220. Natura biologica autopoietica
È il complesso degli Enti, dell’ontos, del sophos, del logos, del Kraino, dei principi attivi, archetipici non locali, transfiniti che compongono l’Universi-parte, noi stessi, ed è regolata dalle leggi autopoietiche.
221. Non località o autonomia dell’Io-psyché dal corpo, dal sistema nervoso
Al principio di località, si integra il principio di non località. Si tratta del processo, secondo cui ciò che accade in un luogo influisce simultaneamente su ciò che accade in un altro, specificamente sull’intero unico corpo coscienzialmente e atomicamente legato, l’Universi-parte, evidenziando così l’esistenza di campi di forza che viaggiano a velocità superiori a quello della luce o sono addirittura simultanei. Una delle prove scientifiche è rappresentata dal principio attivo di E.C.A., Entanglement Coscienziale Autopoietico, che lega due particelle che hanno interagito tra loro. L’entanglement coscienziale autopoietico fa sì che le variazioni che accadono ad una particella abbiano effetti istantanei anche su altre, indipendentemente dalla distanza che le separa (principio di non separabilità). Nell’essere umano, sia le microstrutture sia l’Io-psyché, che ne è parte, hanno interagito e interagiscono tra loro. L’autonomia dell’Io-psyché dal corpo, dal sistema nervoso, è lo stato di coscienza e di autoconsapevolezza che può raggiungere l’Io-psyché, quando pratica le tecno-ontos-sophos-logie operative, denominate Autopoiesi olosgrafiche non locali. La sensazione vissuta è quella di non sentirsi costretto, rinchiuso nell’antropomorfologia del corpo fisico, del sistema nervoso, ma assume la delocalizzazione, provando una sensazione di espansione, di libertà e di autonomia di movimento nella morfologia olistica, transfinita dell’Universi-pare, continuando tuttavia a sentirsi in collegamento indelebile con il corpo fisico.
222. Noosfera autopoietica
È la sfera del campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché. È composta dal campo coscienziale e dal ∑igma di tutti gli Io-psyché che interagiscono.
223. Nosologia autopoietica
Dal greco nosos, che significa malattia e logos, che significa parola, discorso su, scienza: è la scienza che si occupa della classificazione delle discrasie, relaizzata in modo autocreato (autopoietico). Le discrasie vengono classificate, in base alla causa e alla sintomatologia: non è possibile ben definirle, in quanto sono connesse alle funzionalità complessive di Universi, essendo esso un essere inscindibile.
224. Noumeno-ontos-sophos-logia autopoietica
È la scienza e la saggezza dei principi attivi autopoietici (autocreazione), formanti gli stati coscienziali che, dapprima, sono indipendenti dall’esperienza sensibile e, successivamente, formandosi, diventano conoscibili, sperimentabili.
225. Nuclei autopoietici
Il nucleo è la parte più interna di qualche cosa, un elemento di riferimento, intorno al quale si è formato un organismo più complesso. Nel campo coscienziale olistico-autopoietico, sono i nuclei autopoietici che corrispondono ai principi attivi transfiniti, autocreatisi, da cui si dischiude l’acquisito, il sensibile.
226. Nudità autopoietica
Stato Io-somato-autopoietico che indica le caratteristiche naturali dell’Universi-parte, ponendo in remissione ogni esperienza o forma dell’acquisito.
227. Oggetti transizionali autopoietici
Durante gli incontri di Io-somatica, si facilitano le dinamiche e il gioco libero, utilizzando, di base, degli oggetti mediatori naturali, tenendo presente che la palestra della coscienza (lugoo dive si realizza il percorso) e il cielo e la terra e, tra le tante possibilità, un posto chiuso (palestre, saloni ecc.). L’oggetto autopoietico non ha alcun significato, nemmeno quello che convenzionalmente gli viene attribuito: così, viene utilizzato, durante le sedute: è il ricercatore che, di volta in volta, gliene darà uno.
228. Oikos
Si tratta della naturale evoluzione del Tempio: l’architettura interiore ed esterna, in cui è custodita la consapevolezza della S.T.o.E. e che include le consapevolezze della natura, dell’ambiente, sensibili e sovrasensibili, localistiche e non locali.
229. Olfatto autopoietico
Si tratta della percezione di odori, oltre il range olfattivo sensoriale, normalmente utilizzato.
230. Olistico-autopoietico
È il nome del sistema Sigmasofico di studiare i fenomeni, i sistemi complessi, le parti-Universi, utilizzando un approccio integrale, ecumenico e include il sistema analitico. È autopoietico, in quanto l’Universi-parte, se stessi, è un sistema che crea e ricrea continuamente le parti-Universi e si autosostiene e autoriproduce. È il ∑igma (sommatoria più proprietà emergente) dei processi di creazione, transmutazione di parti che, interagendo inscindibilmente tra loro sostengono e autorigenerano in continuazione lo stesso sistema l’Universi transfinito, che crea e ha il dominio delle proprie parti.
231. Olosdirezionallità autopoietica, Olos-grafico
È la registrazione di principi attivi vissuti dall’Io-psyché, quando questi, praticando le Autopoiesi olosgrafiche non locali, vive l’incrocio di percezioni, irradiate a trecentosessanta gradi (particolarità dello stato di non località, per cui si vede in tutte le direzioni, simultaneamente), su un ente, un processo, un archetipo. Deriva dal greco olos, che significa tutto, intero. Infatti, durante gli stati di non località, si entra in un vissuto globalizzante, attraverso cui si partecipa l’intero, il Tutto che si sta osservando, da ogni direzione. Grafico deriva dal greco graphia, che significa scrivere, disegnare. Nell’accezione Sigmasofica, indica il modo, utilizzato dall’Io-psyché, per scrivere interiormente nella coscienza, le esperienze che raggiunge, che vive. Uno dei modi di scrivere è l’immagine, il pensiero, gli archetipi autopoietici. Rappresenta la scrittura del Tutto, dell’intero coscienziale, dei principi attivi autopoietici e della fisiologia acquisita, da cui il termine Autopoiesi olosgrafiche: autocreazione della grafica coscienziale, del Tutto-intero coscienziale. Quando partecipiamo-osserviamo le funzionalità atomiche, le meccaniche quantistiche e autopoietiche dal campo coscienziale olistico-autopoietico, dal tempo autopoietico (in cui ogni spazio-tempo coesiste, nel qui ed ora), vediamo un unico processo, un solo ente esistente, l’Universi-parte, intuendolo come transfinito. In tali funzionalità, tutte le sequenze coesistono simultaneamente e ognuna compartecipa e include l’altra: in questa transfinitezza, si riconosce il principio attivo di olosdirezionalità. In tal senso e con questi significati, nessun processo o ente, nell’attività autopoietica, può distinguersi dall’altro. È la direzione multidimensionale, transfinita, di ogni ente dell’olos, dell’intero, dell’Universi-parte.
232. Olosgamia autopoietica
È l’unione, il matrimonio dell’Io-psyché con se stesso che, ricadendo nell’azione quotidiana, dà vita a molteplici forme di fusionalità, di unione con tutte le morfologie dell’Universi-parte sensibili.
233. Olospatia autopoietica
È l’insieme delle facoltà ipersensibili, autopoietiche che l’Io-psyché può raggiungere, formandosi in Sigmasofia Io-somato-autopoietica.
234. Olospresenza autopoietica
È lo stato di autoconsapevolezza, producibile dall’Io-psyché che, applicando la condizione E.C.A., di Entanglemet Coscienziale Autopoietico, riesce a vivere, consapevolmente, le diverse parti dell’Universi, di se stesso, anche se individuabili in regioni remote rispetto allo spazio-tempo, in cui stiamo operando e ci stiamo riconoscendo. L’olospresenza non è paragonabile, in alcun modo, al teletrasporto.
235. Onde delta
Sono le onde cerebrali bios-elettriche, biso-chimiche coscienziali che si presentano, durante il sonno profondo e la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche, legate alla non località. Queste onde sono la condizione necessaria ad innescare i processi di autorigenerazione e di autoguarigione. Concorrono a ripristinare il funzionamento naturale, autopoietico del sistema di difese immunitario e che preparano alle onde ∑igma.
236. Onde ∑igma
Sono le onde cerebrali bios-elettriche, bios-chimiche coscienziali che si presentano, durante gli stati di non località effettivamente raggiunti, durante gli stati di esplorazione consapevole del campo coscienziale olistico-autopoietico e dei principi attivi, lì, operanti. Sono la condizione naturale dello stato coscienziale Sigmasofia e includono tutte le altre onde cerebrali.
237. Onde theta
Sono le onde cerebrali bios-elettriche, bios-chimiche coscienziali che si presentano, durante il sonno e la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche (meditazione dinamica e statica profonda). Sono parte integrante della visione autopoietica, la rendono chiara e intellegibile, aumentano la creatività-creazione autopoietici, l’insight intuitivo e sincronico.
238. Oneness olistico-autopoietica
Quando, formandosi attraverso il vissuto diretto, l’Io-psyché raggiunge la consapevolezza dello stato E.C.A. e Sigmasofia vive l’oneness olistico-autopoietica: l’essere uno, l’unità dell’Universi-parte transfinito, senza alterità.
239. Ontos-sophos-logia – sicurezza ontos-sophos-logica
Si tratta del raggiungimento vissuto dei principi attivi autopoietici che i termini ontos, sophos, logos simboleggiano e rappresentano. Tale vissuto èì inequivocabile e determina la nascita di un peculiare stato di coscienza, denominato memoria ontos-sophos-logica. Durante le azioni di vita quotidiana, consente all’Io-psyché di autorizzarsi a sperimentare qualunque situazione nuova di vita, poiché è sicuro che non sarà destabilizzato né destrutturato, in quanto ontos-sohos-logicamente sicuro di autoritrovarsi.
240. Ontos, sophos, logos e kraino
Essere, dal greco Ontos, per la Sigmasofia significa vissuto diretto dell’unità ecosistemica cosmica, di cui siamo parte integrante, quando la partecipiamo nella sua essenza, sensibile e sovrasensibile, locale e non locale. Sofia, dal greco sophia, significa saggezza-sapienza. Deriva da sophos, che significa saggio, ma indica anche la dottrina. Sono i principi attivi autopoietici, da cui scaturisce la saggezza che l’Io-psyché può vivere. Il termine greco logos significa discorso su, ragione, scienza, e può essere considerato il principio attivo autopoietico che ha saputo costruire le diverse funzionalità dell’Io-psyché (è parte integrante dell’archetipo autopoietico che sottende a tale funzionamento. Il termine greco kraino, che significa creo, produco, compio, ci indica l’autopoiesi, il principio che è già parte integrante del campo coscienziale olistico-autopoietico.
241. Opera Universale Poiesis
È la trascrizione del Progetto Genoma Coscienziale, finora mappato e scoperto in canti, in danze, in musiche autopoietiche e in ∑ophy-Art.
242. Orbitale atomico
È la regione di spazio, attorno ad un nucleo atomico, in cui la probabilità di trovarvi un elettrone è massima (di solito superiore ad un limite convenzionalmente fissato nel 90%).
243. Ordine autopoietico
È la disposizione di ogni parte dell’Universi nel luogo autopoietico che le compete. È parte integrante delle leggi autopoietiche che regolano le funzionalità dell’Universi, noi stessi.
244. Orgasmo autopoietico
Individua il particolare stato autopoietico che consente di vivere, di percepire direttamente i principi attivi dell’eros, parte del campo coscienziale di Sessualità della conoscenza, che si vive quando non si è identificati nel solo fisico, ma nella consapevolezza della non località.
245. Orientamento autopoietico
È la facoltà autopoietico-istintivo-emozionale, comune all’Universi-pare che ne indica la direzione, l’indirizzo. Durante la formazione, il ricercatore è indirizzato, verso la disposizione, l’orientamento autopoietico, già presente nel campo coscienziale: è l’indicazione a riallinearsi con un processo olistico che, già per intero, appartiene all’essenza dell’Io-psyché.
246. Osservatore autopoietico
Ruolo che il ricercatore in formazione assume, durante la fase di Sigmasofia didattica e di supervisione, attraverso cui si trasmettono le tecno-ontos-sophos-logie, funzionali all’autosservazione e all’osservazione dell’Io-psyché del ricercatore, anche nella componente autopoietica, sovrasensibile, non locale.
247. Ossimoro autopoietico
Figura logica che consiste nell’accostare, nella medesima azione o espressione, parole di senso opposto.
248. Ostacolatore causa-effetto
È l’insieme delle cause e degli effetti che divengono, a loro volta, causa di altri effetti ed effetti delle cause, ossia, l’’insieme delle azioni, delle opere edificate, esistendo, dalle quali, ovviamente, dipende lo stato di autoconsapevolezza che si è saputo riconoscere e vivere. È un ostacolatore, se l’Io-psyché non agisce con finalità di Risalita e transmutazione di ogni tema, per vivere le leggi autopoietiche che lo formano e lo trascendono.
249. Ostacolatore coazione a ripetere
È la tendenza dell’Io-psyché, identificato in se stesso, a porsi continuamente negli stessi stati identificativi, che riproducono le stesse esperienze acquisite, perché di quelle dispone. Dipende dalla non apertura alla conoscenza vissuta della transfinitezza dell’Universi-parte, da cui l’Io-psyché stesso si evidenzia.
250. Ostacolatore compensazioni
Si manifesta, quando l’Io-psyché pone in riequilibrio uno stato di coscienza, su sui stava lavorando, senza attuarne la Risalita e la transmutazione.
