Appendice 1
SALUTO ALLE FORZE INTUITIVE
In piedi, posizione eretta, braccia lungo il corpo, naturalmente.
- Chiudere lentamente le mani a preghiera.
Allargare le mani-braccia fino all’altezza delle spalle.
- Ribaltare la mano destra in avanti e la sinistra dietro ed estenderle fino al massimo.
Descrivere un cerchio che coincide con la linea dell’orizzonte, fino a che la mano sinistra si trova davanti e la destra dietro;
- proseguire in modo che la mano destra si trovi di nuovo davanti e la sinistra dietro;
- proseguire ancora il cerchio in modo che la mano destra si trovi completamente estesa sul lato destro e la sinistra sul lato sinistro.
Superare la linea di delimitazione (del cerchio-linea orizzonte), prendere energia, tornare all’interno del cerchio e portare al plesso le dita a tre, unendole.
- Chiudere e intrecciare mignoli e anulari e posizionare le dita, a tre triangoli.
Sollevare in verticale le mani, fino alla massima estensione.
- Scendere, con mano-braccio destro, disteso, verso il basso e rimanere con il sinistro, disteso in alto.
- Scendere con il sinistro, mano-braccio disteso e incrociare sul destro davanti alla zona sessuale.
Prendere energia zona sessualità e, ribaltando le mani-avambraccia, portare in alto sulla fronte.
- Aprire le mani sovrapposte, agganciando il sipario e scendere fino alla posizione di stella; le braccia-mani sono distese, i palmi verso il basso.
Sollevare mani-braccia distese e ribaltare le mani-palmi verso l’alto.
- Durante la salita, armonicamente, ribaltare di nuovo i palmi verso avanti e portarli ai confini della volta-circonferenza delimitata.
- Lentissimi superare i confini, visualizzando interiormente.
Con la mano destra a tre, fare 9 vortici grandi, contemporaneamente farli con sinistra, piccoli;
- poi, con la sinistra, dita atre, fare 9 vortici grandi e, contemporaneamente, con la destar disegnarne altrettanti, piccoli, per 9 volte.
- poi fare con la destra e la testa, 9 vortici grandi e contemporaneamente farli, con la sinistra, piccoli.
- Fermarsi, agganciare energia con le dita a tre e portare energia sulla fronte, percependo il passaggio di confine (volta), gola, plesso, ventre.
Con le mani-dita unite sul ventre aprire a sipario ed allargare, aprendo il varco.
Portare, con potenza, fuori le braccia e mostrare gli avambracci e i simboli provenienti dall’interiorità.
Leggere l’insight intuitivo, quale saluto da dare al proprio campo coscienziale olistico-autopoietico.
Appendice 2
L’AUTOPOIESI DELL’OLTRE
Serve ad amalgamare, a reintegrare l’Io-psyché con se stesso, la componente di cui siamo consci con quella di cui non siamo consci, quella interiore con quella esterna, percependole come campo unico, collegato e indivisibile. L’Autopoiesi può far prendere coscienza di come i principi attivi autopoietici siano della stessa natura e delle stesse caratteristiche su tutta la superficie, sensibile e sovrasensibile dell’Universi.
Permette di vivere che ogni dicotomia può essere reintegrata, che la fisiologia autopoietica, formante gli stati coscienziale precede ogni manifestazione, è l’essenza unitaria, da cui si evidenzia il movimento enantiodromico.
L’Autopoiesi può permettere di scaricare tensioni, momenti di stress, pensieri ossessivi, ripetitivi, i diversi ostacolatori dell’archetipo B.
L’autopoiesi è utile, inoltre, per concentrarsi, raggiungere un contenuto, per ascoltare una persona, un essere vivente, per ascoltare meglio una musica e per entrare in una diversa relazione con lo spazio-tempo, per le percezioni extrasensoriali.
- In piedi, occhi chiusi, braccia naturalmente lungo il corpo, sollevare lateralmente le braccia-mani, fino ad assumere la posizione di stella.
