Il programma della Scuola comprende principi e tecnologie operative
dell’Autopoiesi della vita e dello
stato coscienziale punto morte,
che si suddivide in
1. Allenamento della vita-autopoiesi
Si tratta di allenamenti autopoietici molto particolari e duri che puntano a potenziare la
muscolatura dell’Io-psyché, del soma e dell’autopoiesi.
Ci si prepara scrupolosamente al superamento di situazioni di vita ritenute “difficili, impossibili” da
superare e a ricevere potenze di principi attivi autopoietici e sovrasensibili che, altrimenti, non sarebbero sopportabili e integrabili dall’Io-soma.
In definitiva, si tratta della ri-costruzione, della forgiatura e del potenziamento dell’Io-psyché, finalizzati a
nuove forme di comunicazione e di esplorazione di se stessi: l’Universi-parte.
Si praticheranno inoltre:
- I principi attivi autopoietici del respiro
- il rituale dell’inspirare anidride carbonica e dell’espirare ossigeno
- i rituali di olos-presenza
- il rituale dello spino dopo spino
- il rituale dei cinque giorni: Autopoiesi olografiche non locali (l’autonomia dell’Io-psyché dal sistema nervoso)
- il sonno-sogno lucido, la veglia-sognante
- lo stato coscienziale punto morte e il post mortem l’Oikos
La pratica della ∑ophy Martial Art, in luoghi di rilevante interesse storico-naturalistico, vissuti durante gli E.Co.A. (EcologiaEscursionismo Coscienziale Autopoietico), quali le escursioni, la speleologia, l’archeologia e il Torrentismo Coscienziale autopoietico e tutte le tecnologie di progressione Io-somatica in acqua (danze autopoietiche subacquee), in aria (danze autopoietiche durante i lanci a volo libero), sul fuoco (self-poiesis-fire-dancing), saranno gli elementi fondamentali che completeranno i contenuti formativi.
La
preparazione pratico-teorica progressiva a superare situazioni di difficoltà, problematiche, ostacoli o condizioni impossibili, insuperabili, interiori ed esterne.
A questo scopo, propone un adeguato equipaggiamento dell’Io-psyché sia interiore che esterno (le diverse attrezzature e materiali).
Durante la pratica della ∑ophy Martial Art, attuata durante l’E.Co.A., il ricercatore in formazione può trovarsi, all’improvviso, isolato, in luoghi impervi e pericolosi, in acqua, nel deserto, in montagna, in una foresta, in un fiume, in forra, in una grotta sotterranea, ecc. o, interiormente, in stati di stress, di stanchezza, di paura, di angoscia, di terrore, di panico, ferito o infettato, ecc., ed è anche per questi specifici motivi che, durante la formazione prevista presso la Scuola di ∑ophy Martial Art, attua tutta una serie di azioni e di Autopoiesi olosgrafiche, utili a prevenire e, se necessario, a porre in remissione spontanea l’eventuale
shock Io-somato-autopoietico
che può verificarsi.
La base fondamentale dell’allenamento della vita-autopoiesi è la forgiatura ed il potenziamento degli ingredienti fondamentali sensibili e sovrasensibili che compongono l’Io-psyché, dando particolare attenzione ai principi attivi autopoietici, formanti la volontà, l’intenzionalità e l’auto-determinazione autopoietica.
L’allenamento della vita-autopoiesi è uno stato coscienziale in perfetta sintonia e simmetria con la pulsione autopoietica a vivere, a conoscere.
Quando l’Io-soma-autopoiesi è guidato dalla pulsione autopoietica a vivere, nasce una specifica caratteristica dell’essere umano, quella di saper adattarsi ad ogni situazione, alle leggi del luogo e, dall’interno, iniziare a modificarle: immaginate esattamente che cosa fa
l’acqua che ha la capacità di
assumere la forma del suo contenitore,
e inizierete a capire tale orientamento.
