Il tatto è una facoltà sensoriale-coscienziale dell’Io-psyché, attraverso cui l’essere umano può rilevare la presenza di stimoli, prodotti dalla propria funzionalità Io-somato-autopoietica o dovuti al contatto della superficie cutanea con enti di quella parte di sé che è l’ambiente, con parti dell’Universi.
Per determinazione dell’Io-psyché, per produrre il tatto, il corpo utilizza i meccanoricettori, ossia ciò che trasforma gli stimoli interiori-esterni prodotti sulla cute e su altre parti del corpo, in impulsi nervosi che si trasmettono, attraverso le fibre nervose sensitive, ai centri nervosi e cerebrali, per poi così produrre decodificazioni, evidenziandole anche attraverso la produzione del linguaggio, del significato-significante correlato.
L’intensità tattile è tanto più forte quanto lo è lo stimolo, la pulsione prodotta. La sensazione aumenta o diminuisce, a seconda di quanto campo istintivo-emozionale si utilizza, per produrla.
Un corpo può produrre diverse sensazioni tattili su diversi punti del corpo dell’Universi, ad esempio contraendo il mignolo e rilassando simultaneamente il pollice: si tratta di stimoli puntiformi differenti.
La capacità discriminante dipende dal livello di autoconsapevolezza dell’Io-psyché che utilizza il numero di recettori presenti per unità di superficie cutanea, che sembra raggiungere il massimo sul palmo della mano. Tale facoltà si accentua, se l’Io-soma-autopoiesi è in movimento. Come tutti gli altri sensi non hanno un ruolo passivo, così il sistema tattile non riceve né elabora gli stimoli, ma semplicemente produce la sensorialità, che fa parte della catena dei meccanismi nervosi che si utilizzano per produrre contrazioni muscolari: i movimenti da cui nasce l’esplorazione tattile dell’Universi. Possiamo produrre e distinguere sensazioni di caldo e di freddo, possiamo produrre pressione, dolore (…).
Durante i movimenti connessi all’afferrare e al tenere in mano oggetti, attraverso la produzione del tatto, possiamo determinare la presa e regolare conseguentemente la contrazione che ci consente di tenere l’oggetto. Questo avviene perché l’Io soma autopoiesi può avvalersi dei recettori tattili, su ogni centimetro quadrato di pelle. Ce ne sono circa 130.
I recettori hanno la funzione di registrare la pressione esercitata sulla cute, le sue variazioni, che misurano a livello del derma.
L’Io-psyché può utilizzare pienamente il tatto, anche avvalendosi del corpo, a circa sette settimane di gestazione. Come tutti gli altri sensi, il tatto è simultaneamente un processo interiore ed esterno, che sembra accentuarsi, quando tocchiamo un altro corpo e quando il cosiddetto altro corpo tocca noi. L’area della mano occupa un terzo del centro senso-motorio del cervello che l’Io-psyché utilizza per produrre tatto: è il motivo, per cui durante la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche, le mani trovano un impiego fondamentale. Allo stesso modo, le labbra sono collegate ad una vasta area del cervello, elemento che spiega la notevole valenza che si dà all’uso delle labbra (ad esempio, attraverso il bacio). Allo stesso modo, la scelta, durante la formazione, di eliminare l’isolamento della pianta del piede con il terreno dipende dal fatto che lì ci sono più di settantamila terminazioni nervose. Stimolandole, guadando un fiume, camminando su un prato, viene a determinarsi un delicato massaggio-pressione che può avere funzioni riattivanti, rivitalizzanti, attraverso cui possono innescarsi processi di riflessologia. Come tutti gli altri sensi, il tatto è parte integrante del campo istintivo-emozionale: per questo, ogni senso è, di fatto, un processo istintivo ed emotivo e, ovviamente, autopoietico.
Durante il periodo che va dal concepimento al punto nascita, l’Io-soma-autopoiesi, edificandosi e pur trovandosi in uno stato di fusionalità osmotica, si muove e determina pressioni che sono i primi mezzi di comunicazione, il primo linguaggio Io-somatico tattile. Tali spostamenti sono registrati come una pressione-massaggio (dovuta ai propri spostamenti e al movimento del corpo della madre). Iniziano le registrazioni di esperienze tattili, dovute alla variazione contrasto tra stato fusionale e movimento all’interno dell’utero. Ciò spiega il motivo per cui il massaggio autopoietico, che prevede la modalità fusionale e la delicatezza, è preferito dai ricercatori ad altre forme di massaggio. Questa tecno-ontos-sophos-logia riguarda tutta l’estensione del corpo, dell’epidermide e, come per gli altri sensi, emanazione del cervello del sistema nervoso dell’Io-psyché, anche il tatto veicola campo istintivo-emozionale, e, per questo motivo, è uno degli accessi al sovrasensibile, al campo coscienziale olistico-autopoietico non localistico.
Molto probabilmente, l’accesso alla non località coincide con quello che anticamente denominavano iniziazione. Il tatto è la creazione della co-partecipazione, il riconoscimento di stimoli esistenti in se stessi nell’ambiente nell’Universi di cui si è parte. È uno degli strumenti operativi dell’Io-psyché, funzionale alla consapevolizzazione di se stessi. Il riconoscimento sul piano del soma consente di vivere gli automatismi istintivo-emozionali e dell’aggredior dell’Io-soma. Disponendo di tale possibilità di accesso al sovrasensibile, al campo coscienziale olistico-autopoietico, il tatto può divenire il mediatore essendo egli stesso emanazione di facoltà di autorigenerazione-guarigione, trasmissibili da tutta l’epidermide, dall’Io-soma. Nello stesso tempo, può introiettare o esternare altri principi attivi, in specifici modi.