FIDANZAMENTO E MATRIMONIO
Il termine fidanzamento deriva dal latino fidere e significa fidarsi, o avere fede e nella tradizione ha come fine, sempre,
il matrimonio
(matri-monium)
e il
patrimonio
(patri-monium)
Lo scopo era ed è quello di disporre di un modus operandi per verificare di
saper agire, vivere, insieme
attraverso
l’istituto della fidanza
si verificava se era possibile
avere fede nell’altro
ossia il
fidanzamento.
Il fidanzamento è, quindi, sostanzialmente, un
rituale da fare.
Il concetto di rituale
Ciò significa che per poter
legittimamente dichiarare di essere fidanzati
è necessario, come il concetto di rituale ci insegna, praticare un insieme di azioni, di atti, codificati dalla Tradizione in essere. I rituali venivano applicati nei momenti di passaggio significativi di una esistenza in vita, nella nostra tradizione, in generale, sono individuati nei seguenti:
nascita, pubertà, fidanzamento-matrimonio, la guerra, la morte,
il ripeterli secondo modalità codificate servirebbe, secondo chi segue la Tradizione, per il mantenimento della propria identità comune e riconoscibile da tutti, per fare in modo che non diventi un’azione soltanto soggettiva (identità individuale), per questo motivo,
il rituale del fidanzamento è pubblico,
coinvolge più persone oltre a quelle interessate.
Il rituale della fidanza secondo la Tradizione è il seguente:
- uno degli interessati (nella prevalenza l’uomo) fa una proposta di matrimonio e propone di applicare, quindi, il fidere, appunto il fidarsi
- per dare forza e sigillare la scelta del fidere, del fidarsi, il rituale prevede il consegnare (non donare) un
anello di fidanzamento, rigorosamente d’oro
(è prezioso ed è l’illuminato dei metalli),
con una gemma preziosa, il diamante (la parola di-amante ci indica il fine reale di questa Tradizione). Simbolicamente, il momento in cui lo si consegna significa:
ti chiedo di procedere al
matri (patri) monium.
- In caso di accettazione della proposta, il richiedente posiziona l’anello di fidanzamento rigorosamente sul
dito anulare della mano sinistra
(nella tradizione riconosciuti come dito e mano del cuore)
- Il momento del posizionamento sul dito anulare sancisce
l’inizio ufficiale del fidanzamento.
La promessa di matrimonio
Durante la fase di fidanzamento ci si
impegna formalmente a procedere con la promessa di matrimonio:
si tratta di una legge prevista dal codice civile italiano art. 79-81, in cui attraverso una pubblicazione ufficiale della loro intenzione di unirsi in matrimonio, fatta dagli sposi davanti ad un ufficiale dello stato civile del comune di residenza, con pubblicazione sull’albo pretorio (il matrimonio dovrà avvenire entro 180 giorni, altrimenti la pubblicazione decade), lo rendono ufficiale e legale.
In ogni caso il fidanzamento dura fino al momento in cui durante il
rituale del matrimonio-patrimonio
i due sposi posizioneranno ognuno nel dito medio dell’altro la fede nuziale (vedi dopo), atto che
segna la fine del fidanzamento
e da inizio al matrimonio-patrimonio
Utilizzare altre modalità soggettive, diverse da questa, non legittima, in base a quanto previsto dalla Tradizione,
il definirsi come fidanzati.
Il controllo della sessualità
Approfondimenti effettuati su questo tema evidenziano che il fidere, infatti, si riferisce, prevalentemente, al
fidarsi sessualmente del/della partner,
con quell’atto si assume il
di-amante esclusivo,
sancendo il divieto esplicito che il partner/la partner abbia rapporti sessuali con altri.
Si tratta semplicemente della
volontà di controllo della sessualità dell’altro.
In generale, per la tradizione, è l’uomo che richiede il fidanzamento alla donna tranne, eccezionalmente, il 29 febbraio, bisestile, in cui soltanto quel giorno può essere anche la donna a farlo (ogni quattro anni 😊).
Il fidanzamento secondo la Tradizione non obbliga al rapporto di convivenza, ove i due fidanzati lo facessero entrano in un
rapporto more uxorio:
more significa secondo il costume e uxorio significa matrimoniale,
quindi
secondo il costume matrimoniale.
Ossia vivono di fatto come marito e moglie divengono una
famiglia di fatto.
In tal caso, la legge riconosce un trattamento omogeneo equiparabile a quello previsto per la coppia coniugata. La corte di cassazione ha riconosciuto al
convivente more uxorio, la tutela possessoria sull’abitazione
dove si è svolto il moreuxoriom,
ossia
non si può dire al convivente di andarsene in caso di litigio (tradimenti e similia)
anche se si è proprietari dell’appartamento
ma lo si potrà realizzare soltanto dopo una serie di adempimenti (preavvisi ufficiali) previsti dalla legge cassazione 7214 del 21-03-2013
IL PATRI-MATRI-MONIUM
Il termine matrimonio deriva dal latino mater che significa madre e da munus che significa compito, dovere.
