1. Aggredior e aggredior-out
L’Io-psyché ha quale proprio ingrediente fondamentale l’aggredior. Aggressività deriva dal latino aggredior e significa andare avanti: è la pulsione olistico-autopoietica, ossia la spinta a vivere e a sopravvivere. L’aggredior-out è una specifica azione dell’Io-psyché, ossia dell’impulso-spinta (o metabisogno) alla sopravvivenza, vestito con specifici significati-significanti, valenze (positive o negative), che possono essere in antitesi con l’organizzazione Io-somatica, gli stati coscienziali acquisiti, in cui l’Io-psyché del soggetto che lo attua è identificato. Tale complesso -spinta è difficilmente gestibile e controllabile e può assumere diversissime forme e modi, mentre esce: non è infrequente la forma di auto o etero-aggressività. È sempre collegato all’uscita fuori di memorie registrate che, prima, erano inconsce. È strettamente collegato al meccanismo della traslazione, della proiezione e dello spostamento, tanto che può essere considerato anche una loro espressione. L’aggredior-out è sempre considerato l’agire all’esterno di una componente dell’archetipo B. e di quello C.A.: ha quindi sempre a che fare con un contenuto acquisito, precedentemente registrato. L’aggredior-out è una forma di traslazione. Incontrando ostacolatori o gruppi di ostacolatori dell’archetipo B e dell’archetipo C.A., l’Io-psyché assume e rappresentare azioni che normalmente non agisce e che possono esprimersi in ogni forma, intensità e valenza. È l’Io-psyché che, raggiungendo luoghi e costellazioni inconsce, in conseguenza di questo incontro, le fa emergere. L’aggredior-out è sempre opera dell’Io-psyché che fa risuonare ciò che sta vivendo, in uno specifico momento storico, con gruppi di costellazioni, di ostacolatori inconsci, esprimendoli nel ssensibile. L’aggredior-out assume peculiari forme acquisite di uscita fuori, a cui la spinta innata a vivere e a sopravvivere (l’aggredior) è, ovviamente, sempre collegata. L’out indica che fa ricadere, riportare sull’azione sensibile consapevole l’espressione dell’aggredior. È un modo, per condurre a termine, per riportare cioè sul piano manifesto, processi complessi, inconsci, anche in un unico blocco e intensità! Il termine out non significa mai al di fuori del setting, in quanto l’Io-psyché opera sempre nella palestra cielo e terra. L’aggredior-put è un processo sicuramente legato alla spinta automatica a sopravvivere e a vivere ed è una forma di abreazione, di catarsi, da parte di processi inconsci cristallizzati. L’elaborazione verbale, conseguente all’aggredior-out, si manifesta sempre con caratteristiche istintivo-emozionali maggiormente forti. Molti incidenti, in apparenza fortuiti che accadono durante la formazione, possono esser considerati dei veri e propri aggredior-out. L’Io-psyché che lo agisce, vivendo, spesso lo fa per conto proprio, tanto che in taluni casi non se ne rende conto, non lo elabora. Per questo, durante la formazione, il potenziamento dell’auto-osservazione, in ogni contesto, assume una rilevante importanza. Specialmente all’inizio, l’Io-psyché del ricercatore spesso tende a non voler incontrare l’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile e quello C.A., perché sa che dovrà incontrare elementi, da lui ritenuti spiacevoli, dolorosi, in opposizione all’immagine, alla propria consapevolezza acquisita, in cui si riconosce e opera. Questa difesa lo porterà a cercare strategie e soluzioni sul piano sensibile finalizzate, in realtà, a non incontrare la costellazione inconscia che vuole evitare. Per questo motivo, più la costellazione è forte, più la fuga nel sensibile è intensa. In alcuni casi, anche le opere creative compiute hanno lo scopo di non mettere in atto ostacolatori, cristallizzazioni, pulsioni (…). Il ricercatore che intellettualizza, analizza, parla, anziché vivere e risalire, segnala sempre la presenza di una forma di aggredior-out, abbinato ad uno spostamento. L’aggredior-out riduce e ridistribuisce la tensione interiore, il tono. La scarica fuori di ostacolatori, di solito, tenuti a freno, repressi, è liberatoria. Può essere considerata un segnale di avvicinamento ad una condizione di benessere Io-somatico che ha, come specifico ostacolatore, la convenzione sociale, in cui l’Io-psyché opera e si riconosce. In tal senso, anche se è un segnale di salute, l’aggredior-out va rigorosamente Risalito e trasformato, in favore di un fluire autopoietico e consapevole.
2. Agnosia autopoietica
L’agnosia è l’incapacità di riconoscere gli oggetti. Per la Sigmasofia, assume l’accezione più ampia di consapevolezza del proprio stato d’inconsapevolezza e vissuta come spinta, pulsione a conoscere.
3. Alimentazione autopoietica
Tutto ciò che serve ed è funzionale al nutrimento Io-somato-autopoietico che, nel sensibile, coincide con il soddisfacimento dei metabisogni e, sul piano sovrasensibile, con la formazione continua dell’archetipo funzione Ypsi, utilizzato dall’Io-psyché, per esplorare la componente transfinita, non locale di se stesso.
4. Allenamento autopoietico
Per rendere adatto, attraverso la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche, l’Io-psyché a raggiungere, attraverso il vissuto diretto, la consapevolezza di se stesso, dell’Universi-parte.
5. Amicizia autopoietica
È un livello di consapevolezza autopoietica che consente di superare e di transmutare lo stato di scissione, di frammentazione dell’Io-psyché, quando non percepisce l’Universi-arte, quando separa il soggetto dall’oggetto e, illusoriamente, crede che si tratti dell’incontro tra l’Io e il Tu (vissuti come enti separati), ossia quando non percepisce l’unità con quella parte di sé che chiama l’altro.
7. Amnesia autopoietica
Si tratta della dimenticanza momentanea, della remissione parziale o totale della memoria che si ottiene, applicando la pragmatica della disidentificazione dal significato-significante.
8. Amore autopoietico
È una delle facoltà, esprimibili dall’Io-psyché che ha, alla base, l’emissione del campo istintivo-emozionale e aggredior e l’archetipo funzione Ypsi, al massimo delle sue intensità in quel momento, da lui producibili e agite, nella consapevolezza dei principi attivi e dello stato coscienziale Sigmasofia, evidenziatisi dal campo coscienziale olistico-autopoietico. L’amore non è promosso, innescato, dal metabisogno autopoietico congiungersi, ma lo è dai principi attivi sovrasensibili, di cui tutti i metabisogni sensibili sono emanazione. Amore è un termine poco utilizzato, in quanto perfettamente incluso nelle facoltà, potenzialità, dello stato coscienziale Sigmasofia.
8. Amplificazione autopoietica
L’amplificare è rendere più ampio un processo Io-somato-autopoietico. Talvolta, l’amplificazione è utilizzata quando l’Io-psyché dilata e rafforza uno stato coscienziale, o quando ostacola, attraverso l’esagerazione, l’ingigantire con parole uno stato coscienziale, sempre in modo inerente la facoltà di autocreazione dell’Io-psyché.
9. Anacronismo autopoietico
È l’essere in contrasto con l’autoconsapevolezza d’avanguardia raggiunto. È l’inconsapevolezza, per cui alcuni stati identificativi e alcune idee sono riferiti a precedenti autoconsapevolezze, non in linea con quelle attuali.
10. Anamnesi autopoietica
È la registrazione dell’insieme delle in-formazioni Io-somato-autopoietiche che il Maieuta raccoglie sullo stato di autoconsapevolezza d’ingresso alla formazione e alla Maieutica Sigmasofica di cui, in quel momento storico, il ricercatore è consapevole.
11. Androginia Io-somato-autopoietica
È l’Io-psyché che presenta caratteristiche sia maschili che femminili, evidenziatisi nell’unità Io-somato-autopoietica. Deriva dal greco, andròghynos, in cui andros significa uomo e ghyne significa donna.
12. Annichilazione autopoietica
Dal latino nihil, che significa niente, si estende al significato-significante di transmutazione (distruzione totale e scomparsa dalla non località di un principio attivo, operante nel campo coscienziale olistico-autopoietico per, simultaneamente, evidenziarsi nella località, nel sensorio-percettivo, densificato. Si parla di annichilazione autopoietica, quando geni coscienziali (principi attivi), per determinismo del campo coscienziale olistico-autopoietico stesso, interagiscono con altri (immaginate delle onde dello stesso mare che si incontrano): le onde, i geni, vengono integralmente transmutate, densificate ed evidenziate in microparticelle, veicolanti quanti di Io-psyché.
13. Antropologia autopoietica
È ciò che studia l’essere umano, negli aspetti Io-somato-autopoietici ed etnici, nonché nelle caratteristiche socio-culturali, unitamente ai tratti e alle anomalie Io-somatici, per contribuire ad ottenere un quadro che definisca la vita e il comportamento dell’essere umano, agito dal punto di vista autopoietico Sigmasofico.
14. Archeotorrentismo autopoietico
Si rimanda alla voce Torrentismo e archeo-torrentismo coscienziale.
15. Archetipi acquisiti alfa
Gli archetipo alfa, nascenti per determinazione dei principi attivi autopoietici, presenti nel campo coscienziale olistico-autopoietico, operano nell’inconscio acquisito collettivo e individuale. Sono campi e processi dinamici, stati coscienziali, contenuti nel funzionamento dell’Io-psyché e riscontrabili in ognuno. I fondamentali sono cinque: l’archetipo campo istintivo-emozionale e aggredior, l’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile, l’archetipo acquisito Io-psyché, l’archetipo acquisito funzione Ypsi, l’archetipo spazio tempo. Rappresentano il modo di funzionare dell’Io-psyché e del corpo, comune a tutti.
16. Archetipo acquisito funzione Y
È la funzione dell’Io-psyché, utilizzata nell’esplorazione consapevole del piano Io-somato-autopoietico complessivo dell’essere umano. L’archetipo funzione Ypsi è l’estrapolazione dell’insegnamento, della consapevolezza, dalla somma delle esperienze di vita che ci autorizziamo a vivere dal concepimento al momento attuale. Tra le diverse applicazioni, tale presa di consapevolezza viene tradotta in parole e in segni specifici, sintetici, attinenti e corrispondenti alla Costruzione della Teoria conseguente il vissuto, realizzata dal ricercatore: denominata anche Tavola olistico-autopoietica individuale. L’archetipo acquisito funzione Ypsi coincide con la propria avanguardia di consapevolezza.
17. Archetipo autopoietico
Dal greco Archètypon: archè significa primcipio e typos significa modello. È il modello originario (il processo formatore) che racchiude in sé i principi-pulsioni-campi autopoietici, operanti nel campo coscienziale olistico-autopoietico.
18. Archetipo autopoietico Lambda
Opera e crea nel campo coscienziale olistico-autopoietico. Rappresenta e sintetizza specifici principi attivi autopoietici che, in prevalenza, formano l’Io-psyché in quelle funzionalità che consentono la presa di consapevolezza di tutte le componenti del campo coscienziale olistico-autopoietico stesso e, quindi, dell’essere partecipi dello stato pre-spazio-tempo e di non località che, lì, vige. Veicola Kraino (Io compio, colui che crea: i principi attivi del continuo presente o simultaneità autopoietica e concorre alla creazione dello spazio-tempo. Privilegia la componente sovrasensibile, non localistica. Nel sensibile, unitamente all’archetipo Psi, rappresenta la componente prevalente che veicola la pulsione olistico-autopoietica a vivere, a conoscere e che trova la sua espressione fondamentale nelle Autopoiesi olosgrafiche no locali. È la non località in azione. È l’uno che diventa due: l’Io-psyché che naviga con la propria componente sovrasensibile.
19. Archetipo autopoietico Psi
Opera, vive nel campo coscienziale olistico-autopoietico, sintetizza e rappresenta specifici principi attivi. Da questa dimensione, parte integrante di quella sensibile in cui ci riconosciamo, dopo aver contribuito a crearle, irradia nelle microstrutture, formanti l’atomo e, quindi, nel DNA. Tali principi attivi sono funzionali alla creazione di facoltà o di stati coscienziali producibili dall’Io-psyché, quali il processo fisiologico del pensare, del volere, del sentire, dell’immaginare, del concettualizzare, dell’intuire, degli archetipi acquisiti alfa, delle facoltà olistico-autopoietiche (…). L’archetipo autopoietico Psi funziona simultaneamente all’archetipo Ypsilon e, insieme, creano i vettori in-formazionali che irradieranno negli atomi, da loro stessi creati. Successivamente, sapranno edificare i processi funzionali degli stati coscienziali, agibili dall’Io-psyché, e non dei contenuti, dei significati-significanti che attribuiamo loro. Nella sua manifestazione sensibile, è la Y che ha generato il figlio, che vive e integra i principi attivi acquisiti, estrapolati dalle esperienze che attua, graficamente rappresentati dal segno che emerge in verticale verso l’alto e che sorge dal punto di unione delle due braccia della Y: la Ψ.
20. Archetipo autopoietico ∑igma
È lo stato coscienziale Sigmasofia che somma tutti i principi attivi autopoietici, sintetizzati e simbolizzati attraverso gli archetipi Ypsilon, Psi e Lambda, nonché la proprietà emergente, scaturente da tale sommatoria. È l’intenzionalità olistico-autopoietica, attraverso cui procede Y Ψ λ (Ypsilambda), ossia quanto il campo coscienziale olistico-autopoietico è divenuto consapevole di se stesso, che è appunto la condizione, l’onda ∑igma. ∑igma è, quindi, lo stato di coscienza unico, di sommatoria-proprietà emergente, da cui tutti i processi, finora vissuti e descritti e quelli del campo coscienziale olistico-autopoietico, ancora da vivere, si evidenziano.
21. Archetipo autopoietico Ypsilon – Y –
Sintetizza specifici principi attivi autopoietici, inerenti il due che diventa uno l’androginia del campo coscienziale olistico-autopoietico, innato, da cui, successivamente nascerà la possibilità dell’unione dell’uomo (spermatozoo) con la donna (ovulo), che permette la nascita di una nuova vita, del figlio (spermatozoo + ovulo). Sarà l’uno che, a sua volta, erediterà e veicolerà gli stessi principi di autopoiesi continua. Attraverso le specificità dei principi attivi autopoietici, l’archetipo Ypsilon sottende alla nascita di tutte le altre specie. La continua nascita di esseri umani e delle diverse forme di vita è determinata dal processo dinamico dei principi attivi sovrasensibili che esercitano lo funzione architetto, la quale crea radiazioni, vettori informazionali, campi autopoietici, necessari agli atomi e alle molecole, per formare la cellula. I principi attivi della Y non dipendono dalla morfologia dell’essere umano o delle diverse specie, ma si trovano ovunque nel campo coscienziale. Autopoieticamente, si tratta di un processo non locale che, unitamente all’archetipo Psi trova espressione nel corpo fisico e nel relativo sistema nervoso, tramite i quali può prendere coscienza di se stesso. La pratica della Sigmasofia può condurci a prendere coscienza dei principi attivi della Y: dell’androginia del campo coscienziale olistico-autopoietico. .’archetipo Ypsilon opera, immerso nel campo coscienziale e, dopo avere contribuito a crearle, interagisce, irradiandole, con le microstrutture, componenti gli atomi, modulandole e determinandone il funzionamento.