Durante la pratica, nel ricercatore in formazione, progressivamente può crescere la consapevolezza della necessità di prepararsi a se stesso, per cui, come mostra l’esperienza, inizia a praticare con vivo interesse le Autopoiesi della vita e dello stato coscienziale punto morte, integrando nel vissuto moltissime tecnologie di allenamento della vita-autopoiesi. Ad esempio, si è sempre verificato, che durante la formazione, è possibile potenziare la condizione Io-somato-autopoietica che
pone in remissione lo stato di paura dell’ignoto,
trasformandolo in interesse autopoietico puro,
che pone in remissione il dolore, utilizzando i principi attivi autopoietici che lo formano, a sostegno dell’azione che si vuole attuare. La paura, il terrore, il dolore divengono pulsioni di adrenalina (e altro) che sono messe a sostegno dell’azione, pura ∑ophy Martial Art.
La chiave consiste nella capacità di Concentrazione-transmutazione autopoietica che il ricercatore in formazione deve essere in grado di somministrare a se stesso. Quando vige questa
capacità, la paura, il dolore, non possono entrare
nell’escalation che li farà diventare panico, terrore
o somatizzazioni Io-somato-autopoietiche immobilizzanti.
Non c’è scampo: per giungere a questo,
è necessaria una dura e lunga formazione a se stessi,
all’unità ecosistemica cosmica che siamo.
La ∑ophy Martial Art, proposta durante la formazione, ha, tra gli altri scopi, quello di destrutturare l’identificazione dell’Io-psyché a vivere in luoghi chiusi e in qualche modo protetti da quelle che di solito si dicono essere minacce della natura o minacce ambientali.
Di solito, le persone vivono in edifici considerati sicuri, in parte riscaldati e, in generale, ci sono sempre abbastanza acqua e cibo. Molti dei metabisogni sono ampiamente soddisfatti: il mangiare, il bere, il dormire, l’evacuare, il congiungersi, il respirare, di fatto, in generale, sono facilmente reperibili. Mi riferisco, in particolare, all’Occidente. Ma, durante l’E.Co.A., i viaggi autopoietici, ci si potrebbe trovare senza la possibilità di poter soddisfare alcuni di questi metabisogni. Se non ci si organizza, non ci si prepara, la mancanza improvvisa della possibilità di soddisfare i metabisogni potrebbe far cadere in forme di shock, depressive. Con tali identificazioni acquisite, di fatto, usciamo dalla simpatia-empatonia-autopoiesi con l’Oikos, con la natura, e non vivendola più, il linguaggio autopoietico, l’essere umano, si pone, di fatto, in una posizione di scissione, in una base schizoide, da sanare.
Non si tratta di rinunciare alle forme acquisite che noi tutti utilizziamo, quanto di mantenere viva, consapevole, allenata l’integrazione che dobbiamo avere con la natura in quanto ne siamo parte integrante, indivisibile. È nostro specifico interesse saper vivere con la meteorologia dell’Universi-parte e non soltanto con quella dei termosifoni o dei condizionatori!
La natura è autopoiesi, Creazione Continua, dinamismo, che spesso è violato dall’identificazione nelle forme della routine dell’epoca.
2. Pan-Kration (Pancrazio) autopoietico
Con ∑ophy Martial Art, si intende una formazione, una disciplina finalizzata alla conoscenza vissuta, all’auto-determinazione, all’autorigenerazione (…) che assume di vivere con continuità.
In presenza di specifici stati di coscienza Io-somato-autopoietici interiori-esterni ostacolanti-discrasici, identificativi che vogliono per loro motivi distrarla da tale intenzionalità olistico-autopoietica, è tecnicamente in grado di somministrare la loro trans-mutazione, anche utilizzando una specifica modalità operativa:
il Pan-kration.
Uno degli ingredienti fondamentali della ∑ophy Martial Art è, appunto, il
Pan-kration autopoietico
(dal greco Pan-kration, di cui pan significa tutto
e kratos potere, forza, auto-creati).
Da ciò deriva che ogni Io-psyché può essere definito un
pankratiaste,
letteralmente, praticante la forza del tutto,
utilizzando il proprio Io-soma-autopoiesi.
