Per formarsi alla presa di consapevolezza delle
in-formazioni olistico-autopoietiche innate
e alla loro ricaduta nell’azione quotidiana
La
pratica integrale della S.T.o.E.
proposta dalla
I.S.U.
(International Sigmasophy University),
è alla base delle
profonde transmutazioni dei paradigmi esistenziali, delle relazioni sociali, del modo di vivere la realtà quotidiana che i ricercatori in formazione in Sigmasofia stanno evidenziando.
Hanno, cioè, intrapreso e vivono cambiamenti che possono determinare
transmutazioni Io-somato-autopoietiche,
di cui una ha evidenziato la necessità di
attraversare la
fase propedeutica, ∑igma-Art,
per approdare alla
fase operativa, ∑ophy-art.
Il riconoscimento vissuto da parte di alcuni ricercatori Sigmasofici della possibilità di poter
sperimentare e conoscere
nuove regioni dell’inconscio collettivo e autopoietico
è stato l’antidoto all’identificazione-fissazione nel
modo tradizionale di
creare Arte
e ci ha permesso di delineare innovativi e nuovi modi di viverla e di esprimerla.
Si tratta di un processo molto particolare che sembra evidenziarsi nel seguente modo:
- più vissuti empatonici-fusionali, viscerali si raggiungono, più si rivela la visione intuitiva e sincronica;
- più si accresce l’apprendimento, soltanto sensoriale, legato alla separazione proiettiva tra soggetto e oggetto, più l’enormità di accumulo nozionistico si evidenzia.
La ∑ophy-art sarà quindi attenta alla
sommatoria più proprietà emergente (∑ophy),
dell’olismo con il riduzionismo
del sovrasensibile con il sensibile
del localistico con il non locale
quando ciò accade realmente,
emerge la
visione intuitiva, sincronica, autopoietica,
che può trovare
specifiche ricadute artistiche (e altre)
in ogni luogo della manifestazione sensibile e sovrasensibile:
si tratta di uno dei fondamenti della costituenda
∑ophy-Art®.
Inizialmente, con la S.T.o.E. e la ∑igma-art, ho potuto constatare che i ricercatori intervistati
ignoravano l’esistenza degli “ingredienti innati” formanti l’Io-psychè
(pur essendo questo, in assoluto, lo strumento da loro maggiormente utilizzato).
Molti riferivano di
essere consapevoli di un presunto rapporto effettivo tra Io, mente e materia.
Nessuno sospettava che tale visione fosse superata da ciò che
riconosce l’Io-soma-autopoiesi come un unico ente, inscindibile e inseparabile,
in stato di entanglement micro-particellare e coscienziale:
le tre componenti non hanno rapporti, semplicemente funzionano all’unisono e i fenomeni ipersensibili scaturenti da tale funzionalità non sono anomali,
ma rigorosamente normali.
Vediamo di che cosa si tratta.
Durante la pratica delle autopoiesi olosgrafiche, precisamente al momento della
visione olistico-autopoietica interiore,
quando nell’ambiente più che tridimensionale in cui opera, l’Io-psyché (interiorità) riconosce omogeneità, simultaneità, possono evidenziarsi insights intuitivi che provano come tali immagini siano incluse, siano parte integrante, delle
in-formazioni innate che si trovano
in uno
stato di sovrapposizione fusionale,
da cui è tecnicamente possibile creare ogni stato Io-somatico. Questo
campo coscienziale in-formato,
è raggiungibile attraverso il
vissuto diretto dell’Io-psyché che si forma a se stesso
e gli insights intuitivi, conseguenti a tale formazione vissuta, sono
difficilmente descrivibili con il solo ausilio delle parole,
perché ci costringono a riconoscere
funzionalità quantistiche (e oltre) che evidenziano una logica dello stesso tipo,
diversa da quella soltanto sensorio-percettiva, in cui molti si riconoscono:
è lo stato innato dell’Io-psyché, non riscontrabile nelle consapevolezze soltanto sensoriali ordinarie.
In tale descrizione, risiede la
pratica operativa della
∑ophy-art
che, in questo senso e con questi significati, ha lo scopo di porre in remissione la cosiddetta
riduzione-collasso della funzione campo coscienziale olistico-autopoietico
che studiamo in Sigmasofia.
Lo stato di riduzione-collasso
avviene precisamente, nel momento in cui dallo
stato di sovrapposizione in-formata indifferenziata,
l’Io psychè produce uno specifico stato Io-somatico e relativo significato.