22. Archetipo B. -barriera sensibile e sovrasensibile- (o Archetipo B.)
L’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile fa parte dell’inconscio acquisito collettivo e investe pienamente la sfera individuale. È la somma delle esperienze acquisite, registrate e dei principi attivi olistico-autopoietici e sensibili, necessari a mantenerle memorizzate nell’inconscio. Tale archetipo ricorda sempre all’Io-psyché ciò che è, perché gli mostra le esperienze registrate e attive e i campi, su cui queste poggiano. Nell’archetipo B., si manifestano particolari costellazioni e movimenti che l’Io-psyché può incontrare e vivere nella Concentrazione transmutazione autopoietica (la Risalita) su se stesso. Sono memorie acquisite e relativi istinti-emozioni che, in ogni momento, possono essere raggiunti dall’Io-psyché ed entrare in relazione.
23. Archetipo spazio-tempo -Chronos-
In generale, nel sensibile, lo spazio è individuato dall’Io-psyché come un’area, un luogo entro cui è possibile far muovere il proprio corpo fisico e in cui si muovono altri corpi (semoventi). Intuitivamente, viene indicato come transfinito il cosmo tridimensionale, all’interno del quale è presente il processo che denominiamo tempo. Invece, il tempo viene individuato come successione continua di istanti, durante i quali si svolgono eventi, esperienze, trasformazioni delle cose, intese come parti, formanti lo spazio. Per la visione comune, il tempo scorre come se fosse una freccia, dal passato verso il futuro e tale direzione è considerata, da taluni, irreversibile. Gli stessi processi possono essere vissuti con altri riferimenti, anche di reversibilità (per esempio, dal futuro verso il passato), ma è possibile affermare che l’archetipo acquisito sensibile spazio-tempo sia un processo, uno stato coscienziale presente in ogni Io-psyché.
24. Armonia autopoietica
È l’unità indivisibile tra sovrasensibile e sensibile, tra la componente innata complessiva dell’Universi-parte e la componente acquisita (nascente dall’innato-autopoietico) in cui, di solito, ci riconosciamo, operiamo e agiamo. In tale processo di reintegrazione, di autoconsapevolezza, nasce lo stato coscienziale che, sul piano acquisito, riconosciamo con il nome armonia, una delle caratteristiche dell’autonomia fusionale autopoietica.
25. Ascolto autopoietico
È l’ascolto, realizzato, quando ci si posiziona nello stato di fusionalità consapevole con il campo coscienziale olistico-autopoietico, delle dinamiche lo-somatiche di altri Io-psyché, riconosciute come parti di sé.
26. Assioma autopoietico
È il principio che viene assunto come vero, perché ritenuto evidente in quanto innato e nascente dal campo coscienziale olistico-autopoietico, dalla vita-autopoiesi e, per questo motivo, fornisce il punto di parenza del quadro teorico Sigmasofico di riferimento. Tale assioma è autocreato.
27. Atarassia autopoietica
È l’imperturbabilità dell’Io-psyché, l’assenza di ogni stato identificativo nel campo istintivo-emozionale e aggredior, a cui è abbinata la sospensione del linguaggio, che pongono in remissione ogni turbamento dell’Io-psyché.
28. Atmosfera olistico-autopoietica
Nell’accezione più ampia, l’atmosfera è l’involucro, la radiazione Io-autopoietica, emessa da un corpo. Comprende il campo coscienziale olistico-autopoietico, il campo istintivo-emozionale e vari tipi di autopoiesi. L’etimologia del termine atmosfera proviene dal greco atmos che significa fiato, respiro, aria, vento e sphaira che significa sfera, globo.
29. Attitudine autopoietica
È la disposizione, l’inclinazione naturale, innata dell’Io-psyché ad agire i metabisogni Io-somato-autopoietici, in particolare, quello della pulsione a Risalire. Dal latino aptitudine, aptus che significa adatto.
30. Attività, processi autopoietici
Attivo è l’Io-psyché che agisce, che è operoso, laborioso. L’attività dell’Io-psyché è costituita da un insieme di processi naturali, prodotti da una medesima sorgente (il campo coscienziale olistico-autopoietico) e studiabili, sperimentabili scientificamente e coscienzialmente. II processo, a sua volta, è la manifestazione, lo svolgimento nello spazio-tempo di un insieme di fenomeni che hanno connessione tra loro e danno luogo a eventi, a produzioni organiche. L’Io-psyché è la produzione, l’evidenziazione organica del campo coscienziale, operante nella non località. L’Universi-parte li utilizza, per agire.
31. Attrazione autopoietica
È sostanzialmente la forza che tende ad avvicinare due enti, due corpi. In questo caso, è l’attrazione, il richiamo che l’olistico-autopoietico, innato ha sull’acquisito. È la naturale pulsione olistico-autopoietica dell’Io-psyché a Risalire a se stesso.
32. Autenticità autopoietica
Autentico è tutto ciò che è vero, vissuto, dimostrato. È tutto ciò che dell’Universi-parte, noi stessi, è olistico-autopoieticamente originale, transfinitamente durevole.
33. Autoconcepimento autopoietico
L’autoconcepimento, che si evidenzia nell’Universi-parte, è ciò che sa dare origine, concepire, dentro sé, la manifestazione sensibile, anche attraverso l’annichilazione olistico-autopoietica. Si tratta di un processo, di una facoltà, di un principio attivo transfinito dell’Universi-parte.
34. Autodeterminazione autopoietica
È il diritto-dovere di ogni Io-psyché di scegliere autonomamente il proprio stato Io-somato-autopoietico, la propria azione di vita e quella inerente lo stato coscienziale punto-morte. L’Universi-parte transfinito attua il processo di autodeterminazione autopoietica, cioè che si crea da se stessa.
35. Automatismo olistico-autopoietico
È il carattere di certi atti compiuti per determinismo olistico-autopoietico dalla coscienza dell’Universi-parte. È autoctono, innato, in quanto determinato da principi attivi olistici, senza che siano provocati da eccitazioni dell’Io-psyché. È automatico, in quanto si tratta di atto coscienziale, ripetuto con regolarità, dall’Universi innato: ne conseguono le forme dell’attività cosciente, innata, nascente dal determinismo olistico che le crea continuamente, anche con variazioni-contrasto di stato.
36. Autonomia fusionale autopoietica
È lo stato coscienziale dell’Io-psyché, in cui le due funzionalità, quella innata e quella acquisita, sono perfettamente integrate, riconosciute e applicate, con la specificità di agire nella consapevolezza vissuta, continua, del piano unico autopoietico, complessivo, da cui scaturisce. Significa dare la parola al cervello rettilico e alle sue connessioni con il cuore, con il cervello viscerale e con il campo coscienziale olistico-autopoietico, per connettere, tramite il cervello limbico, la neocorteccia e i due emisferi con esso e comprendere quello che insieme comunicano.
37. Autopoiesi (vita-autopoiesi)
L’Universi-parte (noi stessi) è un essere vivente attivo, dinamico. È immerso nella poiesis, dal temine greco poiein che significa creare e poiesis, creazione, Al vissuto diretto, si può scoprirlo e riconoscerlo come sistema dalle capacità di autocreazione continua, in tutte le sue espressioni, sovrasensibili e sensibili: le galassie, le stelle, i pianeti, la Terra, le specie, gli atomi, le molecole, il DNA, i quarks, le stringhe, l’antimateria, la non località (…). Ogni espressione dell’esistente è parte integrante di tale creazione-poiesis. Riconoscendola e vivendola come Universi-parte, atomicamente e coscienzialmente collegata, è evidente essere quella realizzata da un unico corpo, quindi, si tratta di un’attività di autopoiesi. L’Universi-parte è un sistema unico, auto-organizzato come rete di produzione di processi e di microstrutture sovrasensibili e sensibili, innate e acquisite, in cui ciò che è sovrasensibilmente prodotto, prosegue, assumendo, nel sensibile, morfologie specifiche: la propria attività di generazione di altri processi e di altre microstrutture, modulandone la funzione, determinandone l’azione che dovranno compiere. L’autopoiesi, che partecipiamo-osserviamo nelle diverse morfologie sensibili, è generata da queste funzionalità non localistiche, transfinite, che è possibile sperimentare e riconoscere, durante la pratica delle tecno-ontos-sophos-logie, denominate genericamente autopoiesi olosgrafiche. Quindi, l’Autopoiesi è sia il processo autopoietico (energetico, la vita), sovrasensibile, non locale dell’Universi, di cui siamo parte, sia la denominazione delle tecno-ontos-sophos-logie operative della Sigmasofia.
38. Autopoiesi immagogica onirica
Sono una serie di Autopoiesi olosgrafiche locali e non locali, studiate e sperimentate esclusivamente, per favorire la visualizzazione interiore ed interagire con la dimensione onirica, R.E.M e N.R.E.M.
39. Autopoiesi Io-somatiche
Sono le tecno-ontos-sophos-logie operative Sigmasofiche, utilizzate nell’indagine vissuta del piano Io-somatico Utilizzano gli oggetti e le azioni bios-etiche autopoietiche Sigmasofiche.
40. Autopoiesi olosgrafiche
Sono le tecno-ontos-sophos-logie Io-somato-autopoietiche della Sigmasofia e vengono denominate nel seguente modo: Autopoiesi Io-somatiche, Concentrazioni autopoietiche, Autopoiesi olosgrafiche marziali, Autopoiesi della vita e dello stato coscienziale punto morte, Autopoiesi olosgrafiche non locali, Danza autopoietica, Pan-kration autopoietico, ∑igma-Gym, Tecno-ontos-sophos-logie di progressione Io-somatica nella vita, Ecologiche (…).
41. Autopoiesi olosgrafiche marziali
Sono le tecno-ontos-sophos-logie operative Sigmasofiche, utilizzate nell’indagine vissuta dei principi attivi del campo coscienziale olistico-autopoietico. Includono la funzione Ypsi estrapolata dalle Autopoiesi Io-somatiche. Sono l’attuazione pratica, la riproduzione in danze, movimenti delle morfologie ricorsive osservate in presenza della produzione di specifici stati coscienziali e mappate, secondo i riferimenti del Progetto Genoma Coscienziale.
42. Autopoiesi olosgrafiche non locali
Sono le tecno-ontos-sophos-logie operative Sigmasofiche, utilizzate per raggiungere il vissuto empatonico della non località, dell’olospresenza.
43. Autopoiesi (della) vita e dello stato coscienziale punto morte
Sono le tecno-ontos-sophos-logie operative Sigmasofiche, utilizzate nella forgiatura, anche in condizioni estreme, dell’Io-psyché, per prepararlo a vivere funzionalità olistico-autopoietiche che, altrimenti, non sarebbero sopportabili, gestibili dall’Io-somatico.
44. Autorealizzazione-organizzazione Io-somato-autopoietica
Realizzare significa attuare, tradurre in atti reali. È l’insieme di operazioni, necessarie alla funzionalità dell’Io-psyché che agisce, utilizzando se stesso, con particolare riferimento al momento, in cui realizza la presa di consapevolezza, dalla dimensione localistica in cui opera, che è un essere transfinito, non locale.
45. Autorigenerazione-guarigione autopoietica
È lo stato di piena fusionalità, realizzato dall’Io-psyché con i principi attivi, con il campo coscienziale, da cui si evidenzia, senza entrare in stati identificativi, fissati in proprie esperienze acquisite, localistiche. Tale azione è olistico-autopoietica ed auto-guarisce, in quanto, se effettivamente realizzata, pone in remissione lo stato identificativo dell’Io-psyché nel solo sensibile. In tal senso, ci si rimette in salute autopoietica, agita secondo natura e l’autoguarigione è realizzata attraverso la formazione dell’Io-psyché a se stesso, ai principi attivi che lo formano, all’Universi-parte. Rigenerare, normalmente, significa generare di nuovo, riportare alla innata integrità. Nell’accezione sigmasofica, assume il significato di continuità di generazione da pare dell’autopoiesi. È la vita-autopoiesi stessa, che si esprime con continuità. L’innata integrità è continuamente in atto, anche se, a tale funzionalità, si sovrappongono esperienze acquisite non consapevoli della generazione autopoietica.
46. Autoscopia autopoietica
Dal greco skopia, derivante da skopein, che significa guardare. Si tratta di un auto-esame, compiuto soltanto attraverso la visione olistico-autopoietica. Autos significa se stessi, si tratta, quindi del guardare se stessi in modo autocreato, ovvero utilizzando direttamente le forze della vita-autopoiesi.
47. Autosomiglianza autopoietica
Somigliare è essere simile a qualcuno o a qualcosa, nelle diverse componenti Io-somato-autopoietiche. Da similiare, che significa simile e autos, che significa se stessi, quindi, l’auto-somiglianza significa essere simile a se stessi, individuando come Universi-parte, sensibile e sovrasensibile, locale e non locale. Da ciò, si evidenzia funzionalità, per cui ogni ente esistente è autosomigliante ai principi attivi, da cui nasce, appunto per autopoiesi, per autocreazione.
48. Autotrascendenza autopoietica
La trascendenza individua la componente sovrasensibile, non locale, della manifestazione sensibile. Vivendo e scaturendo da tale funzionalità, l’io-psyché la veicola come pulsione olistico-autopoietica a Risalire se stesso.
49. Avanguardia ∑igma
È l’azione di avanguardia dell’Io-psyché che sperimenta nuove forme, nuove esperienze, esplorando regioni sconosciute dell’inconscio autopoietico. È peculiare dell’archetipo e della condizione ∑igma dell’Universi-parte, in quanto si trova sempre nella condizione di stato Sigmasofia, ma pronto ad esplorare altre regioni della transfinitezza del campo coscienziale olistico-autopoietico.
50. Azione allegorica autopoietica
Allegoria dal greco significa parlare d’altro, leggere tra le righe, sottintendere qualcosa che non è espressamente indicato in un contesto determinato. È ciò che esprime un concetto, attraverso il simbolico-reale. Allegorico è, quindi, il contenuto concettuale o agito che viene espresso, attraverso un simbolo olistico-autopoietico che, pur indicandola implicitamente, rappresenta una realtà diversa, rispetto al concetto e all’azione che si vuole rappresentare. Quando scaturisce ed è aita nella consapevolezza dei principi attivi del campo coscienziale, assume i significati-significanti di olistico-autopoietica.
