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Risposte dell’esperto

QUAL È PER LA SIGMASOFIA IL SIGNIFICATO DELLA VITA?
-prima parte-

Per poter rispondere in modo adeguato a questa domanda, è necessario spiegare che cosa sia in Sigmasofia,

il significato e il significante.

Percependo attraverso i sensi ciascuna parte formante

l’Universi complessivo

(la manifestazione sensibile),

ogni Io-psyché, in base alla consapevolezza raggiunta, può creare la

propria interpretazione di quello che per lui rappresentano,

sia come parte che come Universi-parte.

Tale percezione-interpretazione-rappresentazione è realizzata, utilizzando pensieri-idee, simboli-segni (…), attraverso cui li descriviamo con il linguaggio verbale, con dei simboli-segni (..), uno degli ingredienti attraverso cui

formiamo il processo Io-somatico del

concettualizzare.

Si tratta, quindi, della rappresentazione fondamentale che l’Io-psyché può elaborare in riferimento a gruppi  di parti-Universi, di enti esistenti che hanno funzioni simili.

Concettualizzando la realtà esistente,

l’Io-psyché la rende, per così dire,

interpretata a se stesso,

ossia, elabora una propria cognizione, un proprio significato, rappresentativi di quella part-Universi o gruppi di parti-Universi. Ogniqualvolta percepirà quell’insieme di parti-Universi assocerà il concetto che ne ha dato e, in tal modo, riterrà di 

iniziare a significarla,

a comprenderla.

Se, attraverso i sensi, l’Io-psyché percepisce un cipresso, un pino, piuttosto che una quercia (…), la rappresentazione è sintetizzata nel concetto di albero, ossia, quando pronunciamo tale parola la facciamo corrispondere ai caratteri costanti, comuni, di quella manifestazione sensibile.

In questa spiegazione, individuiamo anche

il concetto di significato,

termine con cui si indica

la rappresentazione che ci siamo dati
di quella parte-Universi percepita
a cui abbiniamo un significante,
cioè il linguaggio verbale, il simbolo-segno,
la forma sonora, di esperienza (…)
attraverso cui lo veicoliamo e lo esprimiamo.

Il concetto è, quindi, la

rappresentazione generale che un Io-psychè
ha saputo dare di uno
o più percepiti della manifestazione sensibile
che include noi stessi:

come il concetto di albero ci permette di riconoscerlo, in ogni tipologia e morfologia, il concetto di essere umano ci permette di riconoscerlo, indipendentemente dall’etnia, dal colore, dalla morfologia (…):

abbiamo creato così una corrispondenza
tra la parola (o altre tipologie) e la parte.

La rappresentazione che diamo è il significato,
l’albero (nella sua forma pensiero) è il significante,
l’albero reale, esistente in natura è denominato, il referente.

Il significante può essere la morfologia che

rinvia alla rappresentazione di un ente che abbiamo dato
(che può essere ed è con-partecipata da molti).
Significato e significante sono, nella loro funzionalità simultanea, riconoscibili come
il davanti e il dietro di un corpo umano,
il davanti e il dietro di una pagina di un libro.
Sono inscindibili.

Per questo motivo, li denomino

significato-significante.

Illustrato che cosa è il significato-significante, vediamo ora, che cosa è, in generale,

la vita.

La scienza della vita ossia, la bios-logia, ci dice che

la vita è una sorta di proprietà, emergente

da un sistema complesso.

In Sigmasofia, all’opposto, riconosciamo che

è dalla vita,
dal sistema complesso innato
(ordine implicito…)
che si evidenzia, come proprietà emergente,
ogni parte-Universi,
tutte, per questo motivo, riconoscibili come
viventi.

Per distinguerla dall’inizio di definizione dato dalla bios-logia, denomino la vita con il termine,
vita-autopoiesi.

È possibile riconoscere la vita-autopoiesi come
il processo innato capace di evidenziare
la manifestazione sensibile,
ogni parte-Universi

che, rigorosamente,

non è composta da materia inanimata
(l’entanglement micro-particellare e coscienziale
ci dimostra e conferma ulteriormente questo assioma).