251. Ostacolatore congiunzione
È l’utilizzo della propria sessualità come meccanismo di fuga, da stati di autoconsapevolezza più profondi e significativi, vissuta soltanto sensibilmente e non nei principi attivi olistico-autopoietici che la formano.
252. Ostacolatore difese-resistenze-repressione (D.R.R.)
La difesa è lo stato di coscienza, mediante cui l’Io-psyché non si assume l’indagine di se stesso, della propria componente che vive come distonica, negativa, sgradevole, paurosa (…). La resistenza è lo stato di coscienza, mediante il quale l’Io-psyché, di fatto, impedisce, in diversi modi, tale indagine su se stesso, affinché tutto ciò che vive e interpreta come negativo, distonico, pauroso (…) resti dove si trova, ossia nell’inconscio. La repressone è lo stato di coscienza, mediante cui l’Io-psyché spinge consapevolmente nell’inconscio le varie componenti che non vuole indagare, per permanere in uno stato di coscienza vissuto come distonico, patologico, eventualmente prodotto. L’ostacolatore DRR è il ∑igma, la sommatoria di tali stati che, di fatto, impediscono all’Io-psyché di poter accedere alle zone inesplorate di sé, proprio perché identificato nella gestione acquisita di sé.
253. Ostacolatore dipendenza e contro-dipendenza
Lo agisce l’Io-psyché, quando produce forme di soggezione, di sottomissione, di ubbidienza da un altro, di conseguenza, non si assume le proprie facoltà di auto-determinazione e auto-realizzazione e non è consapevole che la dipendenza che sta vivendo può essere una forma di allenamento localistico, che prepara a dipendere, ad essere emanazione diretta dei principi attivi autopoietici. La contro-dipendenza è la dipendenza da colui che produce, dipendenza verso sé. È il bisogno proiettivo che l’Io-psyché ha che qualcuno dipenda da lui, e non può farne a meno.
254. Ostacolatore enantiodromia
È l’identificazione dell’Io-psyché nella corsa all’opposto complementare, realizzata dagli stati coscienziali, da lui stesso prodotti.
255. Ostacolatore frattura
È l’Io-psyché, identificato nel solo sensibile, in specifici contenuti acquisiti che, di fatto, vive una frattura, sul piano della consapevolezza, della propria fisiologia archetipica non localistica che lo compone e, proprio perché identificato, in quel momento, non può di fatto esserne consapevole. Tale frattura è un ostacolatore alla presa di consapevolezza dello stato indicato.
256. Ostacolatore identificazione o stato identificativo
L’identificazione si evidenzia, quando l’Io-psyché, entrando in una forma di fusionalità, di endoscopia Io-somato-autopoietica con altre persone, enti, o con un proprio stato coscienziale o memoria, inizi a sentirsi tutt’uno con esso. Disidentificandosi dalle proprie esperienze acquisite, assume quelle dell’altro, fino ad essere e ad apparire come l’altro. Rispetto al naturale fluire Io-somato-autopoietico, assume il significato di ostacolatore, quando l’Io-psyché si fissa, permane con continuità in detto stato. Durante le fasi formative, si tratta del processo dell’Io-psyché, mediante il quale si costituisce la propria identità, immedesimandosi, assimilando uno o più tratti della propria esperienza acquisita e vi si fissa, senza assumere la consapevolezza dei principi attivi autopoietici che gli consentono di produrre esperienza. Lo stato identificativo è, ad esempio, un ostacolatore alla percezione, al vissuto del sovrasensibile. Lo stato identificativo nell’Io-psyché, nella parte, in un contenuto, di fatto, è un processo che allena tale stato. Se applicato all’Universi-pare complessivi, alle funzionalità autopoietiche innate, pone in remissione la valenza quale ostacolatore.
257. Ostacolatore introiezione
È il processo, mediante cui l’Io-psyché produce in se stesso e, quindi, assume, assimila enti, processi, oggetti di quella pare di sé che è l’altro, l’Universi-pare. Diventa ostacolatore, quando l’Io-psyché in questione s’identifica sul tema introiettato, o anche quando introiettare significa, in qualche modo, porre in remissione la facoltà di autopoiesi continua che si riconosce come funzionante, in un unico sistema coeso. Pur individuandone la specifica funzione localistica, si riconosce come funzionamento unico dell’Universi-parte.
258. Ostacolatore linea del destino
È il susseguirsi delle cause-effetti, degli effetti-cause delle azioni dell’Io-psyché, vissuto come generato dalla propria intenzionalità. Diviene un ostacolatore, quando resta identificato nella linea del destino acquisita, localistica, e non vive, non si allinea alla linea del destino autopoietica, che include e produce quella acquisita
259. Ostacolatore narcisismo
È quando l’Io-psyché, identificandosi in un proprio contenuto o stato di coscienza, per così dire, se ne innamora e investe l’aggredior, le proprie pulsioni soltanto su se stesso, localisticamente, togliendo elementi d’investimento su quella parte di sé che chiama l’altro, l’Universi-pare. Diviene ostacolatore, quando tale investimento dell’aggredior è negato alla prevalenza delle proprie componenti non localistiche che lo formano.
260. Ostacolatore spazio-tempo
Lo spazio è generalmente un luogo vuoto, entro cui si collocano e si muovono esseri semoventi. È intuito come transfinito. Altresì, è individuato come lo spazio matematico a quattro dimensioni, i cui punti rappresentano eventi fisici e sono indicati in altezza, lunghezza, profondità e tempo. Il non riconoscimento vissuto dei principi attivi autopoietici, formanti lo spazio-tempo, è un ostacolatore, in quanto riduce la percezione, soltanto al livello delle dimensioni descritte, che sono un collasso della multidimensionalità o a-dimensionalità autopoietica dell’Universi-pare.
261. Ostacolatore spezzettamento
È l’Io-psyché che, durante la pratica delle Autop0iesi Io-somatiche, vive lo stato di destrutturazione dello stato coscienziale, su cui sta lavorando. Destrutturandosi, per così dire, le memorie si spezzettano in un mosaico di sensazioni e umori parziali, che pongono in remissione lo stato di tensegrità di quello specifico stato. In tale condizione, di spostamento semi-identificativo continuo, l’Io-psyché non si sente compatto, coeso, ed è proprio questo stato che, in quel momento, funge da ostacolatore alla creazione, alla presa di consapevolezza di altri stati Io-somato-autopoietici.
262. Ostacolatore stato coscienziale punto morte
Lo stato coscienziale punto morte il manifestarsi della vita, dell’autopoiesi, in tale forma. È inteso come transmutazione autopoietica continua della componente sensibile dell’Universi-pare che, per autoconcepimento autopoietico, si riproduce transfinitamente. Diviene un ostacolatore, quando l’Io-psyché interpreta lo stato coscienziale punto morte come cessazione della vita, dell’autopoiesi, autocostringendosi ad una percezione soltanto localistica e, quindi, incompleta, di sé.
263. Ostacolatore traslazione e controtraslazione
Si manifesta, quando l’Io-psyché produce il processo, secondo cui un proprio stato di coscienza, conscio o in conscio, viene traslato su un altro. Spesso, l’elemento traslato non è direttamente collegato all’Io-psyché, su cui viene traslato. È un significato-significante specifico e personale di uno che viene attribuito, traslato su un altro. Questo, sul piano meramente acquisito, è uno dei passaggi. Sul piano dell’Universi-pare, è un movimento localistico, un passaggio coscienziale di stati identificativi, propri dell’Universi-parte. L’identificazione nello stato di transfert e controtransfert è un ostacolatore alla progressione autoconoscitiva di se stessi.
264. Ostacolatori
Rappresentano lo stato di opposizione, conscio o inconscio, attuato dall’Io-psyché, durante la formazione a se stesso. L’identificazione nella sola esperienza sensibile è uno degli ostacolatori più significativi, riconosciuti dalla Sigmasofia. Gli ostacolatori sono tutte le costellazioni coscienziali dell’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile che impediscono, ritardano la presa di consapevolezza dei significati-significanti dei principi attivi autopoietici ed del campo coscienziale che sottendono al fluire della vita ed del suo contenuto, lo stato coscienziale punto morte. Inoltre, condizionano, deviano il naturale e autopoietico fluire del campo coscienziale, deli archetipi alfa, dell’Io-psyché nelle azioni, nelle relazioni quotidiane convenzionale, socio-culturali. Sono parti di sé acquisite, costruite che, nella prima fase della formazione, sono destinate ad essere destrutturate.
265. Ostacolatori somatici
Sostanzialmente, l’ostacolatore somatico è lo stato d’identificazione dell’Io-psyché sul corpo che lo veicola, senza riconoscerlo come evidenziantesi dal sovrasensibile, dai principi attivi autopoietici.
266. Pace autopoietica
La pace è una delle facoltà esprimibili dall’Io-psyché, con se stesso e, quindi, con l’altro. È autopoietica, in quanto è autocreata: è la condizione del campo coscienziale olistico-autopoietico, una proprietà emergente e riconoscibile dell’Io-psyché.
267. Padre-madre autopoietici
Il padre è l’essere umano-uomo che ha generato figli. La madre è l’essere umano-donna che ha generato figli. Il padre-made è il campo, i principi attivi autopoietici archetipici che hanno creato il padre-made fisici, uomo o donna. È l’androginia che troviamo all’essenza dell’Io-psyché. È il riferimento autopoietico che consente di agire con la sollecitudine autopoietica, caratteristica dei genitori e scaturente dall’androginia del campo coscienziale: il padre-madre autopoietico
268. Palestra della coscienza
La Maieutica e la Docenza di Sigmasofia vengono realizzati in specifici luoghi denominati Palestre della coscienza, che potranno trovare la loro naturale collocazione fisica in ogni quartiere di ogni città-paese. È una palestra, in cui si allena la muscolatura Io-somato-autopoietica dell’essere umano.
269. Pancrazio autopoietico
È uno degli applicativi proposti dalla danza autopoietica o Sigmasofia marziale. Dal greco pankràtion, pan significa tutto e kràtos significa potere, forza. È il potere la forza del Tutto, dell’Universi-parte, se stessi. Lo scopo è quello di vincere, transmutare l’avversario, l’ostacolatore, utilizzando tutte le proprie forze e facoltà, sensibili e sovrasensibili localistiche e non locali. Il Pan-kration autopoietico, per la Sigmasofia, è il più completo sistema di danza-combattimento con se stessi. Si procede con il Pan-kration autopoietico, finno alla conoscenza vissuta del punto morte. È Arte Marziale Interiore integrale, completa.
270. Panspermia autopoietica
Gli ingredienti fondamentali, costituenti l’Io-somato-autopoietico, sono presenti in ogni singolo atomo dell’Universi-parte: sono i principi attivi autopoietici che lo irradiano e da cui l’atomo stesso scaturisce. Tale Io-somato-autopoietico trova, poi, diverse forme sensibili e possibilità di manifestazione.
271. Paradigma Sigmasofico
È il modello, è l’esempio innato, dato dai principi attivi autopoietici, operanti nel campo coscienziale, che possono essere considerati il termine di paragone assoluto, per tutte le manifestazioni dell’acquisito.
272. Parole autopoietiche
Le parole autopoietiche esprimono significati-significanti autopoietici. Sono quelle che descrivono fedelmente funzionalità raggiunte, vissute consapevolmente, del campo coscienziale. Assumono, anche, uno specifico ritmo, un tono, una capacità di penetrazione particolari (…).
273. Partecipazione autopoietica
Partecipare è prendere parte. Se lo si fa con i principi attivi autopoietici, non ha altri correlati. La partecipazione fusionale evita o riduce ogni forma di collasso dell’ente partecipato fusionalmente. L’Io-psyché prende parte alla propria autocreazione, senza interpretazioni, collassi.
274. Partenogenesi autopoietica
È il modo di riproduzione che partecipiamo-osserviamo nel campo coscienziale olistico-autopoietico, in cui la creazione dei vettori in-formazionali sono in grado di edificare una cellula, indipendentemente dalla riproduzione sessuata. Il riferimento è, in particolare, ai principi attivi e non alle funzionalità sensibili. Dal greco parthenos, che significa vergine e genesi, che significa origine, nascita: il termine vergine è da intendersi nell’accezione sigmasofica di pre-acquisito, pre-significati-significanti, per cui è definita partenogenesi autopoietica. Sono gli archetipi autopoietici in azione.
275. Parte-Universi
Nel campo coscienziale olistico-autopoietico, tutto è connesso inscindibile e, in ogni sua parte, c’è l’in-formazione del Tutto. Si riconosce ciò che dà vita e comprensione alla visione unitaria, all’oneness Sigmasofica. In questo modo, ogni parte-Universi è riconoscibile come unità olosgrafica che contiene l’in-formazione complessiva di Universi. Le parti, attraverso il campo coscienziale, contengono in-formazione globale e sono, quindi, inscindibili da Universi. Le implicazioni del riconoscersi, attraverso il vissuto, come pare-Universi e, poi, come Universi-pare, sono quelle della remissione della differenziazione tra micro e macrocosmo.
276. Pathos autopoietico
È il sentimento intenso che conferisce principi attivi autopoietici ed efficaci a una creazione dell’Io-psyché. È tensione che determina atmosfera autopoietica a situazioni di vita quotidiana. È la passione e il sentimento dei principi attivi autopoietici, operanti nel campo coscienziale.