51. Azione ampliata autopoietica
Ampio è ciò che, rispetto ad un riferimento di partenza, viene letto come più largo, più lungo, più profondo, più spazioso, più esteso. L’azione diviene ampliata, quando sa trascendere lo specifico, in cui si è identificati.
52. Azione antifrasica autopoietica
L’antifrasi è l’utilizzo di un termine o di un’azione con significato-significante opposto a quello proprio. È un contro-dire o contro-agire, ad esempio, dicendo in senso ironico, sei stato proprio un genio, eh?, con l’intento di significare stupido. È azione antifrasica autopoietica, quando è utilizzata, orientando e inducendo uno stato acquisito che, in realtà, veicola e trasmette un principio attivo autopoietico.
53. Azione bios-etica autopoietica
È l’azione, scaturente direttamente dallo stato coscienziale Sigmasofia, emessa dell’Io-psyché che ha saputo raggiungere e vivere i principi attivi che lo formano, di cui è emanazione.
54. Azione catacretica autopoietica
È l’utilizzo metaforico di un’azione, per designare un atto, un’esperienza che non può essere descritta, non trova un corrispettivo in parole. È l’azione, oltre i limiti del range di significati-significanti, in cui normalmente e di solito ci si muove. È autopoietica, quando discende dai principi attivi.
55. Azione diversificata autopoietica
Diverso è ciò che differenzia, che non è lo stesso, è disuguale, ma anche ciò che è stano, inusuale, insolito. L’azione diversificata, quindi, rende diversa l’azione stereotipata, è proposta per differenziare lo stato identificativo, può essere transmutante, quando irrora principi attivi autopoietici, in grado di porre in remissione quelli acquisiti.
56. Azione metaforica autopoietica
La metafora è, sostanzialmente, una similitudine tra azioni, mediante cui il significato specifico di un‘azione può essere sostituito da un altro termine, legato al primo da un principio attivo, somigliante: ad esempio, sei forte come un leone. Diviene autopoietica, nel momento stesso in cui viene applicata per descrivere, spiegare dinamiche del campo coscienziale.
57. Azione metalepsica autopoietica
È la traslazione di significati-significanti di un’azione. Ad esempio, quando l’Io-psyché mostra di ubbidire, invece simultaneamente sta disubbedendo.
58. Azione metonimica autopoietica
Quando si sostituisce un’azione, un termine con un altro che ha con il primo una relazione di continuità. Quando l’Io-psyché utilizza la causa al posto dell’effetto, il nome dell’autore al posto dell’opera, il contenente per il contenuto (…). Se è realizzata, rispetto a funzionalità del campo coscienziale, assume la veste di autopoietica.
59. Azione mitologica-eroica autopoietica
Il mito è il racconto delle gesta, agite dall’Io-psyché dell’Universi-parte, nella scoperta di se stesso, tentando di spiegare funzionalità sensibili e sovrasensibili, locali e no locali. Il mito si emancipa dalle identificazioni convenzionali-razionali. Diviene autopoietico, quando descrive fatti, agendo dinamiche del campo coscienziale. Dal geco mythos, che significa parola, discorso, racconto. L’eroe è l’interprete fondamentale del mito, è l’Io-psyché che si riconosce emanazione della non località e simultaneamente della località, integrando le due componenti, condizione che può creare eccezionali intensità di intenzionalità, di motivazione, di azione che, necessariamente, conducono all’insight intuitivo, sincronico (…)
60. Azione opposta-complementare autopoietica
Richiama l’attenzione dell’Io-psyché sulla propria tendenza a funzionare enantiodromicamente. Diviene autopoietica, quando viene agita, scaturendo direttamente da funzionalità pre-opposti-complementari.
61. Azione sineddochica autopoietica
La sineddoché è il trasferimento del significato di un’azione, di una parola su un’altra, sulla base di una contiguità quantitativa: la parte, per l’Universi; l’Universi, per la pare; il singolare per il plurale; il plurale per il singolare. Diviene autopoietica, quando scaturisce dai principi attivi.
62. Beatitudine autopoietica
È lo stato di piacere, di felicità che viene enormemente potenziato. Nasce, esattamente nel momento in cui l’Io-psyché prende consapevolezza della non località, della transfinitezza che opera alla radice di se stesso. partecipiamo-osserviamo, ora, alcune azioni o situazioni che possono indurre lo stato di beatitudine autopoietica, pare integrante dello stato Sigmasofia. L’io-psyché, disidentificato dal proprio acquisito, inizia a intuire l’autopoietico, transfinito. La concentrazione-transmutazione degli stati identificativi patologici, dolorosi consentirà di ottenere autorigenerazione. Significa raggiungere lo stato di calma olistico-autopoietica, perché così si potranno contemplare i significati-significanti dell’espressione sensibile dell’universi-parte, se stessi. La soddisfazione del metabisogno autopoietico e la concentrazione transmutazione, applicata su tutto questo processo, consentirà di partecipare l’espressione fondamentale della vita, dell’esistere e del giusto, presente in tale manifestazione. Gli stati di consapevolezza precedenti indicano che l’Io-psyché ha saputo raggiungere forme di compassione che attua sulle diverse parti di sé, atto che induce all’autorealizzazione, alla conoscenza, all’autorigenerazione. La disidentificazione dall’acquisito rende l’azione autopoietica, bios-etica e, da lì, si percepirà il transfinito. Sono alcune delle condizioni che consentono la produzione dello stato di pace autopoietica, ovvero ciò che ci fa riconoscere Universi-parte, noi stessi. Tutti gli stati identificativi, di dolore, di patologia, di persecuzione, più duri, per nascere hanno bisogno di una maggiore produzione di aggredior ossia la stessa intensità che, se applicata a sostegno della concentrazione transmutazione autopoietica, aprirà le porte dell’Universi-parte transfiniti, di se stessi.
63. Bellezza eugenetica autopoietica
La bellezza è inerente il bello. È inerente a ciò che suscita azione e realizzazione contigua, consapevole dei principi attivi che la formano. Indica ciò che è emanazione diretta dell’autopoiesi, ossia dell’auto-creazione. Si tratta di uno stato di autoconsapevolezza, partecipabile-osservabile in ogni manifestazione sensibile e sovrasensibile, locale e non locale, dell’Universi-parte, se stessi. L’eugenetica è la buona genetica, ossia quella generata direttamente dai principi attivi del campo coscienziale, senza nessun intervento da parte dell’Io-psyché di nessun tipo e genere. È la bellezza dell’Universi-pare all’opera, senza ostacolatori, in piena libertà autopoietica.
64. Bibliosofia autopoietica
Bibliofilia significa amore per i libri. La Bibliosofia si propone di coniugare lo studio dei libri alla saggezza (sofia. La formazione in Sigmasofia si occupa di testi, scelti dal ricercatore in formazione, attinenti a tutto ciò che concerne la produzione di saggezza, di consapevolezza, quale conseguenza dell’esperienza integrale diretta.
65. Bios-etica autopoietica, (civiltà)
Bios significa vita, etica deriva del greco ethos, che significa condotta, carattere, consuetudine, in riferimento alla morale. Autos significa se stessi, poiesis significa fare, creare. La bios-etica autopoietica è, quindi, l’ethos, nascente direttamente dalla vita e auto-creata, secondo la pratica e la teoresi, proposte dalla Sigmasofia.
66. Bios-luminescenze
La luminescenza è la luce, che non dipende dalla temperatura, ma da specifici processi autopoietici che trovano espressione sul piano atomico, bios-logico e bios-chimico. Bios in greco significa vita, essere vivente, ciò che vive. Coincide con i principi attivi, con il campo coscienziale olistico-autopoietico. Con il termine bios-luminescenza, quindi, s’intende la luce, la vita-autopoiesi che può assumere specifiche morfologie geometriche, frattali (..) e che è percepibile direttamente nei focus autopoietici, attraverso la visione olistico-autopoietica.
67. Blocco-inibizione
Bloccante, inibente è ciò che non ha coesione, che manca di compattezza, di tensegrità. È ciò che è sconclusionato, contraddittorio, che si evidenzia, quando l’Io-psyché si identifica nel solo sensibile, non essendo consapevole della non località transfinita, presente all’essenza di se stesso, evidenziando così la condizione ostacolante. L’identificazione, in generale, è lo stato Io-somato-autopoietico che blocca, che inibisce la presa di consapevolezza della componente non locale.
68. Calma autopoietica
È la condizione che vive l’Io-psyché, quando risale e transmuta gli opposti-complementari: quiete-agitazione, pace-guerra, serenità-infelicità, rilassatezza-tensione (..) ed entra nell’atarassia olistico-autopoietica, lo stato di impertubabilità, attraverso cui si manifesta la creazione.
69. Campi bios-elettrici, bios-chimici
Bios, in greco significa vita ed anche essere vivente, che vive, elementi che possono essere applicati all’Universi-parte. La bios-chimica è il termine necessario ad individuare tutto ciò che studia la composizione chimica dell’Universi-parte e di tutti i fenomeni chimici e chimico-fisici che in essi si svolgono, visti dalla vita, dal Bios, ossia dal campo coscienziale olistico-autopoietico (in questo senso, sinonimo di Bios o di pulsione olistico-autopoietica). Lo stesso vale, per l’elettricità, prodotta dall’Universi-pare, noi stessi, e così via per tutti gli altri elementi. Essendo tutto atomicamente e coscienzialmente legato, la bios-elettricità, la bios-chimica., la bios-logia (…) formano e fanno pare di un capo, riconoscibile nel campo coscienziale complessivo.
70. Campo di Higgs, superstringhe
Esistono teorie che cercano di spiegare le particelle e le forze fondamentali della natura, come modi di vibrare di minuscole corde, le superstringhe ripiegate su se stesse in molteplici dimensioni.
71. Campo M.A.C. – Campo coscienziale olistico-autopoietico (campo M.A.C., Morfo-Atomico-Coscienziale o inconscio autopoietico o Universi-parte o vita-autopoiesi).
Il campo coscienziale olistico-autopoietico e i principi attivi archetipici che hanno saputo edificare noi e la manifestazione sensibile, sovrasensibile, locale e non locale, di cui siamo parte integrante, includono la componente morfo-atomica (da cui il nome M.A.C.) che, all’Io-psyché, in moltissimi casi, risulta essere inconscio, in quanto non lo ricorda, non ne è consapevole.
72. Carattere olistico-autopoietico
Tutti i principi attivi, che consentono di produrre lo stato indicato, costituiscono il carattere olistico-autopoietico. Il termine non è utilizzato, perché la descrizione delle sue funzionalità è perfettamente inclusa in quella degli archetipi e dei principi attivi.
73. Catalessi autopoietica
Si tratta dello stato coscienziale punto morte apparente. È l’autonomia dell’Io-psyché dal sistema nervoso che determina l’impossibilità di mantenere attive le normali funzionalità acquisite, localistiche, Io-somato-autopoietiche. Ì l’atto conoscitivo che dà inizio all’esperienza della non località.
74. Catarsi autopoietica
È la Risalita, la transmutazione, la liberazione da tensioni, identificazioni, stress, distonie (…), attraverso le Autopoiesi proposte, che si verifica nei ricercatori in formazione.
75. Causalità autopoietica
La causalità è il postulato, secondo cui ogni effetto presuppone una causa che lo genera. La causalità si riferisce ad ogni ente, evento che avviene per caso, per eventi fortuiti, non prevedibili, non dipendenti dalla volontà. La causalità autopoietica è il riconoscimento vissuto, secondo cui ogni causa-effetto, ogni effetto-causa è generato e incluso nel campo coscienziale olistico-autopoietico.
76. Centralità autopoietica
La centralità è del centro, riguarda il centro. L’io-psyché si trova, in ogni momento, al centro equidistante, rispetto alla linea dell’orizzonte e a quella della volta celeste, in cui si riconosce e opera. La sfera, in cui è incluso, è in ogni luogo, in cui si posizioni.
77. Centro Studi e Ricerche sulla Sigmasofia
Rappresenta uno spazio, ad uso esclusivo dei Docenti, dei Maieuti e dei ricercatori in formazione. Le sezioni che lo compongono coincidono con le discipline su cui lavorano, studiano, creano, ricercano, investono l’interesse prevalente, personale, professionale, artistico e della propria avanguardia esistenziale. Vengono pubblicate opere. Lavori, ricerche, riguardanti le prese di consapevolezza, gli apprendimenti, i vissuti Io-somato-autopoietici, la teoria, emergente dal vissuto diretto (…), realizzati, durante il periodo formativo, e integrati alla disciplina su cui operano.
78. Cifrario autopoietico
È utilizzato, per definire e spiegare i vocaboli Sigmasofici, in specifiche e dettagliate note. Serve a facilitare il lettore nello studio. È fondamentale e indispensabile, per leggere, studiare e comprendere la Sigmasofia.
79. Clonazione autopoietica
È la moltiplicazione biologica a-sessuata, così come si riscontra in alcune specie animali e vegetali, o anche attraverso uno sviluppo dell’uovo, senza fecondarlo. Un clone è una cellula capostipite che ne produce altre, geneticamente omogenee. È interessante osservare che già circa due miliardi di anni fa, nella natura autopoietica, troviamo la riproduzione a-sessuata, da cui tutti ci evidenziamo, in quanto siamo l‘espressione ultima di funzionalità che non si sono mai interrotte. La clonazione autopoietica coincide, quindi, con le funzionalità del genoma Io-somato-autopoietico, prima che si realizzasse la produzione sessuata, indicando con ciò un processo partecipabile-osservabile alla radice autopoietica dell’Io-psyché.
80. Codice etico-autopoietico
Le norme del codice etico autopoietico sono vincolanti, per tutti gli iscritti all’Albo dei Maieuti e dei Docenti in Sigmasofia. È costituito da un insieme di norme comportamentali, nascenti direttamente dall’esperienza diretta dell’innato, realizzata durante la formazione che olosdirezionano il ricercatore a porre in remissione ogni codice etico nascente soltanto dall’acquisito.
81. Codici autopoietici
È l’insieme di funzionalità consuetudinarie autopoietiche che determinano e regolano l’Universi-parte e le sue facoltà. È l’insieme dei vettori archetipici in-formazionali, operanti nel campo coscienziale olistico-autopoietico, mediante i quali si compi la sintesi dei principi attivi che si trasmettono all’Universi-parte, noi stessi: l’intelligent design autopoietico.
