L’ITER FORMATIVO
Primo anno
Per il conseguimento della prima funzione Ypsi | FORME STUDIATE, PRINCIPI ATTIVI E FUNZIONI YPSI: |
Durata 1 anno (80 incontri pratico teorici per 160 ore effettive più 8 ore E.Co.A.) La via del leone Colore rosso | Intuitive e synchronicity Insight: intuire, sincronicità Ypsi: percepire volere, sentire, pensare, immaginare, concettualizzare, autodeterminare Centrum: centralità, autoconsapevolezza Noesis: verbalizzazione, numerazione, inizio-fine, infinito, transfinito |
Secondo anno
Per il conseguimento della seconda funzione Ypsi | FORME STUDIATE, PRINCIPI ATTIVI E FUNZIONI YPSI: |
Durata 1 anno (80 incontri pratico teorici per 160 ore effettive più 8 ore E.Co.A) La Via dell’aquila Colore arancione | Aequilibrium: equilibrio, coordinazione, compattezza-solidità, precisione Kraino-Kairos: spaziotempo, pluridimensionalità, adimensionalità, simultaneità, tempo autopoietico Ak: orientamento, principio attivo di olosdirezionalità Bios: Io-autopoietico, principi attivi autopoietici, concentrazione autopoietica, Bios |
Terzo anno
Per il conseguimento della terza funzione Ypsi | FORME STUDIATE, PRINCIPI ATTIVI E FUNZIONI YPSI: |
Durata 1 anno (80 incontri pratico teorici per 160 ore effettive più 8 ore E.Co.A) La Via del delfino Colore giallo | Iris: flessibilità, leggerezza, agilità, gravità, bellezza, radici autopoietiche Eros: fusione-comunione, creatività-creazione, correnti autopoietiche dell’eros Ypsilambd (∑ophy): autorigenerazione e autoguarigione, autopoiesi, omeostasi, meditazione, archetipi Ipsilon, psi, Lambda e ∑igma Tetraneos: reintegrazione-stabilizzazione, vuoto quantistico, non località, creazione continua, olospresenza, entangled coscienziale autopoietico |
Quarto anno
Per il conseguimento della quarta funzione Ypsi | FORME STUDIATE, PRINCIPI ATTIVI E FUNZIONI YPSI (con scettro Ypsilambd): |
Durata 1 anno (80 incontri pratico teorici per 160 ore effettive più 8 ore E.Co.A) La Via della lucciola Colore verde | ∑igma-s abilità interiore ed esterna, il potere autopoietico di base, le radici acquisite. Oikos-s vaticinio autopoietico, visione remota. Entanglement-S correlazione, interazione, nella fusionalità, olospresenza ∑ophy-s, stato coscienziale Sigmasofia danzato, tranfinito |
Quinto anno
Per il conseguimento della quinta funzione Ypsi e la qualifica di Mai-DAN I | FORME STUDIATE, PRINCIPI ATTIVI E FUNZIONI YPSI (con scettro Ypsilambd): |
Durata 1 anno (80 incontri pratico teorici per 160 ore effettive più 8 ore E.Co.A) La Via del Pavone Colore azzurro | LO STILE UNICO ∑ophy-Poiesis: principi attivi autopoietici didattica autopoietica marziale |
Totale ore lavorative 880.
DOCENTI E CARICHE AMMINISTRATIVE
Direttore della Scuola:
Mai-Dan. Nello MANGIAMELI
Direzione Generale e didattica:
Mai.Dan. Nello Mangiameli
Responsabile segreteria e dei rapporti con i Ricercatori in formazione:
Mai.Dan. Flavia CHIRICOZZI
Responsabile settore Sigmasofia Ecologica:
Mai.Dan. Francesco DI MARIO
Responsabili suono-musica, canto e danza autopoietica:
Operatrice Sigmasofica Eleonora DE GRANDIS
MAI.DAN e DOCENTI
Docente di Danza autopoietica:
Nello MANGIAMELI (Direttore della Scuola)
Docente di Danza autopoietica didatta e supervisore:
Nello MANGIAMELI
Assistenza Docenti e MAI.DAN:
Francesco DI MARIO
LA SEDE DELLA S.I.∑.M.A.