La vita-autopoiesi di cui sto trattando,

non ha un proprio
ciclo vitale,

che può evidenziarsi soltanto e, per così dire, nelle parti-Universi che sembrano averlo: un esempio,

gli esseri umani, gli animali
nel loro vivere sensibile
hanno un ciclo di vita
(convenzionalmente dal punto nascita al punto morte),
ma lo evidenziano dall’Universi di cui sono parte,

e questi

è in esistenza prima del punto nascita
e prosegue dopo il punto morte:
sono una sua fluttuazione
e un suo riassorbimento:

in questo momento,

milioni di esseri umani e di animali
stanno producendo il punto vita
e altrettanti,
stanno producendo il punto morte,

entrambi, sono parte integrante dell’Universi, dell’ambiente complessivo, vivente che li sta evidenziando. Il ciclo vitale della pare-Universi in questo senso, evidenzia soltanto una

piccolissima parte, una fluttuazione, della vita-autopoiesi.

Paradossalmente,

la bios-logia

non è ancora riuscita a definire la vita,

perché non è riuscita per così dire,

a identificare e a misurare la vita, la forza vitale, come una sostanza

(così come il pensiero è invisibile ai sensi agli strumenti, ne deducono l’esistenza).

Le pratiche operative proposte dalla Sigmasofia permettono di prendere coscienza direttamente come

la vita-autopoiesi di un Universi-parte
operante in stato di entanglement micro-particellare e coscienziale
sia un
campo di in-formazioni innato,
generante.

L’Universi-parte evidenzia processi bios-logici come

l’omeostasi, il metabolismo, la simultaneità, la riproduzione,
la crescita dell’innato, l’autopoiesi (…).

Omeostasi:

l’Universi-parte è un sistema autopoietico ossia si auto-regola con forze, con un 

ordine implicito autoctono,

tramite funzionalità bios-chimico-fisiche-coscienziali innate, tecnicamente in grado di conservare il proprio equilibrio, anche al variare delle condizioni che esprime. È un sistema aperto.

Metabolismo:

l’Universi-parte ha la facoltà innata di poter

transmutare le funzionalità bios-chimico-fisiche-coscienziali innate

in energia,

da applicare per il funzionamento dell’Universi-parte o per la produzione-fluttuazione delle sue parti-Universi.

Simultaneità:

della

funzionalità innata dell’ordine implicito dell’Universi-parte

che include e trascende ogni causa-effetto effetto-causa

di ogni parte-Universi.

Riproduzione:

la facoltà innata, autopoietica di produrre supernove, galassie, parti-Universi, esseri viventi (…) dell’Universi-parte evidenzia come ogni ente esistente sia, in questo senso e cono questi significati, vivente, è l’androginia genitoriale innata: la manifestazione sensibile, le parti-Universi esistenti sono, per così dire, i discendenti.

Crescita dell’innato:

tutte le attività di trans-mutazione genetica innata dell’Universi-part determinano emergere di caratteristiche nuove, fino all’evidenziazione di nuove galassie, di nuove specie inscindibili dal loro olos-movimento innato (…).

Autopoiesi:

l’Universi-parte rileva omogeneamente su se stesso la vita-autopoiesi (l’energia) e il fatto che continui a 

generare parti-Universi,
a creare continuamente se stesso
con forze innate proprie,

significa che,

all’essenza, produce autopoiesi
(auto-creazione continua) e
non entropia,

Averla riconosciuta con quel temine dal punto nascita al punto morte della fluttuazione essere umano (o altre) non annulla il fatto innato che i processi autopoietici che generano le arti-Universi, l’essere umano stesso,

siano continuamente in essere:

in Sigmasofia tale processo è denominato

sintropia autopoietica.

L’universi-parte autocrea continuamente se stesso e mantiene inalterato il proprio ordine implicito: è transfinitamente in vita-autopoiesi e in olos-movimento, è attivo.

È, appunto, un sistema aperto, che si

auto-determina, auto-organizza, auto-realizza, auto-consapevolizza, auto-mantiene (…) ed è in grado di evidenziare le funzioni bios-chimico-fisiche-coscienziali per esistere.