82. Collasso-riduzione della funzione campo morfo-atomico-coscienziale
Quando l’Io-psyché indaga un tema interiore o esterno, sovrasensibile o sensibile, di fatto, lo riduce, lo collassa, a livello dell’autoconsapevolezza Io-somatica ed autopoietica che ha saputo raggiungere, in quel determinato momento storico. Per questo motivo e se non si attuano le giuste condizioni, ogni applicazione della Sigmasofia, ogni analisi, ogni psicoterapia, ogni studio e ricerca risulteranno incompleti. Nella Sigmasofia Io-somato-autopoietica, s’insegna come applicare il processo, secondo cui ogni Io-psyché deve essere potenziato, espanso, affinché possa progressivamente superare la riduzione della funzione morfo-atomico-coscienziale, che, reiteratamente e condizionatamente, applica ogni volta che misura, osserva un processo. Pensare, sentire, concettualizzare, immaginare (…), interiormente, rappresenta la riduzione-collasso del processo.
83. Comunicazione autopoietica
Ha l’accezione di trasmissione di informazioni, mediante tecno-ontos-sophos-logie Io-somato-autopoietiche, tra Io-psyché, atto che determina l’avere in comune, in comunanza i principi attivi autopoietici. È l’unione di autoconsapevolezza in riferimento alla Sigmasofia, che formano, così, un corpo autopoietico. Tale comunione veicola interazione, ossia l’influenza reciproca tra più Io-psyché, nel corso della quale ciascuno modifica reiteratamente le proprie azioni di comunicazione e comunione con quelle dell’altro.
84. Concentrazione-transmutazione autopoietica o Risalita
Trans-mutare significa cambiare, mutare nella morfologia-Io-somato-autopoietica, per cui si cambia, si sostituisce un ente con un altro. È più che una trasformazione. Trans significa oltre e mutare significa cambiare: un ente, un elemento, uno stato Io-somato-autopoietico in un altro, che si realizza per attività autopoietica. La Concentrazione-transmutazione autopoietica è una nuova e particolare forma di concentrazione che ha, come oggetto, l’Io-psyché dell’essere umano, i contenuti specifici degli archetipi alfa, gli aspetti della natura, le forme frattali, lo stato di fusione e i principi attivi (…), risvegliabili, in generale, attraverso la pratica di tutte le Autopoiesi proposte. come oggetto, tali Autopoiesi hanno soprattutto la cellula e l’atomo e, successivamente, gli archetipi autopoietici raggiunti. Possono innescare una tendenza alla Concentrazione-transmutazione autopoietica continua, alla trasformazione di qualunque tema sensibile o sovrasensibile, dopo che sia stato vissuto e integrato. Permettono di entrare, senza opposizioni e consapevolmente, nel fluire delle espansioni e delle contrazioni, incluse nell’Universi-parte, noi stessi. Unitamente alle Autopoiesi olosgrafiche e alle Autopoiesi Io-somatiche, permettono di costruire il proprio archetipo acquisito funzione Ypsi, ossia la proprietà emergente dell’Io-psyché che si utilizza durante la pratica della Concentrazione-transmutazione autopoietica (la Risalita al campo coscienziale, a se stessi).
85. Concerto autopoietico
È una peculiare situazione di gruppo, spontanea, intuitiva, fusionale attraverso cui i liberi ricercatori, attingendo direttamente dal proprio inconscio acquisito e soprattutto autopoietico, fanno diventare un concerto per Io-soma-autopoiesi la situazione di vita, che stanno creando, al di là dello spazio-tempo.
86. Conoscenza olistico-autopoietica
La conoscenza è la capacità di creare autoconsapevolezza, ottenuta attraverso la pratica di esperienze integrali, penetrate, ovvero tramite funzionalità acquisite e innate, disponibili alla coscienza. La conoscenza è quindi autoconsapevolezza del disporre di vettori in-formazionali (vedi voce) acquisiti e innati che si riferiscono al Tutto esistente (olos) e riconosciuti in modo auto-creato (autopoietico), connessi inscindibilmente tra loro.
87. Consapevolezza olistico-autopoietica
Il termine consapevolezza o awareness autopoietica significa percepire e comprendere, in modo integrale, un evento. In Sigmasofia, la consapevolezza implica sempre la comprensione. È lo stato interiore di vissuto integrale, olistico, di eventi da cui è possibile sviluppare pensieri, idee. Prendere coscienza di regioni inconsce, attraverso il vissuto diretto, è paragonabile ad illuminare quella zona, prima buia: la consapevolezza autopoietica.
88. Contenuti autopoietici
Letteralmente, è ciò che è dentro, incluso in qualche cosa. Ad esempio, la Sigmasophy Theory of Everything contiene la descrizione dettagliata del campo coscienziale olistico-autopoietico, contenuto prettamente inerente i principi attivi autopoietici.
89. Conversioni autopoietiche
La conversione è il mutamento radicale e profondo del paradigma di vita, esistenziale che è possibile attuare, quando l’Io-psyché vive campi, principi attivi transfiniti, di cui prima non era consapevole.
90. Convivenza autopoietica
È l’io-psyché, la parte che, formandosi a se stesso, scopre e sperimenta di aver sempre convissuto con il campo coscienziale, con l’universi. L’acquisito sensibile vive insieme, convive con quello autopoietico, non locale.
91. Cooperazione autopoietica
Avviene, quando l’Io-psyché opera, agisce insieme ad altri, e tutti contribuiscono al conseguimento del fine, dello scopo formativo- è autopoietica, quando l’intenzionalità di cooperare nasce ed è consapevole dei principi attivi autopoietici.
92. Corpo autopoietico
È riconoscibile nei principi attivi archetipici, transfiniti, da cui si evidenzia e nasce ciò che denominiamo il corpo fisico, di un ente, della flora, della fauna (…).
93. Coscienza dell’atomo
Atomo dal greco atomos che significa indivisibile. È la microstruttura che utilizziamo come riferimento, quale costituente la materia. Più atomi formano molecole, ma ogni atomo, a sua volta, è formato dai propri costituenti, protoni, elettroni, neutroni, e altro. In un tutto, che riconosciamo e viviamo come atomicamente e coscienzialmente legato, non può essere, ovviamente, considerato come l’unità più piccola ed indivisibile della materia, perché non lo è. Quindi, indivisibile, in Sigmasofia, si riferisce al fatto che, quando, attraverso le tecnologie coscienziali, si raggiunge la consapevolezza, la coscienza dell’atomo, si vive l’inscindibilità, il campo unico funzionale innato che, l+, si riconosce. Tutti i processi sub-atomici che formano l’atomo ci aprono alla non località, alle estensioni del campo coscienziale. Per questo, la coscienza dell’atomo è uno dei passaggi fondamentali di presa di consapevolezza.
94. Coscienza della cellula
Il termine cellula deriva dal latino e significa piccola camera. La Sigmasofia non la riconosce come la più piccola struttura ad essere classificabile come vivente, in quanto, vivendo il Tutto è atomicamente e coscienzialmente legato, riconosce l’Universi-parte come organico, vivente. Per esempio, l’essere umano è formato da centomila miliardi di cellule. Con l’aumentare del numero, si partecipano-osservano pulsioni di differenziazione della cellula stessa che provengono da funzionalità atomiche quantistiche e subquantistiche, della non località. Si tratta di vettori in-formazionali che costituiscono la pulsione olistico-autopoietica a vivere e a conoscere. Tale differenziazione e i processi, da cui si evidenzia, sono l’oggetto della coscienza della cellula, raggiunta, praticando le tecnologie coscienziali Sigmasofiche. Oltre a quello di intuire la grandezza, i rapporti e le funzioni specializzate, fino alla costituzione dei tessuti degli organi, lo scopo è, anche e soprattutto, vivere i principi attivi che la formano e determinano il genoma fisico e coscienziale.
95. Costruzione della Propria Teoria conseguente al vissuto
Dopo ogni stage, seminario o incontro pratico-teorico, il ricercatore in formazione elabora la Propria Teoria conseguente al vissuto, realizzando la Tavola autopoietica.
96. Critica autopoietica
È l’esame dei principi attivi e delle facoltà olistico-autopoietiche dell’Universi-parte, al fine di descriverne la natura, di metterne in luce le caratteristiche. Nell’accezione sigmasofica, ha perso l’accezione di giudizio malevolo, sfavorevole o di biasimo.
97. Cronovisione autopoietica
È una delle facoltà autopoietiche dell’Io-psyché, attraverso cui è possibile percepire immagini e suoni, inerenti eventi passati e futuri, presenti nel campo coscienziale, operante alla radice di ogni atomo dell’Universi-parte, noi stessi. È la facoltà autopoietica rivelatrice, in grado di percepire le memorie, per così dire impressionate nella materia, in particolare nelle pietre e negli oggetti ingenerale, evidenziando così la possibilità di un riscontro sperimentale alla teoria neutrinica.
98. Cultura Sigmasofica autopoietica
È lo specifico patrimonio di esperienze e di conoscenze, organicamente e autopoieticamente legate tra loro, che la Sigmasofia possiede e che ne caratterizzano la saggezza. Comprende, quindi, il complesso del sapere pratico-teorico, scientifico-coscienziale, proprio di questa Via di conoscenza, con particolare riferimento agli elementi, nascenti direttamente dall’attività autopoietica dell’universi-parte, di noi stessi.
99. Danza e musica, silenzio-suono autopoietici
Sono particolari musiche, nascenti dalla conversione in note musicali e in passi di danza, secondo uno schema autopoietico prestabilito di visualizzazioni interiori, di morfologie, assunte dai principi attici, al momento in cui generano i diversi stati coscienziali. Sono le morfologie, decodificate nel Progetto Genoma Coscienziale. Nel momento in cui si realizzano tali visualizzazioni, nasce spontaneamente un peculiare suono-silenzio, da vivere, detto appunto, autopoietico.
100. Danze autopoietiche durante i lanci a volo libero
Si tratta della pratica delle forme del Progetto Genoma Coscienziale, realizzate durante la progressione in aria, attraverso lanci con il paracadute, applicate durante la prima fase a volo libero, e autopoieticamente danzate.
101. Densificazione olistico autopoietica
Con stato di aggregazione della coscienza, intendo la classificazione degli stati che può assumere il campo coscienziale olistico-autopoietico, a seconda delle proprietà che manifesta, in corrispondenza di tali stati. Lo stato di campo non ha volume, né forma propria e occupa lo spazio transfinito dell’Universi-parte. È sovrasensibile e non locale ed è riconoscibile, soltanto dall’Io-psyché, durante la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche non locali. Non è percepibile dagli attuali strumenti di misura tecnologici scientifici. Per variare lo stato di campo, si applica l’annichilazione autopoietica che è la transmutazione (distruzione totale e scomparsa), dalla non località, di un principio attivo, operante nel campo coscienziale olistico-autopoietico per, simultaneamente, evidenziarsi nella località, nel sensorio-percettivo. Tale evidenziazione è la densificazione.
102. Destrutturazione e attraversamento Io-somatico
Destrutturare significa scomporre, disorganizzare l’insieme strutturato acquisito, assunto dall’Io-psyché, che vi si è identificato. Durante la formazione, l’Io-psyché pone in remissione il proprio stato identificativo nelle esperienze acquisite, si disaggrega, si disorganizza. È la condizione che consente di passare da una parte all’altra, di varcare, di percorrere, attraverso il vissuto diretto e penetrato, vivendone tutta la consistenza, gli stati di coscienza destrutturati. Il punto è raggiungere, dopo averne ridotto l’intensità, la tensegrità degli stati coscienziali acquisiti, i principi attivi autopoietici che li formano, per iniziare così il lavoro di ristrutturazione e di ricostruzione.
103. Determinismo acquisito
Concezione dell’Io-psyché, anche scientifico-filosofica, secondo cui ogni azione è casualmente e necessariamente determinata da un’altra che la precede. È una riduzione-collasso-riflesso di quello autopoietico, dell’universi-parte, in cui ogni azione è causalmente determinata dalle funzionalità non locali, archetipiche, transfinite che partecipano e riconoscono se stesse.
104. Determinismo olistico-autopoietico
Concezione dell’Io-psyché, formato a se stesso, secondo cui ogni avvenimento dell’Universi-parte è causalmente e necessariamente determinato da una funzionalità, unitaria, complessiva, indifferenziata, non separabile, transfinita (lo stato coscienziale Sigmasofia), avente la specifica finalità di evidenziare la danza autopoietica dell’Universi-parte che partecipa, vive e riconosce consapevolmente se stesso. si distingue da quello acquisito, dalla parte, secondo cui ogni avvenimento dell’Universi è casualmente e necessariamente determinato da un altro che lo precede, con esclusione di ogni finalità.
105. Dharma autopoietico
In sanscrito, significa scopo della vita. Ognuno, ogni parte dell’Universi ha uno scopo, una finalità precisa. Si può ritrovare, attraverso la formazione vissuta a se stessi: più si risveglia autoconsapevolezza, più si hanno disponibili facoltà, per realizzarlo.
106. Digiuno autopoietico
È nutrirsi di soli principi attivi autopoietici, per brevi e determinati periodi di tempo.
107. Dignità autopoietica
Degno è ciò che merita qualcosa, idoneo, capace, è ciò che si addice, che è simmetrico, adeguato. Un’Io-psyché idoneo, capace di formarsi a se stesso, alla propria scaturigine non locale, riuscendoci, acquisisce tali meriti auto-realizzanti. Si rende conto, così, che la propria azione si addice, è simmetrica, è adeguata alla propria scaturigine. Gli fa acquisire ethos autopoietico, appunto perché deriva dai principi attici, evidenziandone le qualità, che può suscitare in altri Io-psyché. Da questo, deriva l’azione bios-etica autopoietica, che è, in questo senso, dignitosa, auto-operante.
108. Dinamizzazioni autopoietiche
Tutti i principi attivi dell’Universi-parte sono dotati di pulsione autopoietica legata, al movimento, che include la stasi. È la dynamis, la forza movente nell’Universi-parte e che si autocrea.
109. Dio
Nell’accezione Sigmasofica, Dio è la denominazione, anacronistica, tuttora utilizzata dalle religioni monoteiste, per indicare, genericamente, un essere supremo, concepito come il Creatore dell’Universo, di tutte le realtà. Su tale termine, si investono valenze di bene, di positivo e lo si riconosce, quale fondamento della morale. Dalla sperimentazione Sigmasofica, emergono evidenze che pongono in remissione spontanea tale ipotesi concettuale.