Sede legale via di Caporipa, snc
01015 Sutri (Località Caporipa) –VT-
Tel 3490093819
Codice fiscale: 90129440567
E-mail: info@sigmasophy.com
http:// www.sigmasophy.com
La sede della Scuola di ∑ophy Martial Art si trova in mezzo ai boschi di Caporipa, località del Comune di Sutri, in provincia di Viterbo, ed è adibita a diverse attività che riguardano la formazione e la ricerca sui significati-significanti vissuti dei principi attivi autopoietici che sostengono il fluire della vita e dello stato coscienziale punto morte.
La scelta del luogo non è legata al caso, ma è il risultato di specifici
Insight intuitivi e sincronici,
già previsti da qualche anno.
Caporipa è circondata da Acropoli, Necropoli, Anfiteatri, Templi, Mitrei, Ninfei, Castelli, Grotte, Terme sulfuree, Tufo antico e cangiante.
È irradiata da particolarissime
atmosfere autopoietiche,
da natura incontaminata e da segni di una conoscenza legata al continuo presente che il misterioso popolo etrusco, tradizioni ad esso precedenti e la profondità dell’Io-psyché sembrano conoscere. L’insieme di questi elementi sono una parte integrante di ciò che denominiamo: l’Atmosfera autopoietica.
L’organizzazione, spartana, essenziale, naif, priva di quasi tutte le moderne sovrastrutture è fortemente voluta, per contribuire ad orientare il ricercatore in formazione verso l’assunzione dello stato Io-somato-autopoietico, di
essere vestito soltanto della propria nudità autopoietica
ossia, la base minima, pre-acquisito, da vivere e da cui finalmente iniziare nuove possibilità di
formazione autopoietica a se stessi.
Come raggiungere la Scuola di ∑ophy Martial Art:
DA ROMA Cassia bis SS 2 (Cassia Veientana) da raccordo direzione Viterbo
- Finita la superstrada, inizia una strada provinciale con indicazione Viterbo Sutri.
- Dopo 12 km. si arriva alla prima indicazione Sutri a destra (salita a senso unico).
- Superarla rimanendo sulla Cassia. Poco dopo la roccia di tufo su cui è costruita, Sutri “cade” con la punta di un triangolo sulla Cassia (destra).
- Mettere la freccia a sinistra. Di fronte, a sinistra, c’è il pub Barera’s e subito dopo una costruzione rosa (officine Fiat e Opel).
- Girare come per andare all’officina e proseguire sulla strada (via Caporipa).
- Superare due ponticelli e continuare tenendo sempre a DESTRA.
- All’inizio la strada è bruttarella, niente paura, poi migliora.
- Dopo 2.200 km esatti dall’inizio della strada (Caporipa), sulla sinistra c’è un cancello con un cartello
SIGMASOFIA.
Arrivati!
ORGANIZZAZIONE GENERALE ED ISCRIZIONI
La prima forma della Scuola di ∑ophy Martial Art è aperta a tutti i liberi ricercatori che saranno ufficialmente ammessi dopo il colloquio preliminare con il Mai.Dan. Direttore della Scuola.
- Per l’iscrizione alla Scuola è necessario presentare il certificato medico di sana e robusta costituzione fisica (non agonistico).
- Gli incontri del primo anno di studi prevedono l’iscrizione (Settembre/agosto) di un numero minimo di 4 ricercatori, massimo di 8
- Per accedere al secondo anno di studi è obbligatorio seguire per intero e con esito positivo tutto il primo anno.
- Per accedere al terzo anno di studi è obbligatorio seguire per intero e con esito positivo il secondo anno.
