, delle religioni che sono entrate in circolo nella coscienza. C’è da notare che, essendo le componenti acquisite (ossia le esperienze) dell’Io-psyché dei ricercatori diverse, ne è emerso il fatto che

diverse sono state le modalità di ascesi, di risalita.

Da qui la miriade di organizzazioni, movimenti, centri e altro che nei millenni si sono formati, ossia ciò che sinteticamente denominiamo

la Tradizione orientale e occidentale.

            Nella Tradizione, taluni ricercatori-esoteristi affermano che nell’opera di ascesi rimangono saldi e immutabili diversi principi fondamentali e li paragonano alle

colonne di un Grande tempio Universale,

incrollabile ed eterno.

Riferiscono che

questi principi fondamentali si trovano in tutte le Religioni

dietro all’apparente diversità di formulazioni, e in tutti i movimenti spiritualistici e in tutte le vie di ricerca interiore occidentali e orientali, indicando così

la natura universale dell’esoterismo.

Per la Sigmasofia, è possibile riconoscere, forse, un solo corpo centrale dell’atteggiamento esoterico, interiore ed è quello della risalita al sovrasensibile, attraversando gli stati coscienziali, i sensi, la percezione, le emozioni, gli istinti, i concetti, le immagini (…) fino a raggiungere la consapevolezza della vita-autopoiesi o campo coscienziale, presente ovunque, che li fa nascere.

            Tale campo coscienziale olistico-autopoietico muove all’essenza del DNA, degli atomi, delle meccaniche quantistiche (evidenziandoli e determinandone il loro specifico funzionamento); per questo è riscontrabile in ogni luogo del cosmo, considerato che

tutto è atomicamente e coscienzialmente legato.

Per la Sigmasofia, le formulazioni esterne, relazionali possono mutare ed evolvere, assumere svariati vestiti e forme. La risalita al campo coscienziale innato, che permette la nascita degli stati coscienziali indicati, resta invece intatta: rappresenta la porta d’ingresso al sovrasensibile, all’Universi che conosciamo.

            Le modalità di risalita a se stessi, al tutto è legato, può assumere varie forme in base all’epoca. In quella attuale, ad esempio, l’accumulo di nozionismo, di cogniti, di studi e di intellettualità richiede una potenza e un allenamento particolari, per

poter aprire un varco

tra lo-psyché e campo coscienziale olistico-autopoietico

da cui si evidenzia.

Per questo motivo, l’ontos-sophos-logos-kraino della coscienza ha individuato una nuova tecnologia operativa:

le forme e lo stile di ∑ophy Martial Art che consentono di realizzare questo.

Una delle esperienze vissute che l’ontos-sophos-logos-kraino della Coscienza ha realizzato è quella di aver più volte partecipato-osservato che ogni stato coscienziale, sensibile e riconoscibile, è effetto di principi attivi olistico-autopoietici, sovrasensibili (non percepibili ai sensi), che lo fanno nascere. È molto simile al principio fondamentale esoterico che afferma:

Ogni cambiamento esterno è effetto di cause interne ed invisibili.

È

l’integrazione vissuta della componente esoterica

 con quella essoterica.

            A differenza della visione esoterica classica, secondo l’ontos-sophos-logos-kraino della coscienza, per riconoscere l’esattezza di questi principi non occorre avere sviluppato chissà quale particolare sensibilità verso il mondo delle cause e dei significati-significanti, ossia di quello che chiamavano il

senso esoterico:

la semplice, attenta partecipazione-osservazione di qualunque aspetto di noi stessi e del mondo di cui siamo parte integrante, prova l’esistenza della vita-autopoiesi, invisibile ai sensi, che muove nelle cose.

O una pianta che cresce è, secondo voi, un pregiudizio?

            Come dicevamo, secondo la tradizione classica, esoterismo si contrappone ad essoterismo. Nella pratica dell’ontos-sophos-logos-kraino della Coscienza, la contrapposizione viene sanata attraverso la volontà dell’Io-psyché a risalire se stesso: sia la sua componente esoterica che quella essoterica:

così dentro così fuori: un campo unico.