110. Discraiosi
Sostanzialmente, è un ostacolatore al naturale e innato fluire delle funzionalità dell’Io-psyché, con conseguente perdita del riconoscimento vissuto della realtà complessiva olistico-autopoietica, conscia e inconscia, sensibile e sovrasensibile, localistica e non locale. Quando ciò accade, si dice che il ricercatore ha avuto un episodio discratiotico. La discraiosi è molto comune e la si riscontra, prevalentemente nello stato di identificazione e fissazione nel solo sensibile, da parte di moltissimi esseri umani. Riducendo la realtà al solo sensibile, al solo sensorio-percettivo, la discraiosi determina cambiamenti e malfunzionamenti al riconoscimento della realtà complessiva, di cui si è parte inscindibile. Si riduce la funzione dell’Io-psyché a riconoscimenti incompleti ed all’insorgere di idee incomplete, talvolta scambiate per complete. Le funzioni dell’Io-psyché, relative alla vita di tutti i giorni, non integrano la visione e il riconoscimento della realtà che si estende, oltre il ridotto stato sensoriale, per cui risultano invalidanti di ciò che si vive. Il ricercatore si esprime, soltanto secondo la logica sensoriale e, quindi, con frasi stereotipate, poco chiarificatrici dei significati dell’esistenza, che non hanno alcun senso completo. Ha difficoltà a riconoscere sorprese, intuiti; determina la perdita di significati-significanti, perché non sa dove andare a cercarli. Produce convinzioni false, illusorie, in quanto pensa che l’esistente verificato coincida soltanto con quanto tocca con mano e riconosce sensorialmente. In molti casi, è talmente identificato e fissato al solo range sensoriale che non gli suscitano alcun interesse i processi innati che agiscono, oltre quel range. Ad esempio, vive di essere un soggetto autonomo, separato dall’ambiente in cui si sente semovente e non riesce a porre in remissione la proiezione di una separazione tra Io e tu, tra soggetto e oggetto. Il ricercatore, che si trova nello stato di discraiosi, vede realtà incomplete che illusoriamente scambia per complete: non vede e non riconosce l’infrarosso, l’ultrasuono, i campi elettromagnetici, ossia i processi che risiedono nel sovrasensibile. Non riconosce le motivazioni sovrasensibili, inconsce che determinano i suoi cambi repentini d’umore, di comportamento. Gli studi e le ricerche Sigmasofici ci dicono che la discraiosi è causata da necessità innate bios-logiche che creano la riduzione-collasso della funzione campo M.A.C. e, quindi, l’identificazione nel solo sensibile, per esigenze di forgiatura, di crescita di consapevolezza. I sintomi di collasso e di riduzionismo emergono in tutti gli esseri mani, come funzionalità che devono essere espanse ampliate, con la formazione a loro stessi. In tal senso, la discraiosi è una necessità della natura ed è per questo necessario che la formazione a se stessi inizi fin dal concepimento-punto nascita, sotto la guida dei tutori, per porre in remissione ostacolatori alla crescita, espansione della consapevolezza.
111. Discrasia Io-somato-autopoietica
Indica lo stato di alterazione, d’inquietudine, di turbamento, di disagio, di scontentezza, di difficoltà che deriva dalla condizione di inconsapevolezza, di sentimento d’incompletezza che l’Io-psyché sente, rispetto alle aree ancora non vissute di se stesso, con particolare riferimento a quelle non localistiche, transfinite. Tale stato patologico, discrasico, può essere somatizzato a diversi livelli, fino a divenare terminale, nei casi più gravi. Dal greco dyskrasia, composto da dys, male, e krasys, mescolanza, fusione, quindi, cattiva mescolanza
112. Disidentificazione
Lo stato di disidentificazione si evidenzia, quando l’Io-psyché entra in uno stato di autonomia, rispetto all’ente, all’essere vivente, in cui si era identificato. Assume, quindi, le caratteristiche della propria identità acquisita e, soprattutto, quelle inerenti la consapevolezza dei principi attivi autopoietici, pre-acquisito, che lo formano. Durante la formazione, coincide con il processo dell’Io-psyché, mediante il quale il ricercatore si costituisce la consapevolezza dello stato coscienziale Sigmasofia, ponendo in remissione l’immedesimazione, l’assimilazione di ogni tratto della propria esperienza acquisita, assumendo la piena consapevolezza dei principi attivi autopoietici che consentono alla possibilità tecnica di sperimentare, di nascere. Tale operazione è realizzata, utilizzando la funzione Ypsi.
113. Docenza in Sigmasofia
Dal latino, Docere che significa insegnare. La Docenza è l’insegnamento, trasmesso dal Docente. In tal caso, è l’abilitazione all’insegnamento della Sigmasofia, rilasciata dalla International Sigmasophy University.
114. Dodici più quattro morfologie autopoietiche
È il numero delle morfologie, inerenti il Progetto Genoma Coscienziale (principi attivi autopoietici), finora mappate e registrate.
115. Dream-time autopoietico
Tutte le attività del campo coscienziale possono essere vissute dall’Io-psyché come una particolare forma di tempo del sogno, ossia possono essere partecipate, esattamente come lo si fa con un sogno, durante la fase R.E.M.. È autopoietico, perché inerente i processi dell’universi-parte, autopoieticamente esistenti, non proiettivi.
116. E.C.A., insight ∑igma
Coincide con la presa di consapevolezza dell’olospresenza, su regioni inesplorate dell’inconscio autopoietico, conseguente allo stato di Entanglement Coscienziale Autopoietico.
117. Ecceità Sigmasofica
È lo stato che si attua nel campo coscienziale olistico-autopoietico, quando passa dallo stato di principio attivo transfinito (Universi) alla condizione di Io-psyché unico e irripetibile (spazio-tempo, parte).
118. Effetto ∑igma
Si manifesta, quando i ricercatori in formazione raggiungono il vissuto diretto delle peculiari atmosfere olistico-autopoietiche che nascono dalla pratica di tutte le Autopoiesi olosgrafiche. L’Io-psyché riconosce in sé la forza della pulsione autopoietica a conoscere, a Risalire e allinea la propria azione a tale consapevolezza.
119. Empatonia autopoietica
Empatia è la proiezione di uno stato coscienziale su una parte dell’Universi, su cui ci si immedesima, ci si identifica, si entra in fusionalità, tanto da sentire da dentro gli stati di coscienza della parte. Il tono è la condizione di tensione, di tensegrità, in cui si trova l’Io-somato-autopoietico. Il tono autopoietico determina benessere, freschezza, elasticità. Empatonia è il ∑igma, sommatoria più proprietà emergente, tra empatia e tono che assume valore autopoietico, quando la si vive, percependone i principi attivi che la formano.
120. Enantiodromia
Dal greco enantios che significa opposto e dromos che significa corsa. Letteralmente, vuole dire corsa all’opposto. Con questo concetto, si indica il gioco di caduta nell’opposto-complementare, agito dall’Io-psyché, cioè il riconoscimento vissuto, in base al quale tutto ciò che esiste passa nel suo opposto: si sta bene e poi si sta male e poi di nuovo bene, dopo il giorno viene la notte e, dopo la notte, il giorno. Indica anche il manifestarsi del principio opposto inconscio. La formazione vissuta a se stessi lo rivela, quando lo stato, in cui si è identificati, si reitera, non lasciando esprimere il proprio opposto complementare che, in qualche modo, dall’inconscio agisce come ostacolatore allo stato in essere.
121. Endoscopia autopoietica
L’endoscopia autopoietica Sigmasofica è una tecno-ontos-sophos-logia Io-somato-autopoietica che, attraverso il raggiungimento consapevole dello stato di fusionalità autopoietica, di empatonia con l’ente osservato, partecipato, studiato, ne consente, attraverso forme di visualizzazione, l’ispezione in chiave conoscitiva, diagnostica. Trova peculiare applicazione nell’osservazione di processi coscienziali propri dell’ente osservato. In tal caso, l’endoscopio è costituito dalle tecno-ontos-sophos logie coscienziali Sigmasofiche.
122. Entanglement Coscienziale Autopoietico (E.C.A.)
È un fenomeno quantistico, per cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dagli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l’insieme, anche se questi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso in italiano con non-separabilità, in quanto uno stato entangled implica la presenza di correlazioni tra le quantità fisiche, osservabili dei sistemi coinvolti.
123. Entelechia autopoietica
È il compimento in se stesso di un processo, nei diversi piani, sensibile e sovrasensibile, attraverso cui si esprime. Ogni stato coscienziale è uno stato compiuto in se stesso che coinvolge tutti i piani, l’Universi-parte, sempre!
124. Entropia autopoietica
È l’Universi-parte transfinito che crea, continuamente, ciò che viene interpretato come la tendenza al disordine, al caos di ogni parte-Universi.
125. Epistemologia Sigmasofica
Nell’ambito della teoresi Sigmasofica, si tratta dello studio critico dei principi attivi autopoietici e acquisiti, riguardanti la natura, le condizioni di validità della teoria, scaturente dal vissuto diretto. Dal greco episteme che significa conoscenza scientifica e logia che significa discorso su, scienza.
126. Ergosofia autopoietica
Da sempre, l’Io-psyché dell’essere umano ha cantato, suonato, danzato, dipinto, scolpito, lavorato la natura; ha scritto anche, per affermare il proprio stato io-somato-autopoietico, riconosciuto come patologico. L’ergosofia artistica terapeutica, dal greco ergon, che significa lavoro, è la saggezza del lavoro artistico, che ha la proprietà terapeutica auto-guarente, auto-rigenerante, formante, in quanto, attraverso questo processo occupazionale, l’Io-psyché del ricercatore potrà manifestare, abreagire i propri stati coscienziali anche distonici, rilassando e ponendo in remissione stati identificativi dell’Io-psyché. L’ergosofia artistica viene attuata, durante gli incontri di Autorigenerazione autopoietica residenziale e durante le giornate Sigmasofiche. I laboratori di Ergosofia autopoietica sono: giullarismo, pittura e disegno, scultura, canto individuale e corale armonico, danza autopoietica, danza tribale, trance dance, teatro, fotografia istintiva, cinema e video, bibliosofia, scrittura, ecologia, torrentismo, speleologia, archeologia, subacquea, volo libero, fire-walking, tiro con l’arco e con l’ascia, giardinaggio, coltivazione biologica e muratoria.
127. Escursioni autopoietiche
Viaggi studio-ricerca in luoghi naturali, con scopi autoformativi pratico—teorici, attraverso l’attuazione delle tecno-ontos-sophos-logie Sigamsofiche.
128. Esperienze innate-acquisite
Sono tutte le esperienze, in cui l’Io-psyché è simultaneamente consapevole della componente acquisita e di quella innata.
129. Essere umano ed eco-società olistico-autopoietici
È un progetto (in elaborazione) di società globale, planetaria, che individua le funzionalità dell’Io-psyché, in chiave ecumenica, olistica e scaturente direttamente dalla pratica vissuta della S.T.o.E. La Eco-società autopoietica è una società multietnica che vive il punto d’incontro, lo stato coscienziale Sigmasofia, tra espressioni individuali e sociali diverse dell’Io-psyché.
130. Estasi autopoietica
Per l’estasi, valgono tutte le considerazioni che abbiamo osservato per la beatitudine autopoietica. In tale condizione, possiamo riconoscere e vivere l’Io-psyché che raggiunge il principio attivo di fusionalità, in cui vive l’interazione, le sinergie con i diversi principi attivi archetipici autopoietici, vivendoli in tutte le manifestazioni dell’olospresenza e della non località.
131. E.S.U.C.Project. ECA – search for Universe-parts consciousness.
La Via Sigmasofica per la trasmissione-ricezione coscienziale non locale e simultanea di messaggi ha dimostrato che alcune parti-Universi utilizzano l’entanglement coscienziale per comunicare in modo istantaneo con altre.
132. Ethos autooietico
È la moralità, l’etica, la norma di vita del campo coscienziale olistico- autopoietico e dei principi attivi, ossia il comportamento dell’Universi-parte. È ciò che regola la vita propria dell’essere umano e dell’Eco-Società olistico-autopoietici.
133. Eugenetica autopoietica
L’eugenetica assume un peculiare significato-significante, perché non tratta e non si propone il miglioramento genetico della specie umana, o di altre. La genetica è il settore di studio, inerente la generazione degli esseri viventi e le modalità di funzionamento, d’interazione dei geni del genoma e di ciò che lo forma. Nel campo coscienziale olistico-autopoietico, è già in atto l’eugenetica, ossia la buona genetica, indipendente dalle interpretazioni che l’Io-psyché di ognuno si autorizza a fare. Si tratta di conoscere le funzionalità già esistenti dei processi autopoietici, tecnicamente in grado di creare il genoma e non, nel modo già assoluto, di migliorarli, in quanto non c’è nulla da migliorare, se non in riferimento a discriminazioni, riguardanti la preferenza, verso una determinata funzionalità rispetto ad altre, elemento, da cui prendiamo distanza e che ci induce a utilizzare pochissimo tale termine. L’eugenetica autopoietica è, quindi, la funzionalità pre-acquisito, pre-significati-significanti, dei principi attivi auto-creatori che sono, tecnicamente, in grado di creare il genoma dell’Io e del soma. È bona genetica, non per valutazione rispetto ad un cattivo, ma per autocreazione pre-dicotomia.
134. Eutanasia autopoietica
Dal greco euthanatos, eu significa bene, buono e thanatos significa morte: buona morte. È unno degli stati di coscienza Io-somato-autopoietici, prodotti dall’Universi-parte, noi stessi. È uno dei diritti-doveri di auto-determinazione dell’Io-psyché dell’essere umano.
135. Evacuazione autopoietica
È svuotare, espellere gli elementi residui dopo che se ne è estrapolato il principio attivo che veicolano, azione che viene attuata sui piani Io-somatico ed autopoietico, sensibile e sovrasensibile.
136. Evento autopoietico
È tutto ciò che accade nel tempo autopoietico, nel campo coscienziale olistico-autopoietico. Avvenendo nella non località, nella transfinitezza, l’evento autopoietico non è mai includibile, ad esempio, nelle coordinate spazio-temporali, sensibili (tre spaziale, una temporale)
137. Facilitatori autopoietici
Facile è ciò che si può fare senza difficoltà, agevole, comodo. È ciò che si capisce, senza particolare sforzo, che è chiaro, semplice. Le tecno-ontos-sophos-logie coscienziali operative complessive, e tutta l’organizzazione funzionale della Sigmasofia, sono considerate e vissute come facilitatori della pulsione autopoietica a vivere, conoscere e a risalire se stessi, attuata dall’Io-psyché.
138. Facoltà autopoietiche o facoltà ∑igma
Sono le capacità acquisite e innate disponibili, fruibili dall’Io-psyché, attraverso cui questi può produrre qualunque stato coscienziale sensibile e sovrasensibile, locale e non locale. Nelle facoltà autopoietiche, troviamo i principi attivi. Nell’archetipo funzione Ypsi, è possibile individuare peculiari potenziamenti e ipersensibilità dell’Io-psyché, che ho denominato facoltà autopoietiche dell’archetipo funzione Ypsi. Il loro scopo è mettere a diposizione dei ricercatori in formazione potenzialità che possano essere utilizzate e applicate nella Concentrazione autopoietica e nell’esplorazione del campo coscienziale olistico-autopoietico. Per comodità d’esposizione, le ipersensibilità emergenti dalla pratica possono essere individuate in: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto, il gusto autopoietici, il corpo, la sessualità, le sinestesie autopoietiche, la pittura e la scrittura autopoietiche, la xenoglossia, la mummificazione e l’insensibilità autopoietica, Autopoiesi non locale, Autocoscienza Autopoietica del Punto Morte (A.O.P.M.), Endoscopia Io-somato-autopoietica.