- Per accedere al quarto anno di studi è obbligatorio seguire per intero e con esisto positivi il terzo anno.
- Per accedere al quinto anno di studi è obbligatorio seguire per intero e con esito positivo il quarto anno.
- Per accedere agli esami e per conseguire la qualifica di MaiDan è obbligatorio aver seguito per intero e con esito positivo il quinto anno e aver maturato tutte le funzioni Ypsi
A tutti i ricercatori verrà rilasciato un
ATTESTATO DI FREQUENZA
Gli incontri di formazione sono organizzati come descritto di seguito.
Ogni anno lavorativo è suddiviso in due incontri settimanali:
Primo incontro settimanale di 2 ore
Secondo incontro di allenamento di 2 ore
Un uscita E.Co.A. al mese 8 ore
Un Viaggio autopoietico (facoltativo) della durata 9-16-21 giorni in luoghi di elevato interesse storico-naturalistico in
Italia o all’estero
Chi avrà praticato tutti e cinque gli anni riceverà un attestato di abilitazione quale
Mai DAN ∑.M.A.
LE FUNZIONI YPSI DELLA S.I.∑.M.A.
A seconda della
maturazione Io-somato-autopoietica raggiunta
e della
capacità di penetrazione dell’esperienza,
i ricercatori in formazione, che praticano la ∑ophy Martial Art, si contraddistinguono in appartenenti alle
cinque funzioni Ypsi,
così suddivise
Presentazione Funzioni Ypsi
- prima funzione Ypsi
- seconda funzione Ypsi
- terza funzione Ypsi
- quarta funzione Ypsi
- quinta funzione Ypsi
Prima funzione Ypsi
La proprietà emergente dal conseguimento della
prima funzione Yᴪ
è denominata
la Via del leone
ed indica significati simbolico-reali impliciti,
perfettamente consapevolizzati che irrorano
penetrazione all’azione quotidiana dell’Io-psyché,
evidenziandosi come coscienza risvegliata a se stessa.
Infatti, le prime quattro forme includono, allenano ed espandono alcuni ingredienti della facoltà di penetrazione: il coraggio, la presenza autorevole,
l’apertura alla visione d’insieme.
Ci aprono allo sguardo del leone:
quando si lancia qualcosa verso il suo sguardo, il leone non segue quel qualcosa (azione, oggetti…), ma guarda chi lo lancia.
Non rincorre qualcosa, ma indirizza lo sguardo
su ciò che lo lancia
(soprattutto quando è se stesso a lanciarlo),
penetrandolo.
È la trans-mutazione dello sguardo posizionato soltanto su qualche cosa di esterno
in sguardo concentrato sull’interiore-esterno del qualche cosa:
applicato all’interiore, è conosciuto come la saggezza che
transmuta gli ostacolatori-discrasie a vivere in azioni correttrici che vedono.
Le prime quattro forme sviluppano lo sguardo del leone,
la tendenza verso l’introiezione vissuta
dei suoi principi attivi innati.
Lo sguardo del leone consente di iniziare a controllare-gestire l’intensità istintivo-emozionale, utilizzata per soddisfare i propri metabisogni:
l’aggredior non viene transmutato in aggressività intensa, in aggressione.
È il simbolo-segno della penetrazione di sé, delle proprie facoltà.
Utilizzandolo, il ricercatore concentra il proprio aggredior, le proprie facoltà Io-somatiche, non spreca inutilmente le proprie forze, lo fa con strategie nascenti dallo sguardo che nella fattispecie è sguardo in se stessi, è l’inizio dell’autocontrollo.
Lo sguardo del leone è l’evidenza che il ricercatore ha iniziato a potenziare la consapevolezza vissuta della propria vitalità, energia, auto-rigenerazione
(salute e forza Io-somatica)
in qualsiasi situazione esistenziale,
anche conflittuale,
facendolo in piena riservatezza, introspezione.