- Lentissimi, portare l’attenzione sulle mani e chiuderle, fino a raggiungere la posizione di preghiera.
- Fare 9 respirazioni autopoietiche, per ricaricarsi.
- Spostare le mani a preghiera in avanti, le punta delle dita sono verso l’alto, i palmi ad angolo retto con i polsi, raggiungere la massima estensione possibile.
- Giunti al massimo, staccare le mani e spostarle lateralmente fino a che i polsi siano rivolti l’uno verso destra e l’altro verso sinistra: abbiamo disegnato una fascia d’energia a semicerchio davanti a noi.
- Ripetere il movimento del semicerchio-fascia d’energia, 3 volte lentissimi, visualizzandolo interiormente. Restare in posizione di apertura, a destra e a sinistra.
- Tornare, lentissimi, con le mani nella posizione a preghiera.
- Ribaltare le dita delle mani in avanti, di 90° e iniziare a spostarle, lentissime, in avanti fino a che la punta dei medi non raggiunga la fasci di energia calda, precedentemente formata e che stiamo visualizzando.
- Penetrare, con le dita-mani, la fascia d’energia e superarla fino ai polsi.
- Lentissimi, ribaltare le mani, portandole dorso contro dorso.
- Lasciarsi andare alla visualizzazione delle mani, oltre la fascia d’energia; mettere le dita ad artiglio e, appena sentite l’abbandono profondo e un segnale personale, apritele di scatto, per guardare oltre la fascia.
- Fare attenzione alle visualizzazioni spontanee.
- Dopo essere andati oltre e aver visualizzato, sempre mantenendo le braccia-mani tese, formare lateralmente ed evocare mentalmente lo stato coscienziale, su cui si vuole lavorare (di stress, di angoscia, di paura, di tensione). Lentissimi, sempre evocandolo, portare di nuovo le mani nella posizione di preghiera; durante il tragitto, visualizzare tutte le immagini e percepire tutti i pensieri che spontaneamente si formano, correlati al processo evocato.
- Ribaltare le mani a preghiera, in avanti e procedere di nuovo, fino a contatto con la fascia d’energia sempre evocando lo stato coscienziale).
- Superata la fascia d’energia, posizionare le mani, dorso contro dorso e lasciarsi andare alle visualizzazioni dello stato coscienziale, fino a che si decide di andare oltre.
- Al click aprire di scatto, con le dita ad artiglio, la visualizzazione dello stato coscienziale e osservare, visualizzare quali immagini si formano: l’insight, il messaggio dell’oltre.
- Aprire le mani-braccia lateralmente, scendere verso il basso.
Le braccia sono distese, fino a che non si incrociano sulla zona sessuale e proseguono verso l’alto, aderenti al corpo e si incrociano i polsi sul plesso.
- Rimanere in posizione di contemplazione.
- Ruotare le mani verso l’esterno, sempre mantenendole aderenti al corpo (punte verso l’alto).
- Andare con la mano, dita a tre, sinistra verso destra, e con quella destra verso sinistra fino al massimo possibile (i gomiti sono quasi sovrapposti).
- Mettere le dita ad artiglio, visualizzare interiormente, ai lati delle tempie, le immagini che si formano spontaneamente.
- Agganciare con le dita qualcosa e iniziare a tirare.
- Lentissimi, arrivare con le mani ad artiglio fino davanti al plesso, visualizzare e poi aprire lateralmente le braccia. Avrete la sensazione, percepita interiormente, come se qualcosa si stesse aprendo: un altro varco possibile. Sentirete in questi passaggi come le contrazioni, determinate dagli stati coscienziali possano dilatarsi.
- Dopo aver aperto fino all’altezza delle spalle, portare le mani-braccia aperte all’altezza ella vita: la destra è orientata verso l’alto, la sinistra verso il basso.
- Spostare la mano sinistra, verso l’alto e, contemporaneamente, quella destra, verso il basso.
