“ (…) abbiamo paura di morire,
di soffrire e di non essere liberi (…)”.
Mi è stata rivolta la seguente domanda:
- qual è la posizione attuale della Sigmasofia sul Covid 19, sul vaccino e sul super green pass?
Rispondo a mio modo: lo farò, semplicemente, illustrando, senza giudizi e denunce, le risultanze dei miei studi e delle mie ricerche applicati, riguardanti
- i ricercatori affetti da Covid che in questi due anni si sono relazionati con noi
- le posizioni ufficiali assunte dalla scienza
- le posizioni ufficiali assunte dai governanti
- le posizioni critiche verso tali enti
- (e altri).
La prima componente fondamentale che si evidenzia è che
- gli esseri umani a favore del vaccino riferiscono e testimoniano di voler farlo, in primis, perché hanno paura di finire in terapia intensiva e quindi di poter morire, in seconda istanza, perché confidano che, facendolo, possono riprendere la loro vita come prima della sua insorgenza;
- gli esseri umani contrari al vaccino riferiscono e testimoniano di non voler farlo, in primis, perché hanno paura che nel vaccino ci siano delle sostanze dannose per l’Io-soma e temendo, quindi, di morire; in seconda istanza, perché sono convinti che nasconda un qualche sistema di controllo da parte di non meglio specificati superpoteri (sostanzialmente corrotti).
È facile constatare che, entrambi, proiettano
una tanatofobia latente caratterizzata
e, sostanzialmente, non indagata.
Infatti, in definitiva quello che prevalentemente affermano è
“abbiamo paura di morire,
di soffrire e di non essere liberi”.
La paura è una tra le emozioni più conosciute, studiate e sperimentate. Una delle evidenze che si ricava da tali studi è la comune e sempre prevalente
inconsapevolezza dell’eziologia strutturale
da cui la paura stessa si evidenzia:
ad esempio, in questo caso,
identificano il covid 19 con la causa della paura,
quando si tratta soltanto dell’innesco, del detonatore
che fa deflagrare uno stato preesistente.
Tale realtà prevalente si traduce nella proiezione, spesso inconsapevole, di
essere incapaci di gestire efficacemente la paura in se stessi
(se sapessero come fare, lo farebbero).
Essendo la paura correlata inequivocabilmente a Thanatos, ossia alla morte, emerge molto pathos (nelle vesti di preoccupazione) che, di fatto, sembra costringere quell’Io-psyché ad una forma di identificazione nella propria posizione (che vuole, appunto, evitare la morte, esprimendo l’emozione della paura!). Paradossale è che sia i pro-vax, sia i no-vax, all’essenza, sono, per così dire,
affetti dalla stessa paura,
dalla stessa causa,
infatti, risulta che le loro posizioni, su questo specifico punto, siano soltanto in apparenza antitetiche ma che, di fatto (nei casi da me seguiti), sono evidenza della stessa eziologia.
Tutti gli enti coinvolti sopra indicati e studiati non evidenziano e non testimoniano di aver mai prodotto una seria indagine scientifica o filosofico-coscienziale, sperimentata, vissuta e (…), su
che cosa sia la morte,
ossia, sull’unica esperienza assolutamente certa che ogni essere umano, ad un determinato tempo, diverso per ognuno, produrrà. Infatti,
-ogni essere vivente, ogni essere umano che ci ha preceduto
ha sempre sperimentato la propria morte, senza eccezione alcuna-.
Gli studi e le ricerche scientifici dovrebbero avere lo scopo di comprendere se la morte (thanatos),
sia davvero meritevole dell’avversione
che le proiettiamo addosso
senza, di fatto, conoscerla.
Infatti, allo stato della ricerca, la scienza si limita, in conseguenza di brevi osservazioni, soltanto sensoriali, a indicare che alla sua insorgenza si evidenziano l’algor, il livor, il rigor mortis e la putrefactio (nulla di più) ossia, in-formazioni incomplete. Dalle indagini filosofico-coscienziali (religioso-spirituali), la situazione che emerge è ancora meno con-partecipabile, infatti si evidenziano credi, fedi e spiegazioni più tendenti al solo dogma che non a esperienze penetrate, ripetibili che potrebbero spiegarla e legittimarla.
Voglio specificare che nella prevalenza delle persone indagate si riscontra soltanto la
reiterata e parossistica
paura di morire
e del suo correlato, la paura di soffrire, di provare dolore.
Il risultato è che l’intenzionalità della prevalenza dei partecipati-osservati è quella di allontanare il più possibile il punto morte dal momento presente, relegandolo in un futuro remoto il più distante possibile, ma, di fatto, ripeto,
non conoscendola!
Hanno paura dell’idea che si sono fatti della morte
e non della morte in sé:
hanno paura dei significati-significanti
che mettono nel loro stesso pensiero,
da loro stessi edificato.
Qui, per non essere equivocato, voglio comunicare che:
ogni Io-psyché, di ogni essere umano,
ha il diritto dovere innato
di auto-determinarsi
come ritiene opportuno,
di formare la propria consapevolezza rispetto al covid, al vaccino, al punto morte (…) senza che altri, soltanto in nome della propria opinione, in questo caso della
propria thanatofobia irrisolta,
assumano, per un ruolo rivestito (i politici, ad esempio), di voler imporla sotto forma di legge a chi non ce l’ha.