È la consapevolezza che dorme senza chiudere gli occhi, è
la veglia sognante.
Nel registro simbolico-reale, iniziare ad assumere la
Via del leone
significa avere praticato, penetrato e integrato le prime quattro forme della
∑ophy Martial Art.
Seconda funzione Ypsi
La proprietà emergente dal conseguimento della seconda funzione Yᴪ è denominata
La Via dell’aquila
L’utilizzo dello sguardo del leone ossia di ciò che consente di percepire a monte, nella fisiologia che li forma le azioni espresse, gli stati Io-somatici espressi conduce sempre alla possibilità di poter iniziare ad esplorare ciò che scopriremo essere le transfinite distese interiori del campo coscienziale che si sviluppano oltre le quattro dimensioni; lo sguardo del leone si eleva, ossia vede in modo più esteso quello che dallo sguardo del leone poteva vedere soltanto dalla materia, dalla terra. Per questo motivo il leone lo si è rappresentato alato,
con ali di aquila,
è l’elevazione di quella funzione.
Tale operazione può essere raggiunta soltanto dall’Io-psyché che assume di farlo e che riesce a raggiungerla, la motivazione individuale e la consapevolezza ne sono la spinta, per questo motivo si
transmuta in aquila colei che non vola a stormi
appunto perché si tratta di raggiungimento di autoconsapevolezza individuale. L’aquila è più vicino al sole ne è esposta ed essendo individuale in alcune tradizioni è stata interpretata come simbolo dell’anima, famoso è l’uccello anima egizio il Ba. Da quelle altezza con la vista d’aquila si intuiscono percepiscono più elementi anche sovrasensibili, si tratta di stati estesi di coscienza che evidenziano ulteriori possibilità interpretative,
in particolare, la facoltà dell’Io-psyché di de-localizzarsi che, inizialmente, significa disidentificarsi, de-fissarsi dal solo acquisito.
La Via dell’aquila è la facoltà di de-localizzazione raggiunta dall’Io-psyché e che al punto morte sarà la funzione consapevolizzata che maggiormente si utilizzerà, il vissuto che la vita-autopoiesi è trans-finitamente in vita autopoiesi e l’Io-psyché ne parte integrante
La Via dell’aquila rappresenta il vissuto integrale che l’Io-psyché utilizza come guardia, come riferimento di se stesso in
quanto ha guardato direttamente il sole, la vita-autopoiesi.
La facoltà tipiche dell’aquila sono, il volo, l’acutezza visiva, la velocità, la forza.
Terza funzione Ypsi
La proprietà emergente dal conseguimento della terza funzione Yᴪ è denominata
la Via del delfino
Il delfino è spesso associato alla bontà innata per il suo comportamento ma anche alla purezza.
La purezza e la bontà innate non vanno ovviamente intese come strumenti del presunto bene che si contrappongono al male, ma di
funzioni innate che trascendono il bene e il male.
In questo senso, rappresenta un
momento dell’evoluzione dell’auto-consapevolezza
Potendo per un certo tempo vivere in acqua e in aria ci indica che può rappresentare
il principio attivo del controllo del respiro.
Il
delfino vive con intelligenza innata in due mondi, nell’acqua e nell’aria, in questi due mondi lo vediamo portare allegria,
divertimento gioco (non conflitto nella relazione) per questo può essere un riferimento per l’Io-psyché dell’essere umano.
Talvolta funge da
guida per i naufraghi,
interiormente da
guida per gli ostacolatori-discrasie.
Vivere simultaneamente in aria e in acqua non significa essere intermediario tra queste due funzioni ma, semplicemente, che queste funzionano simultaneamente, Io-psyché e soma sono un processo unico. Essendo l’Io-psychè di ognuno l’evidenza di un campo unico ed essendo il soma la sua densificazione, tale simultaneità è indicatrice almeno di amicizia incondizionata di fusionalità, con il delfino si può entrare in quel vissuto:
l’amicizia fusionale pura.