È l’intera forza, potere dell’Io-soma-autopoiesi. Lo scopo è quello di formarsi a se stessi e di integrare quella parte di sé, denominata l’altro, utilizzando tutte le proprie forze e facoltà. I MaiDan, si assumono di utilizzare tutte le facoltà consce e inconsce, sensibili e sovrasensibili, locali e non locali, attraversando una fase iniziale di destrutturazione degli ostacolatori e delle discrasie che si frappongono alla presa di consapevolezza di se stessi, l’Universiparte. In questa fase, lo scopo è utilizzare tutte le proprie facoltà a Io nudo, assumendo la possibilità di esprimere tutte le azioni di vita possibili, per procedere verso se stessi. Il Pan-kration si evidenzia dopo la fase di destrutturazione e di attraversamento dell’Iosomatico, identificato in ostacolatori e in discrasie.
Il termine forza non va interpretato soltanto in direzione di forza finalizzata alla lotta, al combattimento anche se la forza del Tutto può essere applicata a tale scopo. Il pan-kration, quindi, nella sua accezione interiore era riferito alla forza delle azioni che venivano vissute in funzione della scoperta di Pan, del Tutto. In Sigmasofia, diremmo oggi in termini moderni, che tutto è atomicamente e coscienzialmente legato.
L’Io-psyché che si evidenzia da Pan, dalla forza del Tutto diviene lo strumento che veicola forza, per auto-riconoscersi. Tale termine fu interpretato dai romani in
Pancrazion
e, quindi, il passo in Pancrazio è stato breve.
Riferendoci all’accezione interiore, noi preferiamo la terminologia
Pan-Kration autopoietico,
nel senso di auto-creato dall’Io-psyché, per finalità di autoconoscenza.
Se ben praticato, il Pan-kration è una delle componenti autoformative che in Sigmasofia viene svolto, nell’ambito della pratica delle autopoiesi della vita e dello stato coscienziale punto morte. La durezza auto-formativa è tale che il ricercatore viene orientato alla presa di consapevolezza dello stato coscienziale punto morte in tutte le sue manifestazioni, raggiungimento decretato dall’aumento e dal potenziamento del proprio stato di autoconsapevolezza e di carisma autopoietico. Tale processo è dovuto al fatto che l’assunzione dell’auto-formazione orienta verso l’esplorazione, consapevole di qualunque regione remota dell’inconscio autopoietico, senza esitazione o proiezione ostacolante.
Il
Pan-kration non è una disciplina sportiva,
non prevede né vincitori né vinti, ma soltanto
stati di autoconsapevolezza autopoietica,
forgiati in situazioni di vita difficili, estreme e decreta la consapevolezza autopoietica, differente dalla consapevolezza integrata dello stato coscienziale punto vita e punto morte.
Durante questi passaggi, si manifestava il fatto che l’azione di vita, di auto-conoscenza poteva incontrare ostacoli, impedimenti anche molto forti, intensi e l’azione di autoconoscenza richiedeva combattimento e lotta per essere raggiunta. Su questioni come la comprensione vissuta del punto morte, degli eventi del kosmo, l’intensità della motivazione, la forza doveva essere necessariamente intensa, perché, se così non fosse stato, Pan non poteva essere esplorato.
A volte, gli impedimenti erano grandi e la forza doveva essere integrale, richiedeva l’uso di tutti i mezzi, nulla escluso, e bisognava essere vestiti di sola nudità.
Per questo motivo, nelle applicazioni specifiche marziali, i pancratiasti potevano adoperare tutti i mezzi. Combattere nudi o seminudi simboleggiava che il Pan-kration doveva essere praticato senza sovrastrutture, senza vestiti acquisiti.
Originariamente, il corpo non era cosparso di olio, ma emetteva luccicanza, in conseguenza dell’aumento di tono,
appunto perché si metteva la totalità di se stessi in azione e il tono psico-fisico si conformava; soltanto successivamente, per simboleggiare ciò, i combattenti utilizzarono olii.
Le azioni del Pan-kration sono originate dalla forza autopoietica dell’Universi e dalle sue funzionalità che, per essere riconosciute venivano denominate con i nomi delle divinità mitologiche.