277. Pedagogia-psicagogia Sigmasofica
La Pedagogia è il settore della Sigmasofia che sperimenta, studia le tecno-ontos-sophos-logie operative e le molteplici tematiche relative all’educazione dell’essere umano, dal concepimento in poi, con lo scopo di contribuire alla formazione dell’identità-autonomia, su base fusionale-autopoietica (l’autonomia fusionale autopoietica). Pur rivolgendosi principalmente al fanciullo, la pedagogia autopoietica non si riferisce specificamente a lui e, per questo motivo, è anche psicagogica, ossia, la pratica e la teoria finalizzate al vivere l’Io-psyché (dell’essere umano, dell’Universi-parte), per orientarlo, attraverso il vissuto diretto, alla presa di consapevolezza dei principi attivi autopoietici e agli applicativi nella ricaduta nell’azione bios-etica quotidiana. Per questo, è definita pedagogia-psicagogia autopoietica. Il Maieuta e il Docente sono degli psicagoghi, ossia, Io-psyché che hanno maturato, attraverso la maieutica autopoietica, l’abilità nell’orientamento dell’Io-psyché, conscio e inconscio, locale e non locale.
278. Pensiero Sigmasofico
Il pensiero è creato dall’Io-psyché che, per farlo, si avvale del cervello. Si esplica nella creazione di pensieri, lo strumento utilizzato per descrivere gli oggetti, le tematiche che si riscontrano nelle esperienze vissute. Il pensiero può essere una reazione alle memorie registrate nell’Io-soma-autopoiesi, nel qual caso è, comunque un modo riflesso di utilizzarlo. Per attuarsi, il pensiero necessita di percezione e di capacità di concettualizzare, di capacità d’immaginazione, di capacità di intuire. Una specializzazione del pensiero è l’idea (dal greco significa vedere), è mettere insieme concetti e formare disegni visioni, ideologie. Si tratta di facoltà di strumenti dell’Io-psyché. Il pensiero è olistico-autopoietico, quando descrive processi, inerenti il campo coscienziale olistico-autopoietico.
279. Percepire la percezione o percezione autopoietica
Percepire è una facoltà dell’Io-psyché che consente di acquisire coscienza, auto-consapevolezza di una realtà, operante nell’Universi-parte, noi stessi, attuandola attraverso gli strumenti, le altre facoltà, che sono i sensi, la capacità di concettualizzazione, di immaginazione, di intuito, di sincronicità, di facoltà autopoietiche ecc. Deriva dal latino percipere, composto da per e capere che significa prendere, quindi, per prendere. tale attività di percezione è applicabile alla percezione stessa, ossia all’atto della coscienza, con cui si acquisisce consapevolezza di un oggetto, di un ente, appartenente all’Io-psyché stesso e all’Universi-parte, in cui si evidenzia, opera, attraverso la funzionalità, la partecipazione consapevole degli stati sensoriali, intuitivi, ipersensibili ecc., impiegati per riconoscere il tema, la parte percepita. Per questi motivi, percepire la percezione, conoscere la conoscenza significa, di fatto, entrare nei principi attivi autopoietici, operanti nell’Universi-pare transfiniti, in noi stessi.
280. Porta autopoietica onirica
Indica, simbolicamente, una delle diverse fasi fondamentali che è progressivamente suggeribile seguire negli studi e nelle ricerche vissute, durante l’esplorazione della dimensione onirica.
281. Potenzialità autopoietica
Il potenziale autopoietico è l’insieme dei principi attivi che sono continuamente in azione e che hanno la possibilità di creare e, quindi, di manifestarsi, assumendo la forma sensibile. È, quindi, l’insieme dei mezzi, di funzioni, di fisiologia di cui dispone l’Universi-parte, noi stessi.
282. Potere autopoietico
È il disporre, da parte dell’Io-psyché, delle facoltà necessarie a raggiungere l’auto-formazione, l’auto-conoscenza che si propone, superando gli ostacolatori che trova in se stesso, l’Universi-parte. Il potere (fare, vivere, conoscere…) assume la valenza autopoietica, quando l’Io-psyché che lo agisce è diretta e consapevole emanazione dei principi attivi che lo formano. È il potere reale di creazione.
283. Pragmatica della disidentificazione
Pragmatico è ciò che è attinente ai fatti. È ciò che riguarda l’attività pratica e si riferisce alla soluzione dei problemi della disidentificazione ossia di quel particolare stato io-somato-autopoietico, in cui viene ad annullarsi o è già del tutto assente, qualsiasi identificazione dell’Io-psyché in qualunque parte o stato di coscienza.
284. Precognizione autopoietica
È la conoscenza di situazioni e di fatti, collocati nel futuro, che l’Io-psyché può raggiungere, quando conosce, attraverso insights intuitivi e sincronici, elementi del campo coscienziale. Assume allora valenza autopoietica.
285. Principi attivi autopoietici (o fisiologia autopoietica)
Il principio è l’origine, la causa. In un Io-psyché, il costituente che gli conferisce le specifiche proprietà, utili alla formazione degli stati coscienziali. È ciò che, in particolare, rappresenta il fondamento della funzionalità dell’Io-psyché. È attivo e autopoietico, quando lo si vive, direttamente, sotto forma di fisiologia autopoietica sovrasensibile, che sottende alla nascita di uno specifico stato coscienziale, della fisiologia Io-somatica degli esseri viventi (animali, vegetali…) o alla nascita di funzionalità archetipiche non locali, sovrasensibili. Di seguito, alcune denominazioni dei principi attivi autopoietici di ∑ophy-insight, di adattabilità e d’intenzionalità, d’indeterminazione ∑igma, di simultaneità, di assunzione di morfologia, di remissione dell’estensione e della profondità, di olosdirezionalità, di potere (…).
286. Principi attivi autopoietici dell’eros
L’eros, in generale, è la pulsione nascente dalla fisiologia autopoietica e da quella Io-somatica che sottende ciò che riconosciamo sotto il nome di amore e del suo specifico contenuto che è la sessualità. Si manifesta anche come istinto sessuale. Nella sua scaturigine autopoietica, è possibile percepire direttamente che, nel tutto funzionale e integrato che, lì, opera. È possibile vivere modulazioni che ho denominato principi attivi autopoietici dell’eros, che, nel sensibile, si vivono come stati estatici, di instasi, di conoscenza intuitiva e sincronica, anche durante latto della sessualità, quando l’Io-psyché che lo attua è consapevole della fisiologia autopoietica, delle sensazioni Io-somatiche che sta provando. Le correnti sovrasensibili dell’eros veicolano innumerevoli possibilità di insights autoconoscitivi dell’’Universi-pare, se stessi.
287. Principi attivi localistici e non locali
Il principio è l’origine, la causa. In un Io-psyché, è il costituente che gli conferisce le specifiche proprietà, utili alla formazione degli stati coscienziali. È ciò che, in particolare, rappresenta i fondamento delle funzionalità dell’Io-psyché. È attivo e olistico-autopoietico, quando lo si vive, direttamente, sotto forma di fisiologia sovrasensibile, che sottende alla nascita di uno specifico stato coscienziale, della fisiologia Io-somatica degli esseri viventi (animali, vegetali…) o alla nascita di funzionalità archetipiche non locali, dell’Universi-parte. Di seguito, alcune denominazioni dei principi attivi autopoietici: di ∑ophy insight, di adattabilità e d’intenzionalità autopoietici, d‘indeterminazione ∑igma, di simultaneità, di assunzione, di morfologia, di remissione dell’estensione e della profondità, di olosdirezionalità, di potere autopoietico (…).
288. Principio attivo enantiodromia
Letteralmente, significa corsa (dromos) all’opposto (enantios), attuata dall’Io-psyché. È l’andamento degli stati coscienziali acquisiti, generati dall’Io-psyché che, spesso, dopo averne prodotto uno, investito con istinti-emozioni interpretati come positivi, ne fa seguire un altro, investito da istinti-emozioni interpretati come negativi, anche generando le diverse gradazioni d’intensità o ripetendo più volte un determinato investimento istintivo-emozionale, prima di passare ad un altro ancora.
289. Principio attivo inclusione
L’inclusione è uno stato tra gli elementi dell’insieme Universi e parte, in modo tale che ciò che è della parte appartiene necessariamente a Universi: evidenziatore della parte. Se la parte (P) è contenuta, inclusa, in Universi (U) allora qualunque ingrediente (I), di (P) è, di fatto, simultaneamente di (U). ci sono elementi di (U) che pur non manifestandosi direttamente in (P) sono comunque parte di (P).
290. Principio attivo omeostatico
L’omeostasi è la capacità del campo coscienziale olistico-autopoietico di mantenere un equilibrio stabile, nonostante le condizioni interiori o esterne cambino. Tale principio fa parte del campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché.
291. Principio attivo transfinitezza
Dal latino, trans che significa al di là, oltre, attraverso. Indica il passare oltre o attraverso la finitezza, quindi da un punto, da uno stato di coscienza finito e definito ad un altro che non finisce e non definisce. È la parte finita, definita, che ha limiti, che non è infinita, che è incompleta e di cui si osserva l’inizio e la fine. Si crede che la parte abbia un compimento in sé, anche se di fatto è inclusa nell’Universi transfinito, che non ha né principio né fine, che non comporta limiti, identificazioni, finitezza spazio-temporale e che è illimitatamente grande. L’archetipo ∑igma è l’evidenza dello stato di transfinitezza, ossia di colui che continua senza fine a vivere, a partecipare nell’intuitive, nel Sincronicity insight, nell’olos-presenza: l’Universi-parte transfiniti, se stessi, ossia uno dei principi attivi fondamentali, operante nel campo coscienziale olistico-autopoietico.
292. Processo olistico-autopoietico
Il processo è la rete di transmutazioni, di azioni collegate tra loro, determinate dalle funzionalità olistico-autopoietiche innate. In particolare, ci si riferisce a quelli inerenti l’Universi-parte.
293. Progetto Genoma Coscienziale
Le finalità sono quelle di riconoscere, vivere e descrivere la sequenza completa e la localizzazione dei principi attivi autopoietici o fisiologia autopoietica, innata dell’Io-psyché e degli stati coscienziali.
294. Proiezione
La proiezione è l’atto dell’Io-psyché, attraverso cui ci si può localizzare e riconoscere, soltanto fuori di sé, in altri esseri viventi, aspetti di sé che non ci si assume di riconoscere come proprio acquisito, contenuto personale con valenza istintivo-emozionale ed autopoietica. Posso affermare che la proiezione può essere riconosciuta, in qualunque stato coscienziale l’Io-psyché irradi dentro e fuori di sé e nella realtà autopoietica fanno inequivocabilmente parte di un campo unico, inscindibile. Il contenuto soggettivo non è scisso, estraniato dal soggetto che lo proietta e lo incorpora nell’oggetto, appunto perché non esiste, di fatto, alcuna separazione tra soggetto e oggetto e, quindi, in questo senso, l’operazione è tecnicamente impossibile: Io e Tu sono un campo unico. L’Universi-parte non può liberarsi del proprio contenuto, attraverso la proiezione, perché in qualunque luogo la effettui, lo fa su una parte di sé! La proiezione è uno stato di coscienza dell’Universi-pare, da transmutare. È sempre fusionale, in quanto soggetto e oggetto localistici sono sempre manifestazioni dell’Universi-parte: di fatto, ogni parte-Universi è inclusa nel campo istintivo-emozionale.
295. Prossemica e cinesica autopoietiche
La prossemica riguarda l’investimento dell’Io-psyché sullo spazio, sulle distanze o vicinanze, sulla prossimità che assume all’interno di un vissuto, di esperienze verbali e non verbali. Ne studia, inoltre, i gesti, i comportamenti, che si compiono investendo lo spazio. Il termine deriva da prox(imity) prossimità; cinesica deriva dal greco kinesis che significa movimento, e quindi la cinesica studia quello che possiamo definire il linguaggio del corpo, della parte-Universi. Si studia se il linguaggio del corpo, il movimento sia simmetrico con le parole pronunciate che lo descrivono.
296. Protocollo autopoietico
Dopo la raccolta di tutti i dati esistenziali e le esperienze, realizzate dal ricercatore in Sigmasofia, allo scopo di misurare lo stato di autoconsapevolezza Io-somato-autopoietica d’ingresso alla formazione, si elabora il protocollo autopoietico. Si tratta dell’insieme delle operazioni, degli atti che regoleranno lo svolgimento delle sedute di Maieutica, che seguiranno, evidenziandone la durata e le caratteristiche peculiari, nonché le motivazioni.
297. Pulsione (o Pulsus) olistico-autopoietica – Bios –
È l’impulso, la spinta, lo stimolo, il metabisogno Io-somato-autopoietico che, nascendo dal campo coscienziale olistico-autopoietico, si esprime sul piano sensibile come espressione di ciò che lo sta producendo. Pur trovando forme di applicazione nel sensibile, indica sempre la porta che è possibile utilizzare, per riconoscere i principi attivi che lo formano. Se la pulsione autopoietica si proietta su un oggetto o su un tema sensibile, può dar vita ad un’opera sensibile significativa; se si proietta verso la propria scaturigine, dà luogo a forme di conoscenza di sé. Dal latino pulsus, che significa pulsione, mettere in moto, spinta che l’Io-psyché orienta verso una situazione, una meta. I metabisogni sono, ad esempio, pulsus olistico-autopoietico.
298. Quantistico-autopoietico
Quantistico è tutto ciò che si riferisce alla meccanica dei quanti. All’interno delle dinamiche dei quanti, si dischiude il campo autopoietico, non visibile agli strumenti di misura (elettronici, informatici). Il quantistico-autopoietico evidenzia in modo particolare tali funzionalità di confine tra quantistico e autopoietico, considerati, ovviamente, come campo unnico.