Tali capacità sono funzioni del
sophos autopoietico, della saggezza
che si evidenzia in conseguenza della formazione vissuta a se stessi realmente raggiunta.
È il remissore degli stressor e dell’ansia evidenziando l’emersione della calma innata e nel contempo della pulsione a vivere.
Vive nell’inconscio (il mare) e porta in-formazioni in aria, la profondità pre-ostacolatori disidentificata che gioca liberamente.
Saper respirare nelle diverse dimensioni è l’induzione, è l’insegnamento della Via del Delfino per questo apre la porta della meditazione dinamica sul processo ciclico acquisito vita-morte, morte-vita,
aiutandoci a riconoscerle come espressione di un essere transfinitamente in vita.
Chi matura il potere reale della Via del destino è il tramite tra dimensioni aiutandoci a riconoscerle come un processo unico.
Quarta funzione Ypsi
(…) portare luccicanza
(luce)
sui momenti bui (ostacolatori, problematiche): la Via della lucciola.
La proprietà emergente dal conseguimento della quarta funzione Yᴪ è denominata
la Via della lucciola.
In natura, esiste il processo in conseguenza del quale alcuni animali, nel loro genoma, veicolano in-formazioni innate che
evidenziano sul loro corpo forme di bios-luminescenza
che, utilizzando i sensi, la percezione, riconosciamo nella notte illuminare i boschi, i campi, le spiagge ecc.
Come vedremo più avanti, sempre per lo stesso processo, nell’aria, nell’atmosfera, si individuano
in-formazioni da cui emergono
lobi, morfologie bios-luminescenti
che, utilizzando i sensi, la percezione e l’iper-sensibilità, riconosciamo
nella notte illuminare grotte molto profonde e buie e simultaneamente l’interiorità.
- Perché quei corpi, quei luoghi interiori-esterni producono biosluminescenza?
- Esiste la stessa in-formazione genomica innata e possibilità per il corpo dell’essere umano?
Dal punto di vista della conoscenza olistico-autopoietica vissuta, gli animali bios-luminescenti, così come i luoghi in cui si riconosce tale fenomeno, sono molto interessanti da studiare: infatti, in tutte le Tradizioni si parla di illuminazione, alludendo ad esseri umani che, utilizzando diverse tecnologie Io-somato-energetiche meditative e altro, sono tecnicamente
in grado di vivere gli stati interiori,
psichici, denominati samadhi, estasi, nirvana (…).
Tuttavia, nel caso di cui sto trattando, sono i corpi di talune specie animali ad evidenziare la bios-illuminazione (luminescenza), producendola fisicamente, con il soma, quindi non posizionandola in uno psichico soggettivo, ma rendendola evidente e percepibile dai sensi di chiunque. In questo senso e con questi significati, la lucciola si emancipa dalla visione soggettiva spesso opinabile, di avere chiarezza, illuminazione, interiore o similia,
esattamente come in luoghi completamente bui si formano biosluminescenze che, in qualche modo e in qualche misura (seppur minima), permettono di vedere e di muoversi nel buio, anche intenso.
In ogni caso, anche chi non riconosce la
simbologia analogica, la bios-luminescenza innata
può essere riconosciuta come di significativo interesse.
Chissà per quanto tempo sarà ancora possibile studiarle, prima che l’essere umano ne determini l’estinzione
(infatti, non è consapevole dell’azione criminale che somministra alle lucciole quando utilizza, in modo intensivo, i pesticidi per l’agricoltura).
Veniamo alla bios-luminescenza animale.
Il maschio della lucciola è dotato di ali forti e spesse; la femmina resta sostanzialmente una larva, le sue ali sono deboli e più piccole (non vola): è veramente interessante partecipare-osservare come entrambi abbiano organi bios-luminescenti: la femmina riesce ad emettere bios-luminescenza per tempi superiori alle due ore
(il maschio lo fa per pochi istanti).