Il labirinto di Cnosso è leggendario e vi era rinchiuso il Minotauro.
Era composto da un intrigo di strade, di stanze e di gallerie costruite da Dedalo (da cui la terminologia un dedalo di vie). Secondo alcune tradizioni, questo stava a simboleggiare la complessità, gli
intrighi labirintici della vita, dell’esistere.
All’interno viveva il Minotauro, un mostro dal corpo umano e con la testa di toro, a simboleggiare la parte istintivo-emozionale dell’essere umano.
Ogni anno, il Minotauro divorava sette fanciulli e sette fanciulle, e cibarsi di carne umana è processo che secondo alcune simbologie
significava essere identificato nei metabisogni istintivo-emozionali, nello stato di coscienza che spesso
crea vie senza uscita sulla strada della conoscenza.
Infatti, identificazioni nel solo istinto-emozione, che produce continuamente i propri metabisogni, possono significare il blocco, il ritardo nella presa di consapevolezza di significati che vanno oltre. Tali significati-significanti sono ampli, in termini moderni, non localistici. Soltanto un’istituzione, Thesmos, nella mitologia Teseo (che significa appunto istituzione), poteva riuscire a sconfiggere il Minotauro. Teseo, l’istituzione Io-psyché, fu aiutato da Arianna che
gli diede un gomitolo di lana, per poter segnare la strada percorsa nel labirinto
(in se stesso, aiutato dall’integrazione con la parte femminile)
in modo da poterne uscire agevolmente.
Si tratta del riferimento motivazionale:
il filo conduttore verso la conoscenza che può evitare di perdersi nel labirinto, nelle diramazioni del campo istintivo-emozionale, nella miriade di memorie-esperienze registrate, memorizzate.
Seguendo questo filo, Teseo riuscì ad incontrare il Minotauro, la propria componente istintivo-emozionale, che spesso assorbe identificativamente a sé. Fu sconfitta, ossia attraversata, senza che Teseo ne fosse divorato, ne rimanesse identificato. La lotta fu molto cruenta e proprio Teseo dovette utilizzare qualche cosa che non sapeva di avere,
il Pankration,
la forza del Tutto.
Infatti, come abbiamo dimostrato in Sigmasofia, l’Io-psyché è l’evidenza sensibile del campo coscienziale olistico-autopoietico, dell’Universi-parte, di Pan. Per questi motivi, Plutarco riconobbe in Teseo, in Thesmos, nell’Istituzione Io-psyché- dell’essere umano, il primo utilizzatore ed anche espressione del Pan-kration.
Fu così che Teseo sconfisse il Minotauro con un colpo di Pan-Kration.
Vestendolo in varie forme e riconducendolo ad una pratica marziale di combattimento, l’essere umano ha sempre utilizzato il Pan-kration, anche nelle guerre. Da tale riduzione-collasso, lo ritroviamo come pratica olimpica nel 648 a.C., esprimendolo in una delle sue transfinite forme applicative, del combattimento totale, integrale. All’essenza, però, era legato alla sopravvivenza, a vivere, a conoscere, utilizzando e risvegliando Pan-kration. Dal processo di sopravvivenza, i pankratiasti hanno fatto sopravvivere il fatto che, durante i combattimenti, la posta in gioco era la propria vita. Ogni vita, infatti, finisce con la produzione della morte, ed in questo consiste uno dei misteri svelati del Pan-kration autopoietico.
Pankratiaste è l’Io-psyché.
In tal senso, a proprio modo, ogni essere umano pratica il Pankration che è possibile considerare la prima arte marziale interiore ed esterna conosciuta. La via di conoscenza di se stessi che conduce a Zeus, simbolizzando così la grandezza di tale potere, è il labirinto dei mortali e degli immortali.
Zeus, pankrates, da cui krateo, potere.
La pulsione autopoietica a vivere, a conoscere è innata nell’essere umano, nell’Universi-parte, per la propria sopravvivenza e per la propria conoscenza.