299. Radianza autopoietica
È la densità di flusso, di campo, di radiazione-assorbimento, emessa dal campo coscienziale olistico-autopoietico.
300. Radici autopoietiche
Sono l’origine, la causa, la sorgente, i progenitori, gli archetipi, i principi attivi, la simultaneità (…) autopoietici che operano all’essenza dell’Universi-parte. Sono l’androginia progenitrice, capostipite, la singolarity pre-acquisito, ossia il campo coscienziale olistico-autopoietico transfinito, da cui si evidenzia la componente acquisita, la parte tenuta in essere da queste radici autopoietiche. La scaturigine è la sorgente, e assume anche il significato di zampillare, sgorgare, uscire fuori. È l’origine, con specifico riferimento al campo coscienziale olistico-autopoietico, operante nel continuo presente, pertanto non include il concetto di spazio-tempo.
301. Ragione-razionalità autopoietiche
È la facoltà dell’Io-psyché di stabilire le interrelazioni, le interazioni tra i propri stati Io-somato-autopoietici producibili, individuandone la reale funzionalità e i significati-significanti. È autopoietica, quando, ovviamente, include tutti i principi attivi, la condizione ∑igma dell’Universi-parte.
302. Realtà autopoietica
Sinteticamente, la realtà è tutto ciò che esiste, sensibile o sovrasensibile, locale o non locale e che gli strumenti dell’Io-psyché (sensi, percezione…) possono riconoscere. La realtà autopoietica include tutti gli enti concreti, materiali e soprattutto immateriali, che rappresentano la componente prevalente, transfinita: tutto ciò che esiste effettivamente, in cui, ad esempio, l’apparente o l’immaginario sono reali e concreti stati di coscienza. Tutte le funzionalità autopoietiche sono sostanzialmente un campo sovrasensibile, archetipico, non locale, transfinito, autopoieticamente reale.
303. Reciprocità autopoietica
Attraverso il Tutto è atomicamente e coscienzialmente legato, l’Io-psyché può vivere l’interazione, il rapporto simultaneo di ogni stato coscienziale con valenza istintivo-emozionale.
304. Reintegrazione autopoietica
Significa riportare qualche cosa ad una condizione d’interezza. In particolare, significa reintegrare la pulsione autopoietica divenuta stato coscienziale, azione, al suo stato d’interezza, al campo coscienziale olistico-autopoietico che l’ha prodotta, in maniera vissuta, consapevole: condizione che può nascere, soltanto dopo il passaggio nell’acquisito, l’estrapolazione della funzione Ypsi e la Concentrazione-transmutazione autopoietica.
305. Relazione orizzontale
Tecnicismo che indica la relazione che s’instaura tra i ricercatori in formazione, si differenzia da quella verticale, riferita con il Maieuta-docente.
306. Respiro autopoietico
È la respirazione che si estende consapevolmente, oltre i confini localistici del corpo fisico, sia interiori che esterni.
307. Riconoscimento autopoietico
Riconoscere significa ravvisare, individuare un ente, un processo, già precedentemente conosciuto. È ciò che permette di individuare, identificare, distinguere, discernere (…). L’Io-psyché lo evidenzia dai principi attivi autopoietici che lo formano e di cui non è consapevole. Tuttavia, può riconoscerla come stato di coscienza intuitivo, sincronico, Sigmasofico, ossia come parte di sé: il riconoscimento autopoietico.
308. Ricordanza autopoietica
Nasce, quando l’Io-psyché, attraverso il vissuto diretto, prende coscienza dell’inconscio acquisito collettivo e dei principi attivi autopoietici, innescando una forma di virtuosismo, in conseguenza del quale si verifica che il ricordo in atto ha la funzione di innescare lo srotolamento continuo di molti altri.
309. Ricordo autopoietico
È l’Io-psyché consapevole, che ha presente nella memoria che utilizza e nello stesso tempo vive i principi attivi autopoietici, da cui si evidenziamo le bellezze naturali ed anche, in misura correlata, che ricorda, visualizza architetture realizzate come diretta emanazione e rappresentanti l’autoconsapevolezza autopoietica. Non è il ricordo dell’esperienza acquisita realizzata, ma dei principi attivi autopoietici, da cui nasce la possibilità tecnica di fare esperienze.
310. Rinascita autopoietica
Il nascere di nuovo è inteso nei significati-significanti di porre fine, definitivamente, allo stato identificativo nel solo sensoriale, per rinascere al vissuto autopoietico dell’Universi-parte, sensibili e sovrasensibili, locali e non locali, transfiniti.
311. Riposo autopoietico
È l’Io-psyché che diviene diretta emanazione, senza ostacolatori, dei principi attivi autopoietici, condizione che, pur essendo in continuo movimento, creatore, determina l’assenza di stanchezza. Non è mai vissuto come un’interruzione della fatica, in quanto non è inteso come opposto complementare alla stanchezza, termine, quasi mai usato in Sigmasofia.
312. Risposte autopoietiche
Rappresentano l’insight intuitivo, sincronico, di olospresenza, di cui prendiamo coscienza, quando interroghiamo noi stessi, in riferimento ai principi attivi, alla non località che ci formano e da cui l’Io-psyché si evidenzia. La risposta autopoietica coincide, quindi, con la presa di consapevolezza di un processo autopoietico, transfinito, di cui non eravamo consapevoli. Importante: la risposta autopoietica non ì un’azione che segue ad un’altra, non è una reazione, ma è una creazione simultanea e pare integrante della domanda autopoietica.
313. Ristrutturazione automatica
La ristrutturazione automatica attira l’attenzione sugli stai identificativi e fissati del passato ed evidenzia il fatto che il vecchio stato di consapevolezza di provenienza è ancora attuale vivo e vegeto e stabilisce le azioni dell’Io-psyché. La ristrutturazione è automatica: il ricercatore segue la via di formazione a se steso e produce ragione e destrutturazioni Io-somatiche, durante lo svolgimento delle sedute di Maieutica. Al momento in cui rientra nei luoghi abituali in cui vive, le atmosfere, i comportamenti, i linguaggi gli richiamano l’attenzione sugli schemi patogeni, identificativi che hanno determinato la richiesta formativa. Anche se l’azione di destrutturazione può essere forte, intensa l’insieme delle esperienze di provenienza è enormemente più grande e la forza di tali costellazioni tende a ristrutturarsi automaticamente. L’Io-psyché, non ancora abbastanza formato, per tempi relativamente lungi, non ce la fa a transmutare, a porre in remissione definitiva tale ristrutturazione automatica degli schemi appartenenti al vecchio paradigma. Quando, attraverso la formazione, l’Io-psyché raggiunge intensità e consapevolezze, pari o superiori a quelle di provenienze, è pronto per la transmutazione, determinando la remissione della ristrutturazione automatica, e dando vita alla ricostruzione olistico-autopoietica dell’Io-psyché.
314. Ritmo autopoietico
È l’Io-psyché che diviene consapevole e supera la variazione-contrasto, la scissione sul piano dell’auto-consapevolezza, tra l’Io-psyché (identificato nel solo sensibile) e la propria scaturigine autopoietica, da cui nascono prese di consapevolezza, insights intuitivi e sincronici continui.
315. Ritmo circadiano sigmasofico
Circadiano è il ritmo fisiologico dell’Io-psyché che si pone in relazione con l’alternarsi del giorno e della notte, abbinando, di solito, al giorno, l’attività e alla notte, il sonno-sogno. Il ritmo circadiano sigmasofico pone in relazione l’Io-psyché con l’alternarsi del giorno e della notte, abbinando al giorno e alla notte uniti (24 ore) l’attività, e alternativamente a tre fasi equamente distribuite dell’intera giornata (08.00-16.00; 16.00-24.00; 24.00-08.00)), il sonno sogno, individuando così la durata complessiva della giornata sigmasofica in 32 ore.
316. Rituale autopoietico
Il rituale è, sostanzialmente, un insieme di azioni che vengono legate insieme, in successione e che, simultaneamente, seguono norme specifiche, codificate. È autopoietico, quando le norme codificate sono diretta emanazione di morfologie dei principi attivi che vengono riproposte, ad esempio, durante la danza autopoietica o le Autopoiesi olosgrafiche.
317. Rituale autopoietico d’ingresso
È il peculiare e ritualizzato modo di ricevere un ricercatore in formazione da parte del Maieuta o del Docente in Sigmasofia. La forma ritualizzata è utile, per far sentire, fin da subito, la peculiare atmosfera autopoietica, immanente a ogni attività Sigmasofica.
318. Salto quantico autopoietico
Il salto quantico è la funzionalità micro-autopoietica, secondo cui ogni elettrone può ruotare intorno al nucleo atomico, seguendo soltanto specifiche orbite concentriche, esattamente come fanno i pianeti, ruotando lungo le loro orbite intorno al Sole. Ogni orbita richiede una quantità di autopoiesi (energia) necessaria: se l’elettrone gira, distante dal nucleo, dovrà produrre una quantità di autopoiesi superiore, rispetto a quella di cui necessita, quando è più vicino. Il salto quantico autopoietico avviene, quando l’Io-psyché s’identifica in un’orbita, su cui viene prodotta più autopoiesi. Con tale attitudine, può continuamente cambiare identificazione. Il salto quantico autopoietico avviene quando, in questi cambi di autopoiesi, ci si sposta dalle orbite degli elettroni ai principi attivi autopoietici. Tale vissuto ci mostra come sia possibile, anzi necessario, un salto quantico da uno stato micro-autopoietico o acquisito, sensibile, allo stato olistico-autopoietico. Sono vissuti, trasmessi durante i corsi della International Sigmasophy University.
319. Salute Io-somato-autopoietica
È lo stato, la condizione di un Io-soma-autopoiesi, rispetto al naturale fluire autopoietico, da cui si evidenzia. La partecipazione fusionale con le funzionalità autopoietiche è equiparabile allo stato di salute: la variazione-contrasto dalle funzionalità autopoietiche è equiparabile allo stato di assenza di salute Io-somato-autopoietica.
320. Sapore autopoietico
È la sensazione, prodotta dai principi attivi autopoietici, quando edificano l’organo sensoriale del gusto. È una sensazione che, se applicata alle diverse situazioni esistenziali, ne fa sentire, percepire, comprendere la caratteristica in sapore intuitivo dell’ente, esattamente come sappiamo descrivere le differenze di sapore tra il suco di un’arancia e quello di un limone, allo stesso modo lo potremo fare con il sapore della rabbia e della gioia: è una sensazione Io-somato-autopoietica.
321. Sblocchi autopoietici
Sostanzialmente, si tratta della destrutturazione e della remissione dello stato identificativo nel solo sensibile, nell’ostacolatore, nella patologia, che non consente il naturale fluire dei principi attivi autopoietici.
322. Scettro (o lituo) Ypsilambd
Il campo coscienziale olistico-autopoietico, rappresentato anche dallo scettro Ypsilamd, determina, dopo averlo creato, lo specifico funzionamento del campo elettrodebole, elettromagnetico, gravitazionale, nucleare e morfogenetico. La sigla Y Ψ λ (Ypsilambda) rappresenta anche concentrazioni di pulsioni autopoietiche, di principi attivi autopoietici (il Bios), utilizzabili, irradiabili dal campo coscienziale: è il suo vettore in-formazionale, il suo messaggero. Graficamente, nel sensibile, viene rappresentato con lo scettro o lituo Ypsilambd e viene utilizzato, durante la danza autopoietica, attraverso cui si evidenziano morfologie del Progetto Genoma Coscienziale.
323. Schiuma quantistica-coscienziale
Alla visione olistico-autopoietica, la percezione di processi legati alle microparticelle e al corrispettivo coscienziale appare come una schiuma luccicante, scintillante, luminescente, più che tridimensionale.
324. Scissione autopoietica
È la partecipazione empatonica, applicata dal Maieuta, per orientare il vissuto del ricercatore in formazione. È realizzabile ed autentica, perché il Maieuta-docente risveglia componenti, vissuti, simili a quelli che sta mettendo in atto il ricercatore. Sa attingerli dall’inconscio autopoietico, ma allo stesso tempo, ne è distaccato, disidentificato, processo che gli renderà possibile dare l’orientamento al ricercatore.
325. Scopo autopietico
È esattamente ciò a cui si tende, a cui si vuole giungere, a cui si indirizzano, si orientano le azioni, prodotte dall’Io-psyché. L’intelligent design dell’Universi-parte sembra avere, come scopo, prendere coscienza, il diventare consapevole di se stesso, da cui una delle indicazioni Sigmasofiche sullo scopo autopoietico, individuato come Danza autopoietica dell’Universi-parte che vive, partecipa-osserva e consapevolizza se stesso.
326. Scrittura e pittura autopoietica
È scrivere e pitturare come diretta emanazione di immagini, di situazioni oniriche, interiori e, soprattutto, di principi attivi autopoietici.
327. Self-poiesis-fire-dancing
Si tratta della pratica della danza autopoietica, realizzata su carboni ardenti e con i piedi nudi, in uno stato autopoietico, Sigmasofico, di coscienza: il calore è a 900° centigradi e la lunghezza del camminamento è superiore ai 9 metri (più di otto passi).
328. Semplicità autopoietica
È tutto ciò che non è complicato, ciò che è facile, senza sovrastrutture e ricercatezza, che non implica nulla di più. L’autopoietico è semplice, in quanto autocrea, senza essere consapevole di come è in grado di farlo: per questo motivo, spesso, è esattamente l’opposto-complementare di ciò che tale capacità di creare tenta di interpretare.