La bios-luminescenza delle femmine ha una specifica funzione, è
una forma di eccitazione
(aumento dell’intensità della vita-autopoiesi del campo istintivo-emozionale in circolo)
che funge da richiamo “sessuale”,
è possibile, infatti, partecipare-osservare le lucciole
accoppiarsi nel buio
(chi nei mesi di giugno e luglio tra le 22 e le 24 va nei boschi, nei prati, può parteciparlo-osservarlo direttamente).
Queste femmine-lucciole aspettano il maschio-lucciola a pancia in su, anche per due ore (dalle 22 alle 24, appunto). Se il maschio non arriva, le femmine si ritirano e ci riprovano la notte successiva.
Questo richiamo può durare per più e più giorni
fino a che avviene l’accoppiamento.
Le molecole che formano la femmina-lucciola si muovono in modo molto veloce e attraverso questo movimento formano una differenza di potenziale, di energia
che, per specifiche in-formazioni, si transmuta in luce.
I composti bios-chimici, che permettono questa bios-luminescenza (luce), sono denominati luciferina e luciferasi, il primo è un composto bios-organico che emette appunto bios-luminescenza facilitata appunto dal catalizzatore luciferasi. A causa dell’adenosintrifosfato e della luciferasi, la luciferina cede elettroni diminuendo l’energia, quella in eccesso (rispetto alla diminuita) è la
bios-luminescenza fredda
(non a incandescenza che produce calore).
Questo processo spiega la bios-luminescenza
debole, ma visibile.
Anche altri esseri viventi producono bios-luminescenza (gamberetti, meduse, larve, specifici pesci, ma anche alcuni tipi di funghi (…): a ben osservare, non sono pochi quelli che si “illuminano”.
Vedremo che anche l’essere umano può formarsi a
tentare di emettere non ancora bios-luminescenza della stessa intensità di quella delle lucciole, ma una forma di luccicanza della pelle.
Durante la pratica della ∑ophy Martial Art, in particolare del Pan-kration, i ricercatori in Sigmasofia si allenano con continuità per tentare di potenziare la radiazione istintivo-emozionale, elettromagnetica e infrarossa (e altre radiazioni): l’effetto è
l’evidenziazione di forme di luccicanza
(ci vogliono anni per attivarlo in modo riconoscibile).
Nello specifico, in realtà,
si potenzia lo stato di eccitazione, di
intensità del campo istintivo-emozionale in circolo,
lo si sente come una pressione da dentro,
esattamente nello stesso modo
in cui si sente l’eccitazione sessuale.
L’allenamento può aumentare l’intensità di quella radiazione che, raggiunta una determinata soglia (diversa per ognuno, ma per tutti molto intensa), assume la forma, appunto, di luccicanza:
è il momento precedente alla bios-luminescenza.
La Via della lucciola è quindi, tentare di transmutare l’emissione di istinto-emozione, di calore in emissione di bios-luminescenza (fotoni),
di cui, ripeto, la luccicanza è una posizione intensa, intermedia.
La si riconosce nello stesso modo in cui percepiamo le gocce d’acqua che colano lungo il corpo e che irradiate dalla luce del sole, brillano;
fuor di metafora, potete riconoscerla quando, ad esempio, dopo un rapporto sessuale ben riuscito, partecipate-osservate il corpo lievemente sudato, rilassato, con uno sguardo aperto, sentendo la vasodilatazione del soma da cui si
percepisce-intuisce l’emissione di tale radiazione.
Gli allenamenti del Pan-kration sono utili a potenziare la luccicanza (ma hanno, ovviamente, altre applicazioni), si comportano da attivatori-potenziatori dell’archetipo campo istintivo-emozionale e aggredior (attivazioni bios-chimiche, bios-logiche di maggiori intensità della vita-autopoiesi in circolo).
Il loro applicativo fondamentale è quello di creare conoscenza vissuta.