- Ripetere i movimenti alto-basso per 3 volte, lentissimi e, visualizzando interiormente, si percepiranno segnali di cambio di calore sulle mani dorso-palmo, cambiamenti leggeri di pressione, pesantezza e leggerezza.
- Tornare all’altezza del punto vita con tutti e due i palmi verso il basso.
- Sollevate entrambe le mani-braccia in alto, fino alla massima estensione; visualizzando, posizionare le dita delle mani, come se dovessero poggiarsi su un muro e dovessero sollevare il corpo. In quella posizione ad artiglio, lasciamoci andare, evocare lo stato coscienziale su cui si sta lavorando e, appena lo sentite, iniziate ad abbassare le mani ad artiglio: sentirete abbassare una tensione energetica. Tornare sulle ginocchia.
- Sollevare la mano destra, verso l’altro fino al viso, accumulando energia.
- Ruotare la mano destra, verso sinistra, palmo verso l’alto; raggiungere la spalla sinistra, agganciare delicatamente qualcosa, come se fosse un velo e iniziare a spostarlo verso destra; percepire e visualizzare al momento del passaggio del velo.
- Tornare con le mani sulle ginocchia.
- Ripetere la stessa sequenza, con il palmo sinistro.
- Rifare la stessa sequenza, con le due mani insieme, contemporaneamente, con l’accortezza che, quando le due mani superano il viso per aprire il velo, il varco, per andare oltre, si riposizionano in verticale e ruotano in avanti, come per aprire e spingere due battenti di una porta.
- Spingere in avanti, allagare e tornare con le mani-braccia all’altezza della vita.
- Posizionare le mani oblique, verso l’interno e costruire un tetto, prima alto, all’altezza della testa, poi più in basso, all’altezza del plesso e, infine, ancora più in basso, all’altezza della pancia.
- Restare nella posizione a tetto, poi unire la punta delle dita verso l’alto e portare le mani in alto, fino alla massima estensione.
- Ribaltare dorso contro dorso, allargare leggermente la mano destra fino all’altezza della tempia destra e la sinistra all’altezza della tempia sinistra; visualizzare; mettere le dita ad artiglio, visualizzare lo stato coscienziale e poi, al click, abbassare lateralmente, sentendo una pressione e visualizzare, percependo interiormente. Simultaneamente sia a destra che a sinistra, scendere in profondità.
- Arrivati in basso, rivolti verso l’alto, ribaltare i palmi verso il corpo, e proseguire in orizzontale, fino a che le punte dei medi non si tocchino.
- Sovrapporre la mano destra sul palmo di quella sinistra e restare in contemplazione.
- Formare mentalmente un cerchio intorno a se stessi lentamente, e sentirsi come all’interno di un nucleo energetico, di pensiero.
- Formare lo scudo intorno allo stato coscienziale che si sta osservando, fino a visualizzarlo interiormente e concentrarsi sul centro dello scudo, trattenendolo.
- Iniziare a visualizzare, in ognuno degli otto settori dello scudo, altre informazioni sul tema indagato.
- Fare movimenti dell’energia tempo, sentendo e visualizzando gli otto settori; portare le mani sul plesso e, poi, scaricare.
Appendice 3
LA RESPIRAZIONE AUTOPOIETICA
- Espiriamo profondamente, fino ad espellere ogni residuo d’aria. A volte, è necessario immaginare di abbinare all’espirazione la sensazione che qualcosa, proveniente dallo stress e dalle tensioni, stia defluendo insieme all’aria che esce.