Essendo una potenzialità dell’Io, è ovvio che il Pan-kration possa essere stata raggiunto anche da altri Io-psyché, in diversi luoghi del mondo. Ad esempio, possiamo trovare in altre tradizioni altri riscontri. Il Bodhi Dharma rimase per lunghi anni in una grotta (simbolo dello spazio interiore che si forma, quando chiudiamo gli occhi, quindi rimase in se stesso) riuscendo a raggiungere il Pankration, a cui diede il nome di Zen, buddhismo, attraverso cui trasmise lo stato di risveglio a se stesso. Buddha significa il risvegliato (al Pan-kration), il suo insegnamento che trasmise ai monaci-guerrieri del tempio di Shaolin.
Non si tratta di stabilire primati, in quanto Pan-kration è parte integrante del continuo presente, del Tempo autopoietico che include passato-presente-futuro ed ogni Io-psyché che ha saputo raggiungerlo, veicola le leggi autopoietiche, attraverso cui viene regolato (nelle arti marziali o in altre discipline esistenziali sono divenute le regole di quella competizione).
Paradossalmente, il Pan-kration è il più diffuso,
ma il meno conosciuto.
Infatti, molti Io sono identificati nella sola manifestazione sensibile e il Pan-kration è sostanzialmente forza del Tutto sovrasensibile, non localistico.
Tutte le discipline umane nascono dal Pan-kration, nel senso che affondano le proprie radici nei principi attivi autopoietici che operano nell’inconscio autopoietico, nell’Universi-parte, dalla scienza, alle religioni, dalle filosofie alle tradizioni. In alcune, come in quella greca, di cui all’inizio di questo articolo ho esposto un’interpretazione legata alla loro mitopoiesi, il Pan-kration ha assunto specifiche vesti di arte marziale, ma dal punto di vista conoscitivo si tratta soltanto di un’egregia formidabile applicazione, tanto da poter affermare che
Pancrazio è la genesi di tutte le arti marziali.
Ciò che interessa la Sigmasofia è il Pan-kration all’essenza dell’Iopsyché dell’essere umano, dell’Universi-parte.
In alcune forme di ∑ophy Martial Art, si utilizza lo scettro Ypsilambd che rappresenta l’essere umano in una postura ieratica autopoietica:
viene utilizzato in alcune forme della Scuola.
∑ophy-poiesis, ossia la sommatoria e la proprietà emergente della creazione di cui si ha consapevolezza, è lo stile unico proposto dalla ∑ophy Martial Art praticato dai ricercatori in Sigmasofia. È lo stile che somma e sintetizza i principi attivi autopoietici, formanti l’Iopsyché, finora riconosciuti, vissuti, ed include ogni forma.
Lo stile unico ∑ophy-poiesis è lo strumento per aprirsi al vissuto diretto di altri principi attivi autopoietici, ancora non riconosciuti.
Tutte le arti marziali interiori ed esterne nascono dall’Iopsyché che le ha inventate, ideate. Per questo, la danza autopoietica, che vive e studia i principi attivi autopoietici, da cui l’Io stesso si evidenzia, nasce e trova uno specifico ruolo e una funzione in ogni arte marziale o danza autopoietica di formazione a se stessi, l’Universi-parte.
La storia della ∑ophy Martial Art è parte integrante della storia dell’Universi-parte, di noi stessi: influenza l’operato dei ricercatori sulla coscienza, in quanto tutti sono veicolatori di Iopsyché.
La ∑ophy Martial Art è innata. Da sempre, viste le modalità di vita che attua e la presenza della pulsione autopoietica a vivere, l’essere umano è propenso alla formazione a se stesso: la storia, le religioni, la scienza, le filosofie (…) lo dimostrano.