Se il ricercatore riesce, realmente, a produrla significa che
ha saputo porre in remissione gli ostacolatori
(difese psicosomatiche)
al suo naturale fluire, ha saputo disidentificarsi, de-fissarsi da essi,
momento formativo propedeutico di passaggio che nel registro reale-simbolico è decodificato come
portare luccicanza
(luce)
sui momenti bui
(ostacolatori, problematiche):
la Via della lucciola.
Quinta funzione Ypsi
La proprietà emergente dal conseguimento della quinta funzione Yᴪ è denominata
la Via del pavone
Sappiamo, per averlo vissuto, che la parte-Universi si evidenzia da in-formazioni innate operanti nell’Universi di cui siamo parte integrante e inscindibile.
La parte, il particolare,
è sempre emissione, evidenziazione di ciò che li genera. Dalle in-formazioni innate, dal genoma del pavone nasce la
morfologia del pavone
che d’istinto percepiamo e riconosciamo come di grande
bellezza innata
(nella stragrande maggioranza dei ricercatori intervistati),
è come se quella forma suscitasse in tutti loro
la possibilità di evidenziare lo stato di sorpresa, di stupore
presente in loro stessi e operante simultaneamente
al significato-significante esteso del vivere.
La bellezza innata del pavone
ci richiama al processo di bellezza innata che veicoliamo alla radice dell’Io-psyché,
per questo motivo si tratta di una forma d’interesse conoscitivo. È molto difficile incontrare parti-Universi che possano essere investite dello stesso senso di bellezza innata e questo accade per essere umani di ogni parte del mondo.
Quando formandosi attraverso il vissuto diretto a se stesso,
l’Io-psyché incontra la bellezza innata
e non il bello opposto-complementare del brutto, è come se l’innato mostrasse suoi contenuti nella manifestazione sensorio-percettiva e acquisita.
Il senso della bellezza innata si apre quando il pavone apre la propria coda.
Nelle forme della ∑ophy Martial art esiste una danza di gruppo durante la quale brandendo lo scettro Ypsilambd e lo scudo e muovendosi in modo circolare si rappresenta appunto l’apertura della coda del pavone e che essendo una danza per produrre insights intuitivi e sincronici sta a significare che stiamo aprendo la visualizzazione olistica
applicata ai principi attivi innati.
L’apertura della coda del pavone è l’insights intuitivo e sincronico prodotto perché segnala il
raggiungimento vissuto di regioni del campo coscienziale ancora inesplorate, esprimiamo così lo stupore e la meraviglia che
continuamente le consapevolizzazioni dell’innato ci evidenziano.
In quello stato di coscienza, ossia di de-localizzazione, di autonomia dell’Io-psyché dall’assorbimento del proprio sistema nervoso, accade che il modo di visualizzare può riuscire a percepire simultaneamente su più punti, in tutte le direzioni anche attraverso la visione remota, di qualunque spazio-tempo sia nella convenzione che denominiamo passato sia nella convenzione che denominiamo futuro rappresentati appunto dagli
occhi della coda del pavone
Gli occhi, nel suo piumaggio rappresentano i diversi modi di visualizzare
durante quegli stati estesi di coscienza
Rappresentando uno stato interiore olistico il ricercatore in Sigmasofia valorizza integralmente il principio attivo coscienziale che il pavone rappresenta (e ovviamente il pavone stesso)
Il raggiungimento vissuto del corrispettivo interiore del pavone
rappresenta forme di conoscenza e di
saggezza olistico-autopoietica sigmasofica.
Durante la maieutica T, Tanatologica la forma del pavone la si evoca per produrre il passaggio nel punto morte immersi nel corrispettivo interiore della bellezza innata e della sua transfinitezza.
Sulla coda del pavone possiamo riconoscere tutti i colori dell’iride ciò a indicare la capacità dell’innato di evidenziare la manifestazione sensibile, la natura non deturpata non infettata dall’acquisito dell’Io-psyché.