- Inspirare profondamente, seguendo l’aria, l’ossigeno e l’autopoiesi che entrano. È necessario sentire l’aria, mentre attraversa le narici, la gola e seguirla, passo dopo passo, fino a che arriva al perineo (tra l’ano e la vagina o lo scroto). Durante il tragitto, prendiamo coscienza dei punti, in cui l’inspirazione tende a bloccarsi, perché sono quelli da sciogliere e da sbloccare. È molto importante non precedere l’aria e l’autopoiesi che stanno entrando con l’attenzione e l’Io-psyché. L’Io-psyché, l’aria e l’autopoiesi sono tutt’uno. Osserviamo interiormente e sentiamo profondamente il momento in cui l’aria, l’ossigeno e la vita-autopoiesi incontrano la vita-auto-poiesi, presente nel perineo. La partecipazione-osservazione ci mostrerà che, nel momento in cui l’inspirazione tocca il perineo, s’impasta con l’autopoiesi presente e, in quello spazio, in quella fusione dove tende a trasformarsi in espirazione, c’è qualcosa da scoprire, da vivere e da espandere.
- Rimaniamo in questa situazione in apnea, per tre secondi. Con il tempo, è possibile fermare l’inspirazione su quella fusione, per tempi sempre più lunghi, concentrando lo sguardo interno nella grotta, per vedere e sentire l’autopoiesi. Faremo così, fino ad arrivare consapevolmente nelle vicinanze dello stato coscienziale punto morte. È noto che, se l’essere umano blocca il metabisogno respirare, per più di sei minuti, entra nello stato coscienziale punto morte. È necessaria molta pratica, per arrivare ad apnee consapevoli, prolungate.
- Procediamo, poi, lentamente con l’espirazione e seguiamola, passo dopo passo, partendo dal perineo, lungo la colonna vertebrale, attraverso il plesso. La gola, la fontanella (sutura coronaria), fino a raggiungere l’esterno da noi (in realtà l’aria viene emessa dalla bocca—naso, anche se, interiormente, la seguiamo unitamente alle altre autopoiesi, partire dalla testa). Quindi, partecipiamola-osserviamola espandersi in tute le direzioni (olosdirezionalmente). Essendo l’aria, l’ossigeno e le autopoiesi che la compongono presenti ovunque, seguiamoli, fin dove ci è possibile farlo, trasportando l’Io-psyché nell’Universi, anche in spazi, per così dire, lontanissimi da noi, nella non località. Con il tempo e il lucido abbandono, riusciremo a percepire la fusione con l’ambiente, l’Universi, noi stessi, stato da non ricercare in modo razionale e intellettuale. Alla fine del viaggio verso l’esterno. La partecipazione-osservazione interiore ci mostrerà che, nel momento in cui l’espirazione fluisce e tende a trasformarsi in inspirazione, in quello spazio autopoietico, in quella fusione esiste qualcosa da scoprire, da vivere e da espandere.
- Rimaniamo in questa situazione in apnea, per tre secondi (la stessa nota espressa al punto 2, sul prolungamento del tempo e il raggiungimento dello stato coscienziale punto morte può essere, qui, applicata).
- Inspiriamo, quindi, nuovamente e procediamo allo stesso modo.
- Ripetere, almeno nove volte.
I ritmi che si consigliano sono quelli fisiologici, autopoietici, naturali, intercalati da uno stop, da effettuarsi tra l’inspirazione e l’espirazione e viceversa: stop di due, tre secondi. È importantissimo seguire consapevolmente e interiormente il respiro, fino a quando raggiunge il perineo e la massima distanza dal corpo, per percepire una sensazione di espansione verso l’olosdirezionalità transfinita, sia durante l’espirazione che durante l’inspirazione.
Praticando la respirazione autopoietica, ci renderemo conto che inspirare ed espirare sono atti inseparabili tra loro: in quell’unione di opposti-complementari, in quella fusione, c’è vita, da riconoscere. La circolarità del respiro, da recuperare, farà sì che punto morte e punto vita diventino un processo unico, compatto, non separato, né separabile, circolare. Nella vita, non c’è soltanto inspirazione o soltanto espirazione, bensì l’unione dei due aspetti.