329. Sequenze nucleotidiche autopoietiche
Il nucleotide è l’unità fondamentale degli acidi del nucleo. In chiave autopoietica, i nucleotidi sono sostanzialmente principi attivi, parte del campo coscienziale olistico-autopoietico che, combinandosi tra loro, determinano funzionalità dell’Io-psyché. Tali nucleotidi si presentano in sequenza anche ricorsive e per autocreazione. Dalla loro osservazione, nasce il Progetto Genoma coscienziale.
330. Sessualità della conoscenza o olistico-autopoietica
Sono i particolari vissuti integrali realizzati durante la pratica della sessualità che includono le componenti sensibili e quelle sovrasensibili, consce e inconsce, localistiche e non locali, denominate principi attivi (o correnti) olistico-autopoietici dell’eros.
331. Setting Sigmasofico
Definisce, il contesto entro cui avviene un evento, inerente la Sigmasofia. Il concetto di setting nasce come l’insieme dei fenomeni esperienziali comportamentali, dei patterns (ossia degli algoritmi – vedi voce- ricorrenti, utilizzati con regolarità durante gli eventi Sigmasofici). Il setting è un contenitore (l’Universi), in cui si svolgono le tecno-ontos-sophos-logie.
332. Shock autopoietico
Lo shock autopoietico è la conseguenza del mancato arrivo di campo istintivo-emozionale e aggredior alle funzionalità dell’Io-psyché. Può manifestarsi, in seguito a traumi coscienziali (e somatici), a rottura, ad interruzione momentanea di un processo coscienziale (il pensare, il sentire, il volere, ecc.), ad un acting o aggredior out, ossia in conseguenza di un’uscita fuori, nello stesso momento, di costellazioni Io-somatiche, con alta valenza emozionale. L’Io-psyché può vivere lo shock, per reazione a una violenta ed inaspettata crisi della natura. Lo shock si presenta, attraverso specifici sintomi. L’Io-psyché del ricercatore tende ad agire disordinatamente (in riferimento alle proprie modalità abituali) e tutte le azioni perdono d’intensità e di significato. Diventano fredde. Tale sensazione può arrivare a perdere così tanta tensione, pressione, da far fatica addirittura a produrre stati coscienziali, pensieri o idee. Quando l’Io-psyché lo agisce, appaiono associazioni, pensieri, scollegati dal senso in quel momento agito, riconosciuto, fino a raggiungere livelli confusivi totali, caratterizzati da alterazioni respiratorie. Quando lo shock è particolarmente intenso, si manifesta un processo particolare, ossia l’impossibilità di scaricare, di abreagire, di evacuare tutti i residui coscienziali, tossici, che rimangono nell’Io-psyché e lo danneggiano. Ovviamente, per determinare la remissione dello stato di shock, è necessario intervenire sulla causa: si gestisce l’aggredior-out, si destruttura lo stato identificativo, si orienta verso la Concentrazione-transmutazione autopoietica. È necessario agevolare la libera circolazione e produzione dell’Io-psyché, riducendo l’effetto degli ostacolatori, rilassando. In alcuni casi, può essere necessario mantenere l’atmosfera, il calore in una condizione protetta, avvolgente, contenitiva che è la posizione antishock coscienziale, in modo che fluisca più campo istintivo-emozionale e aggredior. Non si somministrano psicofarmaci. Talvolta, è necessario somministrare uno shock autopoietico, in grado di destrutturare in quel momento le cause scatenanti, utilizzando azioni forti, autopoietiche, che inducono l’Io-psyché a prendere coscienza dello stato identificativo che magari prima è stato amplificato. Si determina, così, una variazione-contrasto di stato shockante che, nello stesso tempo, esprime valenza orientativa verso l’autopoiesi.
333. Sigillo autopoietico
È l’azione, l’opera che salvaguarda l’autenticità e l’integrità della Sigmasophy Theory and Practice of Everything. Tale sigillo autopoietico è posto in modo che il libero ricercatore possa ritrovare la fonte originaria del Pensiero Sigmasofico, senza timore di incorrere in decodifiche e in personalizzazioni da parte di Io-psyché. I testi con sigillo autopoietico sono custoditi presso l’Associazione Sophy.
334. Sigmasofia autopoietica marziale, o ∑ophy Martial Art
È il ciclo formativo, previsto dalla International Sigmasophy University che studia e sperimenta, prevalentemente, la componente autopoietica, locale e non locale, anche attraverso l’applicazione di tecno-ontos-sophos-logie Io-somato-autopoietiche marziali.
335. Sigmasofia Ecologica
Si tratta dei principi attivi fondamentali, proposti dalla Sigmasofia, applicati all’Oikos, alla casa, all’ambiente, a noi stessi, riconoscendo, in maniera particolare, le funzionalità della natura flora, fauna (…) in chiave autopoietica e in funzione della tutela e della salvaguardia dell’ambiente interiore ed esterno.
336. Sigmasofia Io-somato-autopoietica
Deriva dall’archetipo autopoietico ∑igma, che è la sommatoria-proprietà emergente dei tre archetipi Ypsilon, Psi e Lambda che sintetizzano i principi attivi del campo coscienziale olistico-autopoietico, scoperti durante la ricerca. Indica i principi, da cui ogni facoltà dell’essere, quindi l’essere stesso, l’ontos, nasce. Il sophos è la saggezza. S’intende il vissuto diretto, penetrato, di processi, da cui estrapolare e conoscere la conoscenza, in funzione del soddisfacimento della pulsione autopoietica a vivere e a conoscere se stessi: l’Universi-parte, che si riconosce come unico corpo complessivo. ll sophos Sigmasofico (il Maieuta o il Docente di Sigmasofia) è semplicemente un ricercatore che ha saputo raggiungere i principi attivi autopoietici di ∑igma, che sa applicare le Autopoiesi olosgrafiche ed è dotato di una teoresi, scaturente prevalentemente dal vissuto diretto e penetrato. ∑igma somma gli archetipi autopoietici Ypsilon, Psi e Lambda e ne evidenzia il principio attivo emergente. È, di fatto, il costituente del campo coscienziale olistico-autopoietico: rappresenta la caratteristica che genera l’auto-determinazione, l’auto-organizzazione alla conoscenza, scaturente dal vissuto. È l’antidoto, lo stato di autoconsapevolezza che può determinare la remissione spontanea di stati identificativi socio-politico-filosofico-culturali che non sono più consapevoli della propria scaturigine autopoietica, non locale, transfinita e, pertanto, si trovano costretti in stati sempre funzionali, ma che possono essere definiti incompleti.
∑igma, Ypsilon, Psi, Lambda, Logos, Sophos, Draino, Ares, Eros, Chronos (…) trovano manifestazione in tutto l’Io-somato-autopoietico: esistono semplicemente su tutti i piani della manifestazione. Li abbiamo vissuti: sono la manifestazione sensibile locale e non locale. Per specifici motivi, individuati e illustrati nella Sigmasophy Theory of Everything, l’Io-psyché, l’essere umano l’Universi-parte ha determinato uno stato di non consapevolezza di queste sue facoltà, soprattutto non locali, autopoietiche, identificandosi nel sensibile, in una forma di Ontos, Logos-Sophos, Kraino, Eros, Ares, Chronos, prevalentemente intellettuale, razionale, verbale. Tale processo, inerente la saggezza, archetipica autopoietica, non locale dell’essere, è soltanto da vivere, da partecipare autopoieticamente. La saggezza di ∑igma ha assunto forme riflesse, riduzioniste, deterministe, separatorie, scisse, e lì, l’Io-psyché si è identificato. È possibile destrutturare e transmutare tale stato, per ricostruirlo sui principi vissuti di saggezza Sigmasofica e, su queste basi, creare l’essere umano e l’eco-società olistico-autopoietici. L’identificazione dell’Io-psyché nelle esperienze acquisite, individuali e collettive, quelle che evidenziano lo stato di non consapevolezza dei principi attivi autopoietici non locali, transfiniti da cui nascono, sono un processo funzionale, necessario alla formazione a se stessi. La mancata autoconsapevolezza non è un sintomo, una deviazione, ma un processo necessario alla presa di consapevolezza, per variazione-contrasto. Non si tratta di alienazione (anche se può diventarlo), ma di saggezza Sigmasofica in azione (…).
337. Sigmasofia onirica
Studia le tecno-ontos-sophos-logie Io-somato-autopoietiche, per essere continuamente consapevoli di tutte le dinamiche oniriche, dei principi attivi, nonché dell’interazione con il Tutto.
338. Sigmasofia psicagogica didattica
Si tratta della trasmissione di tecno-ontos-sophos-logie operative Io-somato-autopoietiche, necessarie per insegnare ad insegnare, partendo dalla fonte di riferimento. È il corpus d’insegnamenti pratico-teorici, custoditi presso il Sigmasophy Institute, così come lo ha elaborato il Fondatore. La Sigmasofia didattica si articola in otto stages del secondo ciclo di studi formativi, previsti dalla International Sigmasophy-University. È anche la base delle azioni di supervisione autopoietica che caratterizzano la fase formativa, per diventare Docenti, durante cui il Maieuta verrà supervisionato, secondo le modalità didattiche di conduzione di un gruppo o di singoli ricercatori, che ha preso completamente in carico.
339. Sigmasophy International Congress
È una rete di relazioni con liberi ricercatori, Università, Enti pubblici e privati, Vie di conoscenze scientifiche e tradizionali, italiane e internazionali, con cui realizzare rapporti di collaborazione nel campo della formazione, della ricerca, della pedagogia esistenziale e della didattica, nonché di altre attività, in sintonia con le finalità fondamentali del Sigmasophy Institute. Una delle modalità operative, scelte per realizzare quanto finora indicato, è l’istituzione del Sigmasophy International Congress che si svolgerà ogni anno, nel mese di giugno al solstizio d’estate.
340. Sigmasophy Institute
La sede reale del Sigmasophy Institute è l’essere umano olistico-autopoietico, l’Universi-parte.
341. Significati-significanti acquisiti e autopoietici
L’Io-psyché comunica convenzionalmente, attraverso gesti, posture, atti, parole, frasi, discorsi, immagini, ideogrammi, oggetti, geroglifici, segni, disegni, suoni, musiche, canti, danze, campi, arti (…) che, attraverso specifici accordi convenuti, facciamo corrispondere all’evento, alla situazione, al vissuto che devono convenzionalmente comunicare. È il linguaggio Io-somato-autopoietico, significante qualche cosa. Il significato è il contenuto dei simboli-segni, dei gesti, delle posture, degli atti, delle parole, delle frasi, dei discorsi, delle immagini, degli ideogrammi, degli oggetti, dei geroglifici, dei segni, dei disegni, dei suoni, delle musiche, dei canti, delle danze, dei campi, delle arti (…). Il significato-significante è parte integrante del simbolo-segno, del linguaggio Io-somato-autopoietico, simbolico-reale, è una componente dell’Io-psyché e dell’archetipo acquisito funzione Ypsi: un processo unico.
342. Simbolico-reale
Simbolico è ciò, a cui l’Io-psyché fa assumere valore di simbolo che può coincidere con ogni parte-Universi. In questo caso, quella parte non vale per sé, per la sua realtà, ma per ciò di cui la investiamo, le facciamo rappresentare. Per reale, si intende ciò che esiste effettivamente, ma non in contrapposizione a immaginario che, come tale, è esistente. Realtà deriva da resi che significa possesso, bene, ricchezza, ma, per la Sigamsofia è inteso come ciò che integra anche la coscienza umana. Si tratta di una concezione molto più ampia di quella proposta dalla scienza, in quanto si integra l’essenza, esistente dentro il fenomento fisico che amplia l’evidenza di quanto riconosciuto dai soli strumenti. Il simbolico-reale è la sommatoria e proprietà emergente del simbolico e del reale, che forma il registro simbolico-reale, utilizzato nel setting Sigmasofico.
343. Simmetria autopoietica
Il campo coscienziale olistico-autopoietico si trova in una condizione che è pre-stati identificativi sensoriali ed iper-sensoriali. Veicola un’etica autopoietica che l’Io-psyché può simmetricamente, per auto-somiglianza, esprimere.
344. Sincronicità
345. Sinergia autopoietica
È l’azione simultanea di processi, dei principi attivi innati e acquisiti che vengono integrati dall’Io-psyché e, agendo, interagiscono, collaborano. Permettono, in chiave formativa, una maggiore autoconsapevolezza. Dal greco, synerghia che significa collaborare, agire.
346. Sinestesia autopoietica
È uno stato coscienziale raggiungibile dall’Io-psyché del ricercatore in Sigmasofia, in cui si è perfettamente in grado di produrre sinestesi, ossia la sensazione corrispondente ad un senso viene associata a quella di un senso differente. È la percezione simultanea, utilizzando fusionalmente più sensi.
347. Singolarità autopoietica
È propria del campo coscienziale olistico-autopoietico. È la condizione essenziale dell’Universi-parte. La singolarità autopoietica è unica, produce il genere ed è transfinita. Nell’accezione Sigmasofica, la singolarità è lo stato Io-somato-autopoietico, peculiare del campo coscienziale, da cui nascono e vanno in remissione Io-spazio-tempo, le diverse pluridimensionalità sensibili e sovrasensibili, locali e non locali.