            Nella Tradizione classica, il mistico è, implicitamente, considerato un esoterista. Per l’ontos-sophos-logos-kraino del’Io-psyché che

segue la via del cuore

e delle sublimazioni degli istinti-emozioni (per molti mistici è così) e che aspira con tutto se stesso a ricongiungersi ad un ente che denomina Dio, che spesso sente a se stesso esterno, determina, di fatto, l’eliminazione, attraverso la sublimazione, di specifiche porte d’ingresso al sovrasensibile, non riconoscendo la vita-autopoiesi come parte integrante, come l’elemento spirituale che sta cercando e che lo compone. Determina così, in se stesso, una precisa e riconoscibile scissione: tra le pulsioni istintivo-emozionali e le energie da cui nascono; tra la sua azione e la vita-autopoiesi. È questa scissione che costringe l’Io-psychè a riconoscere la

dimensione che denomina, divina, esterna a sé,

alla sua capacità di percepire.

I famosi periodi di oscurità e sofferenza da cui sono affetti i mistici, e denominati dalla Tradizione esoterica classica

la notte oscura dell’anima,

dipendono da questo. Ovviamente, per l’ontos-sophos-logos-kraino ogni Io-psyché ha l’assoluto diritto di auto-determinarsi e di individuare le modalità di Risalita più consone a sé. Ma, detto questo, la posizione da noi assunta al riguardo è quella indicata e ci costringe, in questo senso, ad indicare l’incontro dell’Io-psyché con l’esperienza denominata mistica, come una posizione acquisita sì, da vivere, profondamente, ma, successivamente, da risalire e da transmutare.

            Per la Sigmasofia, l’Io-psyché che ravvede la necessità della risalita e si allena a vivere e a morire e dedica tutto se stesso alla sua formazione è, di fatto,

il maieuta olistico-autopoietico,

colui che ha reintegrato in un

unico movimento coscienziale la componente eso ed exo.

            Le caratteristiche che si possono partecipare-osservare nell’azione sensibile di un ricercatore in Sigmasofia che ha completato la formazione minima di base ed ha dato prova a se stesso di aver realmente vissuto la reintegrazione indicata, sono moltissime; l’elemento più importante che le caratterizza tutte, è la

consapevolezza dei principi attivi olistico-autopoietici sovrasensibili, innati, dell’Universi da cui dette caratteristiche si evidenziano

nascono. Ve ne indico alcune:

l’intuito, la coscienza della cellula e dell’atomo, la centralità, l’autoconsapevolezza, l’equilibrio, la coordinazione, la compattezza, la precisione, la percezione, il sentire, il volere, il pensare, il concettualizzare, l’immaginare, la determinazione olistica, la penetrazione spazio-temporale, la pluridimensionalità, l’a-dimensionalità, la simultaneità (o continuo presente), il verbalizzare, il numerare, la concentrazione-meditazione, l’orientamento olistico, l’autocoscienza autopoietica, il bios, la reintegrazione-stabilizzazione, il vuoto quantistico, la fluttuazione, la flessibilità, la bellezza le radici, il Tocco autopoietico, la fusione-comunione, la creatività-creazione, l’eros, l’autorigenerazione e l’autoguarigione, la potenza, la calma, la leggerezza, gli archetipi olistico-autopoietici Ypsilon, psi, lambda e sigma, la resurrezione, l’Io sono Universi-parte e azione, il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché, l’autonomia dell’Io-psyché dal sistema nervoso (de-localizzazione), lo stato coscienziale punto morte, l’auto-concepimento (…).

Del campo coscienziale olistico-autopoietico, da cui nascono i contenuti che caratterizzano il cultore dell’ontos-sophos-logos-kraino della Coscienza parlerò specificamente in altri articoli.

            In conclusione, tutte le teorie esoteriche conosciute apparse nel corso dei secoli sotto vari aspetti, formulazioni, scuole iniziatiche e spesso nascoste dalle dottrine esterne delle religioni sono sorte sostanzialmente dall’indagine dell’Io-psyché su se stesso, da precisi risvegli conseguenti a questa risalita.

È una corrente di conoscenza vissuta transfinitamente esistente,

conosciuta anche sotto il nome di

Sapienza Antica.