Nella genesi della ∑ophy Martial Art per il terzo millennio da me elaborata e proposta, si evidenzia lo stato di coscienza, in conseguenza del quale l’Io-psyché dell’essere umano segnala il proprio stato di incompletezza sul piano dell’auto-consapevolezza dell’Universi-parte complessivo, transfinito. Pertanto, propongo le tecno-ontos-sophos-logie necessarie alla formazione a se stessi, per tentare di completare con il processo di autopoiesi continua tale stato di incompletezza e di riduzione identificativa ai soli processi sensoriali. Ciò richiedeva la destrutturazione di tutti quegli stati ostacolanti che, in tale processo di auto-conoscenza vissuta, hanno dato inizio alla ∑ophy Martial Art per superarli e trascenderli: in tal modo, l’Io-psyché poteva aprirsi all’orientamento verso la completezza sul piano della consapevolezza.
Nella ∑ophy Martial Art, non si pensa ad altro che a formarsi a se stessi e questo, in alcuni momenti, può richiedere l’uso di forme di combattimento, soltanto momenti di passaggio funzionali all’autoconoscenza e parti integranti della virtù autopoietica che procede verso l’integrazione della pratica delle autopoiesi olosgrafiche (forme e stili della ∑ophy Martial Art), vivendo.
La ∑ophy Martial Art è composta da
- 12+4forme
e da
- uno stile unico, il ∑ophy-poiesis
composti complessivamente da
- 120 autopoiesi olosgrafiche,
derivanti dallo studio degli stati coscienziali producibili dall’Io-psyché dell’essere umano: pensare, volere, sentire, concettualizzare, immaginare, sognare, facoltà sovrasensibili (…) che rappresentano le sue essenze funzionali.
In particolare, nelle forme di ∑ophy Martial Art, ogni principio attivo, da cui nasce il corrispondente stato coscienziale, presenta peculiari difficoltà auto-formative e di vissuto che possono richiedere anche molto tempo per esser assimilate.
I Mai-Dan sigmasofici, praticanti la ∑ophy Martial Art, sintetizzano la loro arte nell’azione bios-etica autopoietica, svolta nella scuola di Caporipa, costituita essenzialmente dall’intenzionalità autopoietica, secondo cui la formazione a se stessi è autoformazione, che può essere effettuata dall’Io-psychè di ognuno su se stesso, intraprendendo delle azioni risolutive contro chiunque, scisso, voglia impedire tale diritto-dovere autopoietico di autorealizzarsi.
3. ∑igma-Gym®
L’Io-soma-autopoiesi, dal concepimento al punto morte, registra e non dimentica nessuna esperienza. Molte delle somatizzazioni, degli irrigidimenti-flessibilità, dei crampi-elasticità, del dolore o del benessere muscolare rivelano tutte le esperienze dell’inconscio acquisito e autopoietico (…),
rivelano la propria storia dalla nascita ad oggi.
Fin dal concepimento, dopo nove mesi di autopoiesi continua, inerente l’edificazione del corpo, abbiamo iniziato a doverci conformare alla pedagogia-psicagogia dei genitori e/o tutori, acquisendo ed adattandoci a indicazioni di altri Io e, per conformarci a quegli orientamenti, spesso abbiamo deformato la simmetria con l’autopoiesi. La ∑igma-gym® libera dalla programmazione della propria storia e ci fa riscoprire l’Io-soma, in cui vivere benessere autopoietico. Lavorando sulla liberazione Io-somatica, saniamo le deviazioni identificative nell’acquisito dell’Io-soma.
∑igma-gym® non è una ginnastica che forza l’Io-soma per ammaestrarlo, suddividendolo in parti vissute come separate; si tratta di reintegrazioni, sul piano dell’auto-consapevolezza, con la totalità di se stessi: sentendo, vivendo l’istinto-emozione, l’aggredior, la razionalità, i metabisogni, i bisogni-desideri, rispettandone le esigenze, allentando le tensioni e gli ostacolatori che lo inibiscono, ponendo in remissione squilibri, diventando coscienti della propria unità, che è Universi-parte, diventando consapevoli della propria intelligenza Io-somato-autopoietica.