139. Fantasia
La fantasia è comunque vera, in quanto prodotto dell’Io-psyché che la esprime, anche se non c’è riscontro all’esterno. Fantasia non è sinonimo di falso.
140. Fase direttiva autopoietica
È la proposta di Autopoiesi olosgrafiche locali e non locali. Le tecniche che si utilizzano sono la rappresentazione diretta di morfologie già codificate, visualizzate in quelle che discendono dai principi attivi autopoietici, mentre creano stati coscienziali. La fase è detta direttiva, perché, di base, richiede una sperimentazione già codificata rispetto a quella spontanea, intuitiva, sincronica che il ricercatore crea, per autodeterminazione e autorealizzazione.
141. Fase instatica autopoietica
Vedi cifrario–glossario Sigmasofico –seconda parte-, voce instasi.
142. Finalità autopoietiche
Si attuano, quando l’Io-psyché si ordina simmetricamente ad un fine autopoietico. Ogni azione bios-etica quotidiana diviene così emanazione dello scopo-intenzione dell’intelligent design, incluso nel campo coscienziale olistico-autopoietico.
143. Fisiologia autopoietica
La fisiologia autopoietica coincide con i principi attivi autopoietici e rappresenta le funzioni archetipiche, sovrasensibili del campo coscienziale e le sue interconnessioni con una delle sue riduzioni che è la fisiologia sensibile, quella che studia le funzioni degli organismi umani, animali e vegetali, in particolare.
144. Fissione-fusione autopoietica
La fissione è la scissione di un nucleo atomico, presente in due o tre parti, per effetto di un bombardamento di neutroni, a cui si accompagna la produzione di energia. Interagisce, ovviamente, sul piano Io-somato-autopoietico complessivo ed è legato a scissioni, destrutturazioni di stati coscienziali dell’Io-psyché. La fusione Io-somato-autopoietica è la reazione, per cui due nuclei leggeri entrano in collisione-fusione e danno luogo ad una ristrutturazione, formando due o più reazioni fusionali tra stati coscienziali.
145. Focus autopoietici
Attraverso le Autopoiesi olosgrafiche, è possibile raggiungere e percepire, seguendo specifiche visualizzazioni interiori, luoghi dell’inconscio, esattamente allo stesso modo in cui visualizziamo un sogno, mentre dormiamo. L’inconscio è formato da una quantità transfinita di immagini, di emozioni, di istinti, di memorie, di cogniti, di reminiscenze (…). Nell’inconscio acquisito, individuale e collettivo, corrispondono alle memorie registrate, dopo la pratica delle esperienze vissute. Alcune vengono ereditate dai genitori e dagli avi, da cui discendiamo; altre possono essere percepite nel tutto è atomicamente e coscienzialmente legato, che siamo. Soltanto per comodità espositiva, ho dato tre riferimenti più uno, di luoghi interiori o focus autopoietici, su cui zoommare durante le visualizzazioni, le Autopoiesi olosgrafiche non locali. I primi tre, che si dischiudono lungo l’asse spinale (cervello viscerale), sono necessari all’esplorazione dell’inconscio acquisito, individuale e collettivo; il più uno è quello utilizzato, al momento in cui si raggiunge l’inconscio autopoietico.
146. Follow-up autopoietico
È la supervisione Sigmasofica, a cui occorre sottoporsi dopo aver seguito la Maieutica Sigmasofica. Possono esserci probabilità di ricadere negli stessi ostacolatori o discrasie, su cui si è lavorato e transmutato. Più è lungo l’intervallo, libero da ostacolatori–discrasie, meno probabile sarà l’eventuale recidiva. Dopo il quinto anno, la possibilità di recidiva tende a entrare in remissione quasi definitiva (una possibilità rimane sempre). Le supervisioni hanno l’obiettivo di:
- escludere che l’ostacolatore-discrasia sia stato ricreato con influenze non gestite;
- eseguire uno screening, per individuare altri tipi di ostacolatori-discrasie correlati;
- individuare eventuali stati compensatori alla remissione dell’ostacolatore-discrasia.
147. Forgiatura autopoietica
Operazione con cui il Maieuta crea le condizioni, affinché l’Io-psyché del ricercatore possa auto-forgiarsi, per potenziare la propria organizzazione Io-somato-autopoietica del ricercatore.
148. Free-flow autopoietico
Il flusso libero olistico-autopoietico si evidenzia, al momento in cui l’Io-psyché non produce più ostacolatori-discrasie e vive consapevolmente le naturali e innate funzionalità olistico-autopoietiche, di cui è espressione.
149. Funzionalità autopoietica
Attività che un Io-psyché svolge, in conseguenza del campo coscienziale olistico-autopoietico, da cui si evidenzia. È l’attività specifica del campo coscienziale che esprime, così, tutte le funzionalità autopoietiche (principi attivi, archetipi, ecc).
150. Fusionale, fusionalità autopoietica
È il passaggio, da parte dell’Io-psyché, dallo stato di identificazione in se stesso allo stato di reintegrazione, di non separabilità fusionale autopoietica con ciò che denomina l’esterno rispetto a sé. È l’unione dell’Io-psyché con il cosiddetto Tu, del soggetto con l’oggetto, degli opposti-complementari in un tutto unico, indifferenziato. Fusionale è lo stato di tensegrità Io-somato-autopoietica, in cui opera l’Universi-parte. È la remissione spontanea del concetto di finitezza, per far posto a quello di transfinitezza. Se l’Io-psyché vive consapevolmente i principi attivi autopoietici, transfiniti che lo formano, diverrà consapevole dello stato di fusionalità autopoietica, in cui opera.
151. Gelontologia e Autoironia autopoietica
Dal greco ghelos che significa risata e logos che significa discorso su, scienza. È la scienza della risata. È il particolare modo di espressione autopoietica che assume forme critiche o derisorie e conferisce ai gesti, agli atti, alle parole un significato-significante contrario o diverso da quello originario. Un esempio di autoironia autopoietica può essere quello dell’atteggiamento, assunto dall’Io-psyché che, evidenziando la semplicità autopoietica, assume di fatto modi complessi, evidenziando contraddizioni e stati identificativi nell’altro. Dal greco eironeia che significa dissimulazione, finzione. A ben partecipare-osservare, è l’incontro della semplicità autopoietica con la complessità identificativa dell’acquisito (anch’esso scaturente dall’autopoietico). Da tale matrimonio, realizzato dall’Universi-parte, nasce l’autoironia autopoietica della sorte, della vita, che può produrre eventi imprevedibili, per le aspettative degli stati identificativi nel solo acquisito.
152. Gemellanza autopoietica
È il rapporto di consanguineità, esistente tra gemelli, con la peculiarità che è riconosciuta non a livello di sangue, ma a livello di formazione della molecola del DNA, dalla quale tutti proveniamo e, in questo senso, a quel livello, siamo tutti gemelli.
153. Giro armonico autopoietico
È la conoscenza, la simmetria di suoni che sono percepiti come piacevoli. È il saper unire simultaneamente più suoni. Esprimendosi simultaneamente, le funzionalità autopoietiche mostrano armonia autopoietica. L’insieme di morfologie, di ingredienti, che concorrono a formare uno stato di coscienza formano un giro, che è armonico, appunto perché inerente i principi attivi autopoietici. Ogni stato coscienziale o funzione dell’Universi-parte ha un giro armonico autopoietico che si ripete, per formare quello stato di coscienza specifico. Lo stato coscienziale Sigmasofia ha un solo giro armonico olistico.
154. Giullarismo autopoietico
È praticato dai Giullari autopoietici, che sono ricercatori in formazione in Sigmasofia, la cui professione e arte è quella di divulgare nel mondo, viaggiando, i principi attivi autopoietici, utilizzando tecniche circensi da clowns, da saltimbanchi, da giocolieri, da cantastorie. Sono musicisti e danzatori che sanno meditare olosgraficamente. Rappresentano tipologie del Teatro autopoietico.
155. Giustizia autopoietica
È il valore bios-etico autopoietico che, riconoscendolo in sé, l’Io-psyché può riconoscere anche in quella parte di sé, che è l’altro. L’agire questo autoriconoscimento è giustizia autocreata.
156. Grounding autopoietico
È una delle posizioni che si assumono durante la pratica della danza autopoietica. I piedi sono paralleli, larghi, quanto la larghezza delle spalle, le ginocchia sono leggermente piegate e morbide, la colonna e la testa leggermente piegate in avanti, ma allineate. Gli occhi sono chiusi. Si imposta, così, l’inizio del riconoscimento della realtà complessiva, sentendola.
157. Guida autopoietica
La guida è l’azione di guidare. In questo caso, è l’Io-psyché, consapevole del proprio contenuto intuitivo e sincronico, perché in quella condizione di autoguida si evidenzia la via da seguire che autopoieticamente ispira, guida.
158. Gusto autopoietico
Si tratta della percezione di gusti, oltre il range sensoriale normalmente utilizzato, o, ad esempio, quando, durante i sogni, mangiamo qualcosa e ne sentiamo il gusto.
159. Identità autopoietica
È l’insieme dei principi attivi autopoietici che contraddistinguono e consentono la creazione e il riconoscimento di una specie, di una parte dell’Universi.
160. Imitazione autopoietica
Significa rappresentare, agire le azioni, gli atti del ricercatore in formazione, in modo ampliato, tenendo conto dei principi attivi autopoietici che li fanno nascere.
161. Immagini autopoietiche
Figura interiore, più che tridimensionale, percepita mediante la visione olistico-autopoietica, che può attuare l’Io-psyché, forgiato e potenziato e, pertanto, in grado di esprimere le facoltà olistico-autopoietiche.
162. Immagogia Sigmasofica
È l’Io-psyché che, applicando le Autopoiesi olosgrafiche, incontra e vive immagini, presenti nell’inconscio acquisito, individuale e collettivo. Si manifestano esattamente come le immagini oniriche, durante la fase R.E.M., e possono assumere forme archetipiche, mitologiche. Inoltre, si tratta dell’incontro vissuto con i principi attivi autopoietici, formanti l’immagine, sia quella con valenza prevalentemente individuale che quella collettiva, e rappresenta anche la percezione di archetipi autopoietici, presenti nel campo coscienziale, totalmente autonomi dalla loro manifestazione nell’acquisito, nella percezione sensibile. L’immagogia sigmasofica può essere raggiunta con percorsi totalmente direttivi, guidati o con percorsi totalmente liberi, spontanei, istintivi-emozionali e pre-istintivi-emozionali, intuitivi e autopoietici e, in molti casi, attraverso l’integrazione delle due modalità. È la conseguenza naturale della danza e della musica autopoietica, a cui si abbina. Favorisce il raggiungimento dell’insight intuitivo. Intuito significa guardare dentro, mentre immagogia significa agire dentro dopo avere guardato: i due termini sono perfettamente integrabili. Quindi, i livelli d’immagogia Sigmasofica sono: immagogia sigmasofica Io-somatica individuale, Io-somatica collettiva, Io-somato-autopoietica.
163. Impermanenza autopoietica
L’impermanenza è il non rimanere, il non perdurare, il non essere continuo nel tempo.
164. Impulsi autopoietici
L’impulso è la spinta comunicata alla componente acquisita dal campo coscienziale olistico-autopoietico. È l’impulso, la radiazione che contribuisce a creare, a compiere l’azione autopoietica e, successivamente, acquisita, che autocrea.
165. Inconscio acquisito-collettivo
Nell’inconscio acquisito-collettivo, troviamo i processi funzionali sensibili, creati dall’inconscio autopoietico. Si tratta di archetipi sensibili, acquisiti, denominati genericamente alfa. I fondamentali sono cinque: l’archetipo campo istintivo-emozionale e aggredior, l’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile, l’archetipo Io-psyché, l’archetipo funzione Ypsi, l’archetipo acquisito spazio-tempo. Inoltre, troviamo somme, integrazioni di esperienze, vissute dai diversi Io-psyché, che hanno assunto intensità significative, sul piano istintivo-emozionale e contenutistico- Queste costellazioni assumono vari aspetti e diverse forme. Sono dinamiche archetipiche acquisite, vive sempre e dovunque. Le ritroviamo in ogni coscienza, esattamente come il campo coscienziale olistico-autopoietico, a cui sono collegate. Nelle profondità dell’inconscio acquisito, degli archetipi alfa, possono percepirsi immagini primigenie che li rappresentano. Ad esempio, le prime percezioni del mondo, di se stessi, che sono state realizzate dai primi corpi fisici formati, sono percezioni comuni, collettive, che troviamo registrate.
166. Inconscio acquisito individuale
L’inconscio acquisito individuale è formato da tutti gli stati coscienziali, da tutte le esperienze memorizzate e dai processi funzionali che si sono formati, dal momento del concepimento in poi, dal tempo della formazione della cellula, di cui l’Io-psyché non è consapevole. L’inconscio acquisito si trova in stretta connessione, non separato dall’inconscio acquisito collettivo e autopoietico. Tra i contenuti dell’inconscio acquisito, oltre a quelli individuali, legati alla propria storia, ne esistono altri che hanno caratteristiche specifiche. Gli archetipi alfa dell’inconscio acquisito collettivo e individuale sono processi dinamici, stati coscienziali, contenuti nel funzionamento dell’Io-psyché dell’essere umano e riscontrabili nel funzionamento di ognuno. Nell’inconscio acquisito, troviamo tutti i significati-significanti, applicati agli archetipi alfa: le esperienze acquisite.
167. Inconscio olistico-autopoietico
La Sigmasofia suddivide il movimento unico, che è l’inconscio, in due parti fondamentali, inconscio innato (autopoietico) e inconscio acquisito che, a sua volta, si suddivide in collettivo e individuale. I principi attivi autopoietici archetipici che hanno saputo edificare noi e la manifestazione sensibile, sovrasensibile, locale e non locale, di cui siamo parte integrante, coincidono con il campo coscienziale che all’Io-psyché risulta essere inconscio, in quanto non lo ricorda, non ne è consapevole.
Il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché include quattro componenti fondamentali: morfica, atomica e coscienziale acquisita (Io-psyché)
- La componente Morfica indica l’auto-modulazione del campo (stesso) in morfo-genetico autopoietico.