348. Sintassi autopoietica
La sintassi è lo studio, il vissuto delle relazioni che s’istituiscono in una funzionalità autopoietica, ossia tra le parti che la compongono (morfologie, frattali, variazioni, campi…) e tra questi e le funzioni-stati coscienziali, le morfologie acquisite, lo spazio-tempo, ecc. È il complesso delle relazioni funzionali e significative che si stabiliscono tra le componenti del campo coscienziale olistico-autopoietico e dei principi attivi. Dal greco sintaxis, che significa secondo un ordine, ordinare. Processo che coincide con la sintassi, attraverso cui ordinare l’azione sensibile.
349. Sintesi autopoietica
La sintesi p il processo di unificazione delle parti in un tutto. La sintesi autopoietica è simile alla funzione ∑igma che, di base, significa appunto sommatoria ed unificazione. Serve a riconoscere i significati-significanti e le attività, unificate in una sola funzionalità. La sintesi autopoietica è l’unificazione delle parti nell’Universi, l’Universi-parte, nelle manifestazioni sensibile e sovrasensibile d’avanguardia, ad oggi riconosciuta e vissuta. La sintesi autopoietica è inclusa nel concetto di Sigmasofia, per cui tale termine è poco utilizzato.
350. Sofia autopoietica
Sofia è la sapienza ed anche la scienza. Dal greco Sophya. In Sigmasofia, assume l’accezione di saggezza (sophos significa saggio) ed indica la dottrina, la scienza, lo studio, la ricerca, la conoscenza, in questo caso applicata ai principi attivi autopoietici. È la peculiare saggezza espressa dall’Universi-pare, durante l’autocreazione di se stessi. Parte dell’intelligent design del campo coscienziale olistico-autopoietico. Significa saggezza dell’autocreazione.
351. Soggettività autopoietica
È propria dell’Io-psyché complessivo dell’Universi-pare e dipende dai suoi principi attivi archetipici transfiniti. La soggettività autopoietica vale per tutto l’esistente, in quanto l’Universi-parte, nel Tutto è atomicamente e coscienzialmente legato, include ogni ente, ogni processo esistente.
352. Soliloquio-solipsismo autopoietico
Solipsismo è concepire l’Io-psyché come unica realtà esistente dell’Universi-parte. Assume il principio dell’egoismo e dell’utile individuale, riferito all’Universi-parte complessivo. Dal latino solus, che significa solo, e ipse, stesso. all’osservazione autopoietica, esprimendo solipsismo, l’Universi-parte non può far altro che produrre soliloquio autopoietico: l’insieme degli Io-psyché, formanti l’Io-psyché complessivo dell’Universi-parte. Parla da solo, tra sé e sé, anche quando un Io-psyché parla con quella pare di sé che chiama l’altro. Il soliloquio e il solipsismo autopoietici divengono evidenti, al momento della disidentificazione dal solo acquisito e al momento della produzione dell’atarassia autopoietica.
353. Solitudine autopoietica
La solitudine è individuabile nello stare, nel vivere da soli, da parte dell’Universi-parte. È autopoietica, in quanto emanazione dell’autopoiesi e include tutte le forme di scissione, di riduzionismo Io-Tu, che si esprimono nell’acquisito, nella sua espressione di opposti-complementari e rispetto la propria scaturigine autopoietica.
354. Sonno-sogno lucido autopoietico
Il sonno-sogno sono lucidi, quando l’Io-psyché che li realizza è perfettamente consapevole che sta dormendo e sognando. Il termine lucido sta ad indicare che l’Io-psyché è perfettamente consapevole di ciò che sta producendo. Durante il sonno-sogno lucido, l’Io-psyché potenzia la nitidezza e l’espressione di ogni senso che funziona interiormente e integralmente, ponendo in remissione eventuali difetti che ha nella propria manifestazione sensibile: un non vedente vede, un sordo sente e così via. Nel sogno lucido, si attuano tutte le funzioni dell’archetipo funzione Ypsi. Facilita la soluzione di eventuali problematiche che nel sensibile, nello stato di veglia sembravano non trovare soluzione. Nel sonno-sogno lucido, esistono varie possibilità di autoconsapevolezza. Con un alto livello di lucidità, di autoconsapevolezza e di esperienza, è possibile trattare l’intera dimensione REM come prodotto delle esperienze complessive dell’io-psyché, aumentando così le capacità di controllo e di interazioni dell’Io con le diverse parti di sé. Oltre a poter muoversi senza limitazioni, si può volare, cambiare e spostare oggetti, fino a passare da una scena all’altra a proprio piacimento e, soprattutto, applicare la Concentrazione-transmutazione autopoietica, per entrare nei principi attivi autopoietici, creanti la dimensione onirica stessa: è la componente autopoietica del sonno-sogno lucido.
355. Sophos-fenomenologia autopoietica
Complesso dei fenomeni, attraverso cui la saggezza, la scienza dei principi attivi del campo coscienziale olistico-autopoietico si manifesta. Inoltre, è la descrizione delle diverse forme attraverso le quali l’Io-psyché, partendo dalla formazione sensibile, vive, al di fuori di ogni speculazione concettuale—intellettuale, i principi attivi che lo formano.
356. Sorriso autopoietico
È l’espressione, appena accennata, dell’estasi, della beatitudine, della letizia, del piacere, senza variazione della mimica facciale atarassia autopoietica) e senza l’emissione dlla gola, del suono caratteristico della risata sensibile. Rappresenta l’espressione di una delle componenti del vissuto diretto del campo coscienziale olistico-autopoietico.
357. Speleologia, archeologia autopoietiche
Sinteticamente, è la scienza che studia le grotte, la loro origine e le caratteristiche morfo-biologiche. Nel tutto è legato, che siamo, è uno dei tanti elementi di cui siamo parte. Da spelaion che significa caverna. Per analogia, in determinate situazioni, lo facciamo coincidere con lo spazio più che tridimensionale che si forma interiormente, quando chiudiamo gli occhi e in cui, per intenderci, visualizziamo i sogni. L’Archeologia è la scienza che studia le civiltà antiche, considerandone le realizzazioni pratico-artistiche quali, ad esempio, i monumenti, gli oggetti, le costruzioni. Si tratta, quindi, di memorie, di pensieri che hanno trovato concretizzazione fisica. Tali memorie, per così dire, antiche, da cui sono nati quei prodotti, sono contenuti dell’Io-psyché di interesse nella formazione in Sigmasofia. La speleologia e l’archeologia (una studia l’ambiente, l’altra il prodotto dell’Io-psyché) sono considerate azioni autopoietiche, autocreate dall’Io-psyché che assumono interesse, nella formazione a se stessi.
358. Spontaneità autopoietica
Si esprime, quando l’Io-psyché si autorealizza, si autodetermina liberamente, assumendosi le proprie azioni. Detto di un fenomeno naturale autopoietico, che è dovuto a funzionalità innate dell’Universi-pare, su cui l’Io-psyché si posiziona simmetricamente, e di cui è diretta emanazione.
359. Stati autopoietici olosgrafici coscienziali
Si tratta delle diverse e progressive morfologie assunte con il corpo e visualizzate tramite l’Io-psyché, interiormente, dei principi attivi autopoietici archetipici che sottendono alla creazione di uno specifico stato coscienziale (pensare, volere, sentire, ecc.). tale morfologia si manifesta in modo olosgrafico e l’Io-psyché può trarne informazioni.
360. Stato coscienziale punto morte
È il vissuto dello stato morte, riconosciuto dallo stato di consapevolezza dell’Universi-parte, in cui la nascita e la morte sono espressioni continue delle proprie funzionalità autopoietiche complessive.
361. Stato coscienziale Sigmasofia
Lo stato coscienziale Sigmasofia è il vissuto dell’integrazione, del ∑igma, tra le diverse funzionalità del campo coscienziale olistico-autopoietico. Sinteticamente e con maggiore precisione, può essere definito nel seguente modo: consapevolezza vissuta dell’integrazione del campo coscienziale olistico-autopoietico, sovrasensibile, non locale, da cui nascono le facoltà di auto-rigenerazione, auto-organizzazione, auto-guarigione, auto-determinazione, le capacità omeostatiche, l’autonomia dell’Io-psyché dal sistema nervoso (non località coscienziale con i principi attivi (archetipo funzione Ypsi), emergenti dalla conoscenza vissuta del piano Io-somato-autopoietico, sensibile e del loro utilizzo, integrato e consapevole, nell’azione quotidiana: la consapevolezza di insegnamenti e indicazioni, provenienti da ogni tipo di esperienza vissuta.
362. Stato E.C.A. di Entanglement Coscienziale Autopoietico
È un fenomeno quantistico, per cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dagli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l’insieme, anche se questi sono separati spazialmente. Il termine viene, a volte, reso in italiano con non-separabilità, in quanto uno stato entangled implica la presenza di correlazioni tra le quantità fisiche, osservabili dei sistemi coinvolti. Essendo lo stato quantico una densificazione del campo coscienziale, si evidenzia che lo stato di entanglement, di no separabilità sia una caratteristica del campo coscienziale stesso.
363. Stato identificativo discrasico
È l’insieme di condizioni acquisite, anomale, non consapevoli dei principi attivi che si osservano nel funzionamento Io-somato-autopoietico dell’essere umano. Sostanzialmente, è la frattura della consapevolezza tra la componente acquisita e i principi attivi autopoietici, il campo coscienziale, da cui l’Io-psyché stesso si edifica e da cui nasce.
364. Stile di vita autopoietico
Lo stile di vita è una questione che riguarda l’Io-psyché e la propria individuazione, ossia è l’elemento, attraverso cui l’Io-psyché vive se stesso, all’interno della realtà complessiva che è in grado di riconoscere. Da questo assunto, si indica che lo stile di vita Sigmasofico necessita della presa di consapevolezza dei processi ecologici innati, di cui è espressione e della loro ricaduta nell’azione quotidiana.
365. Stile unico ∑ophy-poiesis
È l’unione e la rappresentazione pratica, Io-somato-autopoietica, delle dodici forme, attualmente catalogate e mappate, del Progetto Genoma Coscienziale, ossia della visualizzazione dei principi attivi ricorsivi che sono sempre presenti, al momento in cui si producono determinati stati coscienziali (il pensare, il volere, il sentire, il concettualizzare ecc.). tale unione è parte integrante dello stato coscienziale Sigmasofia.
366. S.T.o.E. Sigmasophy Theory of Everything
∑igma (∑) è l’archetipo autopoietico transfinito che sintetizza tutti i principi attivi consci e inconsci, sensibili e sovrasensibili, locali e non locali del campo coscienziale olistico-autopoietico. Sophy significa saggezza; Theory significa teoria ed Everything significa ogni cosa, tutto: l’Universi-parte. Si tratta, quindi, della saggia teoria dell’Universi-arte, del Tutto, secondo i vissuti diretti di ∑igma.
367. Storia autopoietica
È l’accadere delle vicende formative dell’Io-psyché, lo svolgersi dell’indagine vissuta dell’Io-psyché su se stesso. narra sistematicamente, attraverso la Costruzione della propria Teoria conseguente al vissuto, il cifrario, la tavola autopoietica, le prese di consapevolezza, degne di evocazione-invocazione, memoria di quell’Io-psyché. La storia è autopoietica, quando descrive vissuti del campo coscienziale olistico-autopoietico e dei principi attivi autopoietici.
368. strategie autopoietiche
Si tratta dell’apprestare, del coordinare le diverse funzionalità, facoltà dell’Io-psycheé, per raggiungere la formazione a se stesso, all’esplorazione consapevole dell’Universi-parte, perché riconosciuta come azione strategicamente importante e, nello spazio-tempo, di lungo periodo. Tale pulsione autopoietica a risalire è parte integrante dell’Universi-parte, noi stessi.
369. Stretching Io-somato-autopoietico
Lo stretching Io-somato-autopoietico è una forma di Autopoiesi olosgrafica marziale che migliora la mobilità, attraverso l’allungamento dei muscoli, delle strutture tendineo-legamentose e intra articolari, nonché degli stati coscienziali, degli istinti-emozioni, dei principi attivi (…), affinché mantengano ed espandano la propria funzionalità. Permette l’esecuzione, completa o parziale, di movimenti e la realizzazione di azioni, tendenti all’avanguardia dell’ampiezza, in quel momento, raggiungibile dal ricercatore. Lo stretching Io-somato-autopoietico agisce sull’estensibilità degli ingredienti autopoietici, formanti l’Io-soma-autopoiesi stessa. L’estensibilità fino all’avanguardia implica l’orientamento di base, verso cui direzionarsi e, se tale azione è ben realizzata, si può procedere verso l’allungamento o il superamento dell’avanguardia, generando lo spazio di scoperta, di presa di consapevolezza e di maggiore funzionalità. Praticandolo con regolarità, si possono ottenere continuità di espansione e di consapevolezza.
370. Supersimmetria coscienziale
Ogni parte-particella sensibile Io-somato-autopoietica ha una pare-particella corrispondente nei principi attivi autopoietici, sovrasensibili, non locali, continuamente presenti. È la supersimmetria coscienziale.
371. S.V.A.∑
L’utilizzo dello Scudo della Verità Autopoietica ∑ophy evidenzia, implicitamente, l’assunzione responsabile dell’intenzionalità a voler essere un libero ricercatore sulla coscienza, in formazione continua a se stesso. lo SVA∑ è, di fatto e per definizione, uno spazio automotivazionale, autocreato, auto-organizzato. Con questo gesto si assume di voler praticare l’avanguardia della propria autoconsapevolezza. Lo SVA∑ è aperto a tutti ed è un luogo utilizzabile con intensità, per essere ascoltati con attenzione e per ricevere un rimando, un’opinione maieutica. Fa parte dei servizi offerti dal servizio di volontariato autopoietico.