In questo quadro di riferimento iniziale, si evidenzia che il

significato della vita
è molto complesso
e composto da molti ingredienti,
di cui gran parte è da consapevolizzare.

Qui, si evidenzia il primo, fondamentale,

significato-significante della vita-autopoiesi:

Se l’Universi-parte complessiva ha saputo evidenziare l’Io-psyché che può esprimere esperienza penetrata attraverso cui può prendere consapevolezza di se stesso, delle sue estensioni sovrasensibili, non localistiche, mi consente di affermare che

possiamo riconoscerci come dei ricercatori in formazione continua alle funzionalità ancora non consapevolizzate dell’Universi-parte, transfinito.

significati-significanti della vita-autopoiesi sono, quindi, molteplici tuttavia tenderò verso la loro integrazione.

La presa di consapevolezza vissuta dei processi innati dell’Universi viene attata attraverso diversi strumenti operativi disponibili all’Io-psyché: scienza, filosofia, ricerca coscienziale, spiritualità (…), tutti significati-significanti che mirano ad un risultato:

conoscere.

Abbiamo verificato che lasciarsi andare, lentamente, alla

fede verso quel Dio che molti
ipotizzano esistere,

di fatto,

non contribuisce alla presa di consapevolezza
dei significati-significanti della vita-autopoiesi
che faticosamente stiamo riconoscendo.

Alla luce degli eventi fino ad oggi vissuti e

i mancati riscontri alle verifiche
sull’ipotesi Dio,

ci evidenziano un altro dei significati-significanti, ovvero

porre in remissione definitiva, l’ipotesi divinità, spiritualità,

inequivocabilmente proiettive,

che hanno prodotto, nei millenni, ostacolatori alla conoscenza vissuta, reale,
spingendo molti esseri umani a identificarsi-fissarsi nella sola fede, nel solo dogma,
nella sola devozione (…), che, allo stato dei fatti, non apportano conoscenza vissuta, ma
esaltano, appunto, l’identificazione-fissazione in un pensiero pre-costituito dall’Io-psyché
stesso e fatto diventare dogma, verso cui proiettare fede. Si tratta di autorappresentazioni narcisistiche, in quanto si ha devozione-fede verso il proprio stesso
pensiero proiettato ed elevato a religione-spiritualità.

Un altro dei significati-significanti della vita-autopoiesi può essere, quindi, quello che

ogni Io-psychè possa edificare il proprio,

nella constatazione che dispone delle funzionalità innate per poter farlo,
auto-determinandosi nel tentare di consapevolizzare attraverso il vissuto diretto,
integrale, realizzato al di fuori del linguaggio verbale
le regioni interiori-esterne, localistiche e non locali di cui ancora
non ha contezza
.

La vita-autopoiesi non ha mai cercato di dare una maggiore continuità a se stessa. Chi ha fatto questo è l’interpretazione riduzionista dell’Io-psyché che

l’ha scambiata proiettivamente
per quella quota parte che si evidenzia nel corpo in cui si riconosce
e che vuole far durare più a lungo possibile.
Ma quella manifestazione, quell’applicativo,
non è la vita-autopoiesi complessiva
ma un suo modo di declinarsi e di funzionare.
La risposta non è quindi né unitaria né definitiva
e al momento non può esserlo.

In ogni caso, tutti possono cogliere il significato che

la vita-autopoiesi coincide con l’Universi-parte in azione che
all’essenza pre-acquisito individuale, siamo,
ed è il luogo Io-somatico in cui forgiare se stessi
e creare la propria linea del destino innata-acquisita
.

La conoscenza e la coscienza olistico-autopoietici dell’universi-parte è ciò a cui l’Io-psyché dovrà tendere e llo strumento per raggiungerla è 

l’esperienza olistico-autopoieticamente penetrata

e consapevolizzata.

Fino ad oggi molti esseri umani

hanno individuato il significato-significante della vita-autopoiesi

soltanto nell’azione del ricercare il significato della vita,

ossia nel propulsore innato che consente, in qualche modo e in qualche misura, di farlo.