Questa
riduzione-collasso ad un singolo stato Io-somatico
(lasciando come potenziali sovrapposti esprimibili gli altri, sia quelli innati che quelli acquisiti),
dovrà essere
progressivamente portata alla propria auto-conversione.
Spiego meglio.
La pratica delle autopoiesi olosgrafiche sta dimostrando che l’Io-psyché è potenzialmente e tecnicamente in grado di poter
percepire lo stato di sovrapposizione in-formata descritto
(la fisiologia che consente di creare qualunque stato Io-somatico),
quindi di modificare la riduzione-collasso a un solo stato Io-somatico e relativo significato-significante, integrando il riconoscimento simultaneo di altre in-formazioni innate-acquisite rendendolo, così, più esteso, più olistico.
La
∑ophy-art
dovrà essere vissuta esprimendo tale realtà implicita:
nella sua morfologia si potrà riconoscere, intuire l’olistico innato che veicola.
La scoperta dell’entanglement micro-particellare e coscienziale è stata determinante per comprendere e
rendere effettiva
la remissione della riduzione-collasso al solo range sensoriale,
ad un solo stato Io-somatico e relativo significato e intensità emozionale.
Spiego.
Dove, prima, con la
propedeutica ∑igma-art
riuscivamo ad esprimere soltanto
sommatorie
di prese di consapevolezza derivanti dalla formazione,
ora possiamo esprimere con
una consapevolezza maggiormente compiuta la
∑ophy-art.
Durante la seduta e le sperimentazioni, l’Io-psyché di ognuno, anche se con
individuazioni diverse,
può
traslare immagini eidetiche:
sono immagini coscienziali che concernono la conoscenza derivante dalla
visione (anche solo intuitiva) olistico-autopoietica interiore
dell’essenza di se stessi.
Si tratta della visualizzazione nitida (ovviamente non riscontrabile all’esterno) e che, nello stesso tempo, non ha nulla a che vedere con le allucinazioni, ma alla loro natura puramente coscienziale, di cui attraverso appunto la visualizzazione, si è coscienti: è
la ∑ophy-art
eidetica,
cui, applicando su tali immagini innate una specifica forza traslante, le si può spingere verso il cosiddetto esterno da sé, fuori e, in specifiche situazioni, possono divenire visibili nel range sensorio-percettivo come, appunto,
immagini che si sovrappongono
alla naturale percezione dell’ambiente in cui ci si trova.
Si vedono perfettamente proiettate all’esterno, assumono una veste, per così dire,
trasparente e tridimensionale,
la cui consistenza dipende dall’intensità della forza traslante e hanno le stesse identiche caratteristiche di quelle interiori.
Immersi nelle onde theta, delta e ∑igma
(di profondo rilassamento, concentrazione e meditazione dinamica),
vedere queste immagini, questi campi-atmosfere, è una delle
metodologie operative della ∑ophy-art
che, essenzialmente, si suddividerà in tre settori:
- ∑ophy-art -indivual-
- ∑ophy-art -fusional-
- Oikos-∑ophy-art.
I cui principi attivi verranno illustrati, in ogni minimo dettaglio, nella mia opera, di prossima pubblicazione, intitolata:
∑ophy-Art
la nascita della musica-canto-danza-sofia
Nel
tutto è coscienzialmente e atomicamente legato,
nell’Universi-parte che siamo,
ogni stato Io-somatico e relativo significato abbinato
viene memorizzato nel campo coscienziale complessivo
e resta disponibile all’Io-psyché
(che ne è evidenza).
Per questi motivi, quando,
praticando ormai da anni le autopoiesi olosgrafiche
in ogni luogo di noi stessi, dell’Universi-parte,
attingiamo a
memorie registrate di ogni natura,
investite su un determinato luogo,
possiamo ricostruirne frammenti o intere storie: abbiamo ormai molti documenti a sostegno di tale possibilità.
Si riconoscono le
atmosfere olistico-autopoietiche di luoghi coscienziali:
(esseri umani, animali, cose, luoghi esistenti…),
ossia di quale stato di auto-consapevolezza sia stato, lì,
più praticato, ritualizzato, filosofizzato, reso conoscenza,
cantato, musicato, danzato (…)
Formarsi alla presa di consapevolezza delle
in-formazioni olistico-autopoietiche innate
e alla loro ricaduta nell’azione quotidiana
è
∑ophy-art®.
Lascia un commento