Il matrimonium è infatti
il compito della madre
Il significato etimologico non ci aiuta a comprendere il significato attuale, ossia che si tratta del
negozio giuridico indicante l’unione fra due o più esseri umani,
per finalità inerenti leggi socio-culturali del tempo (è regolato dal codice civile) o per finalità religiose (vedi dopo). Quindi, originariamente, si riferiva al compito di un solo essere umano, la mater, la madre. Nell’accezione attuale è necessario inserire un altro essere umano, in generale il padre. Quindi analogamente al matrimonium, al compito della madre, si dovrà abbinare il compito del padre, ossia il patrimonium a cui, per convenzione, gli attribuirono il significato di
colui che provvede al sostentamento,
al patrimonio, della famiglia.
Quindi, originariamente, si tratta
dell’unione di due compiti quello della donna-madre e quello dell’uomo-padre.
Le nozze
Sempre per convenzione, tale unione doveva essere annunciata e lo si faceva tramite le nozze dal latino
nuptiae, nuptus
che significa, velo che la mater, la donna, indossa:
in quel modo la società veniva informata
che quei due esseri umani svolgevano i propri compiti insieme.
Uno dei compiti che il pater e la mater hanno agito insieme è la
creazione del figlio
e dopo averlo confezionato si evidenzia esplicitamente la concretizzazione sessuale (riproduzione sessuata) attraverso l’atto sessuale.
Un altro compito, era quello di agire insieme il superamento dei problemi economici, in base alla cultura, alla politica del tempo, ai condizionamenti (…). Tale unione doveva essere sancita da legittimazioni religiose e approvazioni morali (pratica della sessualità) o legittimazione giuridica dell’utilizzo e della condivisione del patrimonium, del compito del padre, anche come
forma di riconoscimento del compito della madre.
La convivenza
Convenzionalmente, decisero che l’uomo e la donna avrebbero dovuto convivere e che avrebbero dovuto
dimostrare di saper agire insieme,
ossia ciò che denominavano, il
conubium.
Successivamente, per verificare di saper realmente agire insieme introdussero come ho già indicato sopra, l’istituto della fidanza. Durante questa fase, come detto, il fidanzato regalava un anello alla fidanzata, come promessa di matri-patri-monium, o in alternativa
il tactus manum
(ossia l’unione delle mani).
Il figlio e la parentela
Il patri, la matri, e il patri più matri, ossia il figlio, sono, di fatto, equiparati alla famiglia, per questo hanno sovrapposto e fatto coincidere i concetti di padre e madre biologici e di famiglia.
In sintesi, secondo la Tradizione
- il compito della madre è quindi
procreare, edificare il figlio,
deve farlo in modo esclusivo nel rispetto del fidere,
- il compito del padre è quindi fecondare esclusivamente la matri e sostenerla, procedendo insieme.
Questa organizzazione denominata famiglia, ossia quello che ritengono sia il
mattone fondamentale costituente la società in cui operiamo
(prevalentemente)
Il patri-matri-monium evidenzia inoltre, il concetto di parentela: che a ben partecipare-osservare indica
l’esistenza di un presunto vincolo derivante dai legami biologici:
il termine deriva dal latino parens che semplicemente significa genitori. Detti anche propinqui, ossia coloro che sono vicini, quindi l’unico grado di parentela direttamente biologico è quello di
androgynus (termine Sigmasofico):
del padre, della madre, e del padre più madre, il figlio
Sempre in funzione del fidere, dell’esclusività, hanno indicato,
proiettivamente, il
matrimonio
come un prerequisito per la pratica della sessualità
(prima della creazione di questa convenzione molti esseri umani si incontravano e praticavano la sessualità liberamente).
L’esclusività
L’esclusività è stata inventata appunto per
garantirsi la continuità, in ogni tempo,
della pratica della sessualità
e per motivi di vivere insieme il patrimonium. Sono arrivati perfino a
criminalizzare atti esterni al patri-matri-monium
denominandoli,
fornicazione, adulterio (…).
Ancora oggi
la pratica del sesso al di fuori del patri-matri-monium è considerata nella maggior parte della società non accettabile, considerandolo un comportamento biasimato e illegale.
Utile alla riflessione è il fatto che gli
“adulteri” intervistati
nella maggioranza
dichiarano di essere convinti e di volere
l’esclusività con il proprio partner
Si tratta di mera archeologia psichica!
La proposta della Sigmasofia
Per questo motivo la Sigmasofia propone di modificare l’articolo sedici della dichiarazione dei diritti umani nel seguente modo:
Voci dell’articolo 16 | Modifica Sigmasofica |
---|---|
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento | Gli esseri umani hanno il diritto-dovere innato di praticare il principio attivo di auto-determinazione, quale unico mezzo per organizzare la gestione della struttura biologica madre-padre-figlio senza alcuna limitazione di etnia, di cittadinanza, di visione filosofico-spirituale-scientifica (…) Essi hanno eguali diritti-doveri rispetto all’auto-determinazione dell’atto del suo scioglimento. |
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. | La struttura biologica madre-padre-figlio non può essere conclusa in quanto innata. Le modalità di gestione della struttura biologica madre-padre-figlio possono essere concluse con il pieno e libero consenso espresso dal principio attivo di auto-determinazione dell’Io-psyché di ognuno. |
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato | Il principio di auto-determinazione innato-acquisito dell’Io-psyché è il nucleo fondamentale dell’esistere e della società e ha diritto ad auto-proteggersi e ad essere protetto dalla società e dallo stato vigenti nell’epoca. |
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