372. Synchronicity insight
La sincronicità, sinteticamente, descrive la connessione a-causale tra stati dell’Io-psyché ed eventi che stanno accadendo nell’Universi-parte, da cui l’Io-psyché stesso si evidenzia. Le coincidenze significative sono connesse con la sincronicità. Sono eventi che accadono simultaneamente e si esprimono, attraverso specifici processi di interconnessione e peculiari significati-significanti, riconoscibili nel tutto è atomicamente e coscienzialmente legato.
373. ∑igma-Art, divenuta ∑ophy-Art
È l’azione bios-etica autopoietica artistica, nascente direttamente da prese di consapevolezza di uno o più principi attivi, operanti nel campo coscienziale. Può assumere diverse morfologie: la danza e la musica autopoietiche, l’ergosofia, la pittura, la scultura, il teatro e il giullarismo autopoietici, attività manuali filosofiche, scientifiche (…)
374. ∑igma-gym
Si tratta di una innovativa ginnastica per l’Io-psyché, per il soma e l’energia, riconosciuti come unità funzionale. Integra la sommatoria di principi attivi e la proprietà emergente di diverse pratiche ginniche, scoperte attraverso la sperimentazione diretta.
375. ∑igma-logic (o Pensiero sigmasofico)
È l’attività Io-somato-autopoietica, mediante cui l’essere umano, in particolare, elabora significati-significanti esistenziali, acquisendo coscienza di sé, attraverso la radiazione percettiva sensibile e sovrasensibile, attraverso il vissuto diretto penetrato dell’Universi-parte. Realizza questo, formando schemi concettuali che gli valgono come modelli interpretativi della realtà. Tale orientamento, applicato alla Via di conoscenza Sigmasofia, ne indica le fasi salienti che l’hanno caratterizzata, spiegata, evidenziata e la Costruzione della propria Teoria conseguente al vissuto, da parte del ricercatore.
376. ∑ophy-dance
È la danza autopoietica, attraverso cui l’Io-psyché esprime i propri stati di auto-consapevolezza sensibili e sovrasensibili, locali e non locali. È lo stato Sigmasofia in azione, attraverso la danza di vita, da cui scaturiscono insights intuitivi, sincronici, olospresenza, non località (…).
377. ∑ophy Project
È la denominazione, data alle attività di conoscenza, autorealizzazione, autorigenerazione che si attuano nel centro di Caporipa: il Sigmasophy Institute.
378. ∑ophy International Project
È la proposta per vivere ciò che denomino la Danza autopoietica ossia il punto d’incontro, di fusionalità con la Scienza e la Tradizione scientifica e coscienziale. Il ∑ophy International Project e gli Incontri autopoietici vengono realizzati con tutti i liberi ricercatori e con le Vie di conoscenza, scientifiche e coscienziali che, pur seguendo una propria e definita impostazione, contribuiscono, con la loro opera a realizzare, consapevolmente o inconsapevolmente, l’intelligent design autopoietico dell’Universi-parte, che partecipa-osserva, riconosce e consapevolizza se stesso.
379. Tatto autopoietico
Si tratta della percezione di sensazioni che, normalmente, non ricadono nel range tattile sensoriale normalmente utilizzato, sentito, attraverso cui possono percepirsi sensazioni extrasensibili.
380. Tavola autopoietica Sigmasofica
La Tavola autopoietica è formata dall’estrapolazione delle proprietà emergenti, delle prese di consapevolezza dell’Io-psyché, anche sotto forma di processo funzionale che, tar le diverse applicazioni, viene tradotto in parole e segni specifici, sintetici, attinenti e corrispondenti al vissuto e alla Costruzione della Teoria, realizzata dal ricercatore. La tavola-cifrario autopoietica coincide con l’avanguardia dell’esplorazione, consapevole del piano Io-somato-autopoietico complessivo dell’Universi-parte, realizzata ad oggi dalla Sigmasofia Io-somato-autopoietica.
381. Tecno-ontos-sophos-logia Io-somato-autopoietica
È l’insieme, il sistema tecnico-artistico e d’avanguardia delle pratiche da vivere, durante la formazione in Sigmasofia Io-somato-autopoietica e, ovviamente, nella vita. La parola assume la valenza di tecno-ontos-sophos-logia, ossia lo studio della tecnica, ma anche dell’essere e della saggezza una scienza, in questo caso della Sigmasofia. È la scienza della technè, della tecno-ontos-sophos-llogia che assume il sophos, la saggezza olistico-autopoietica, rendendola simmetrica alle macchine ideate, inventate e alle autopoiesi olosgrafiche innovative ideate, in conseguenza di altre scoperte, inerenti il Progetto Genoma Coscienziale.
382. Tecno-ontos-sophos-logie della sopravvivenza autopoietica
La sopravvivenza è mantenersi in vita. Nell’accezione classica, è continuare a vivere. È la continuità che va dal concepimento allo stato coscienziale punto morte. In Sigmasofia, si praticano tecno-ontos-sophos-logie per vivere, nell’accezione comune, con pochi mezzi e in condizioni ambientali difficili, applicandole sia nella funzionalità, consce e inconsce, locali e non locali dell’Io-acquisito, sia al corpo, in tutte le sue manifestazioni.
383. Tecno-ontos-sophos-logie di progressione Io-somatica in acqua (danze autopoietiche subacquee)
È la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche e della danza autopoietica, realizzate durante le esperienze di progressione in forre, in canyon o in immersione in laghi, fiumi, mari, sotto cascata, con o senza bombole d’ossigeno.
384. Tele-Io-somato-autopoietico-patia
È una delle funzionalità o ipersensibilità Sigmasofiche, per cui, tra due o più Io-psyché, si stabilisce un’interazione Io-somato-autopoietica, riconoscibile a distanza, in conseguenza dell’entanglement coscienziale. Si applicano funzionalità dell’Io-psyché, forgiato, così che un altro possa avvertire, interagire ciò che il primo sta facendo. È parte integrante del principio attivo autopoietico di olospresenza.
385. Tempo autopoietico, continuo presente o simultaneità autopoietica
Sono i principi attivi, in grado di evidenziare simultaneità o tempo autopoietico (Kraino: Io compio): la condizione che pone in remissione il passato, il presente e il futuro (lo spazio-tempo), da cui nascono i processi che conosciamo sotto il nome di intuito, sincronicità, coincidenze significative.
386. Tensegrità autopoietica
Il modo, in cui si formano gli esseri viventi, l’Universi-parte ha a che fare con l’architettura molecolare. Tutte le espressioni dell’universi-parte sono organiche e vi si possono individuare gli stessi elementi: il carbonio, l’ossigeno, l’azoto, il fosforo. Le molecole si auto-organizzano e auto-assemblano, ossia acquistano tensegrità autopoietica, temine con cui indico che il sistema essere umano acquista robustezza e stabilità, in conseguenza di modalità di compressione e di trazione eque che l’Io-psyché assume, all’interno della morfologia umana stessa. La differenza di potenziale o di tensione si trasmette i n modo continuo, tra i vari elementi autopoietici del corpo, scaturenti dal campo coscienziale. Le ossa costituiscono i montanti a compressione i muscoli e i tendini, quelli resistenti a trazione. La tensegrità autopoietica s’individua a livello cellulare: infatti, il campo coscienziale olistico-autopoietico ne determina il cambiamento, a seconda del substrato che forma. Il citoscheletro di una cellula è esso stesso una struttura di tensegrità autopoietica. Per la Sigmasofia, è possibile applicare il principio di tensegrità anche all’atomo. Gli elementi subatomici hanno relazioni di tensegrità autopoietiche coscienziali e, allo stesso modo, tutta la componente coscienziale autopoietica ha leggi di tensegrità al proprio interno.
387. Tensione autopoietica
È lo stato di dinamizzazione, inglobante anche la calma, la fluidità autopoietica, coinvolgente, senza collassi e riduzioni, il sistema nervoso centrale e periferico che opera alla radice dell’Io-psyché, in ogni situazione di vita.
388. Termini autopoietici
Vocaboli peculiari, nuovi conii creati e utilizzati dalla Sigmasofia.
389. Test autopoietici
È il complesso di azioni Io-somato-autopoietiche standardizzate, che servono a valutare lo stato di reale autoconsapevolezza dell’Io-psyché della propria scaturigine autopoietica non locale, soprattutto in riferimento alle iper-sensibilità o facoltà autopoietiche.
390. Tocco autopoietico
È il tocco della vita-autopoiesi. È la radiazione che viene emessa, durante una relazione a mediazione Io-somato-autopoietica, nel momento stesso in cui, praticando Autopoiesi olosgrafiche, l’Io-psyché prende coscienza dei principi attivi autopoietici e li immette, consapevolmente, in circolo.
391. Torrentismo e archeo-torrentismo coscienziale
Consiste nella discesa o nella risalita di forre, percorse da piccoli corsi d’acqua, allo scopo di vivere stati Io-somatici, indotti dal contesto, dalla situazione, per misurare, meditare le reali funzionalità e possibilità disponibili all’Io-psyché. Diviene archeo-torrentismo, quando lungo il percorso s’incontrano resti archeologici che divengono oggetto di meditazione e di visualizzazione olistico-autopoietica, nonché induttori di inneschi, per accedere, attraverso tecnologie coscienziali all’inconscio collettivo e autopoietico. L’ambiente, in cui si svolge, è pura e semplice natura. Si tratta di gole figlie dell’acqua e del vento, profondamente scavate nella roccia, caratterizzate in genere da forte pendenza. Gli ostacoli fisici e coscienziali sono quindi costituiti da cascate, salti toboga, corridoi allagati, marmitte. È, quindi, molto difficile procedere a ritroso. La progressione Io-somatica in forra si svolge in gruppi di max 6 ricercatori. Il torrentismo coscienziale non è, e non vuole essere, uno sport estremo, ma un allargamento del setting di ricerca psicosomatica, proposto dalla Sigmasofia.
392. Trance o peak-experience autopoietica
Si tratta del raggiungimento, da parte dell’Io-psyché, della propria avanguardia esperienziale che è riuscito a raggiungere, durante la formazione.
393. Transazione-conversione autopoietica
Può essere prodotta, quando l’Io-psyché vive esperienze, immagini, situazioni sovrasensibili dell’inconscio acquisito, collettivo e autopoietico. Assumendo la forma di campo esteso, quelle determinate esperienze non rientrano in nell’ordinario, su cui agire la transazione. La conversione è il mutamento radicale e profondo del paradigma di vita, esistenziale che è possibile attuare, quando l’Io-psyché vive campi, principi attivi autopoietici transfiniti, di cui prima non era consapevole.
394. Transfinito
Dal latino trans che significa al di là, oltre, attraverso. Indica il passare oltre o attraverso la finitezza, quindi da un punto, da uno stato di coscienza finito e definito ad un altro che non finisce e non definisce. È la parte finita, definita, che ha limiti, che non è infinita, è incompleta, di cui si partecipa-osserva l’inizio e la fine, che si crede abbia un compimento, operante nell’Universi infiniti, che non hanno né principio né fine, che non comportano limiti, identificazioni, finitezza, spazio-temporale e che non sono illimitatamente grandi. L’archetipo ∑igma è l’evidenza dello stato di transfinitezza, ossia di colui che continua a vivere, senza fine, a partecipare nell’intuitive, nel synchronicity insight, nell’olospresenza: l’Universi-parte transfiniti, se stessi, ossia uno dei principi attivi fondamentali, operante nel campo morfo-atomico-coscienziale.
395. Transmutazione autopoietica
Al di là, attraverso, oltre; mutazione significa cambiare nella forma e nell’essenza. In Sigmasofia, assume il significato-significante di andare al di là, oltre, attraverso la trasformazione, scaturente dal vissuto diretto dell’Io-soma-autopoiesi sensibile e sovrasensibile, di un ricercatore, che provoca evidenti cambiamenti di autoconsapevolezza, anche ereditari, morfologici e fisiologici.
396. Trasduzione autopoietica
Trasmettere auto poiesi, da un punto a un altro di un sistema, da un sistema a un altro o trasformare una forma di autopoiesi in un’altra.
397. Udito autopoietico
È la facoltà che consente di ascoltare suoni sovrasensibili o peculiari, nascenti dalla dimensione onirica.
398. Universi-parte
È l’integrazione del campo coscienziale olistico-autopoietico con gli archetipi alfa, l’Io-psyché e la funzione Ypsi, vissuti e considerati come un tutto atomicamente e coscienzialmente legato (campo M.A.C.).
399. Universi-parte centrico
Universi-parte-centrismo è lo stato di coscienza dell’Universi-parte stesso, per porsi al centro di ogni esperienza, includendo integralmente la presenza degli altri della parte che include e, da lui, inscindibile. Non prova empatia, ma simultaneità fusionale con la parte che esprime.
400. Universi-parte organico
È centrato sul fatto che non c’è interazione tra essere umano e Universi, in quanto essi sono un processo unico, un’unica funzionalità che non interagisce, ma crea simultaneamente. La scoperta fondamentale, conseguente alla sperimentazione diretta, consiste nella scoperta di alcuni principi attivi, formanti la vita-autopoiesi, ciò che tiene in stato di entanglement l’Universi di cui siamo parte inscindibile è il campo coscienziale olistico-autopoietico, non localistico (che include le forze naturali, elettrodeboli, gravitazionali, nucleari, elettromagnetiche, morfo-genetiche). Il campo coscienziale è un processo coerente, unitario e include ogni Universo esistente: per questo motivo, é denominato Universi di cui siamo parte, Universiparte. La consapevolezza vissuta del campo coscienziale coincide con la conoscenza olistico-autopoietica. Tale campo può essere vissuto e riconosciuto dal corpo fisico, in cui ci individuiamo, ma sempre nella piena consapevolezza che dal corpo fisico, localistico, possiamo aprirci al non locale, transfinito, di cui siamo parte. L’Universi-parte organico è centrato sulla facoltà di creazione che può esprimere.