La ∑igma-gym Io-somato-autopoietica® propone semplici esercizi che preparano l’Io-psyché a vivere e ad esistere; specifiche azioni per riscoprire la propria
autonomia fusionale autopoietica
e, perché no, divertendosi. È una forma di Autopoiesi olosgrafica marziale, che ha come obbiettivo quello di migliorare la mobilità Iosomato-autopoietica, ovvero di permettere l’esecuzione di movimenti, azioni, completi o parziali, tendenti all’avanguardia dell’ampiezza, in quel momento raggiungibile, agendo sull’estensibilità degli ingredienti autopoietici, formanti l’Io-somaautopoiesi. L’avanguardia è l’orientamento di base verso cui direzionarli e, se tale azione è ben realizzata, si può procedere verso l’allungamento o il superamento dell’avanguardia stessa, generando così lo spazio di scoperta, di presa di consapevolezza di maggiore funzionalità: lo
stretching autopoietico.
Le tecniche di ∑igma-gym Io-somato-autopoietica® in uso sono personalizzabili, anche se, come orientamento, ne indichiamo una sola che è relativamente semplice: consiste nel mettere in estensione ogni singolo ingrediente Io-somato-autopoietico assumendo la posizione, anche dinamica, suggerita mediante diverse e specifiche azioni, con lentezza, tranne quando non esplicitamente specificato o sentito. La posizione di avanguardia naturale deve essere mantenuta per un certo periodo di tempo, per esempio 3 secondi, a cui, aiutati dalla respirazione autopoietica, segue l’allungamento e una volta raggiunto deve essere mantenuto per 9 secondi:
il 3-9 praticato con regolarità e in maniera appropriata, può
permettere di raggiungere continuità consapevole di espansione.
∑igma-gym® ci fornisce una tecno-ontos-sophos-logia insuperabile per rendere l’Io-soma-autopoiesi agile, armonico, sereno, migliorando la salute, controllando il peso, tonificando l’Io-psyché e il soma.
La ∑igma-gym® è la chiave per riconfigurare l’Io-soma-autopoiesi, è
la fonte della giovinezza autopoietica.
È l’inversione Io-somato-autopoietica del processo denominato invecchiamento,
mantenendo in continua attività, particolarmente utile ad essere tonici, in piena tensegrità, tutti gli ingredienti formanti l’Io-somato-autopoietico.
Molte delle tecno-ontos-sophos-logie sono nuove, mai divulgate prima.
La ∑igma-Gym® è adatta a tutti e può essere praticata a qualunque età. Aiuta ogni Io-psyché (di qualunque formazione o di qualunque grado di consapevolezza) a recuperare, a migliorare, ad ampliare l’auto-consapevolezza nell’azione e a ridurre il rischio di identificazioni, il che, sul piano somatico, significa evitare gli infortuni. L’intensità da applicare è dosata direttamente dall’Io-psyché che la pratica e che seguirà peculiari accorgimenti, come nel caso in cui siano presenti lesioni muscolo-tendinee o capsulo-articolari, nonché stia vivendo peculiari momenti distonici sul piano dell’Io-psyché.
A breve termine, la ∑igma-Gym® è un’azione di profilassi contro ogni tipo di trauma e di microtrauma Io-somato-autopoietico. L’accentuata mobilità consente azioni più ampie, d’avanguardia e di allungamento dell’avanguardia e, quindi, una migliore esecuzione dell’azione auto-formativa. La pratica della ∑ophy Martial Art dimostra che
la ∑igma-Gym®, riducendo la tensione Io-somato-autopoietica,
riduce anche il dispendio di forze.
A medio termine, una pratica regolare migliora la circolazione, autopoietica e acquisita, di ogni sostanza presente nell’Io-soma-autopoiesi (sangue, ormoni, stati coscienziali, autopoiesi), facilitando l’eliminazione di scorie di ogni tipo. Si approfondisce, inoltre, la capacità respiratoria. A lungo termine, è funzionale a porre in remissione l’invecchiamento degli apparati sensibili Io-somato-autopoietici.
Come tutte le arti di vita, anche la ∑igma-gym® offre delle continuità di consapevolezza che tendono a ridursi se non la si pratica per un certo periodo di tempo.
Liberando, sciogliendo noi stessi, saremo più armonici con gli altri.