Nei momenti in cui lo sentiamo, possiamo fare degli appositi esercizi, per prolungare via via il tempo di permanenza consapevole, nella zona di fusione tra inspirazione ed espirazione e viceversa, iniziando con una durata di dieci secondi, per aumentare di cinque secondi ogni volta. Inizialmente, è importante non superare le permanenze nello spazio fusionale, per più di un minuto. Per andare oltre, è necessario abbinare esercizi e allenamenti specifici e un preventivo controllo medico.
Praticando l’Autopoiesi dello stato coscienziale punto morte, potremo prendere coscienza che l’aria, l’ossigeno è, per così dire, la parte materiale di un’essenza, di un’autopoiesi, di una danza autopoietica che è possibile sentire e vedere, con le modalità, appena descritte. La consapevolezza, che l’aria, l’ossigeno, sono soltanto il veicolo di altre autopoiesi, ci aprirà l’intuito a ulteriori possibilità.
Nota Bene
Durante la respirazione autopoietica, ci si può rendere conto di avere il diaframma parzialmente bloccato. È possibile sbloccare il diaframma, potenziando la respirazione autopoietica. Quando il campo istintivo-emozionale non fluisce libero, in modo ecologico, innato, senza ostacolatori, ecco che si può provare la sensazione di chiusura della gola e del diaframma. Ebbene, quando si ripristina il naturale e integrale flusso del campo istintivo-emozionale e aggredior, abbinandolo alla continuità di respirazione autopoietica, l’Io-soma-autopoiesi del ricercatore si ri-equilibria, si ri-bilancia e si pone in remissione il blocco parziale del diaframma, elemento funzionale ad altre azioni.
Bibliografia
- Liggio Fernando, Le parafilie maggiori, Alpes Italia Edizione
- Liggio Fernando, Trattato moderno di psicopatologia della sessualità, Edizioni libreria universitaria
- Simonelli Chiara, Psicologia dello sviluppo sessuale ed affettivo, Carocci Edizione
- Gay Rita – Di Bona Michele, Eros e disabili. Riflessioni e testimonianze, Ancora Edizioni
- Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Boringhieri
- Lissoni Paolo – Messina Giusy – Brivio Fernando, Teologia della sessualità, Natur.Spiritual Edizioni
- Michel Foucault, Storia della sessualità vol. 1, 2 e 3, Feltrinelli
- Salvatore Capodieci, Leonardo Boccadoro, Fondamenti di sessuologia, libreiauniversitaria.it
- Davide Dettore, Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale, McGraw – Hill Companies
- Chiara Simonelli, Filippo Petruccelli, Veronica Vizzari, Le perversioni sessuali. Aspetti clinici e giuridici del comportamento sessuale deviante, Franco Angeli
- Estela V. Welldon, Sadomasochismo, Centro Scientifico Editore
- Wilhelm Reich, Sessualità e angoscia, SugarCo
- Wilhelm Reich, Teoria dell’orgasmo e altri saggi. Gli studi del più importante teorico della libertà sessuale, Pgreco
- Ulrich Clement, Terapia sessuale sistemica, Cortina Raffaello
Ringraziamenti
Ringrazio i ricercatori dell’Associazione Sigmasofia – onlus – per il loro impegno continuo a sostegno delle attività di ricerca che hanno condotto alla realizzazione di questo libro.
In particolare, ringrazio:
- La Dott.ssa Piera IADE per il prezioso lavoro di correzione del libro e per gli interventi di maieutica sessuologica durante gli stages proposti dalla International Sigmasophy University
- La ricercatrice in Sigmasofia Annalisa ORONI (Flow) per le “testimonianze di vita” che ha donato e sta donando sulle tematiche inerenti la sessualità della conoscenza
- La ricerctrice in Sigmasofia Elena LIBERATI per la realizzazione dei disegni sulle posture proposte dalla sessualità della conoscenza
- A ricercatrice di Sigmasofia Gaia RUIA per il lavoro di trascrizione al computer di centinaia di pagine di appunti estrapolati dallo sbobinamento di audio-registrazioni degli stages di sessualità della conoscenza.