Tali esperienze non sono mai appartenute a Tradizioni orientali e occidentali,

ma all’Io-psyché che ha saputo realizzarle.

La facoltà di poter raggiungere, attraverso il vissuto diretto ed inequivocabile, il sovrasensibile, non deteriorabile, universale, praticando la Risalita da parte dell’Io-psyché di se stesso, si inserisce in questa

corrente di conoscenza vissuta di cui la Sigmasofia,

l’ontos-sophos-logos-kraino della Coscienza che vive sono, attualmente, attraverso metodologie operative profondamente innovative, uno dei possibili riferimenti.

La visione essoterica Sigmasofica

La Sigmasofia è essoterica,

ossia ha posto in remissione definitiva

ogni presunto segreto e ogni presunta riservatezza.

Tutte le in-formazioni di cui dispone possono essere rigorosamente vissute e conosciute da chiunque ne faccia esplicita richiesta.

Non esistono verità occulte o significati nascosti.

Formiamo l’Io-psychè dell’essere umano a vivere integralmente il nucleo intimo, la fisiologia, i significati, l’inconscio, il localistico e il non locale che lo formano e da cui si evidenzia.

In questo senso e con questi significati, ho verificato che ogni Io-psychè veicola, per così dire, una componente esoterica, nel senso di interiore, intima, innata che, in tutti i casi, preferisco denominare,

visione olistico-autopoietica,

abbinandovi significati più estesi.

È possibile vivere che la cosiddetta componente interiore è inscindibile da quella esterna, essendo entrambi parti di un campo unico, inscindibile. Di conseguenza, la dicotomia esoterico-essoterico è posta in remissione, in favore della, già citata, visione olistico-autopoietica. Per intenderci, la Sigmasofia non evidenzia una componente esoterica e una componente essoterica (opposte-complementari), ma la

componente unitaria,

non dicotomica, non dualista, non bi-polare, non enantiodromica.

Non esistono interpretazioni esoteriche, aperte agli iniziati ed interpretazioni essoteriche aperte a tutti: esiste la

presa di consapevolezza

dell’esperienza che ci si autorizza a vivere.

Non esistono diversi gradi di iniziazioni, a seconda del livello di conoscenza: ogni libero ricercatore produce, crea il proprio stato di auto-consapevolezza, attraverso il vissuto diretto non intellettuale, denominato stato Sigmasofia che lo individua.

Non ci sono insegnamenti pre-costituiti,

ma soltanto

costruzione della propria teoria, conseguente il vissuto integrale

delle esperienze che ci si autorizza a vivere.

Abbiamo necessariamente posto in remissione concetti come macrocosmo contrapposto a microcosmo, in favore della visione dell’Universi-parte unitario, funzionante simultaneamente in

stato di entanglement atomico e coscienziale.

Essendo un

unico essere in azione, senza alterità,

non ci sono

gerarchie, oligarchie, piramidi, subordinazioni e via dicendo,

in quanto esiste la funzionalità unitaria inscindibile dell’Universi (non esiste un solo Universo), di cui siamo parte, da consapevolizzare.

Anche se gli studi e le ricerche Sigmasofici indagano la coscienza dell’essere vivente attraverso l’introspezione, non si possono definire esoterici (accezione tradizionale).

La conoscenza è appannaggio di ogni Io-psyché. Diviene, quindi, sinonimo di evidente, aperta a tutti, disponibile e riconoscibile nella coscienza della cellula, dell’atomo, nell’entanglement, nel determinismo olistico autopoietico innato che opera alla radice di ognuno.

Attualmente, il termine esoterico è stato abbinato a pratiche di magia, di spagirie alchemiche, di cartomanzia, di cabala, di miracolistica, di new-age, di next-age, di esseri angelici, di spiriti, di pensieri positivi, di alchimia, di cabala, di ermetismo, di teosofie, di astrologia, di ipotetiche divinità e similia (…),

di cui la Sigmasofia,

pur conoscendole,

rigorosamente, non si occupa e non vuole occuparsi,

né direttamente né indirettamente.

La Sigmasofia non ha una sua

visione esoterica,

bensì assume la

visione olistico-autopoietica di se stessi:

l’Universi-parte.

 


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