È pregno di significati-significanti, che esprime attraverso una propria componente, il campo coscienziale che genera e include le altre forze conosciute dalla scienza. In conseguenza di tali vissuti, si può affermare il ruolo del campo coscienziale, per riconoscere la realtà olistico-autopoietica. Il vissuto riguarda le parti-Universi, presenti nell’intero Universi transfinito, in cui si evidenziano parti-Universi intelligenti: la consapevolezza di tutto ciò è il ruolo cruciale della formazione integrale dell’Io-psyché a se stesso e alle sue estensioni non localistiche. Utilizzando la percezione e il vissuto diretti, la Sigmasofia può spiegare le auto-transmutazioni che, nel Tutto è legato, non potranno far altro che creare variazioni di consapevolezza. Si riscontra la progressione verso la nascita di un nuovo organo, localizzabile nel cervello, funzionale all’utilizzo di facoltà ipersensibili che stiamo sviluppando. Tale Universi-parte organico permette l’auto-riconoscimento di essere transfinitamente in vita-autopoiesi, in cui tale stato è attribuibile all’Universi, di cui l’essere umano è parte e non allo specifico essere umano. La Sigmasofia propone una teoria innovativa e nuova delle attuali scoperte scientifiche e filosofico-spirituali quali i principi attivi olistico autopoietici che formano l’Universi, il campo coscienziale. Producendo determinismo olistico autopoietico, evidenzia la possibilità di creare ogni parte, in quanto intelligenza creatrice androginica, continuamente in essere.
401. Vaticinio autopoietico
Significa poter predire e/o prevedere fatti, processi, in riferimento alla dimensione del campo coscienziale olistico-autopoietico. Il vaticinio autopoietico fa parte delle facoltà autopoietiche, esprimibili dall’Io-psyché dei ricercatori.
402. Vettori in-formazionali autopoietici
Sono gli innovativi strumenti di trasmissione simultanea di in-formazioni, che utilizzano il campo coscienziale olistico-autopoietico. Garantiscono la corretta in-formazione, all’interno dell’Universi-parte, se stessi. Gli studi e le ricerche hanno dimostrato che l’Universi-parte può essere rappresentato come un grande campo coscienziale, attraverso cui gli Io-psyché, che da esso si evidenziano, si inviano in-formazioni, allo scopo di creare e far funzionare le parti-Universi. La parte-Universi è, talvolta, assalita da continue minacce acquisite che ostacolano i vettori in-formazionali (come metalli pesanti, geopatie, elettrosmog, additivi alimentari, conservanti, coloranti non naturali, anticriptogamici). La formazione Sigmasofica permette di entrare direttamente nel sistema Io-somato-autopoietico-essere umano, misurando, vivendo, gli ostacolatori che non permettono un corretto fluire dei vettori in-formazionali autopoietici. Una parte-Universi, un essere umano, in ci viene ripristinata una corretta in-formazione, è un essere che normalmente si autorigenera-guarisce o acquisisce uno stato di funzionalità, di salute innata, permettendo una migliore pratica dell’esistenza.
403. Viaggi della conoscenza
Si attuano in luoghi di rilevante interesse storico-filosofico-naturalistico, in Italia e all’estero. Si prefiggono di promuovere, stimolare, sviluppare e divulgare le attività di studio, di ricerca e di volontariato sociale, finalizzate alla creazione del prototipo essere umano ed Eco-Società Autopoietici. Lo scopo è approfondire, in misura sempre maggiore, la conoscenza vissuta dei significati della vita, oltre a trasmettere la cultura Sigmasofica, semplicemente somministrando, l’ascolto e l’apprendimento integrali delle tradizioni, degli usi e dei costumi, delle filosofie, della spiritualità, della conoscenza, esistenti nel mondo.
404. Vibrare-con
In generale, per vibrazione intendiamo le oscillazioni, compiute dagli atomi e dall’Io-psyché, all’interno della molecola, di cui fanno parte. Siamo formati da atomi, da molecole, da campo coscienziale (istinti, emozioni…), così come lo è ogni altra parte-Universi, ogni altro essere umano. Vibrare-con significa far entrare in stato fusionale, consapevole tali vibrazioni.
405. Virtuosismo sigmasofico
È la naturale disposizione dell’Io-psyché che, con continuità, è perfettamente fusionale e simmetrico alla bios-etica autopoietica. È la facoltà di autocreare, fino a giungere ad una straordinaria abilità, nel realizzare la formazione a se stessi, l’Universi-parte.
406. Visione olistico-autopoietica o visione ∑igma
Emerge, dopo aver raggiunto la condizione di perfetta lucidità, di vigilanza e di autoconsapevolezza delle percezioni sensoriali, naturali. Accade che, a tale stato di consapevolezza, dopo una lunga forgiatura e potenziamento dell’Io-psyché, possano sovrapporsi altre immagini tridimensionali, trasparenti, dinamiche, che si manifestano come singole o intere sequenze, fino a formare storie definite. Si tratta di una doppia percezione, quella sensoriale normale e quella sovrapposta, ipersensibile Denomino tale formidabile facoltà dell’archetipo funzione Ypsi, visione autopoietica, che va ad unirsi a quella naturale.
407. Vissuti Sigmasofici
Sono ciò che ha consentito l’esperienza penetrata della vita-autopoiesi e dello stato coscienziale punto morte. Conoscono tutti gli aspetti dicotomici-dualistici e pre-dicotomici-dualistici, che il ricercatore in Sigmasofia è formato a vivere nel quotidiano, evidenziandolo in modo vivo, bios-etico, autopoietico.
408. Vita-autopoiesi
Se partecipiamo-osserviamo la vita-autopoiesi che muove, che agisce in noi e se
la riconosciamo nell’ambiente intorno a noi, di cui siamo parte integrante e inscindibile, vivremo che tale processo genera continuamente esseri che nascono ed esseri che muoiono, dopo aver svolto il loro ciclo, quali fluttuazioni. Se effettivamente riconosciamo e viviamo questo, sapremo che l’Universi, di cui siamo parte, produce continuamente lo stato coscienziale punto vita e lo stato coscienziale punto morte, le due manifestazioni fondamentali nella vita-autopoiesi dell’Universi-parte. Questo siamo noi, ora. Tale consapevolezza ci dimostra che la vita-autopoiesi, presente nell’Universi-parte, in noi stessi, se integrata, pone in remissione la paura verso la vita-morte, interpretata come manifestazione, soltanto localistica, presente nella parte-Universi, riducendo un suo correlato, il dolore. Formandoci attraverso il vissuto diretto a questa consapevolezza, possiamo rendere l’esistenza un qualche cosa di estatico, olistico, da vivere, e non un processo talvolta spaventosamente riduzionista e collassato. La vita assume, così, le caratteristiche di autopoiesi, di autocreazione continua, da qui il nome vita-autopoiesi. Tutte le visioni riduzioniste-collassate, autoreferenziali, identificate in loro stesse, producono conflitto, guerre tra posizioni e il continuo lottare, aggredire, per qualsiasi motivo, che partecipiamo nel mondo. La formazione vissuta a noi stessi, l’Universi-parte, pone in remissione tale stato. L’Universi-parte transfinito che siamo, producendo costantemente lo stato coscienziale punto vita e lo stato coscienziale punto morte (della parte-Universi), dimostra che la dicotomia vita-morte della parte è un atto di vita-autopoiesi di Universi. Si vive che ciò che genera tale dicotomia vita-morte è un ente unitario inscindibile pre-dicotomia. Ed ecco che la vita-morte diviene stato coscienziale fondamentale dell’Universi-parte e si comprende essere generato, prodotto, per produrre autoconsapevolezza (lo spiego più avanti). La dicotomia vita-morte, inseparabile dall’Universi che la produce, ci mostra la realtà olistica-autopoietica che siamo, di essere transfinitamente in vita, stato di riconoscimento che porrà in remissione la morte, normalmente intesa, come qualche cosa da combattere, da avversare in tutti i modi. Processo veramente patologico: sarebbe come se, nel sensibile, si combattesse una battaglia contro il processo del pensare o contro il battito cardiaco, contro funzioni, stati coscienziali ecologici innati. La vita-autopoiesi dell’Universi-parte è innata ed è creazione, autopoiesi continua e, se ne siamo diretta e inscindibile emanazione, che significato può assumere mettersi contro di essa? Significa posizionarsi contro se stessi! Sono maturi i tempi, per formare liberi ricercatori che stato coscienziale punto vita e stato coscienziale punto morte sono evidenze di Universi e che l’identificazione nel solo stato coscienziale punto vita, separato da quello punto morte, è la variazione-contrasto da risalire e da transmutare fino a raggiungere l’olos, che è Universi, noi stessi. Tutte le manifestazioni, agite dal cosiddetto punto vita al punto morte, sarebbero e sono contenute da Universi, dalla coscienza olistico-autopoietica di Universi. Tutto saprebbe ed evidenzierebbe reintegrazione. Dopo aver vissuto ogni manifestazione dal punto vita-punto morte, averla risalita, attraverso la Concentrazione-transmutazione e transmutata in consapevolezza dell’Universi, possiamo scoprire l’eziologia di ogni stato coscienziale, siamo alla fonte di vita-autopoiesi, pre-dicotomia. La via è lunga e impegnativa, irta di stati identificativi e fissazioni nel solo sensibile, da superare, ma se realmente agita, tale autoconsapevolezza potrà ricadere nell’azione quotidiana, transmutando anche nel sensibile i significati-significanti esistenziali. Tali operazioni formative pongono in remissione domande come, Cos’è la morte? Che cos’è il post-mortem? Se esistono i processi religiosi, come la resurrezione e la reincarnazione, perché divengono nell’immediato domande senza significato-significante? Perché il ricercatore sta vivendo un unico cosmo transfinitamente in vita che non ha necessità né di reincarnarsi né di risorgere e non vivrebbe la morte come la nostra accezione comune, ma come un processo di vita-autopoiesi. Ci si rende conto, si vive che, per millenni, ci siamo posti domande, senza alcune reale senso, per il semplice fatto che le cose non hanno mai funzionato così come la tradizione ci ha tramandato. La formazione a se stessi, se compiuta, ci evidenzia come si vive senza produzione di conflitti, con quella parte di noi stessi che è l’altro. Tutte le azioni bios-etiche, autopoietiche, evidenziano significati rivoluzionari e variazioni tremende che parteciperemo nella psiche: la semplicità autopoietica. E vita e morte saranno riconosciute per quello che realmente sono: variazioni-contrasto, stati coscienziali, prodotti da Universi, funzionali a creare consapevolezza, autocoscienza che denominiamo scienza, filosofia, religione, spiritualità, storia, antropologia, etc.: le funzioni utili a Universi, per auto-riconoscersi, per auto-coscientizzarsi.
409. Volere autopoietico
È l’azione. È disporre, è stabilire, è determinare da parte dell’Io-psyché, degli archetipi e dei principi attivi auto poietici, le funzionalità dell’Universi-parte, noi stessi. L’Universi-parte può esprimere, utilizzando l’Io-psyché, la facoltà di volere consapevolmente anche sul piano acquisito, localistico.
410. Volontariato autopoietico
È uno stato di autoconsapevolezza, emesso dall’Io-psyché in grado di raggiungerlo. Evidenzia la facoltà di poter conoscere, vivere, risalire e transmutare ogni ostacolatore-discrasia in se stessi, realizzazione che legittimerà di tentare di trasmettere lo stesso orientamento ad altri che vivono lo stesso stato. Le ragioni del volontariato autopoietico risiedono nel fatto che siamo parte integrante e inscindibile di Universi e, quindi, la facoltà di autorigenerare, guarire ogni parte di Universi-di se stessi, ci fa affermare la possibilità di guarire l’altro da noi, auto-guarendoci.
411. Wormholes coscienziali autopoietici
Il wormhole coscienziale autopoietico è esattamente il collegamento tra la regione dell’inconscio autopoietico raggiunta e lo stato di consapevolezza di remissione dello spazio-tempo. Lì, ogni vettore in-formazionale, ogni stato di coscienza si trasmette simultaneamente, quindi va in remissione ogni tipo di velocità subluminale e superluminale.
412. Wholeness olistico-autopoietica
È la totalità, l’integrità innata dell’Universi-parte transfinito, se stessi.
413. Xenoglossia autopoietica
È lo stato di coscienza, raggiungibile dall’Io-psyché del ricercatore in Sigmasofia per cui, durante uno stato differente di coscienza od onirico, può parlare lingue che, sensorialmente, razionalmente, riferisce di non conoscere. Acquisisce valenza autopoietica, quando spontaneamente e consapevolmente può esprimere il linguaggio autopoietico.
414. Y fusionale autopoietica
In una delle molteplici decodifiche, la Ypsilon simbolizza il padre, la madre e il figlio. Le estremità alte della Ypsilon rappresentano il padre e la madre che, incontrandosi e unendosi nel punto di confluenza, danno vita al figlio, all’asse verticale. La Y fusionale è lì, nel punto di confluenza, dove il padre-madre-figlio sono in uno stato fusionale, un unico essere. È anche la cellula, in cui muovono i principi attivi autopoietici.