Per in-formazioni innate il pavone mostra e pone in remissione la sua coda, rappresentando così una delle facoltà esprimibile dell’Io-psyché, quando emette la propria consapevolezza e quando entra nella propria introspezione.
In ∑ophy Martial Art, la Via del pavone consente di transmutare ciò che intrepretiamo come positivo e ciò che interpretiamo negativo nella consapevolezza innata da cui possiamo assumere di esprimere questa dicotomia.
La Via del pavone permette di non rimanere avvelenati: riesce a ingerire i veleni dei serpenti senza risentirne, fuor di metafora il ricercatore in Sigmasofia si forma
a non risuonare, a non risentire di ciò che di proiettivo di
relazionalmente avvelenato gli viene proiettato addosso.
In ∑ophy Martial Art, il pavone bianco è quello che maggiormente simboleggia passaggi formativi, spiego:
la formazione permette di vivere tutti i colori, dal rossa al viola e di percepire oltre il rosso (infrarosso) e oltre il vìola (ultravioletto), essendo il bianco un colore acromatico lo utilizziamo per rappresentare questa facoltà raggiungibile, formabile. Essendo la sintesi di colori primari rappresenta pe l’Io-psychè l’integrazione delle loro funzioni.
L’essere umano è la combinazione di tutti i colori della vita e del loro superamento, per questo il pavone bianco.
La Via del pavone ha potere seduttivo innato. Il colore dell’acquisito non modula il bianco per questo rappresenta l’innato.
Gli allenamenti di ∑ophy Martial Art non a caso prevedono la partecipazione-osservazione del pavone bianco in quanto se ben somministrati stimolano effetti auto-riflessivi ed anche autorigeneranti.
Per passare da una funzione Ypsi all’altra vengono indette, alla fine di ogni anno formativo, sessioni di verifica della presa di consapevolezza delle funzioni Ypsi sulle quali ci si è formati, in base al programma tecnico prestabilito di riferimento.
- La qualifica di Mai-Dan ∑.M.A. è aperta a tutti.
- La qualifica di Mai-Dan ∑.M.A (H.C. Honoris Causa) è riconosciuta dal responsabile della Scuola soltanto a coloro che, attraverso specifici risvegli intuitivi e sincronici o esplorazioni dell’inconscio autopoietico realizzati, creeranno nuovi e significativi stati di auto-consapevolezza, realmente fruibili da tutti i ricercatori in formazione.
- Per acquisire la qualifica di Mai-Dan ∑.M.A viene indetto, alla fine del quinto anno formativo, l’esame pratico-teorico di verifica della presa di consapevolezza delle facoltà didattiche autopoietiche marziali sulle quali ci si è formati, in base ad uno specifico protocollo d’esame di riferimento.
- Per il riconoscimento della qualifica di Mai-Dan ∑.M.A Honoris causa, il fondatore della Scuola, al momento della presentazione
del nuovo insight intuitivo e sincronico, della nuova funzionalità Io-somato-autopoietica scoperta da parte del Mai-Dan ∑.M.A, dopo un’accurata verifica attraverso uno speciale rituale rilascerà il previsto diploma di riconoscimento.
TESTI E ATTREZZERIA AUTOPOIETICA
Testi
- Mangiameli, S.T.o.E. autopoietica, Edizioni La Caravella
- Mangiameli, S.T.o.E. -Autopoiesi della vita e dello stato coscienziale punto morte-, Edizioni La Caravella
- Mangiameli, La danza e la musica autopoietiche, Edizioni La Caravella
Attrezzeria autopoietica
Il sacco attrezzeria autopoietica è composto da:
- Scettro.
- Arco-frecce.
- Ascia Ascia bipenne. Bastone.
- Fascia
Tutti gli strumenti e le attrezzature corrispondono a specifici principi attivi Io-somato-autopoietici che vengono studiati praticamente e teoricamente durante il percorso formativo.