- La componente Atomico indica l’auto-modulazione del campo (stesso) in elettrodebole, elettromagnetico, gravitazionale, atomico-nucleare, autopoietici.
- La componente Coscienziale indica l’auto-modulazione del campo (stesso) in Io-psyché.
168. Indifferenziazione autopoietica
È la condizione non collassata, non ridotta del campo coscienziale olistico-autopoietico che può includere l’Io-psyché e che è la sommatoria di tutto l’esistente locale e non locale, più proprietà emergente. Tale condizione è un contenuto dello stato Sigmasofia dell’Universi-parte.
169. Infallibilità autopoietica
È infallibile, perché usa l’imitazione amplificata, di atti attuati dal ricercatore stesso, consentendogli di rivedersi in questo specchio in maniera ampliata. È infallibile, in quanto il Maieuta non deve somministrare nessuna azione, scaturente dalle proprie interpretazioni o stati di consapevolezza, ma deve soltanto limitarsi a riprodurre quanto agito dal ricercatore e, in tal senso, è da considerarsi infallibile, in quanto è il ricercatore stesso ad indicarla.
170. In-formazioni olistico-autopoietiche
Vedi cifrario–glossario Sigmasofico –seconda parte-, voce Vettori in-formazionali.
171. Ingredienti autopoietici
È ogni sostanza, ogni elemento che forma e compone l’Io-psyché. Dal latino ingredi, che significa entrare. Nell’etimologia, riscontriamo la funzionalità vissuta, per cui gli ingredienti, gli archetipi, i principi attivi autopoietici che formano il campo coscienziale, entrano e formano quella acquisita: Autopoietici, appunto perché autocreantisi.
172. Insight intuitivo
Il termine intuire deriva dal latino intueri: in significa in, dentro, e tueri, tuitus significa guardare, quindi guardare dentro. L’ente che ha la facoltà di poter guardare dentro è l’Io-psyché. Per farlo, utilizza le proprie facoltà. In generale, l’intuito potrebbe essere definito come l’azione Io-somato-autopoietica necessaria a percepire l’essenza di processi dell’inconscio innato (ecologico, autopoietico) e acquisito (collettivo e personale), in particolare i contenuti definiti come memoria, di cui non si è consapevoli, consci. Si tratta, quindi, dell’Io-psyché che percepisce direttamente ed inequivocabilmente un contenuto del proprio inconscio acquisito e innato, componente della fisiologia archetipica che lo forma e delle sue interconnessioni con il tutto è atomicamente e coscienzialmente legato. Una percezione di questo tipo avviene in uno stato di fusionalità con l’ente partecipato-osservato, senza la mediazione dei riferimenti logico-razionali, intellettuali. In particolare, l’intuito si riconosce a causa della presenza di uno stato coscienziale non identificato nello spazio-tempo convenzionale, ma attivo nel continuo presente, nel tempo autopoietico, in cui è possibile rilevare processi collocati nel cosiddetto passato e futuro.
173. Instasi autopoietica
Estasi deriva dal greco Ek-stasis, che significa stare al di fuori di sé, nel senso di espansione dell’Io-psyché e di vissuti di stati di de-localizzazione. Per instasi, invece di intende la formazione alle funzionalità Io-somatiche e energetiche interiori, agenti in se stessi, per raggiungere la funzionalità interiore più estesa. Nella realtà, ciò che esiste è soltanto l’instasi che può manifestarsi come estasi. Si tratta dello stare dentro fino alla non località, in cui di fatto interiore ed esterno si riconoscono come campo unico inscindibile ed è nel viversi come instasi che si può riconoscere l’estasi. Senza il vissuto dell’ontos, del sophos, del logos del kraino, non si può riconoscere che cosa sia instasi autopoietica e, quindi, riconoscere estasi. La coscienza della cellula, al momento della sua crescita, è il vissuto che ci consente di riconoscere i processi instatici e, nello stesso tempo, registrati come estatici: è l’azione dell’espansione della cellula che, di fatto, coincide con l’espansione dell’Io-psyché. Nel riconoscimento vissuto delle facoltà di creazione, che veicoliamo nella cellula (clonazione), risiedono inneschi che ci consentiranno di vivere che cosa sia instasi-estasi autopoietica.
174. Intelligenza autopoietica, (Intelligent Design Olistico-Autopoietico)
È la facoltà propria del campo coscienziale di creare, di produrre principi attivi autopoietici, archetipi, stati coscienziali, galassie, dimensioni. Consente all’Universi-parte di creare qualunque dimensione e ambiente, utilizzando ingredienti autopoietici.
175. Intenzionalità autopoietica
L’intenzione è la tendenza, l’inclinazione della fisiologia del volere, veicolata dall’Io-psyché, orientata verso il vissuto dei principi attivi complessivi. Su tale intenzione, poniamo significati-significanti, il senso della parola, di un concetto. Nell’intenzione-intento, l’Io-psyché rivolge le proprie facoltà complessive su qualche cosa d’interiore o di esterno, in piena attenzione-concentrazione-meditazione, in questo caso, sui principi attivi Sigmasofici. L’intenzionalità, l’intuito inglobano in sé l’ermeneutica Sigmasofica, ossia l’interpretazione, la descrizione scaturente dal vissuto diretto del libro inconscio acquisito e autopoietico. In riferimento allo spazio-tempo convenzionali, l’essere umano ha seguito una storia esperienziale che è paragonabile ad un libro antico e attuale da leggere, da descrivere, da interpretare. Essendo una facoltà dell’Io-psyché, ha una scaturigine autopoietica propria e, quando vive quel livello di sé, può prendere coscienza di esistere, da sempre, nella fisiologia formante l’Io-psyché.
176. Interveniente autopoietico
È l’attitudine dell’Io-psyché del ricercatore in Sigmasofia a intervenire, a interagire nelle situazioni di ogni tipo, per fini autopoietici, di autorigenerazione.
177. Io-cinesi autopoietica
È il processo, l’interazione tra l’Io-psyché e l’Universi-parte, interiori ed esterni, sensibili e sovrasensibili, locali e non locali (un campo unico).
178. Io-plastie
Sono immagini prodotte dall’Io-psyché, rese dense, plastiche che vengono proiettate sulla realtà sensoriale percepita, fino a modularla.
179. Io-psyché
IL campo coscienziale olistico-autopoietico è un processo transfinito, non locale, che include ed evidenzia elementi ancora inconsci di sé, sia nella sua manifestazione innata sia in quella acquisita. Rappresenta una funzione unica, inseparabile, continua, che può assumere la forma di campo coscienziale olistico-autopoietico che crea e s’identifica in specifiche e localistiche morfologie acquisite. L’Io-psyché è costituito da specifici processi funzionali, quali la percezione e i sensi, il processo del pensare, del concettualizzare, dell’immaginare, del sentire, del volere, le facoltà olistico-autopoietiche (…) che gli permettono di conoscere le parti che lo compongono e quelle che sembrano essere esterne, determinando, così, i significati-significanti: pensare, volere, sentire, concettualizzare qualche cosa di specifico, denominandolo.
180. Io-ontos-sophos-logia sigmasofica o Psicologia autopoietica
Il termine sofia deriva dal greco sophia che significa sapienza, saggezza, e da sophos, il saggio. Logia deriva da logos che significa discorso su, scienza. Quindi, secondo l’accezione Sigmasofica, è la saggezza e la scienza dell’Io-psyché. Le funzioni autopoietiche, che i termini sofia, logos e kraino indicano, fanno parte dell’Io-psyché. Il termine Io-ontos-sophos-logia è stato scelto per indicare uno degli strumenti operativi della Sigmasofia e, in questo senso, è assimilabile al termine psicologia. La sophoslogia è, sinteticamente, la scienza della saggezza, rappresentata dai principi attivi autopoietici sintetizzati negli archetipi Ypsilon, Psi, Lambda e ∑igma del campo coscienziale olistico-autopoietico, finora vissuto. Abbinandola al termine Io (Io-ontos-sophos-logia), diventa un processo di passaggio, di attraversamento che s’incontra, durante la formazione.
181. Io-somatico-a
È l’evidenziazione dell’Io-psyché in una funzionalità del corpo, del soma, di un organo o l’evidenziazione di uno di questi, rispetto ad una funzionalità dell’Io-psyché, da cui emergono lesioni che hanno, come causa o concausa, fattori Io-logici (psicologici) o somatici. È anche un processo che si riferisce contemporaneamente alle funzionalità dell’Io-psyché e del soma, sempre vissuti come campo unico (da cui anche la componente autopoietica è inscindibile). Lo si utilizza, separato da autopoietico, soltanto per comodità espositiva e per esigenze esplicative.
182. Isonomia autopoietica
È l’uguaglianza dell’Io-psyché, di fronte ai propri stati coscienziali, emanazione del determinismo e della legge, olistico-autopoietici. È la completa armonia tra le produzioni Io-somato-autopoietiche dell’Universi-parte, se stessi. È il perfetto equilibrio, la perfetta simmetria e corrispondenza di tutte le parti dell’Universi transfiniti: in questo, la componente autopoietica.
183. Ispirazione autopoietica
L’ispirazione è parte della pulsione olistico-autopoietica e opera direttamente dal campo coscienziale. Comunica all’Io-psyché funzionalità, processi o parte di tale campo, quando l’Io-psyché stesso raggiunge, vive quella parte di sé. La comunicazione dell’Io-psyché con la componente ispirazione innesca stati di creazione nel sensibile e di alcuni suoi derivati, come la creatività, l’arte. L’ispirazione è anche uno specifico contenuto dell’insight intuitivo e sincronico.
184. I.S.U. International Sigmasophy University
Propone la formazione a se stessi personale, professionale, artistica e d’avanguardia. Si rivolge a liberi ricercatori, interessati alla conoscenza vissuta della propria organizzazione Io-somatica, conscia e inconscia, come base propedeutica fondamentale e della propria organizzazione Io-quantistico-autopoietica sovrasensibile e sensibile, locale e non locale transfinita, delle sue interconnessioni e relazioni con la natura complessiva e delle molteplici dimensioni ad essa collegate, come approfondimento.
185. Judo Io-somato-autopoietico (arte marziale interiore)
È la tecno-ontos-sophos-logia interiore ed esterna che utilizza la forza (fisiologia), la manifestazione del sintomo, della discrasia, del cosiddetto avversario, nemico, come campo di forza, non da attaccare o da difendere, bensì da utilizzare a sostegno e a potenziamento della propria azione bios-etica autopoietica.
186. Kairos
Deriva dal greco e significa momento giusto, momento opportuno. In Sigmasofia lo spazio-tempo si riferisce a un tempo sequenziale di solito interpretato con direzione passato-presente-futuro. In tale sequenza acquisita si può individuare il kairos come uno spazio-tempo indeterminato nel quale qualcosa di speciale, di giusto si evidenzia, (non rispetto ad una sbagliato) accade. Lo spazio-tempo quantitativo al momento del kairos si evidenzia come spazio-tempo qualitativo. In questo senso è spazio-tempo e simultaneamente azione che dovrà essere non in anticipo non in ritardo.
Dove chronos è il concetto di tempo, che tutti individuiamo e normalmente viviamo come convenzione logica e sequenziale, il kairos è riconoscibile dentro chronos ed è il momento in cui l’Io-psyché crea qualche cosa di speciale, di significativo, crea consapevolezza olistico-autopoietica. Il ricercatore, che sperimenta la creazione della propria presa di consapevolezza dall’esperienza che assume di vivere, rende speciale l’azione, riconosce il kairos autopoietico. Chronos è quantitativo-qualitativo, kairos, invece, è autopoietico, consapevolmente autocreante.
187. Legami autopoietici.
Il legame è il vincolo Io-somato-autopoietico, riconosciuto dall’Io-psyché, anche quando è integrato da significati-significanti acquisiti. È autopoietico, quando autocrea, senza ostacolatori, sul piano sensibile.
188. Leggi olistico-autopoietiche
S’intende il complesso dei principi attivi, che contiene le regole funzionali e armoniose dell’Universi-parti, se stessi. Tali leggi autopoietiche trovano evidenza negli esseri umani come in qualunque altra manifestazione sensibile. Quando non si è consapevoli di tali leggi che ci regolano, si determinano conseguenze discrasiche.
189. Lettura autopoietica
Sostanzialmente, è il modo di osservare, di vedere, d’interpretare, di analizzare, di partecipare, realizzato dall’Io-psyché in formazione in Sigmasofia. Dopo aver raggiunto, vissuto i principi attivi e il campo coscienziale, li si fa ricadere a sostegno dell’azione, attraverso cui si legge un evento, un ente, una situazione di vita.
190. Libertà autopoietica
Libero è l’Io-psyché, non soggetto all’autorità di un altro. È consapevole e padrone dei propri atti, ha piena libertà di esprimere ogni contenuto della coscienza ed è libero da ogni condizionamento. La libertà autopoietica viene raggiunta, quando l’Io-psyché riesce a vivere la condizione, per cui i processi sopra indicati possono essere risaliti e transmutati, percependo i principi attivi autopoietici che formano dette capacità di libertà di (…) e di libertà da (…).
191. Linea del destino autopoietica
Il destino autopoietico è il susseguirsi degli eventi, dei processi, dei principi attivi autopoietici. È legato al determinismo autopoietico, ossia alla funzionalità pre-spazio-tempo del campo coscienziale. Il destino autopoietico è, quindi, strettamente parte dei processi pre-spazio-tempo, pre-manifestazione dell’acquisito. La linea del destino autopoietica coinvolge l’Universi-parte complessivo ed è la dinamys, immanente alla radice di ogni linea del destino acquisito. È il manifestarsi simultaneo dell’autopoiesi continua dell’Universi-parte. È pre-determinata dai principi attivi autopoietici, transfiniti, non assoggettata ai significati-significanti acquisiti, localistici, che sono inclusi in quelli non localistici. È la linea del destino dell’Universi-parte che include la linea del destino individuale acquisito, localistico. È l’intelligent design autopoietico, riconoscibile, dell’Universi-parte, noi stessi.
192. Linguaggio autopoietico Sigmasofico
È la reintegrazione, in un unico processo, in un’unica espressione, di tutti i tipi di linguaggio disponibili: quello dell’Io-psyché, del somatico e dell’autopoietico.
193. Logica autopoietica
È il vissuto, in base al quale si trova la conferma che la Costruzione della propria teoria, elaborata durante la formazione, è simmetricamente corretta.
194. Luccicanza autopoietica
All’interno delle facoltà ipersensibili, olistico-autopoietiche che l’Io-psyché può raggiungere (olospatie), formandosi in Sigmasofia Io-somato-autopoietica, riscontriamo la facoltà, la potenzialità, denominata luccicanza autopoietica. In sostanza, si tratta di un improvviso insight intuitivo, attraverso cui si evidenziano sia retrocognizioni sia pre-cognizioni o lettura di processi inconsci sovrasensibili, prima non noti e legati al presente. Si tratta di in-formazioni, estrapolate dal campo coscienziale olistico-autopoietico, anche da più Io-psyché.