Molti hanno paragonato al vita-autopoiesi ad un

viaggio interiore-esterno che
prevede tappe diverse per ognuno
ma con un’unica destinazione finale,
la morte,
senza dare alcuna indicazione su che cosa sia la morte
(vedi domanda qual è il significato-significante della morte?).

Una prima sintesi.

La vita-autopoiesi è ciò che muove nell’Universi-parte
e che, al momento, non è possibile riconoscere come una forma definibile
(è transfinita).
In parte, è riconoscibile come formata da processi
bios-fisico-chimici-coscienziali innati
e in-formati
che hanno la capacità di evidenziarla
su ogni parte-Universi.

In Sigmasofia, come già riferito,

il concetto di vita-autopoiesi è differente da quello di vita
(accezione scientifica e ordinaria).

La vita-autopoiesi non si riferisce alla sola vita animale, ma a quella riconoscibile nell’intro Universi-parte. Nel termine autopoiesi, infatti, riconosco il principio attivo innato che appartiene ad ogni parte-Universi e che non ha un concetto opposto-complementare, la morte per esempio, infatti, evidenzia il fondamentale 

principio attivo di inclusione
che include sia la vita
(accezione comune)
sia il punto morte
(accezione comune),

intendendo con questo che

chi nasce e chi muore è la singola parte-Universi,
il singolo essere vivente,
mentre l’Universi-parte che li esprime è, di fatto,
un essere
transfinitamente in vita-autopoiesi
che genera, appunto, le fluttuazioni che
denominiamo punto vita e punto morte.
In questo, un altro dei significati-significanti
da vivere della vita-autopoiesi.

Utilizzo anche il termine Bios, esattamente quando mi riferisco al

principio attivo di inclusione innato

e alle metodologie operative impiegate per consapevolizzarlo.

Per questo motivo, i Maieuti sigmasofici sono denominati

agathoi iatroi

ossia coloro che amano le in-formazioni innate che formano la vita-autopoiesi
e che vogliono consapevolizzarle.

Altro significato della vita-autopoiesi dell’Universi-parte risiede nel fatto che
ogni parte-Universi è la densificazione della vita-autopoiesi.

Non sto proponendo un nuovo ilozoismo.
Da hyle che significa materia e zoe che significa vita,
anche se sono certo che per entanglement micro-particellare e coscienziale,
la materia è vivente: è una densificazione della vita-autopoiesi dell’Universi.

Iniziando dalla consapevolezza che veicoliamo,

procediamo per attuare la linea del destino innata-acquisita
alimentati dall’intenzionalità esposta,

ossia, dalla

necessità di implementare l’avanguardia di consapevolezza,

in Sigmasofia denominata

archetipo acquisito funzione Ypsi.
Lo scopo è quello di creare
coscienza e di conoscenza olistico-autopoietica

Il significato-significante della vita-autopoiesi si implementa, esperienza dopo esperienza e si scopre che l’Io-psyché identificato nel solo sensibile, nel solo acquisito sviluppa starti di neo-corteccia (solo sensoriale), non occupandosi delle funzioni del cervello rettiliano, quello costruito dall’innato  e in cui risiedono fondamentali in-formazioni vitali, che possono condurre nel cuore della vita-autopoiesi, l’Io-psyché identificato-fissato soltanto nel sensorio-percettivo dovrà agire la

pragmatica della disidentificazione

dal solo sensibile-acquisito e soltanto allora potrà vivere l’antico aforisma,

in mundo non datur casus.

Vita-autopoiesi
e
campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché
sono sinonimi
ed è questo che in-forma la manifestazione sensibile.

Il significato-significante della vita-autopoiesi consiste anche nello spiegare che non
esiste qualcosa come l’anima,

concetto da porre in remissione e da considerare come
mera archeologia psichica e spirituale,

in favore del

riconoscimento vissuto delle in-formazioni innate,
veicolate dal campo coscienziale-olistico-autopoietico-Io-psyché,

da cui si evidenziano i più noti

campo elettromagnetico, elettrodebole, elettro-forte, atomico nucleare,
gravitazionale, morfo-genetico

che sono, appunto, in-formati, e attraverso ciò,

implementare
il significato-significante della vita-autopoiesi,
trans-finitamente.

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