In tal modo, di fatto,
si viola
(non è interessante sapere se consapevolmente o meno)
proiettivamente e molto aggressivamente il
principio attivo innato di autodeterminazione
disponibile a ognuno.
Il fatto che, ovviamente, non possano riuscirci (non si possono modificare le funzionalità innate, in quanto la naturale omeostasi le ristabilisce) non è rilevante, in quanto in tal modo si determinano inutili perdite di tempo, anche in chi
vuole dare continuità ed efficacia all’esercizio della
propria auto-determinazione
senza violare quella altrui e
sostituendo, così,
con forme conosciutissime di thanatofobia
(che soltanto alla loro opinione possono appartenere),
altre consapevolezze, altre auto-determinazioni.
Le disposizioni di legge che esportano, proiettano e impongono, sono opinioni su tali temi, fatte divenire onnipotenti (altra patologia psicosomatica conosciutissima).
In sintesi, alla luce di quanto esposto, di fatto
è in essere
la proiezione globale di paura tanatofobica,
derivante dalla non adeguata conoscenza del punto morte
con conseguente
assoluto non rispetto del principio di auto-determinazione (innato) di ognuno.
È questa la variante significativa, emergente dal covid 19, dal vaccino, dal green pass (…)
La nuova variabile del già noto
virus psichico N.A.D.
no (riconoscimento) dell’auto-determinazione
che ha peggiorato il contagio di cui
sono già infettati molti esseri umani taluni politici
e molti altri esseri umani che li seguono.
Di fatto, stanno somministrando e proiettando anche un’altra difesa psicosomatica quella della razionalizzazione che afferma
lo facciamo a sostegno
dell’interesse salutistico
nostro personale e collettivo.
Spiego meglio la posizione della Sigmasofia.
Uno stato laico degno di questo nome,
o
forme di consapevolezza degne di questo nome,
mettono a disposizione del cittadino tutte, nessuna esclusa,
le in-formazioni d’avanguardia medico-scientifico-filosofico-coscienziali (…)
disponibili su tali tematiche,
abbinandole ad adeguati servizi medico-scientifico assistenziali
e a provvedimenti socio-politico-amministrativi e di pubblica sicurezza
sempre d’avanguardia (…)
di cui il principio attivo di auto-determinazione
in-formato di ognuno
può decidere o meno di usufruire.
I pro-vax e i no-vax, i politici, così come ogni altro,
potranno decidere per loro stessi come auto-determinarsi,
senza tentare di esportare in altri
quello che ritengono giusto per loro stessi.
Pur essendo mossi dalla stessa paura, i pro-vax e i no-vax ritengono, proiettivamente, di essere mossi da opinioni diverse, antitetiche,
ma sono mossi entrambi dalla stessa
alienazione sistemica
dalla formazione realmente vissuta a loro stessi.
Per esperienza diretta ed inequivocabile, riscontrata in centinaia di casi, sono a conoscenza che quando l’essere umano va a reprimere, in modo più esteso rispetto a quello fisiologico acquisito, il principio attivo di auto-determinazione innato, si pone, di fatto, contro-natura operante in sé, motivo per cui deve sovra-compensare tale repressione con un’opinione acquisita che, in alcuni casi, per questioni di equilibrio nevrotico psicosomatico, afferma come assoluta e dogmatica (è curioso partecipare-osservare come l’etimologia della parola dogma sia strettamente correlata con il termine opinione). Se si vorranno evitare recidive e ulteriori Io-somatizzazioni, tutto ciò dovrà essere progressivamente transmutato.
Per chiarire:
affermo, con forza,
che la consapevolezza vissuta dalla Sigmasofia
non coincide in nessuna misura,
né direttamente, né indirettamente
con i pro-vax e con i no-vax
né vuole farlo,
per specifici motivi di consapevolezza raggiunta, in parte sopra indicati.
Al di là di altre proiezioni ricorsive, la Sigmasofia afferma che:
ogni essere umano ha la
piena disponibilità della vita-autopoiesi
per il semplicissimo fatto che la veicola in se stesso: la facoltà di respirare, il battito cardiaco, la circolazione del sangue, la neuroplasticità e così via,
dimostrano che la vita è in noi
e ne disponiamo integralmente.
In tale vita innata-acquisita, opera il principio di auto-determinazione che si riconosce nelle in-formazioni innate del genoma umano, e nelle funzionalità più microstrutturali di entanglement che, per questo motivo, vengono riconosciute come
sistema autopoietico.
(vedi, Maturana e Varela).
Non riconoscere nell’acquisito, nel socio-culturale-politico (…)
i principi di auto-determinazione, di auto-organizzazione, di auto-realizzazione,
di auto-rigenerazione, di omeostasi e di
in-formazioni innate,
disponibili a ognuno,
è, sempre,
uno degli indicatori, più significativi,
di inconsapevolezza, di incompletezza.
Nulla da eccepire a nessuno.
Quello che la Sigmasofia afferma è che,
ognuno assuma per se stesso quello che ritiene più opportuno,
in piena libertà innata-acquisita di azione:
ma ove si
dovesse continuare a constatare la volontà di esportare proprie auto-determinazioni localistiche, riduzioniste, acquisite,
ossia
la variante virus N.A.D. in altri,
da parte di chiunque,
violando così,
il non violabile principio di piena disponibilità di vita
si determinerà la necessità di curare tale violazione e di porla in remissione.
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