195. Luce pesante
È una componente del campo elettrodebole autopoietico che veicola, unitamente ad altre componenti, i principi attivi archetipici, prodotti dal campo coscienziale. È inclusa nella pulsione autopoietica.
196. Lucido abbandono autopoietico
Abbandonarsi è lasciarsi andare, è affidarsi totalmente ai principi attivi auto poietici, in maniera autoconsapevole, per autodeterminazione, sicuri che i processi che sono stati in grado di edificare l’Universi, noi stessi, se lasciati agire liberamente, potranno porre in remissione spontanea, rigenerare ogni stato identificativo, fissato, ripetitivo, patologico (…).
197. Luoghi autopoietici
Il luogo, sul piano sensibile, è una posizione determinata dello spazio; in senso autopoietico, è uno specifico stato di autoconsapevolezza, assunto dall’Io-psyché, in riferimento ai processi dei principi attivi, del campo coscienziale olistico-autopoietico.
198. Maieutica anticondizionamento
Quando l’Io-psyché è sottoposto, subordinato alle condizioni identificative e tale stato influisce in modo diretto o indiretto sulla sua autoformazione, sulle sue decisioni (…) se ne rende conto e chiede l’intervento del Maieuta in Sigmasofia. In quel momento, scatta lo specifico protocollo, denominato Maieutica anticondizionamento.
199. Maieutica assistita dagli animali
Sono le sedute di Sigmasofia, in cui la pratica di alcune Autopoiesi olosgrafiche viene svolta, guidati da animali-Maieuti, specificamente formatisi a questo.
200. Maieutica Sigmasofica, Maieuta o Agathoi iatroi
La Maieutica Sigmasofica è il lavoro che svolge il Maieuta. Il Maieuta, dal greco maieutikè, che significa technè, arte ostetricia, in forma generica, può essere definito come i ricercatore in Sigmasofia che sviluppa la formazione pratico-teorica, vissuta, a se stesso, in grado di generare l’orientamento pedagogico-psicagogico, l’arte e la technè dell’ostetricia autopoietica Sigmasofica, volta ad estrapolare i principi attivi autopoietici e acquisiti, già per intero operanti alla radice dell’Io-psyché. Inoltre, si forma ad essere tecnicamente in grado, nel contesto Sigmasofico e nella vita, di sostenere, di assumere, di orientare, di vivere Io-somato-autopoieticamente e in modo adeguato, ogni tipo e forma di relazione con un ricercatore in formazione che manifesti qualunque tema intellettuale, istintivo-emozionale o autopoietico, per lui significativo. Il Maieuta è la figura professionale, artistica e d’avanguardia che, attraverso le proprie conoscenze e competenze vissute, è in grado di favorire orientamenti e soluzioni a qualunque situazione Io-somato-autopoietica, cosiddetta sana o cosiddetta patologica, ad un singolo ricercatore o gruppi di ricercatori o a se stesso: l’Universi-parte. La figura professionale del Maieuta in Sigmasofia risponde alle esigenze di tutti quei ricercatori che vogliono trasmettere i principi attivi autopoietici di base, sostanzialmente Io-somatici della Sigmasophy Theory of Everythibg- Il Maieuta Sigmasofico o Agathoi iatroi autopoietico, è l’essere amante dei significati-significanti dell’ontos-sophos-logos-olos-Kraino vissuti e riconosciuti ( attraverso technè autocreate), all’essenza della vita-autopoiesi, del campo coscienziale olistico-autopoietico dell’Universi-parte, se stessi.
201. Maieutica tanato-ontos-sophos-logica sigmasofica
La Maieutica tanato-ontos-sophos-logica sigmasofica si occupa di trasmettere gli strumenti operativi per acquisire prese di consapevolezze vissute rispetto al cos’è lo stato coscienziale punto morte, i suoi derivati e le modalità attraverso cui creare e vivere il passaggio consapevole dallo stato coscienziale punto vita
202. Mantra autopoietico
È costituito dalla sommatoria e proprietà emergente di uno o più principi attivi autopoietici, di cui è stata riconosciuta la morfologia, attraverso cui si manifesta. Se ripetuto, attraverso la danza e la musica autopoietiche, o frasi che ne descrivono la funzionalità, si ottiene una forma di simmetria e di collegamento simultaneo con tali funzionalità, permettendo, così, all’Io-psyché di potenziare il proprio stato di consapevolezza, attraverso l’estensione potenziamento della naturale sensorialità e di entrare nello stato di fusionalità con il campo coscienziale olistico-autopoietico. Il mantra autopoietico è ripetuto molte volte, aiutato dalla rappresentazione dello scudo-cifrario della Sigmasofia in maniera danzata (mantra autopoietico corporeo), cantata (canto autopoietico ripetuto), sottovoce o attraverso rappresentazioni interiori dell’Io-psyché, prendendo coscienza, tramite la pratica delle facoltà autopoietiche, di cui, spesso, non si è consapevoli.
203. Mass-medium
È il mezzo di comunicazione di massa, di diffusione di messaggi informativi a chiunque abbia interesse ad ascoltarli. In Sigmasofia, stiamo sperimentando, come medium, l’utilizzo dello stato E.C.A.
204. Materia autopoietica
La materia è la sostanza, di cui sono fatti i corpi sensibili, gli ingredienti particolari di cui è costituito un determinato materiale che può essere liquido, solido, infiammabile ecc. Tale materia si evidenzia ed è parte interagente di quella autopoietica, ossia delle sostanze, del campo, degli archetipi, di cui è composto il campo coscienziale non locale, anche in riferimento ad ingredienti particolari di principi attivi autopoietici che lo compongono. In ultima partecipazione-osservazione, la materia si manifesta, all’essenza, sempre sotto la forma di campo.
205. Mathesis autopoietica
Dal greco mathesis che significa l’imparare, l’apprendimento, la cognizione, l’istruzione, la scienza, l’educazione, il sapere. È autopoietica, quando è inerente il campo coscienziale olistico-autopoietico.
206. Matrimonio autopoietico
Coincide con l’orientare l’Io-psyché, attraverso la formazione pratica, vissuta, non culturale e intellettuale, verso la fisiologia e la saggezza autopoietiche che lo formano e da cui nasce, e che hanno, in sé, poteri di autopoiesi continua, di non deteriorabilità. Questi, moventi nell’inconscio autopoietico, devono poter operare consapevolmente, a sostegno dell’Io-psyché, dell’essere umano: è il matrimonio autopoietico (alchemico) dell’Io-psyché con se stesso: l’Universi-parte.
207. Mediazione Io-somato-autopoietica
L’Universi-parte, noi stessi, è un processo atomicamente e coscienzialmente legato, un campo unico. Per comodità espositiva, è possibile individuare tre piani fondamentali, pur considerandoli sempre un campo unico funzionale: l’Io-psyché e tutti gli stati coscienziali, il somato, ossia tutte le funzioni fisiche locali e non locali e l’autopoietico, che comprende le funzionalità sovrasensibili, operanti nel campo coscienziale. Pur distinguendole, sono sempre considerate un unico processo funzionale. Ed è questo che regola e che media la relazione.
208. Melodia autopoietica esistenziale
È la successione Io-somato-autopoietica di suoni e di danze autopoietiche, aventi senso, significati-significanti autopoietici compiuti.
209. Messaggio autopoietico
È un’informazione trasmessa, evidenziatasi attraverso il principio attivo di Entanglement Coscienziale Autopoietico. I messaggi autopoietici sono i significati-significanti che siamo riusciti a vivere e a scoprire nelle finalità dei principi attivi autopoietici, i vettori in-formazionali stessi, che si evidenziano dal linguaggio autopoietico.
210. Metabisogno autopoietico
Con il termine meta (dal greco meta che significa con, tra, dopo), intendiamo molteplici cose. Si indica il mutamento, la modificazione, quando il bisogno muta lo stato Io-somato-autopoietico, per soddisfarsi e per conoscersi; la trasposizione si attua, quando il bisogno ci porta oltre se stesso, sempre per la stessa finalità; il trasferimento è quando l’Io-psyché trasferisce su altri il bisogno che produce, sempre per auto-soddisfarsi e per conoscersi. Si indica, inoltre, il superamento di limiti somatici, se questo viene partecipato-osservato dai principi attivi autopoietici che lo formano. Il metabisogno è inteso come fisiologia che crea e muove: non significa disporre di qualche cosa, necessaria a tenere acceso, in vita, il corpo fisico, parte integrante dell’Universi-parte, in cui l’Io-psyché localmente si riconosce ed è veicolato.
211. Meta-modello Sigmasofico
È la rappresentazione concettuale, trattata al rasoio di Okkam (ovvero eliminando il superfluo) dell’Universi-parte, capace di spiegarne il funzionamento. Tale modello è basato su vissuti diretti. In definitiva, si occupa degli aspetti fondamentali della realtà dell’Universi-parte transfinito.
212. Metanoia autopoietica
Metanoia, dal greco meta, che può indicare il processo di mutamento, di superamento e noein, che indica il pensare. Significa, semplicemente, cambiare modo di pensare. Si tratta del cambiamento del modo di produrre stati coscienziali e, quindi, di pensare, realizzato dall’Io-psyché, quando raggiunge e vive i principi attivi autopoietici che lo compongono, riuscendo a farla ricadere consapevolmente a sostegno dell’azione quotidiana.
213. Mitopoiesi autopoietica
Proviene dal greco e significa creazione del mito. Per la Sigmasofia, il mito è interpretato come la storia significativa e, quindi, vera dell’Io-psyché del ricercatore. Si tratta della narrazione, relativa alla consapevolezza dell’Io-psyché sulle origini di se stesso, dell’Universi-parte ed anche delle modalità, con cui si sono raggiunte la forma e la consapevolezza presenti. Risponde all’esigenza, presente nell’Io-psyché, di fornire la spiegazione ai processi naturali innati dell’Universi.
214. M.O.D. -I-
Manuale degli Ostacolatore e delle Discrasie, noto anche con la sigla M.O.D. -I-. È il sistema nosografico per gli ostacolatori e le discrasie Io-somato-autopoietiche, utilizzato dai Maieuti e dai Docenti di Sigmasofia, sia nella Maieutica che nella ricerca.
215. Modalità autopoietiche
La modalità è una maniera particolare di essere e di agire un processo, uno stato coscienziale, un comportamento. È ciò, di cui necessita, che è atto a formare azioni dell’Io-psyché, durante la formazione a se stesso, con caratteristiche autopoietiche, perché autocreate dall’Io-psyché.
216. Momento analitico autopoietico
È una forma di Io-terapia, di Io-analisi, di conoscenza, volta soprattutto ad interpretare (momentaneamente) i processi inconsci, acquisiti ed innati. Si realizza, attraverso l’utilizzo delle libere associazioni Io-somato-autopoietiche, inevitabilmente prodotte dai ricercatori in formazione, durante gli stages. Inoltre, si Io-analizza il rapporto di traslazione Io-somato-autopoietico che s’instaura con il Maieuta. Si utilizza uno speciale procedimento, attraverso cui, dallo stato di autoconsapevolezza autopoietica del Maieuta, si attua la scomposizione e si esamina lo stato Io-somato-autopoietico vissuto, nei suoi elementi costitutivi e nei rapporti che tra questi si determinano, a cui segue sempre l’orientamento del ricercatore verso lo stato autopoietico.
217. Motivazione autopoietica
La motivazione è la caratteristica dell’Io-psyché che spinge a determinare un fatto, un’azione, quando questa scaturisce da un insight intuitivo, sincronico, da olospresenza, dal campo coscienziale olistico-autopoietico che determina, a sua volta, un’azione simmetrica, nel sensibile. La motivazione autopoietica alla ricerca è l’elemento essenziale che caratterizza l’Io-psyché dei Maieuti e dei Docenti.
218. Multidimensionalità coscienziale autopoietica, (dimensione)
Indica il riconoscimento di molteplici dimensioni coscienziali. La multidimensionalità coscienziale autopoietica è il risultato di diversi esperimenti, per cui si sono utilizzate, in particolare, le tecno-ontos-sophos-logie della non località e dell’Io-ontos-sophos-logia Sigmasofica. Nasce dall’esplorazione vissuta di regioni dell’inconscio autopoietico, perfettamente percepibili dall’Io-psyché formato a se stesso e traducibili, attraverso la razionalità, la logica (come questa Opera sta dimostrando). L’Io-psyché forgiato, che ha raggiunto l’ipersensibilità, le facoltà autopoietiche, riesce a produrre e a riconoscere tali multidimensioni, il che è tecnicamente impossibile da realizzare con macchine. Consideriamo, per esempio, la macchina fotografica: la facoltà autopoietica, necessaria a percepirla (la multidimensionalità) non è trasmissimibile dall’operatore alla macchina e l’ingrandimento, anche di milioni di volte, di un ente non è ipersensibilità e una deduzione intellettuale di un processo non coincide con il vissuto. È soltanto la facoltà autopoietica che ci consente di essere autocoscienti e, quindi, dal tempo autopoietico possiamo percepire, vivere un processo che nello spazio-tempo è velocissimo. Si vive che, nell’interiorità coscienziale, si dischiudono tali morfologie, frattali, in una danza autopoietica transfinita. La multidimensionalità autopoietica, attingibile specificamente nell’inconscio collettivo e in quello autopoietico, è il raggiungimento vissuto di base e senza strumenti meccanici elettronici o quant’altro, che può essere utilizzato come stato di autoconsapevolezza e che si rappresenta, attraverso diverse arti (il disegno, la scultura, il teatro, il giullarismo, la danza, la musica ecc.). La Scuola di Arte autopoietica, in particolare, e tutti i settori della Sigmasofia si nutrono della multidimensionalità coscienziale autopoietica. In sintesi, i raggiungimenti vissuti dai ricercatori trovano una traduzione, attraverso la ∑ophy-Art, anche in chiave sensibile quotidiana, ma il centro dell’interesse, tutto da vivere, non è il suo applicativo che è soltanto il mezzo, attraverso cui esprimere il raggiungimento di consapevolezze dell’Universi-parte, noi stessi.
219. Mummificazione e insensibilità autopoietiche
È un peculiare trattamento, praticato su enti, esseri considerati e riconosciuti nello stato coscienziale punto morte, che garantisce la loro conservazione morfologica, non transmutandone la forma, anche in conseguenza dell’eliminazione dei liquidi. Tale azione può dar vita a forme di insensibilità che, in tal senso, va letta e riconosciuta come estensione delle facoltà sensibili.